Cara Sally. Per parlare del tuo ultimo romanzo ho pensato di scriverti una mail: una di quelle intime, prolisse, fieramente vecchio stile, che le tue protagoniste – migliori amiche distanti ma non troppo – si scambiano a capitoli alterni. È perché, in fondo, ti sento distante ma non troppo. È perché anch'io, ormai, ti sento amica. Ho letto Dove sei, mondo bello a singhiozzo, in maniera discontinua, maltrattandolo sui mezzi pubblici – tempo sottratto allo studio per il concorso ordinario, compagnia rubata con l'inganno. È vero quel che si legge in giro: resta la solita storia di quattro trentenni scostanti e brontoloni che filosofeggiano sui massimi sistemi, scopano un sacco e bevono vino rosso dai bicchieri di plastica. Ma sapessi quanto mi ha fatto felice, questo libro. Mi ha regalato sollievo, sorrisi e alibi.
Non credo di piacerti di più io. Credo che ci piacciamo uguale. Lo so, non sempre coi miei gesti lo dimostro, ma su questo ci posso lavorare. E ci lavorerò. Io ti amo, okay? Lei lo ascoltava con un'espressione strana, stupefatta, una mano sulla guancia. Anche se sono un caso psichiatrico, disse. Lui rise, si staccò dallo stipite e chiuse la porta. Ovvio, rispose. Anche se lo siamo tutti e due.
Cronicamente stressati, i personaggi assumono o hanno assunto psicofarmaci. Per certi versi sono troppo maturi e per altri, al contrario, troppo infantili. Alice, scrittrice di successo reduce da un esaurimento nervoso, si è rifugiata nella campagna irlandese e sulle app d'incontri online: lì conosce Felix, magazziniere dalla sessualità fluida, assai indecifrabile nei sentimenti ma piuttosto in pace con le proprie contraddizioni. Chi tiene le briglie della loro relazione? Eileen, correttrice di bozze abile in materia di autosabotaggi, cerca costantemente le attenzioni degli uomini ma ottiene, suo malgrado, l'effetto opposto: per fortuna ha Simon – amico d'infanzia di cinque anni più grande: bellissimo, pio, politicamente impegnato –, che si prende cura del suo cuore con commovente devozione. Cosa succederebbe se anteponessero l'amore alla loro storica amicizia? Ex compagne di università, le tue Alice e Eileen commentano in via telematica il declino della società contemporanea, la piaga dell'inquinamento e le conseguenze della Brexit, ma finiscono puntualmente per parlare di sesso, amici e famiglia. Troppo presi da noi stessi, infatti, dimentichiamo i contagi da Covid-19 e i venti di guerra per fare dei nostri amori (e della fine di questi ultimi) il centro del mondo – peccato si un mondo che va a rotoli. Per questo meriteremmo forse una dolcissima estinzione?
Mi dico che voglio vivere una vita felice e che le circostante per viverla non si sono semplicemente presentate. Ma se non fosse vero? Se fossi io che non riesco a concedermi di essere felice? Per paura, o perché credo di non meritarmi niente di buono, o per qualche altra ragione. Ogni volta che mi capita qualcosa di bello mi ritrovo a pensare: chissà quanto durerà prima di finire male. E desidero quasi che il peggio arrivi presto, meglio prima che dopo, e se possibile subito, così almeno smetto di stare in ansia.
Ben vengano l'egoismo, l'eros, la leggerezza: quei sacrosanti momenti in cui, per un attimo soltanto, ci si scopre immuni al contingente. Le distanze geografiche si annullano, allora, e gli abbracci in stazione sono così forti da minacciare di incrinarci le costole. Le nostre ordinarie miserie, messe in pausa, si annullano durante una cena in compagnia per cui sentirsi grati. Io, pensa un po', mi sono sentito grato per queste trecento pagine scarse. Ti ho trovato matura, poetica, rivelatoria; bravissima nel gestire i tuoi dialoghi fiume e, soprattutto, quei silenzi vibranti di omissioni. E mi sono ritrovato a rivalutare il sexting, reso buffo e sensualissimo dalla tua pena, e l'insostenibile leggerezza dell'avere ventotto anni senza un piano per il futuro. Quando ho salutato Alice e gli altri, mi sono sentito come di ritorno da una rimpatriata perfettamente riuscita: un irresistibile brusio in sottofondo, le persone a cui vuoi bene che a sorpresa si vogliono bene anche tra loro, la sensazione di essere al posto giusto per una volta nella vita. La bellezza – prossima, possibile – appare, all'improvviso, a portata di mano: andava guardata, non vista. Era acquattata lungo le strade rischiarate dai lampioni, nelle cornici delle finestre illuminate a festa, in un Dio inteso come architetto celeste. Anche se non crediamo in Lui. Anche se, nei giorni brutti, Lo dimentichiamo. Il mondo bello, Sally, è lì, allora. Ed è qui, con te. Con tutto il mio amore.
Il mio consiglio musicale: Billie Eilish – Happier Than Ever