C'era
una volta una principessa ribelle che, come le colleghe femministe
Elsa e Merida, rifiuta velo nuziale e corona. Solitaria e coraggiosa, con una
mamma morta misteriosamente e un papà presto convolato a nozze con
un rettile di matrigna (letteralmente!), si sottrae al destino
prestabilito di moglie e sovrana, si impunta, ma non sa quali
alternative la aspettino. Giusto un po' più brilla, ma non per
questo più audace delle recenti colleghe Disney, cerca sé stessa e
un posto nel mondo con i classici viaggi non lontani dalle classiche
metafore esistenziali. Non si imbatte né in un lieto fine né nella morale
dell'ultimo rigo, ma in due strani aiutanti – un buffo elfo
alle prese per la prima volta con la vita vera e un demone custode, che qualche volta la induce in tentazione – che le fanno da spalla
comica nell'ultima creazione dell'autore cult dei Simpson e
Futurama. Nonostante le aspettative inizialmente alle stelle,
le novità scarseggiano. Meglio i rutti rumorosi dell'orco
Shrek, meglio le principesse a New York di Come d'incanto,
meglio le gustosissime variazioni sul tema dello sfortunato Galavant.
Disincanto, infatti, lo si segue ma non brilla di luce propria. Avrebbe
potuto prendere e modificare canzoni e motivetti, per farsi beffe
della stucchevolezza delle favole per l'infanzia. Avrebbe potuto in
alternativa calcare la mano con gli intrecci, il sangue e il sesso,
se Il trono di spade è
diventato il fantasy per antonomasia. Purtroppo non giovano la durata
ingiustificata degli episodi, i ritmi dilatati; situazioni e
personaggi abbozzati, in vista di una compattenza narrativa
riscontrabile appena dall'ottavo episodio in avanti. No, non ci si lascia
incantare a colpo d'occhio. Questo Disincanto poco
omaggia, non parodia affatto e, almeno per ora, diverte l'indispensabile. (6)
Prendete un nonno inventore che ritorna
all'ovile; una figlia adorante e un genero scettico, noioso, che
della famiglia risulta il più sacrificabile; due nipoti più
curiosi che intimiditi, in particolare, da traviare nell'arco di tre
folli stagioni. Si parla di animazione e fantascienza, due delle cose
che meno mi piacciono, ma senza grandi sorprese l'abbinamento non è
di quelli letali. Si parla, in ritardissimo, di Rick e Morty:
il disimpegno e la leggerezza di una sit-com, sangue e parolacce a
fiumi, un amore infinito per il nonsense che si nutre di scenari
fantastici, missioni impossibili, paradossi logici e citazioni alte.
La serie che, appunto, piace anche a chi su carta il genere non lo
digerisce. La serie che vince agli Emmy, per esempio, grazie all'episodio in cui l'irresponsabile Rick si trasforma in un cetriolo pur
di non affrontare una riunione familiare che si preannuncia
sgradevole. C'è del genio, non lo si può negare mica, in questo Ritorno
al futuro col bollino rosso: ma è sufficiente? Troppo sopra
le righe ed eccessivo affinché la riuscita sia perfetta o equilibrata, è la dimensione umana, quella interpersonale, che gli
manca: soprattutto allontanandosi dalla prima stagione, girata più in
piccolo e per questo migliore delle successive, si sente la mancanza
degli improperi, in seguito camuffati da un bip
strategico; degli interni domestici, delle dinamiche
intergenerazionali, a cui si preferiscono i cannibali di Mad Max,
mondi alternativi retti dal femminismo imperanti, cloni e
deflagrazioni in grande stile. I difetti, forse, stanno in un budget che
cresce esponenzialmente; in una serie rinnovata per stagioni e
stagioni sulla fiducia, che fa di tutto per stupirci e non ripetersi.
Spessissimo ci riesce. Altrettanto spesso, però, rischia di rendere
i personaggi semplici macchiette – fa eccezione un Rick che, dopo
aver messo in pericolo il nipote e la nostra realtà, di tanto in
tanto si ravvede a suon di esami di coscienza –, con copioni di
freddure e cattiverie che avvincono e divertono, ma ti impediscono di
affezionarti a loro nonostante una compagnia lunga trenta
episodi. Non è Bojack Horseman, nichilista e dissacrante. Non
è Big Mouth, colorito e sincero. Piuttosto, è un'altra
faccia dell'intrattenimento per adulti: a tratti la più fine a sé
stessa, ma anche la più audace, la più scatenata. Su questo e altri
pianeti. (7)
Siamo
sempre nello spazio, sempre in uno sci-fi, sempre a cartoni. Questa
volta, però, in una serie animata Netflix di cui poco ho letto in
giro, vista su consiglio prima di mio fratello Diego, poi di un
coinquilino che ha preferito rivederla con me anziché aspettarmi. La
storia è quella di Gary, delinquente da poco ed eroe per caso,
condannato a scontare cinque anni di detenzione in solitaria in una
prigione galattica su misura in cui patisce la mancanza di altri
esseri umani – ad animare le sue giornate, soltanto l'irritante
robot Kevin e un'intelligenza artificiale che lo guida e lo consiglia
con benevolenza – nonché la crudele penuria di biscotti al
cioccolato. La sorte e la sceneggiatura lo chiameranno ad affiancare
una bella Guardia dell'Infinito di cui è innamorato perso e a
sabotare i pianti del temibile ma cagionevole Lord Comandante – in
lingua originale, doppiato da un eccezionale David Tennat –, che
vorrebbe aprire un varco per liberare i leggendari
Titani, diventando così uno di loro. La chiave sembra essere
l'insospettabile e dolcissimo Mooncake: pallina tutta sorrisi, verde
e fluttuante, con una fama improbabile di distruttore di pianeti. Finale
Space ha musiche indovinate,
disegni pieni di colori che accolgono volentieri più di qualche
guizzo artistico di CGI e un equipaggio francamente adorabile che
intrattiene per dieci episodi, strappa sorrisi e perfino lacrime. Con
i suoi sacrifici d'obbligo. Con le canzoni che sottolineano gli stati
d'animo loro e nostri. Con un'irresistibile mascotte da proteggere,
una coraggiosa ribelle da far sospirare, qualcuno di importante da
vendicare sporcandosi le mani di sangue e qualcosa di buono, di vero,
da imparare di puntata in puntata. Ci sono ingenuità grandi e piccole; troppi abbracci e troppi discorsi di
incoraggiamento; una struttura, a lungo andare, ripetitiva. Ma uno
spunto abusato, mai come in questo caso, si rivela vincente con
poco senza scontentare né gli appassionati – riconosceranno
all'interno l'ironia e la bontà dei Guardiani della galassia – né gli aspiranti
nerd dell'ultima ora. Gli si vuol bene
all'istante, e Gary e gli altri li si riconosce amici a un primo
sguardo, come succedeva a ricreazione, a scuola: benché teneri e sfortunati,
i protagonisti provano a fare la differenza – a salvare l'universo –,
o almeno ci provano. Dalla nostra, li ringraziamo per il
tentativo. (6,5)
Avevo scritto un commento lungo e articolato, ma la connessione a criceti di casa mia l'ha ucciso ç_ç
RispondiEliminaConcordo con quanto hai detto su Disincanto: io l'ho abbandonata dopo tre episodi per noia, e quando penso che probabilmente avrà vita più lunga di Galavant mi sento morire un po' dentro.
Rick e Morty io invece la adoro XD sangue, follia e nonsense senza fine, l'unica cosa che vorrei è una trama orizzontale più solida (tipo che le conseguenze di quanto accaduto alla cittadella dei Rick le vorrei vedere prima della venticinquesima stagione).
Invece Bojack non riesco a guardarlo: è davvero troppo depresso e nichilista per me :(
Final Space è adorabile, anche se come sai ho trovato Gary un po' eccessivo, oltre che il punto debole del cast.
Confidiamo, allora, in una maggiore incoerenza in casa Sanchez, dove si vive troppo spensierati (e scollegati) per i miei gusti. Bojack mi fa sempre malissimo, non a caso sto aspettando un periodo migliore per iniziare la quinta stagione, ma resta comunque la migliore seduta psicoanalitica che potrei desiderare!
EliminaPienamente d'accordo sul primo anche se il mio parere su "Disincanto" lascia il tempo che trova: non sono mai riuscita a vedere una puntata per intero, mi addormento a metà episodio XD
RispondiEliminaRick & Morty come sai è una delle serie che amo di più: spassosa, rude, esilarante, no sense... crea dipendenza!
L'ultima mi manca, rimedierò!
Meno male che c'è Elfo...
EliminaQualcosa mi dice che apprezzerai la sottovalutata Final Space. 😉
Io sono sempre restia ad iniziare le serie animate, non mi intrigano tanto, però adoro i Simpson e Futurama, quindi non potevo non fare un pensierino a Disincanto! L'ho trovata molto carina e piacevole (seppur certi aspetti non siano così originali come dicono in giro).
RispondiEliminaDi Final Space ho visto due episodi che non ho trovato maluccio, solo che non mi sento molto ispirata :\
Di Rick & Morty avevo visto un episodio tempo fa e mi ero ripromessa di continuarla, cosa che non ho più fatto ;__;
Per me, Bojack a parte, sono tutte intrattenimento da pranzo e cena. In altre occasioni, non mi metterei seduto a guardarle. Resto dell'idea che non mi perderei poi troppo, ma tanto di guadagnato se si parla di sorrisi e leggerezza.
EliminaEcco, la penso come te.
EliminaSono comunque una svolta però. 😊
EliminaDisincanto lo vedrò presto, aspettavo di finire arretrati e di avere un giovine a farmi compagnia, anche se le aspettative le ho abbassate nel mentre. Stessa cosa per Final Space, esaurite le comedy da cena, troverà spazio.
RispondiEliminaRick e Morty per me è stato vero amore, assurdo, folle ma a suo modo profondo, sarà che la struttura è quella di Doctor Who (in versione decisamente più sboccata) ma anche gli episodi fini a se stessi, me li sono goduti.
Anche tu hai le tue comedy da cena, allora? Che grande scoperta che sono, è grazie a questa scusa che mi sono dato ai cartoni. Per me Groening non farà breccia, ma per Mooncake... Solo occhi a cuore, nonostante i difetti.
EliminaLa durata è perfetta per mangiare in compagnia, sono mesi che a farci da sottofondo sono i medici di Scrubs e ora che li abbiamo salutati posso darmi a tutta l'animazione Netflix... era ora!
EliminaIo, in ritardissimo, vado invece di Kimmy!
EliminaA me "Disincanto" non è dispiaciuto: l'ho trovato un po' diverso da come mi aspettavo, ma comunque intelligente, diverso, e divertente al punto giusto (anche se non sempre, e di sicuro non in maniera omogenea). E forse mi è anche parso di intravedere una sorta di evoluzione, nel senso che dal primo episodio all'ultimo, mi pare che lo show nel complesso sia molto migliorato...
RispondiElimina"Rick e Morty" lo adoro, ma ci sono stati episodi (compreso quello del cetriolo che hai citato) di cui preferirei di gran lunga estirparmi per sempre il ricordo dalla testa, giuro XD
"Final Space" è da provare! :D
Disincanto effettivamente non dispiace ed è in crescita, ma era lecito aspettarsi più di qualche trovata migliore, dato l'autore, e forse anche la metà degli episodi. Quelli utili, alla fine, sono pochini. Confidiamo nella seconda metà, se torna la voglia di vederlo. 😁
EliminaMa ciaoooo come stai? :-)
RispondiEliminaHo visto solo qualche puntata di Disicanto e sinceramente non mi ha fatto per niente impazzire :-(
Ciao, Sonia. Così così, purtroppo, ma non mi lamento. E tu? Bentrovata.😁
EliminaDisincanto non convince, no, ma ti assicuro che la seconda metà non è malvagia.
In effetti Final Space non lo conoscevo, e mi hai incuriosito, anche se il voto è giusto sufficiente.
RispondiEliminaRick e Morty lo conosco, mentre su Disincanto leggo qui un'altra recensione tiepidina... insomma, buco nell'acqua per Matt?
Moz-
Ciao, Miki! Ma Final Space su Imdb ha medie di tutto rispetto, purtroppo ammetto di essere io un po' tirato davanti ai cartoni, soprattutto se sono gigioni (ma riuscitissimi).
EliminaMatt tasto dolente, guarda: è parso non all'altezza perfino a me, che poco lo conosco.
Rick & Morty l'ho adorata.
RispondiEliminaFinal Space l'ho trovato davvero bellissimo ( anche se Gary è piuttosto irritante ).
Disincanto decolla nella seconda parte e gli ultimi due episodi mi sono piaciuti molto, ma a sensazione mi sembra una serie che non abbia molto coraggio.
Troppo innocua.
Concordiamo praticamente su tutto.
EliminaDisincanto lo vorrei vedere solo per completezza con Simpson e Futurama ma già mi aspetto un livello inferiore. Final Space mi ispira tantissimo! Mentre Rick e Morty non ci ho nemmeno provato XD
RispondiEliminaInverti le tue priorità, Saya! Rick e Morty hanno una fantasia che Groening, stavolta, neanche si sogna. 😁
EliminaDisincanto è davvero una poracciata.
RispondiEliminaCitando qualcuno - non ricordo più chi - su Twitter: che brutta fine ha fatto Matt Groening.
Meglio, come dici tu, Shrek e Galavant. Come d'incanto, nonostante l'adorata Amy Adams, anche no... :)
Rick e Morty anche a me non ha entusiasmato troppo e non mi sembra la genialata totale considerata da molti. A me veramente è piaciuto ancora meno. Per ora mi sono fermato tipo ai primi 5 episodi.
Considerando che, BoJack e Big Mouth a parte, faccio fatica a esaltarmi con le serie animate, mi sa che la troppo sci-fi Final Space me la posso risparmiare del tutto.
E anche Bojack, quest'anno, non mi esalta al solito, ma sono a metà...
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