E'
un concetto difficile da afferrare, l'idea che ci sia stato un tempo
prima di noi. Un tempo prima del tempo. In principio non c'era
niente. E poi c'è stato tutto.
Titolo:
Noi siamo tutto
Autrice:
Nicola Yoon
Editore:
Sperling Kupfer
Numero
di pagine: 307
Prezzo:
€ 17,90
Sinossi:
Madeline
Whittier è allergica al mondo. Soffre infatti di una patologia tanto
rara quanto nota, che non le permette di entrare in contatto con il
mondo esterno. Per questo non esce di casa, non l'ha mai fatto in
diciassette anni. Mai un respiro d'aria fresca, né un raggio di sole
caldo sul viso. Le uniche persone che può frequentare sono sua madre
e la sua infermiera, Carla. Finché, un giorno, un camion di una
ditta di traslochi si ferma nella sua via. Madeline è alla finestra
quando vede... lui. Il nuovo vicino. Alto, magro e vestito di nero
dalla testa ai piedi: maglietta nera, jeans neri, scarpe da
ginnastica nere e un berretto nero di maglia che gli nasconde
completamente i capelli. Il suo nome è Olly. I loro sguardi si
incrociano per un secondo. E anche se nella vita è impossibile
prevedere sempre tutto, in quel secondo Madeline prevede che si
innamorerà di lui. Anzi, ne è sicura. Come è quasi sicura che sarà
un disastro. Perché, per la prima volta, quello che ha non le basta
più. E per vivere anche solo un giorno perfetto è pronta a
rischiare tutto.
La recensione
Una
camera asettica, le pareti bianche e l'aria filtrata. La vita altrui,
come in un capolavoro di Hitchcock, spiata da una finestra. Quella di Madeline, infatti, è tutta un falso. Affetta da una
malattia rara, vive sotto stretta osservazione. Superare
la soglia di un passo potrebbe costarle la vita: è allergica al
mondo. Da casa, sempre protetta, studia
architettura su Skype e si finge rassegnata. Finché a un passo da
lei non si trasferisce Olly – agile e vestito di nero, con un padre aggressivo al seguito e una mamma famosa per i
suoi tremendi ciambelloni. Si studiano da dietro una barriera, si
scrivono in chat o sui vetri, giurano sia amore.
Quando hai conosciuto una cosa così, una persona così, può andarti ancora bene la tua vita a metà? E per la prima volta, quasi
donna, Maddy non può cercare intermediari o trucchi. La sua
relazione non può svilupparsi a distanza di
sicurezza; crescere in una serra. Tocca mettere il naso fuori,
rischiare il tutto per tutto, se un sentimento non va vissuto in differita.
A questo punto ti aspetteresti pagine
bellissime. Com'è sentire il sole addosso, se allevati sotto una
campana di vetro? Quali sensazioni suscita un universo sconosciuto, che potrebbe essere il nostro inizio e la nostra fine? In
Stanza, letto, armadio, specchio me
l'ha spiegato il piccolo Jack: scappato dalla tana dell'orco,
guardava il cielo con due occhi grandi così e mi commuoveva. Nel
film Mommy, in un
giorno di ordinaria felicità, il collerico Steve rivoluziona la sua
vita convertendola al 16:9: lo schermo si spalancava come fosse un portone. Il romanzo di esordio di Nicola Yoon è
un'altra storia di amore e libertà. Ha buone medie, una
trasposizione cinematografica già pronta, un titolo che fa pendant con l'amato romanzo
di Chbosky. Qualche tempo fa, parlando di young adult,
scrivevo che ne leggo ormai pochi: quei pochi li scelgo con
il lanternino. Noi siamo tutto mi
è capitato tra le mani durante la sessione estiva, quando di romanzi
leggeri e carini ho un bisogno matto e disperato. L'incentivo: uno
spunto vincente.
E un volume curato nel dettaglio, sfizioso, che
sembra un diario segreto: schizzi a matita e annotazioni,
schemi e illustrazioni, scambi di email e scampoli di recensioni,
carte topografiche di un cuore adolescente. La Yoon,
purtroppo, si limita a questo: belle ispirazioni, pagine
decorate a fantasia. Ha un'idea originale, ma uno stile – corretto, senza poesia – che non sta sempre al passo. Non con
Maddie almeno, narratrice curiosa e ribelle, che in teoria dovrebbe spiegarci il mondo
secondo lei. Quelle che sente sono le classiche farfalle allo stomaco
o i sintomi dell'autocombustione? La spossatezza è colpa del jet lag
o di un semplice raffreddore stagionale? Il
romanzo fila liscio,
troppo. Frettoloso, aggiunge un solo dettaglio – intuibile, per di
più – a ciò che il risvolto di copertina riassume. Non sa
approfondirlo. Non sa allontanarsene. Le pagine finiscono all'improvviso. Mancano i colpi di
cuore e di testa; l'emozione in più. Anche durante la fuga alle Hawaii, finalmente fuori dalla sua bolla, l'identità della
protagonista arriva a sprazzi. Cosa resta del suo dramma, se non il vago fastidio per un'idea ridotta ai minimi
termini? Noi siamo tutto, con
una trama così, avrebbe potuto essere un'esperienza dei sensi. Resta
invece al di là di quel vetro blindato. Con un linguaggio comune,
poco adatto a una ragazza tutt'altro che comune. Con emozioni aliene, da
rifinire con cura maggiore. Forse ho sviluppato gli anticorpi a furia di
leggere, e dei romanzi che promettono tutto – e invece, poi, propongono di quel tutto un po' – non mi accontento, per quanto leggeri e
carini essi siano. Forse, semplicemente, sono immune.
Il
mio voto: ★★★
Il
mio consiglio musicale: Passenger – Everything