lunedì 30 luglio 2012

Sparlando di.. Cinquanta sfumature di grigio: Capitolo VI

Rullo di tamburi..
Il tempo è giunto.
La nostra Alice nel paese delle (porno)meraviglie, nel sesto capitolo di Cinquanta sfumature di grigio, fa finalmente capolino nella tana di un “grigio” e tenebroso Bianconiglio. La nostra Bella esplora il palazzo spettrale della Bestia. La  Kristen Stewart di E.L James fa conoscenza dei segreti inquietanti e degli amici dai denti affilati del pallido e romantico Robert Pattinson. Il capitolo precedente si era chiuso con un infuocato bacio tra un piano e l’altro di un lussuoso albergo, a bordo di un ascensore, per Anastasia, più magico di quello di Willy Wonka e La fabbrica di cioccolato.
Adesso, per una volta, lo stile acerbo e un po’ troppo essenziale dell’autrice risulta perfetto per rendere su carta l’imbarazzo della confusissima Ana – un’adolescente un po’ cresciuta alle prese con il suo primo, vero bacio, oscillante tra la sensazione che quell’intimità sia stata solo momentanea e la speranza che quell’essere così vicini possa suggellare un duraturo patto d’amore.
"Ecco la chiavi della mia cintura di castità" (cit. Ana Steele)
La vediamo piena di dubbi, di incertezze e i suoi modi impacciati ricordano quelli di una quindicenne che aspetta che il suo cellulare suoni con un messaggio del suo ragazzo e una romantica dichiarazione che, forse, non arriverà mai. La punteggiatura è più fitta del solito e i periodi sono più corti di sempre, ma, perfino un’ inconsueta abbondanza di puntini di sospensione, rendono perfettamente l’idea di un cuore sottosopra. Perfino Christian, nell’intimità dell’elicottero privato che li porterà a Seattle, risulta più romantico e umano del solito. Come lo definisce la protagonista, una cavaliere di luci e oscurità. Purtroppo per Anastasia, il bacio non era la prova concreta di un patto d’amore, ma di un vero e proprio contratto! Non romantico, però, come quello di Sandra Bullock e Ryan Reynolds in “Ricatto d’amore”, né sottilmente erotico come quello di “Nove settimane e mezzo”. E’ un papiro di due pagine che Anastasia, accaldata e con gli ormoni a mille, firma senza nemmeno leggere le sottili controindicazioni. L’amore fa fare cose stupide… o forse sono gli istinti di zitella repressa di Miss Steele?! Come vedete, non ho da fare le mie solite critiche. E’ stato un capitolo veloce e molto carino, poi Christian – che ovviamente suona il pianoforte ed è un appassionato di musica classica… vi ricorda niente? -  pronuncia una frase raggelante e i miei occhi assumono i tratti di questa faccina: O.O°.
« Anastasia, io non faccio l’amore; io fotto… senza pietà».
E non è niente. Ecco che interviene Anastasia:
Rimango a bocca aperta. “Fotte senza pietà!” Oddio, suona così… allettante.
Ok, vi appartenete. Siete due dannati maniaci sessuali! Mio Dio, perfino un filmino porno tra un dottore e la sua infermiera “tetesca” è più romantico. Un bel “tu, cattivo pampino!” non sfigurerebbe in questo dialogo, no? Poi ecco ritornare l’Anastasia che conosco. Christian, con lo sguardo da lupo alfa in calore, le dice che è giunta l’ora di giocare. E Anastasia..
«Con la Xbox?». Idiota, ma troppo carina! Ecco i momenti in cui la adoro!
Dopo questa, passo e chiudo. Nel prossimo capitolo, Ana esplorerà “the dark side of Grey”. La sua accogliente stanza rossa! E sappiate che non ha nulla a che fare con le decorazioni natalizie.. 
* risata malefica *

domenica 29 luglio 2012

Recensione: Bed Time, di Alberto Marini

Ciao a tutti! Stanno ormai diventando appuntamento fisso le recensioni della domenica! Quest'oggi, ringraziando di cuore la Mondadori per avermi dato modo di leggerlo, voglio parlarvi di uno splendido thriller letto in una manciata di ore, di cui, il 27 Luglio, è approdata nelle sale italiane, distribuita dalla Key Film, l'omonima trasposizione cinematografica. Augurandovi una felice giornata, vi consiglio di non farvi scappare né il romanzo, né l'omonimo film del maestro spagnolo Jaume Balaguerò e di fare un pensierino sui vari titoli disseminati per la recensione - vero e proprio excursus nel mondo dell'horror "made in Spain". Fatemi sapere cosa ne pensate :)
 Il ricordo della felicità non è più felicità.
Il ricordo del dolore è ancora dolore..

  Titolo: Bed Time
Autore: Alberto Marini
Editore: Mondadori
Numero di pagine: 310
Prezzo: € 17,00
Sinossi: Cillian lavora come portiere in un elegante condominio dell'Upper East Side a New York. All'apparenza è un uomo mite, servizievole, un punto di riferimento per gli abitanti del palazzo, le cui vite, giorno dopo giorno, scorrono davanti a lui. L'insospettabile Cillian, però, nasconde un segreto terribile: fin dall'adolescenza è ossessionato dall'idea del suicidio ed è incapace di essere felice. Per questo la sua sola ragione di vita è impedire che gli altri lo siano, facendo loro del male e vedendoli soffrire. Sono tanti i condomini che subiscono le conseguenze della sua invidia e della sua volontà distruttiva. Meticoloso fino alla paranoia, Cillian segna sul taccuino le abitudini e le caratteristiche di ognuno per potergli procurare il massimo disagio: ruba la posta, lascia morire le piante che gli vengono affidate e provoca danni all'interno degli appartamenti. Ma è Clara, una ragazza giovane e solare, la cui gentilezza e allegria lo disturbano profondamente, a diventare la sua vittima per eccellenza. La passione morbosa che Cillian nutre per lei cresce sempre di più, insieme all'accanimento persecutorio, fino a quando la sua follia si trasforma in rabbia cupa e sadica. "Bed Time" è un thriller psicologico che proietta il lettore in un universo claustrofobico ma ipnotico dove nulla è come sembra e in cui svetta la figura mostruosa del protagonista, moderna incarnazione di un male che si nasconde nel luogo che si è sempre ritenuto il rifugio più sicuro: la propria casa.
                                                                              La recensione
Un nuovo sole dà il buongiorno ai grattacieli dello skyline di Manhattan.
Sul terrazzo di un sontuoso condominio dell'Upper East Side, orme sparse sulla neve conducono a una ringhiera affacciata sul vuoto. Come un funambolo sprezzante del pericolo, con le braccia spalancate e i piedi in equilibrio sull'umido corrimano, Cillian – trent'anni e da una manciata di settimane concierge di quel curatissimo stabile – gioca la sua consueta roulette russa con la vita.
E' da quando ha diciassette anni che riesce a sopravvivere a sé stesso. Sul piatto di una bilancia immaginaria, i motivi per buttarsi e quelli per ritornare alla sua vita di sempre e al suo squallido monolocale nelle viscere dell'edificio. Non sa cosa voglia dire sentirsi felici, desidera far soffrire atrocemente sua madre, vuole che il suo peso in caduta libera riduca a un rottame l'auto dell'odioso inquilino del 10B e vuole che il rosso delle sue budella sparpagliate al suolo regalino incubi a vita alla piccola Ursula – un diavolo di dodici anni e dal visino tenero che, immediatamente, ha carpito le intenzioni del nuovo, taciturno portiere. A fargli sempre scegliere l'altra alternativa è il pensiero della dolce e solare Clara, la ragazza con il quale ha condiviso letto e intimità la notte precedente. Fino a quando continuerà a sorridere al mondo, Cillian vivrà per lei. Sarà il suo tormento, il suo invisibile carnefice, il mostro strisciante sotto il suo letto, la sua stessa ombra. Vivrà per lei fino a quando avrà le sue lacrime e la sua sofferenza. Vivrà per lei fino a quando le strapperà a colpi di odio quell'incantevole e detestabile sorriso dalla faccia.
Sono anni d'oro per il cinema spagnolo e, nello specifico, nel campo dell'horror.
Un tempo erano gli americani i maestri indiscussi del genere, poi, violenza gratuita e sangue, hanno ceduto il passo agli spettri del cinema orientale, con i loro capelli lunghi e scuri e i loro visi cerei. Penso che il cambiamento sia avvenuto quando, nel 2001, Alejandro Amenabar diresse un cast tutto americano nell'affascinante e indimenticabile The Others. Atmosfere oscillanti tra realtà e incubo, un terrore vivo eppure mai palese, i contrasti tra luci e ombre a celare le verità più insopportabili, una Nicole Kidman – meravigliosa ed espressiva come non mai – a dominare la scena come una raffinata, nuova Grace Kelly. Il resto è storia e, leggendo molte delle mie recensioni, i numerosi riferimenti al The Orphanage di Juan Antonio Bayona, ai capolavori di Guillermo Del Toro, passando anche per i recenti La verità nascosta e Con gli occhi dell'assassino, sono testimoni della mia nutrita passione. Non vi spiego nemmeno i motivi che, non appena il nuovo film di Jaume Baluguerò approdò in madrepatria, armato di dizionario tascabile e dei miei rimasugli di spagnolo, mi spinsero immediatamente a visionarlo in madre lingua, entusiasta e curioso di vedere il regista spagnolo abbandonare la ghost story (Darkness, Fragile, Nameless) e l'horror più cruento (Rec) per dedicarsi all'esempio più sobrio e sottile di thriller d'autore.
Dopo diversi mesi, ancora memore della visione della pellicola, con un ricordo ancora vivido, quindi, di personaggi e situazioni, mi sono ritrovato a leggere il romanzo basato sul medesimo soggetto cinematografico, già consapevole dei colpi di scena e dei vari sviluppi.

Perché l'ho fatto? Credetemi, quando leggo un giallo sono solito comprarlo quasi a scatola chiusa, per paura di incappare in spoiler capaci di togliermi il brivido e l'emozione di una lettura avvincente, tuttavia, con Bed Time è stato diverso. Diverso e meraviglioso.
Sarò stata la copertina, sarà stata l'ammirazione verso un nostro connazionale tanto lanciato all'estero, sarà stato il macabro e divertente doppio senso del titolo, sarà stato che di chi ha ispirato Balaguerò leggerei pure la lista della spesa, ma, alla fine, i miei dubbi sono svaniti sin dalla prima pagina.
Il romanzo non è scritto nella prosa stringata e scialba di una comune sceneggiatura, ma il periodare di Alberto Marini è perfettamente capace di seguire le onde della contorta psiche del protagonista. Ha un vuoto dentro che le parole non spiegano; è avvelenato da un odio e da una sete di vendetta che, nel corso del romanzo, non trovano nessuna giustificazione.
Tuttavia, l'autore torinese è capace di renderlo umano, di far nascere empatia, simpatia e compassione nei suoi confronti. Perfino negli atti più gentili di Cillian si nascondono le intenzioni più orribili, ma leggere di lui che gioca al gatto e al topo e che, come un bambino pestifero e viziato, si diverte a mettere a soqquadro gli appartamenti dei condomini accende un sorriso torvo e la risata amara che soltanto una commedia nera sa far divampare.
Arricchito da un corollario di personaggi assenti nel film e dagli scenari mozzafiato della patinata New York di Gossip Girl, il libro è riuscito a regalarmi brividi e sorprese quasi come se il film di Balaguerò non avesse mai incontrato il mio radar. Paradossalmente sono quasi identici, ma, sebbene rimanga un pregevole thriller, la trasposizione per il grande schermo non è in grado di trasmettere, attraverso le immagini, la natura da predatore e la folle lucidità del quieto Cillian. Il romanzo è più forte e crudele, ride sarcasticamente anche dinanzi alla morte e, come avveniva nel celeberrimo trailer di Shining, fa sgorgare dagli ascensori intarsiati fiumi di violenza e spalanca le porte all'incubo. E' cattivo, scorretto e lascia a bocca aperta con un finale che è puro lampo di genio. Terrificante senza versare una goccia di sangue, hitchcockiano e cervellotico, tira i fili di uno spettacolo di marionette dagli ingranaggi perfettamente oleati, che guarda al patinato thriller degli anni '50, ma, non dimenticando le sue origini, strizza l'occhio al grottesco La Comunidad – Intrigo all'ultimo piano e alla distorta sensualità della Pelle che abito, di Pedro Almodovar. Surclassando i limiti dei thriller sull'home invasion, Bed Time riesce a violare l'Eden della nostra dimora e il santuario del corpo femminile. Invita a temere l'ira dei miti. E a tremare..
Consigliatissimo! Pollici in alto.. Dos pugares para arriba... o meglio - visto che sospetto che il remake a "stelle e strisce" sia già dietro l'angolo - two thumbs up!
Il mio voto: ★★★★★
Il mio consiglio musicale: Michael Bublé – Cry me a river 

giovedì 26 luglio 2012

Recensione in anteprima: L'età dei miracoli, di Karen Thompson Walker

"Eravamo della scuola media, l'età dei miracoli,
quando i ragazzi crescono di botto di dieci centimetri durante l'estate, i seni sbocciano dal nulla e le voci si abbassano e scendono in picchiata." 
 Ciao a tutti, amici lettori! Quest'oggi, la recensione di un grande libro, ma dalla mole ridotta, che, rimanendo in tema di fantascienza, arriva direttamente dal futuro. Uscirà, infatti, fra quasi un mese, distribuito dalla Mondadori. Ringraziando di vero cuore la gentile Anna che mi ha dato modo di recensirlo in anteprima per voi, vi lascio il mio pensiero, augurandovi buona lettura e dandovi appuntamento in libreria per il prossimo 28 Agosto. Non lasciatevelo sfuggire!  

  Titolo: L'età dei miracoli
Autrice: Karen Thompson Walker
Editore: Mondadori
Numero di pagine: 272
Prezzo: € 18,50
Data di pubblicazione: 28 Agosto 2012
Sinossi: Il 6 ottobre, gli esperti comunicarono ufficialmente la notizia. Dissero che c’era stato un certo cambiamento, un rallentamento. Da quel momento lo abbiamo chiamato proprio così: il rallentamento.” Julia ha dodici anni quando la terra inizia a rallentare la sua rotazione, prima di sei minuti, poi dodici, poi ventiquattro, fino a quando il giorno si allunga oltre le cinquanta ore, la gravità si indebolisce, gli uccelli smettono di volare, gli astronauti si allontanano dalla terra, compare una nuova malattia chiamata “sindrome da rallentamento”... La terra inizia a cambiare e Julia con lei. E mentre il mondo impaurito si divide tra coloro che continuano a seguire le ventiquattro ore e quelli che si regolano con la luce del sole, Julia cerca di trovare il proprio posto nonostante tutto: nonostante la migliore amica che decide di non vederla più, nonostante le crepe nel matrimonio dei suoi genitori e le paranoie del nonno stravagante, e poi ancora la solitudine, l’adolescenza con tutti i suoi turbamenti, quell’ “età dei miracoli” piena di paura ed eccitazione, e un ragazzo di cui innamorarsi davvero... Intanto il rallentamento, inesorabile, continua.
                                                                                               La recensione
Ma non è mai ciò di cui ti preoccupi che alla fine accade. Le vere catastrofi sono sempre diverse – sono quelle che non immaginiamo, per cui non siamo preparati, quelle sconosciute.
La mattina di tre giorni fa, il caldo di un'estate che troppo rapidamente sta fuggendo via ha squarciato il cielo, facendo venire giù tuoni, lampi e cascate di pioggia fitte e taglienti come lacrime disperate. Io, in pantaloncini e canottiera, con uno sformato cardigan grigio salvato tra gli scatoloni degli indumenti invernali ad avvolgermi le spalle ormai abbronzate, guardavo il caldo estinguersi tra le gocce di un'acquazzone estivo, mentre, piccolo e incredibilmente inutile, i piedi nudi premuti contro la ringhiera del balcone, ero improvvisamente consapevole del moto dei pianeti attorno a me, della luce che sfumava piano scandendo le ore del giorno e del crepuscolo, e della terra che ruotava attorno al suo asse, protagonista di un grande miracolo destinato a ripetersi ogni santo giorno con precisione certosina.
Sulle mie ginocchia, il romanzo che mi ha fatto tremare la voce e il cuore, la corsa a perdifiato verso il sole di mezzanotte, di cui hanno cantato, nei lontani anni '80, i Journey nella loro "Faithfully".
Una capsula sopravvissuta al tempo, piena di memorie, foto e ricordi, che, come una cartolina ingiallita o un'enciclopedia dettagliatamente illustrata, mi ha mostrato il ritratto di un'epoca che ha tanto in comune con la nostra e che ha messo a soqquadro il mio essere, rovesciando il mio mondo e riportandomi in fretta alla mai dimenticata età dei miracoli.
I dodici anni. Quando i colori sono più nitidi e le emozioni più sentite. Quando si è troppo grandi per sentire i racconti sempre uguali dei nonni e per continuare a ignorare l'insofferenza nelle parole dei nostri genitori. Quando gli amori nascono, le amicizie finiscono e i ragazzi e le ragazze si scoprono abitanti di pianeti agli antipodi – i seni spuntano ad occupare le piccole colle di un reggiseno a lungo bramato e i feromoni si diffondono nell'aria simili a dolci soffi di polline.
Dodici sono gli anni di Julia – una voce pacata e ancora infantile, la curiosità e la paura verso un avvenire di punti interrogativi, la linfa vitale di un racconto ordinario, ma impregnato di vite e di anni straordinari. Seduti in un cinegiornale vuoto in cui rimbombano le eco dei ricordi, abbiamo lei a farci compagnia. La testa che si muove seguendo un ritmo immaginario, le labbra rosse di lucidalabbra a soppesare parole e frasi, due trecce brune che frusciano nel silenzio della sala.
Mi sembra adesso che il rallentamento avesse innescato anche altri cambiamenti meno evidenti all'inizio, ma più profondi. Alterò certe traiettorie meno percettibili: i percorsi delle amicizia, per esempio, i sentieri verso l'amore, e lontano da esso..
Questa piccola Anna Frank, con il suo diario e i suoi adorabili modi di adulta, è un'astronauta del tempo, fluttuante in un radioattivo cielo d'apocalisse e appesa alla soglia di un' inquietante e verisimile società distopica, a metà strada tra quelle di Bradbury e Orwell.
Con una scrittura piena e carica di affascinanti metafore, la giovane autrice americana firma un romanzo di fantascienza fuori dagli schemi, con i piedi saldamente piantati a terra e l'anima persa in cieli di infiniti “se”, vicino al cuore della gente e alle loro fobie più inconsce. Karen Thompson ci descrive una California arida e sfiancata, in cui l'odore del cloro delle piscine, il rumore degli innaffiatoi automatici che irrigano i giardini e il caldo tangibile divengono parte di presagi d'Armageddon, di giornate che durano anni, di mattine stellate e di notti che bruciano di sole. Trionfi e concretizzazioni di impensati ossimori, in un libro che paradossalmente una trama vera e propria non ce l'ha, ma che riempie di suggestioni e di emozioni e che si lascia chiudere con la sensazione di aver avuto tra le mani un romanzo con la “R” maiuscola, il cui titolo di “caso editoriale” è pienamente meritato e il cui successo istantaneo, una volta tanto, non è dovuto a polemiche o al lavoro massivo dei mass media.
Karen Thompson Walker è una scrittrice di innegabile talento e la sua è un'imperdibile opera prima che omaggia il passato, guarda al futuro e non sposta nemmeno per un attimo lo sguardo dal presente. Poteva essere un libro non per tutti, ma, in questa pacata odissea di appena 270 pagine, ci sono le voci pure dei giovani - unite alla loro inestinguibile vitalità e ai loro sogni impossibili – e la fragilità e la fermezza degli adulti.
Le nostre sorti erano mutate. Le personalità erano cambiate. Gli sfortunati era diventati fortunati. I fortunati lo erano meno. I nostri destini, scritti da lungo tempo nelle stelle, erano stati riscritti nell'arco di un solo giorno.
Lo stupore di una nevicata tra i giochi pirotecnici del quattro luglio, la poesia di una foglia autunnale che scivola in una pozza d'acqua piovana, il brivido di infrangere le regole e la riconoscenza immensa di vivere in un mondo imperfetto, ma ancora integro, rendono L'età dei miracoli un libro da consigliare spassionatamente e destinato a durare nel tempo.
L'attualità di The Help, la dolcezza di La vita segreta delle api, il tocco epico di La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo, la rabbia e la sensibilità di Amabili Resti e il sentimento spaccacuore della Kathy H. dal cognome mozzato di Non Lasciarmi in un gioiello di carta che dà ai drammi, ai tradimenti e al rancore la loro cruda carnalità ed al primo bacio un'emozione in più.
Il mio voto: ★★★★★
Il mio consiglio musicale: Young The Giant – Cough Syrup 
 

mercoledì 25 luglio 2012

I ♥ Telefilm: Shameless

Con lo scoppiare dell'estate, non c'è passatempo più felice di una bella lattina di tè in compagnia della nostra serie televisiva preferita. Ma, tra finali di stagione e novità che stentano a decollare a causa di pilot poco coinvolgenti, sarebbe utile consigliare ora come ora un telefilm frizzante e con diverse serie all'attivo a “portata di click”....ditemi la verità, sono l'unico a non accontentarsi di vedere un solo episodio a settimana? Non c'è periodo migliore di questi mesi di caldo e sole per passare intere serate, quando non abbiamo voglia di uscire o leggere (sì, mi capita: il mio sudore radioattivo potrebbe consumare le pagine dei miei amati libri :P ), intrappolati in quaranta - ma anche di più - minuti di relax, con canottiera, boxer e nulla a cui pensare.
Consigliandovi serie di culto come Dawson's Creek, Buffy e The OC potrei andare sul sicuro, ma oggi voglio parlarvi di una serie che ho scoperto proprio di recente e di cui ho visto in pochissimi giorni tutti i 12 episodi che compongono la prima stagione.
E' la versione Usa di una serie inglese, approdata su Mya quest'anno, di cui, il 20 Luglio, sono andati in onda, sempre sullo stesso canale Premium, i primi due episodi della seconda stagione. Probabilmente in pochi la conosceranno, quindi, al contrario di come procedo solitamente, riporterò anche qualche dettaglio per introdurvi brevemente la trama e i personaggi.
Si tratta di Shameless – letteralmente “senza vergogna”. 
Titolo che non poteva essere più azzeccato per descrivere la vitalità vera e spiazzante di una serie che se ne infischia di tabù e bollini verdi e - un po' sopra le righe, un po' eccessiva – riesce a strappare sorrisi e risate anche sullo sfondo di un quartiere in cui degrado e miseria si confondono con il grigio dell'asfalto e la decadenza di fatiscenti villette a schiera. Il classico quadretto di vita americana che pubblicità e film per la famiglia ci propongono (giardini curati, case tutte uguali e allineate in strade tranquille e pulite, rapporti tra “buoni vicini”...) viene stravolto, cedendo spazio a un realismo inedito, condito con cinismo, ironia e un romanticismo concreto e spietato. Al primo appuntamento? Altro che rose e inviti a cena. Per una ventenne che ha sulle spalle il peso di una famiglia rumorosa e ingombrante e che riesce a stento a sbarcare il lunario una funzionale lavatrice è un regalo molto più utile e gradito!
Fiona, la ragazza in questione, ha responsabilità molto più grandi di quelle di una sua comune coetanea e, a causa di un padre alcolizzato e di una madre che ha dato forfait dinanzi al primo problema, si trova a doversi districare tra lavori domestici, impieghi part-time e un esercito irrequieto di fratelli minori. Cinque pesti di età diverse che - tra capricci, sbalzi ormonali e furore giovanile – le danno non poco filo da torcere! I suoi tentativi di mantenere unita una famiglia che va a pezzi e la voglia di far fiorire una relazione duratura con il misterioso Steve fanno mescolare lacrime e risate e danno vita a tragicomiche avventure, vedendo le quali, per una volta nella vita, potremo ritenerci parte di una famiglia normale, nonostante le divergenze e le follie momentanee che, di tanto in tanto, fanno girare a mille le nostre scatole e saltare i nostri dirimpettai dalla poltrona.
I sei fratelli Gallagher hanno personalità forti e una vitalità spettacolare come un gioco pirotecnico e dannosa come una specie di bomba atomica. Accompagnati da un patriarca affetto da pigrizia acuta (il mitico William H. Macy), lontani dagli stereotipi e dalla zuccherosa visione del mondo che le grandi produzione americane ci propinano, nutrono gli uni verso gli altri un affetto viscerale e incondizionato – espresso più con parolacce e cazzotti in faccia, che con abbracci fraterni e complimenti! - e il loro essere uniti, nonostante lo humour che pervade il tutto, sa commuovermi spesso e mi ricorda un po' gli edulcorati legami dell'intramontabile Settimo cielo e i bonari deliri del dissacrante Malcom in the Middle.
Recitato magnificamente, unisce il talento consolidato di due star come William H. Macy (premio Oscar per Fargo) e Joan Cusack (candidata due volte agli Academy Awards come “miglior attrice non protagonista”) alla fresca bellezza di Emmy Rossum (Il fantasma dell'Opera e, prossimamente, nel film La Sedicesima Luna) e Justin Chatwin (Dragonball Evolution), protagonisti spesso di scene di sesso esplicite, ma mai volgari, che ricordano quelle della splendida coppia Hathaway – Gyllenhall nel romanticamente divertente “Amore e altri rimedi”.
Omosessualità, bullismo, grandi speranze, voglia di rivalsa e negazione ed amore verso una famiglia tanto imbarazzante si mescolano in una serie che, al pari di Skins, merita il titolo di cult istantaneo. Senza vergogna, mostra quello che gli altri telefilm non mostrano. Senza regole, fa ridere di quegli argomenti tabù che la censura mondiale reputa indecorosi e, inaspettatamente, fa nascere la voglia di sentirsi parte di un qualcosa di più grande proprio come avviene nel caso dei sei ragazzi Gallagher.
Prendete le cene imbarazzanti dei parenti, le notizie più bizzarre che i telegiornali annunciano, moltiplicateli all'infinito e otterrete un briciolo dell'adorabile ed esilarante vena di follia che percorre questa meritevole serie Tv. Credetemi sulla parola, non vi pentirete di seguirla! 

 

La sigla, anche presa da sola, è già tutta un programma! Veramente unica!
Una delle più originali e irriverenti di sempre :D

martedì 24 luglio 2012

Sparlando di...Cinquanta sfumature di grigio: Capitolo V

Nel quarto capitolo di Cinquanta sfumature di grigio, avevamo lasciato la nostra Anastasia sbronza, vulnerabile, con la lingua sciolta dall'alcool, le gambe di gelatina, ma ancora casta, pura e innocente. La giovane principessa Steele aveva respinto le manacce lunghe del perfido Josè e aveva trovato una spalla su cui piangere – e un paio di mocassini su cui vomitare! - nella figura del tenebroso Mr. Grey. Protettivo, onnipresente, innocuo come un bodyguard eunuco e incazzato nero per la gelosia come la Glenn Close di Attrazione Fatale: uno stalker in piena regola (però dolce, gentile e PERFETTO..) - coniglietti stecchiti e sesso in ascensore a parte. Ritroviamo la nostra protagonista in reggiseno e mutande, con il sudore di Christian addosso e una sua chiazza di bava sul cuscino di piuma d'oca. Il romanticismo si spreca, vero?
Sì, questa volta avete indovinato. Hanno dormito insieme. L'ha spogliata, le ha pettinato i sexy grumi di vomito che erano incrostati nei suoi lunghi capelli, l'ha adagiata delicatamente sul letto e...
Niente. E' un gentiluomo, lui: imbavagliata e legata come un cotechino affumicato sì, ma non di certo addormenta. Christian sarà pure un mezzo pervertito, ma non è un necrofilo come il principe azzurro di Biancaneve!
Anastasia eri praticamente in coma. La necrofilia non fa per me. Mi piacciono le donne coscienti e ricettive”. Parola di boyscout!
Don't worry, Christian. La Stewart, dopo Biancaneve & Il cacciatore, non sarebbe comunque nuova a questi gesti scellerati. Vero Chris Hemsworth?!
Anziché essere scioccata, Anastasia – che silenziosamente si sta evolvendo da scolaretta inesperta a aspirante Sara Tommasi – è dispiaciuta per non averlo guardato dormire. Per non aver colto l'occasione e per non avergli fatto cogliere il suo, di fiore. Eccola che si lascia andare a vibranti ed emozionanti riflessioni: “Il sudore di Christian Grey: la sola idea mi fa venire strani pensieri.”
Sì, certo, cara Ana: schifo, schifo, schifo! E' sudore, santo cielo. Puzza e basta. Quello di Brad Pitt puzzerà esattamente come quello di mio zio Peppino. Ricorda i calzini sporchi e la canottiera unta di uno scaricatore di porto, non la pipì degli angeli!
Fatto sta che, sempre su di giri, spinta dal brivido del proibito, si lava i denti con lo stesso spazzolino su cui aveva sbavato un secondo prima Christian (che non ha nemmeno la “fiatella” mattutina!) e, ignara del pericolo, accetta di volare con lui a Seattle e di visitare la sua accogliente casettina. Durante il tragitto, le porte dell'ascensore si chiudono e accade quello che avevo supposto nel primo appuntamento con questa rubrica. Una pomiciata tra un piano e l'altro. Morale della storia?
Christian non è asessuato come sembra, il nostro pseudo Edward Cullen, seguendo gli insegnamenti del buon Carlisle e di papà Ruggero De Ceglie, le fa “sentì la presenza” e la stipulazione di un contratto d'amore all'ultima bacchettata è ormai dietro l'angolo – già si vedono gli scintillii degli allegri arnesi che Mr. Cinquanta centimetri sfumature tiene nella sua Stanza Rossa (Wikipedia, vienimi in soccorso!).
Alla prossima settimana! Un saluto a tutti.
M.

lunedì 23 luglio 2012

Io sono Heathcliff: Matt per README & REPLY

Cari lettori, dopo l'assegnazione di una copia del romanzo La Profezia del Lupo, quest'oggi un'intervista un po' speciale che mi è stata fatta dalla simpatica autrice Desy Giuffrè.. o meglio, da uno dei personaggi del suo recente romanzo d'esordio: Io sono Heathcliff (La recensione qui) – consigliato fortemente per una lettura romantica e piacevole in questa lunga e calda estate, che, finalmente,ci sta dando un po' di tregua.
L'intervista è parte della rubrica settimanale “Readme & Reply”, ideata da Desy sul bellissimo blog Holly Girls, e, ogni lunedì, viene ospitata da un blogger nel suo piccolo angolino cybernetico. Questa settimana, con mio grande piacere, è giunto il mio turno! Ad intervistarmi, è Matt, anima fragile e inquieta e migliore amico di Damian, protagonista maschile del romanzo. Buona lettura e buon divertimento!
 
- Un allegro saluto a tutti i lettori di Mr. Ink : Diario di una dipendenza! Sono già elettrizzato all’idea di prendere parte a questa divertente iniziativa e, se proprio devo essere sincero, mi ritengo davvero fortunato ad avere l’opportunità d’intervistare Mik, ragazzo in gamba e pieno di risorse, visto il grande impegno che riversa qui, nel suo angolo di letture e condivisioni.
Un saluto a te! Il piacere è solo mio. Questa è la mia primissima intervista e, certamente, negli anni sarà anche quella più originale e curiosa che mi proporranno. E' strano trovarti, Matteo, non solo tra le pagine di Io sono Heatchliff, ma anche nel mio salotto virtuale!

- In questa terza puntata  di “Readme and reply!” -la prima intervista da personaggio a blogger che vede come centro della nostra chiacchierata letteraria con Mik, il romanzo Io sono Heathcliff, sequel paranormal romance tratto dal classico Cime Tempestose, uscito lo scorso Marzo per Fazi Editore- cercheremo di approfondire alcuni aspetti del mio personaggio -Matteo- un po’ lasciati al caso, un po’alla fantasia del lettore e, perché no…al destino di un ruolo apparentemente insignificante, al quale è invece affidato un compito di rilievo nel quadro tematico giovanile della storia a cui ha preso parte…Matteo è il migliore amico di Damian. A dire il vero, sono il suo unico amico. Sebbene, al contrario di lui, provenga da una famiglia agiata e rubi senza un perché evidente. Su cosa pensi sia quindi basato il nostro legame?
Sul fatto che vi siete riconosciuti come anime affini. Entrambi in fuga da legami familiari troppo soffocanti e da aspettative troppo elevate. Siete in cerca della vostra libertà e della vostra autonomia. Damian cerca di fuggire dal suo mondo, mentre tu, invece, sperando di trovare te stesso – un po' per ribellione, un po' per incoscienza giovanile - vuoi entrare a farne parte.

- Sapresti descrivermi in tre aggettivi?
Ribelle, alla perenne ricerca di risposte, fuori dagli schemi.

- Uno come me potrebbe avere tutto dalla vita. Eppure, invece di trovarmi un altro diversivo, preferisco andare in giro a scippare la gente. Nel mio specifico caso, sapresti trovare una spiegazione al comportamento che assumo in Io sono Heathcliff?
In te regna talmente tanto caos, talmente tanta confusione, che ti porta ad agire quasi come se, mettendo a soqquadro il mondo, potessi adattarlo al tuo complesso animo. Ti senti disorganico alla prigione dorata che i tuoi genitori hanno eretto attorno a te, quindi, tu che hai tutto, esplori il lato oscuro della medaglia, per vedere se negli occhi di coloro che non hanno nulla – denaro, scrupoli, legge.. - sia possibile leggere parte dello stesso tormento. Ti metti alla prova con gesti estremi e prove pericolose per vedere se il tuo cuore pulsa ancora, o se, invece, è stato anestetizzato dal gelo che regna in una famiglia in cui l'apparenza è tutto. 
 
- La mia amicizia con Damian ha in qualche modo influito nelle sue decisioni?
Voi vi siete trovati pur non volendolo e la vostra amicizia, sincera e disinteressata, come ogni amicizia che si rispetti, ha cambiato entrambi, rendendovi esattamente le persone che hanno agito tra le pagine di Io sono Heathcliff. Senza, forse, tutto sarebbe stato diverso e vi sareste trovati protagonisti, vostro malgrado, di un'avventura del tutto diversa, in cui voi due non vi siete mai conosciuti e in cui le vostre scelte non sono influenzate dallo stretto legame con l'altro.

- Più in generale, sapresti trovare un motivo di fondo all’esistenza della criminalità giovanile? Cosa può spingere un ragazzo a diventare schiavo della strada, piuttosto che ad impegnarsi nel realizzare i propri sogni?
Una rabbia viscerale verso tutto e tutti, l'insoddisfazione di non apprezzare il volto che vediamo riflesso nello specchio e che stentiamo a riconoscere come nostro, il bisogno di lasciare un segno in un mondo che corre troppo veloce e la voglia di portare un po' del marcio che si ha dentro all'esterno, contagiando inevitabilmente il mondo.
Le cause, per me, non sono la fame e la disperazione. La malavita, paradossalmente, è un qualcosa di molto raffinato, che ha leggi tutte sue e che, prese le debite distanze, potrebbe essere paragonata alla struttura piramidale di una sorta di monarchia. Chi ha fame, chi non ha nulla di cui sopravvivere, non si legherebbe di certo a simili istituzioni.

- Sono più i giovani disagiati o i “figli di papà” che decidono di darsi al brivido della malavita? 
Penso di aver già risposto sopra. I figli di papà.
Gli altri hanno bisogni più importanti e istinti sì più brutali, ma anche nati da significativi disagi di fondo.

- Ad un certo punto della storia, sembro uscire di scena per poi ricomparire. Avresti preferito che non abbandonassi mai lo scorrere della trama, o pensi che lo spazio occupato dal mio personaggio sia adeguato al ruolo che riveste all’interno del romanzo?
Penso che, come nel caso dell'affascinante Laura, il tuo personaggio avrebbe potuto assumere un ruolo più rilevante e, in tal caso, la tua momentanea sparizione dalle vicende sarebbe potuta apparire un tantino improvvisa. Invece, la tua ricomparsa nel capitolo finale, non crea sconcerto nel lettore, in quanto è perfettamente adeguata allo snodo della storia e alla rilevanza del tuo ruolo nel resto del romanzo.

- Il finale che mi riguarda: te lo aspettavi o si è rivelato una sorpresa?
Il “tuo” finale è in perfetta armonia con l'atmosfera da fiaba che, tra le righe, sembra pervadere tutto il romanzo e abbracciare perfino le situazioni più nere in un'aura luminosa e dolcemente surreale. Me lo aspettavo, ma non mi è affatto dispiaciuto. Tutt'altro.
La realtà filtrata dalla delicata prosa di Desy appare migliore e si è portati naturalmente a sperare per un lieto fine d'effetto e sempre gradito!

- Al posto di Damian, saresti stato felice di avermi come amico? 
Sei un amico leale. Uno spirito inquieto, ma dall'anima e dal cuore grande.
Io, pur essendo apparentemente una persona fragile, ho le idee chiare su cosa vorrei fare della mia vita, quindi la potenziale amicizia tra noi potrebbe scrollarmi di dosso un po' della mia serietà e della mia prevedibilità e arricchire te di valori nettamente più positivi di quelli che la strada ti ha insegnato. Potremmo cambiarci in meglio! 
  
- Grazie mille per aver risposto alle mie domande, Mik! Sei stato gentilissimo, ti porgo ancora i miei complimenti per Mr. Ink: Diario di una dipendenza, e mando un caloroso saluto a tutti i lettori. See you soon! 
Grazie a te! Mi sono davvero, davvero divertito! :-)

Una canzone per "La Profezia del Lupo" e un romanzo per...

Ciao a tutti, miei cari lettori!
Dieci giorni sono già passati e, quest'oggi, è giunto il momento di rivelarvi il nome del fortunato a cui verrà recapitata una copia del romanzo d'esordio di Marilù Monda (la mia recensione qui), gentilmente messa a disposizione dalla sempre disponibile Piemme Freeway, che ringrazio nuovamente per la sua disponibilità. Come penso sappiate, vorrei premiarvi uno per uno con tutto il cuore e ringraziarvi concretamente per il vostro sostegno e la vostra partecipazione, ma le regole di questo piccolo contest musicale mi hanno messo davanti a una scelta - una difficile scelta – davanti alla quale mi tocca scegliere un solo nome.
Credetemi, una vera tragedia per un insicuro cronico come me che impiegherebbe una settimana anche per scegliere una T-Shirt o un nuovo romanzo da comprare! Aiutato da un giudice d'eccezione – mio fratello Diego! Ahahahah – sono riuscito a scegliere la canzone per La Profezia del lupo tra le 15 che mi avete proposto – tutte meravigliose e diverse tra loro.
La prescelta? Nonostante tra le colonne sonore proposte ci fossero pezzi di gruppi che adoro come gli Evanescence, i Fun e i Within Temptation, la scelta è ricaduta su un gruppo che personalmente non mi ha mai fatto impazzire, ma che con questo favoloso pezzo è riuscito a guadagnarsi il primo posto sul podio!
La loro canzone è misteriosa, epica, aggressiva e passionale. Un testo potente al servizio di un rock puro e di una voce solista semplicemente da brividi. A vincere è...

Rullo di tamburi...
Saya
con 7 Days to the Wolves, dei Nightwish 


  
Complimenti alla vincitrice! Non abbattetevi, presto ci saranno di certo altre opportunità.
Intanto, se la voglia di leggere questo romanzo è ancora forte, tentate la fortuna al giveaway organizzato dalla mia amica Alessia sul blog Il profumo dei libri. Questa volta, il fortunato potresti essere proprio tu ;)

domenica 22 luglio 2012

Recensione: Questo è solo l'inizio, di Gina Blaxill

La gelosia fa fare delle cose strane.
L'amore ti fa capire chi sei.   
 
Titolo: Questo è solo l'inizio
Autrice: Gina Blaxill
Editore: Piemme “Freeway”
Numero di pagine: 284
Prezzo: € 15,00
Data di pubblicazione: Luglio 2012
Sinossi: Jonathan e Rosalind non si sono mai visti, ma una sera si trovano per caso online e cominciano a parlarsi in chat. Jono ha 16 anni, vive a Norfolk e soffre per la lontananza di Freya, la sua ragazza, che frequenta una scuola di musica a Londra, dove i suoi genitori gli hanno impedito di andare. Ros, invece, ha 14 anni, vive a Londra, ha una famiglia poco presente e una migliore amica che vuole trascinarla a uscire con un gruppo di ragazzi artistoidi un po’ troppo strani per i suoi gusti. Jono e Ros cominciano a sentirsi tutti i giorni, tra chat, e-mail e sms. Quando all’improvviso, mentre il loro rapporto virtuale diventa sempre più profondo, Freya sparisce, ultima di una serie di ragazze scomparse a Londra, e Jono diventa l’indiziato numero uno..
                                                                                               La recensione
Londra. Malinconica, triste, piovosa. Una folla in movimento nella scena di un film a scorrimento veloce. Una sagoma ferma in un fluire rapido di corpi ed esistenze. Picadilly Circus la stringe in un abbraccio di luci.
Le gallerie della metropolitana come i meandri sterminati delle chatroom. E della vita.
La paura di sentirsi soli, il bisogno di essere amati, la voglia di svuotare il contenuto stantio del cuore con un paziente e lontano confessore.
Un triangolo amoroso. Jonathan, Freya e Rosalind. Lui, lei, l'altra. 
L'altra” - non ostacolo, ma complice, amica, confidente. A separarli, lo schermo del portatile e un castello di bugie fragili come carte. Bugie per rendersi più interessanti, bugie per immaginare la vita che non abbiamo mai costruito.
In una giungla d'asfalto che ha i contorni di una Londra umida e pericolosa che a stento sembriamo riconoscere, l'inizio di una delicata storia d'amicizia e di uno strano incubo urbano che dimora tra le piccole increspature del freddo Tamigi e nello squallore di vicoli e quartieri, lontani dalla lunga ombra del Big Ben e dagli scatti dei turisti.
Questo è solo l'inizio è una storia che mi ha conquistato dalla prima pagina e nella quale mi sono immerso con crescente stupore per tutte le 284 pagine che la compongono – poche, forse, per racchiudere l'adolescenza e i suoi inspiegabili misteri, ma abbastanza per assicurare un viscerale e totale coinvolgimento con i protagonisti e per gustarsi un caffè dolce amaro che sa di vita e di emozioni genuine e mai amplificate.
La sinossi mi aveva lasciato presagire un romanzo prettamente Young Adult con venature thriller e, vista la ridotta fascia d'età dei protagonisti (14 – 16 anni), ero partito con un bagaglio di scarse aspettative e con la speranza costante di non trovarmi di fronte alle svenevoli lamentele di un manipolo di figli di papà con il quoziente intellettivo di una gallina (...o delle protagoniste di Pretty Little Liars, se vogliamo!) e con le camicie inamidate e i verdoni dei rampolli di Gossip Girl. Amicizie elettive, scuole private, vestiti griffati, feste esclusive e una cartelletta di documenti falsi per assicurasi bevute “proibite” nei pub più in della città.
Stop. Occhi alla copertina. In basso, a sinistra, la familiare spirale colorata che, per me, è ormai simbolo di garanzia – logo della pregevole collana che ha portato in Italia Quel che resta di te, Will ti presento Will e Delirium – e che, come un pennello di qualità al servizio di una mano abile, è in grado di ritrarre il mondo nella sua imperfetta bellezza e di assicurare ai suoi lettori ritratti veritieri e mai oleografici dei difficili anni della crescita.
Prima che il romanzo acquisisca i tratti di un giallo ci vogliono pagine e pagine, ma l'attesa che il mistero arrivi a dare un senso alla storia è riempita di profondità, realistici dialoghi e vita. Una vita che è vissuta nell'ombra e nella solitudine, senza gesti eclatanti e grandi imprese, ma che mi ha ricordato la noia e la semplicità della mia.
Tanto di me è nel carattere dei personaggi, tanto di loro è in me.
Jono – una chitarra sempre sulle ginocchia, magro e dinoccolato, impacciato, i jeans sdruciti e un paio di occhiali da vista dalla montatura nerd.
Freya – talentuosa, sexy, il potere di ridurre i cuori a brandelli: un'incognita dai capelli biondi, misteriosa come l'indimenticabile Alaska di John Green e algida, volubile e inarrivabile come l'Estella di Grandi Speranze delle moderne generazioni.
Rose – una voce nel silenzio, un taglio da maschiaccio, una famiglia sfasciata, uno sguardo timido che non si nota tra la folla, la capacità di sentirsi sola anche nel trambusto di una rimpatriata tra amici.
Le vite dei tre si sfiorano come in una pièce teatrale, si nascondono, si cercano e si rincorrono sui binari del destino e della London Uderground.
Tra Vanilla Sky, Last Night e Appuntamento a Wicker Park, l'ultimo titolo della Piemme Freeway è un teen thriller insolitamente maturo, in cui le luci livide della città e le sue nebbie suggestionano il lettore e, come trucchi di un mago, amplificano il mistero e fanno apparire avvincente perfino un indagine un po' fiacca e dai risvolti leggermente banali – unico indizio della giovane età dell'autrice e della sua lieve inesperienza con le modalità del genere mistery. Il romanzo della Blaxill è un esordio maturo e dall'intreccio conturbante e travolgente. Un romanzo di formazione che si snoda nell'arco di poco più di un mese e che, sotto la parvenza di mistero che il titolo e la suggestiva copertina lasciano presagire, ha la solidità e l'originalità di un piccolo saggio sulla complessità dei rapporti di coppia, architettato da un affermato professionista e narrato dalla voce imperfetta e insicura di un sedicenne dal cuore ferito.
Il mio voto: ★★★★
Il mio consiglio musicale: Rumor has it – Adele 

venerdì 20 luglio 2012

Novità e Anteprime: Quando la paura è di casa...

Casa nostra, l’unico posto in cui ci sentiamo davvero sicuri, diventa scenario di incubi terrificanti e prigione mortale in tre thriller che, nelle rimanenti settimane di questa velocissima estate, daranno un brivido in più alle nostre calde giornate
Le case infestate e i classici manicomi criminali hanno perso il loro fascino  e parte del loro mistero. Adesso il pericolo si nasconde tra le stanze dei nostri appartamenti, negli armadi, sotto i nostri letti e aspetta di coglierci indifesi per stritolarci nella morsa acuminata del terrore. La vendetta, il tormento e la passione più irrefrenabile vivono in tre romanzi d’ossessione e dai contorni noir che, guardando ai film Panic Room, Prigione di vetro e La Mano sulla culla, portano tra gli scaffali delle librerie l’affascinante filone di quelli che la stampa americana definisce oramai “Domestic thriller”
 Vi lascio con le schede e le suggestive copertine. Non c’è che dire, davvero uno più affascinante dell’altro!!
Il primo ha ispirato l’omonimo film dello straordinario Jaume Balaguerò (Rec, Darkness e Fragile) che, a partire dal 27 Luglio, distribuito dalla Lucky Red, riempirà di inquietudine e angoscia le sale cinematografiche italiane. Curioso come mai prima, rispolverando il mio maccheronico spagnolo, l’ho visto in lingua originale qualche mesetto fa e l’ho trovato davvero intelligente, pervaso da una dissacrante ironia e da una tensione latente che, grazie all’abile mano degli sceneggiatori, getta ombre sui “buoni” della storia e porta a fare il tifo per il disturbato protagonista. 

Titolo: Bed Time
Autore: Alberto Marini
Editore: Mondadori
Numero di pagine: 310
Prezzo: € 17,00
Data di pubblicazione: 10 Luglio 2012
Sinossi: Cillian lavora come portiere in un elegante condominio dell'Upper East Side a New York. All'apparenza è un uomo mite, servizievole, un punto di riferimento per gli abitanti del palazzo, le cui vite, giorno dopo giorno, scorrono davanti a lui. L'insospettabile Cillian, però, nasconde un segreto terribile: fin dall'adolescenza è ossessionato dall'idea del suicidio ed è incapace di essere felice. Per questo la sua sola ragione di vita è impedire che gli altri lo siano, facendo loro del male e vedendoli soffrire. Sono tanti i condomini che subiscono le conseguenze della sua invidia e della sua volontà distruttiva. Meticoloso fino alla paranoia, Cillian segna sul taccuino le abitudini e le caratteristiche di ognuno per potergli procurare il massimo disagio: ruba la posta, lascia morire le piante che gli vengono affidate e provoca danni all'interno degli appartamenti. Ma è Clara, una ragazza giovane e solare, la cui gentilezza e allegria lo disturbano profondamente, a diventare la sua vittima per eccellenza. La passione morbosa che Cillian nutre per lei cresce sempre di più, insieme all'accanimento persecutorio, fino a quando la sua follia si trasforma in rabbia cupa e sadica. "Bed Time" è un thriller psicologico che proietta il lettore in un universo claustrofobico ma ipnotico dove nulla è come sembra e in cui svetta la figura mostruosa del protagonista, moderna incarnazione di un male che si nasconde nel luogo che si è sempre ritenuto il rifugio più sicuro: la propria casa.
Il trailer del film

Il secondo, invece, è una storia d’amore e paranoia, che mi ricorda una versione a tinte forti di Diario di uno scandalo e che mi ha subito colpito per l’incisiva sinossi e lo splendido prezzo di copertina. Anche la Dalai Editore si unisce alla rivoluzione dei 9,90 €!  

Titolo: La scuola dei giochi segreti
Autore: Rebecca Coleman
Editore: Dalai Editore
Numero di pagine: 352
Prezzo: € 9,90
Data di pubblicazione: 17 Luglio 2012
Sinossi: Maryland, tardi anni Novanta. Nel cortile di una scuola Waldorf, tra precetti di Rudolf Steiner, insegnanti irreprensibili e sciami di adolescenti, avviene l’incontro fra chi invece avrebbe solo dovuto sfiorarsi. Lei, Judy McFarland, è una maestra d’asilo quarantatreenne, che da tempo ha rinunciato a se stessa, costretta fra i propri sogni arenati e una livida vita coniugale; lui, Zach Patterson, è uno studente di sedici anni dalle maniere impertinenti, diviso tra una madre incostante e la gran fatica di essere il nuovo arrivato in città. Se il passo dall’amicizia a una relazione è breve, l’ossessione che li travolge sarà una caduta vertiginosa in un abisso di oscuri ricordi. La scuola dei giochi segreti è una spiazzante storia di frustrazione, solitudine, desiderio che priva della ragione e voglia disperata di tornare indietro e rifare tutto diversamente.
 
L’ultimo – solo di ordine, precisiamolo! – giungerà in Italia solo alla fine di Agosto, ma già è attesissimo dagli estimatori del genere. Il nome dell’autore, infatti, è diventato sinonimi di garanzia da quando, qualche anno fa, sempre la Corbaccio portò in Italia il romanzo d’esordio di Wulf Dorn: La Psichiatra. Intenso, fitto, intrigante. Un must che consiglio di leggere a tutti.  In questo suo ultimo lavoro, l’autore affronta l’attuale tema dello stalking e sono certo che, con la sua consueta genialità, saprà rendere originale e indimenticabile anche una storia che ricorda inevitabilmente il sexy Attrazione Fatale e il recente Obsessed.

Titolo: Follia Profonda
Autore: Wulf Dorn
Editore: Corbaccio
Numero di pagine: 450
Prezzo: € 17,60
Data di pubblicazione: 23 Agosto 2012
Sinossi: Un mazzo di rose rosse senza biglietto. Regali sulla porta di casa. Lettere sotto il tergicristallo…Lo psichiatra Jan Forstner è oggetto delle attenzioni insistenti di una sconosciuta. All’inizio pensa si tratti dei sentimenti innocui di una paziente. Ma quando un amico giornalista, che stava per fargli delle rivelazioni sconvolgenti che lo riguardano da vicino, viene trovato barbaramente ucciso, Forstner capisce di essere il bersaglio finale di una pazza omicida. Una stalker che non si ferma davanti a nulla pur di ottenere ciò che vuole…