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Il sole a mezzanotte. Midnight Sun,
di Trish Cook. Fabbri Editore, € 18, pp. 205 |
Diciassette
anni di buio. Diciassette anni dietro un vetro schermato. Diciassette
anni da principessa, vittima di una tremenda maledizione – il
coprifuoco di Cenerentola, l'impenetrabile torre d'avorio di
Raperonzolo. La vita di Katie, maturanda, è l'esatto contrario delle
favole.
Certo,
ha la bella voce delle eroine Disney – potreste avere la fortuna di
sentirla cantare in stazione, di notte, se passeggeri di un treno che
fa le ore piccole.
Certo,
il suo vicino di casa, Charlie, non sfigurerebbe nei panni del
principe azzurro – le spalle da nuotatore, una borsa di studio
molto poco in forse, il curriculum del ragazzo d'oro dell'esemplare
provincia americana. La maledizione di Katie ha un nome che fa paura
e, impossibile da spezzare con un bacio, potrebbe degenerare da un
momento all'altro. Lo xeroderma pigmentoso, una rara allergia alla
luce, ha fatto sì che le sue esibizioni in pubblico fossero piccole
e occasionali e che Charlie, il dirimpettaio di cui è innamorata sin
da bambina, ignorasse la sua esistenza al di là del vetro blindato.
Conoscenze: papà, amica di sempre, qualche dottore in caso d'urgenza, il bigliettaio con cui è ormai in confidenza. Aspettative
di vita, prima di andare incontro a una degenerazione neurologica:
basse; vent'anni appena.
Solo
il presente conta.
Il
sole a mezzanotte è una storia di
un'adolescente che vuole qualcosa di più. Tutto, diremmo,
riprendendo alla lettera l'esordio di Nicola Yoon. Anche lì, infatti, una
sindrome con pochi precedenti, una piccola fuga romantica, la vita
che si fa beffe all'ultimo della paura di morire presto. Manca
l'esperienza necessaria per scriverle, le canzoni, dalla finestra sul
cortile. La consapevolezza di quanto duri una giornata perfetta e di
quanto brucino addosso i raggi, e i sentimenti. Perciò Katie, via il
cappuccio della felpa, osa innamorarsi di quel coetaneo tenuto
all'oscuro mentre lei sceglie la luce. Perciò Katie, desiderosa di
libertà nonostante la sua sfida ci appaia persa in partenza, rischia: le
occhiate all'orologio si fanno meno preoccupate, il tempo vola se in
dolce compagnia, certe notti rischiano di restare impresse come le
migliori e le peggiori della sua giovane vita. Quanto può essere
bello, però, il miraggio del giorno che sorge?
So
di avere le notti contate e i giorni sempre più brevi. Per questo
devo sfruttare al massimo ogni istante che mi resta. Devo restare
aggrappata a Charlie per salvarmi.
Young
Adult dal tramonto all'alba, meno brillante di Noi siamo tutto ma con più cuore sotto la
copertina rigida, Il sole a mezzanotte è
un film con Bella Thorne – di solito odiosa ape regina, qui con un
copione che potrebbe far la differenza in una carriera in salita ma
non felicissima – già arrivato nelle sale italiane. Il remake di
un melodramma giapponese, leggevo, e da lì la domanda legittima, il
dubbio che non ho saputo ancora fugare: è venuto prima l'uovo o la
gallina; il film è nato prima del romanzo di Trish Cook, o
viceversa? La lettura, lieve e godibile come non spiace affatto in questi
pomeriggi di primavera, ha infatti lo stile frettoloso e senza
guizzi, anche se ironico il giusto e melenso affatto, delle
sceneggiature pret-à-porter. Di quelle che nel mentre non ti
ispirano grandi pensieri, positivi o negativi che siano, con
passaggi significativi da ricercare con il lanternino. Succede tutto
subito, e ai protagonisti non ci si affeziona poi tanto. I
sintomi e il progredire della malattia, accelerati, liquidati in
quattro e quattr'otto, fanno apparire lo xeroderma – su carta,
eppure, uno spunto vincente – rapido e indolore: un'invenzione
letteraria senza il minimo fondamento di verità.
La scrittura della Cook non scalda, no. Ma lo stesso non può dirsi
del primo amore di Katie, che al cinema – i pareri, fra l'altro,
sono positivi – piacerà, e brillerà, più forte.
Scottando di febbre e d'amore cuori di vampiro, cuori di burro.
Il
mio voto: ★★★
Il
mio consiglio musicale: Ellie Goulding - Burn