Il
romanzo è sempre meglio del film, o così sostiene qualche lettore. Cosa succede però se i nomi coinvolti sono troppo
importanti per non ammettere un'eccezione alla regola? Cosa succede
se non è di un film ma di un telefilm che si parla e se, cosa nota
di questi tempi, sul piccolo schermo si è soliti aumentare il numero
dei capitoli, la qualità, l'intensità? Inizialmente pubblicato con
il titolo Sulla pelle e poi
protagonista di innumerevoli ristampe, tra lo straordinario successo
ottenuto al cinema da Gone Girl e
quello di questa miniserie HBO già sulla bocca di tutti, l'esordio
di Gillian Flynn – a quando un nuovo romanzo, mi domando, e quando
decidersi a rinunciare a vivere di rendita? – non convinceva: un
trio di magnetiche protagoniste femminili, infatti, faceva carta
straccia di una trama che stentava a reggersi. Una
giornalista dal corpo ricoperto di tagli autoinflitti che torna a
casa in cerca di scoop, il ritrovamento di due adolescenti con i
denti cavati di bocca, i segreti di una famiglia che vive di
apparenze e quelli di una provincia americana arricchitasi conducendo
maiali al macello o rievocando antiche battaglie. I sospettati: un
padre e un fratello maggiore che reagiscono male al lutto, e ancora
peggio alla pressione pubblica. Gli oggetti contundenti con cui
marchiarsi a sangue il corpo, non soltanto quelli del delitto, bensì
le lingue affilate di una matriarca gelida e di una sorellastra
arrivista; la relazione passeggera con un detective dalle buone
intenzioni, forse troppo gentile per un'anima nera come lo è in
fondo la problematica Camille. Trattandosi di una trasposizione
fedelissima, nel bene e nel male, il destino di banalità e
confusione di Shap Objects vive
un'immancabile replica in tivù: ecco palesarsi gli stessi
contro riscontrati su carta, e con una divisione in episodi – otto
di un'ora ciascuno, dunque tanti – che li esacerba allo sfinimento. I
ritmi diventano dilatatissimi, il giallo un pensiero
incidentale e le protagoniste, distrazioni eccellenti, uno specchietto per le allodole. Ci si prova a convincere del contrario, allora, con un
montaggio a regola d'arte che rende la struttura un puzzle; con una colonna sonora lisergica, in cui sono le note dei Led Zepelin a far da padrone; con la regia indie di un Vallée
con il pallino per le storie al tempo del metoo
e per le donne con gli attributi. L'abuso della telecamera a mano mi ha
innervosito, a lungo andare, e proprio non mi sono fatto bastare
l'impegno di un'apatica Amy Adams che, colta fuori dalla sua comfort
zone, si fa rubare la scena da Patricia Clarkson superba e
dalla rivelazione Eliza Scanlen. Rinnovare il copione di un giallo
non particolarmente ispirato rendendolo, più che d'autore, pretenzioso? Sharp Objects con
me ha ingranato a fatica e dopo essersi preso tutto il tempo del
mondo, troppo, accelera all'inverosimile nel frettolosissimo finale –
stralci di spiegazione, pensate, sono relegati in flashback lampo
dopo i titoli di coda, alla stregua di un horror di infima categoria.
È una penna scarica, un coltello spuntato. Una serie, annunciata in
anticipo come l'evento dell'estate, che non graffia un lettore coriaceo. Farà senz'altro
faville durante la prossima stagione dei premi, mieterà consensi e
mi sottoporrà a più di qualche critica, ma per me rimarrà un
mistero. Meno scontato e più fitto ancora di quelli nascosti nel
cuore della sordida, sonnacchiosa Wind Gap. (5,5)
Si
conoscono a scuola. Candidi e innocenti come da titolo, June e Harry
sono una specie da salvaguardare in una generazione che brucia in
fretta le tappe e veicola modelli sbagliati. Lei cresciuta
nell'inganno, con un patrigno che l'ha protetta con le buone e con le
cattive dalle domande su una madre scappata lontano da loro dopo una
notte di cui in giro ancora si mormora; lui, più
intraprendente, alle prese con un genitore catatonico che necessita
di attenzioni continue. Si innamorano presto ma di nascosto,
scoprendosi ugualmente fragili e in cattività, e pianificano la fuga
su una Fiat sgangherata. Meta: una Londra mai così distante da quella provincia senza prospettive. Il viaggio in macchina, già
consolidata metafora giovanile di per sé, svela in fretta la natura nascosta
della protagonista: è una mutaforma, creatura sbucata direttamente da una
leggenda scandinava. Scopriranno insieme che ci sono altri come lei,
identici nella natura ma opposti nei desideri: possedere qualcun
altro è erotico, infatti, sa di onnipotenza. Soprattutto, si
accorgeranno insieme allo spettatore che c'è una trama parallela
alla loro che conduce a un'isola in Norvegia: una casa di
donne, portatrici dello stesso inspiegabile gene, sedotte e
controllate da uno psichiatra con il volto del sempre fascinoso Guy
Pearce. Questi novelli Romeo e Giulietta, accomunati dallo stesso
finale (di stagione) tragico, rischiano di perdere innocenza e
alchimia strada facendo, confusi sui loro stessi sentimenti. Rischia
di perdersi lei, June, nel riflesso di quella mamma che non si è
mai raccontata con limpidezza e di un dubbio che intanto logora la
coppia. Non bisogna perdere il controllo: la protagonista ha sperimentato che basta
un tocco anche fugace, quando è fuori di sé, per risvegliarsi in un
corpo che non le appartiene e, suo malgrado, per profanarlo, lasciando
lungo la strada uomini e donne come gusci vuoti. E
l'amore, invece: ha effetti collaterali oppure ti salva? Di teen drama a
tinte fantasy si tratta, sì, e con passioni salvifiche, famiglie
preoccupate e cattivi annunciati ci si intrattiene per otto episodi.
Fortunatamente, non siamo nei territori post Twilight:
vuoi i protagonisti sconosciuti e acqua e sapone, che insieme formano
una coppia tenerissima; vuoi i grigi acquosi e la pacatezza delle
produzioni britanniche; vuoi una storia semplice ma ad alto tasso
emozionale, complice la colonna sonora indie rock, che agli
adolescenti parla di identità metaforicamente e non. Romanzo di
formazione sci-fi, delicatissimo tanto nella componente sentimentale
quanto in quella mitologica, The Innocents è la serie di cui
nessuno sta parlando: perché piccola, comunque più di quanto ci si
aspetterebbe da una coproduzione internazionale, ma piena di grazia.
(7)
Il primo non mi attira particolarmente: i thriller devono brillare, in qualunque forma siano, per non annoiarmi e farmi passare la voglia di sapere cos'è successo e come.
RispondiEliminaIl secondo l'ho iniziato giusto l'altro giorno, spero che non mi deluda perché pilot e recensioni promettono molto bene :)
The Innocents è un diesel, ma il finale (per quanto aperto) vale la candela. 😉
EliminaIo ho il libro della Flynn nella sua prima edizione italiana, quella con il titolo Sulla Pelle - mi era stato regalato nel 2008 per i miei 19 anni.
RispondiEliminaMa non ricordo quasi nulla della storia, a parte due o tre dettagli sulla protagonista e su sua madre - ed è da un po' che mi ripropongo di andarlo a ritrovare per rileggerlo.
Se anche tu, come me, l'hai rimosso, un motivo deve esserci. La memorabilità non è di casa, come la moralità di mamma e figlia.
EliminaL'amore bugiardo mi piacque molto (anche il film), quindi un po' mi incuriosisce questo Senza pelle e la relativa serie...anche se mi par di capire che non sia granché :-D
RispondiEliminaTHE INNOCENTS invece non lo conoscevo proprio ;)
Posso solo dirti di dare un'occhiata per fartene un'idea tua. È piaciuto a tanti, anzi, quasi a tutti. Il perché, lato tecnico a parte, mi sfugge però.
EliminaNon credo di essere mai stato in disaccordo con te come in questo caso. °___°
RispondiEliminaCome si fa a bocciare una delle cose più belle che il piccolo schermo (e non solo) abbia prodotto negli ultimi anni?
Il ritmo di Sharp Objects non l'ho trovato affatto lento o dilatato. Anzi, con un montaggio del genere non c'è tempo per fiatare un attimo.
Il finale poi mi è sembrato shockante, inaspettato e geniale.
The Innocents invece non è nei territori post Twilight... è persino peggio. Io ho visto solo il primo episodio, ma l'ho trovato qualcosa di davvero tremendo, noiosissimo, mal recitato, privo di motivi d'interesse. Salvo giusto la colonna sonora, e trattandosi di una produzione britannica è inevitabile, però sul serio hai preferito questa porcheria a un capolavoro come Sharp Objects?
Manco il Ford peggiore è arrivato a tanto. Per caso sei anche tu un mutaforma e vi siete scambiati i corpi, o se non altro i blog? ahahah :)
Come sai pure per me Sharp Objects è stato un colpo al cuore. Tesa, odiosa, dal finale spettacolare e con una regia che nel montaggio mi ha convinto appieno. Forse non sapere niente di niente della trama, del mistero, e perdermi con tranquillità a Wind Gap ha aiutato.
RispondiEliminaThe Innocents, già su carta, non sembra fare per me.
tra il tuo parere e i vari commenti mi avete solo messo curiosità per entrambe le serie!:D
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