lunedì 29 aprile 2013

Recensione: Cinder - Cronache Lunari, di Marissa Meyer

Buon inizio di settimana, amici! Per inaugurare il lunedì – il giorno più traumatico di tutti – vi propongo la recensione di un romanzo piacevolissimo, in attesa del sequel che arriverà in libreria il 30 Aprile: parlo di Cinder – Cronache Lunari. Essendo uscito ormai un anno fa, immagino che molti di voi già l'avranno letto. Come vi è sembrato? Attendo le vostre impressioni, come sempre. Un salutone, M ;) 
  Quelli come te sanno almeno cosa sia l'amore? Puoi sentire qualcosa o è solo tutto... programmato

Titolo: Cinder – Cronache Lunari
Autrice: Marissa Meyer
Editore: Mondadori “Chrysalide”
Numero di pagine: 394
Prezzo: € 17,00
Sinossi: Cinder è abituata alle occhiate sprezzanti che la sua matrigna e la gente riservano ai cyborg come lei, e non importa quanto sia brava come meccanico al mercato settimanale di Nuova Pechino o quanto cerchi di adeguarsi alle regole. Proprio per questo lo sguardo attento del Principe Kai, il primo sguardo gentile e senza accuse, la getta nello sconcerto. Può un cyborg innamorarsi di un principe? E se Kai sapesse cosa Cinder è veramente, le dedicherebbe ancora tante attenzioni? Il destino dei due si intreccerà fin troppo presto con i piani della splendida e malvagia Regina della Luna, in una corsa per salvare il mondo dall'orribile epidemia che lo devasta. Cinder, Cenerentola del futuro, sarà combattuta tra il desiderio per una storia impossibile e la necessità di conquistare una vita migliore. Fino a un'inevitabile quanto dolorosa resa dei conti con il proprio oscuro passato. 
 
                       La recensione
Tra le tante mode passeggere che s'affastellano nel mondo immenso della letteratura adolescenziale, quella dei retelling è forse la più bella. Sarà che, come principale ispirazione, questi romanzi hanno le favole, che belle lo sono sempre e per sempre. Sarà che sfogliarle porta ancora in mondi lontanissimi... E il mondo in cui è ambientato il romanzo d'esordio di Marissa Meyer è molto, molto lontano dal nostro. Sia nel tempo, che nello spazio. Siamo alla fine di un ennesimo, sanguinoso conflitto mondiale e sulle rovine fumanti del cuore dell'Oriente è stata costruita una nuova, avveniristica città: Nuova Pechino.
Cinder, in una realtà che unisce il fascino dell'oriente – con i suoi chimoni ricamati, le tecnologie più avanzate, i palazzi maestosi – e gli effetti visivi dei kolossal statunitensi, lavora come meccanico e, precisamente, è il miglior meccanico che la città abbia mai avuto. Oltre a una matrigna avida e dispotica e a una lagnosa sorellastra – in realtà ne ha ben due, ma l'altra, per sua fortuna, è l'incarnazione vivente della dolcezza – non ha nulla in comune con la romantica biondina della storia originale. E' un cyborg: il sessanta per cento del suo corpo è costituito da ingranaggi, acciaio, bulloni. Ha un cuore di silicone, costruito artificialmente in laboratorio, ma che batte all'impazzata come quello di un'adolescente in carne ed ossa. Ha un cuore che nemmeno lei può comandare e che la porta ad amare scioccamente Kai, il ragazzo perfetto... il ragazzo sbagliato. E' il suo principe azzurro. E' il futuro imperatore di un mondo difficile, sotto la minaccia di un'epidemia inarrestabile di peste e sotto lo schiaffo della Regina della Luna, a cui i terrestri sono legati da una sottile e fragile alleanza. Gli elementi della fiaba antica ci sono proprio tutti, solo assemblati alla luce di nanotecnologie ancora da scoprire, esperimenti e provette, scenari mai visti. La fantascienza, infatti, per la prima volta dopo l'Intelligenza Artificiale di Steven Spielberg, incontra la manifestazione più amata e semplice della fantasia: la favola. La protagonista va al ballo a bordo di uno scassone di macchina arancio zucca; in una corsa per le scale del palazzo reale perde il suo arto di ferro, non la scarpetta; al posto della Fata Smemorina abbiamo un simpatico dottore pazzo con il look alla Einstein, nessuna vecchina dotata di mantello lilla e bacchetta magica. I topolini con il pallino per le canzoni cantate in coro e per i lavori di alta sartoria, che aiutavano Cenerentola nel celebre film d'animazione, cedono il posto ad Iko, una simpaticissima androide con i movimenti e la vocina metallica del tenerissimo Wall-E e il temperamento di un'adolescente giuliva e allegramente frivola: ha una passione per i girocolli di perle altrui, adora il rossetto - sebbene non abbia nemmeno le labbra! - e ha una cotta segreta per il bel principe.
E la cattiva di turno... be', Levana è una specie di Maria Antonietta con la bellezza disarmante di una Angelina Jolie che, affacciata sul balcone del castello, con un solo sguardo, un semplice sorriso, riesce a domare folle di rivoltanti. Potente, enigmatica, tentatrice, subdola, è la regina di una Luna remota ed inospitale, che ospita eserciti ed eserciti di suoi sottomessi schiavi. Come dimenticarsi di lei, poi: Cinder. Tra un agente segreto e una principessa inconsapevole, è dotata di un enorme senso dell'umorismo ed è schiava della maledizione di non poter piangere. Così stanno le cose. I cyborg non piangono e non hanno diritto ad un principe. Ad un lieto fine scritto su misura. Fresco e romantico è il suo rapporto con Kai; delicato e commovente quello con la gentile Peony, la sorellastra vittima della crudele febbre blu. Cinder – Cronache Lunari è molto di più di quello che la copertina a disegni e la trama fiabesca lascino intendere. Prende le mosse da una storia per bambini, per poi diventare un valido libro per giovani adulti, o per adulti veri e propri: in là con gli anni, magari, ma con la testa ancora tra le nuvole e tra le stelle. Talora è anche capace di ferire, di colpire basso. C'è tanto di personale e innovativo nella storia intessuta dalla Meyer, molto più di quanto, personalmente, avessi previsto. Dietro la parvenza di ennesimo rimaneggiamento del classico di Perrault, vive una storia per gli amanti della pura fantascienza – con i suoi chip, i suoi ologrammi, le macchine che camminano nei cieli della città ed un'ambientazione surreale e visionaria alla Cloud Atlas. Io, dichiarato nemico del genere, non ho potuto apprezzare proprio tutto, perso inutilmente dietro a meccanismi che non riuscivo a focalizzare bene o ad afferrare. Ma, palesemente, gli aspetti positivi prevalgono su quelli che io ho reputato difetti. E' arrivata la scena dell'ultimo ballo ed è stato tutto perfetto. Ricca di merletti, danze, colpi di scena, scontri, giochi di seduzione e corteggiamento. Giochi di troni rivali. L'autrice ha uno stile semplice ed efficace, una bella fantasia, belle storie da raccontare ai suoi nipotini e a lettori che non sono mai cresciuti per davvero. Una lettura originale, piacevole, delineata tra passato e futuro e che, tuttavia, si legge in un veloce ritaglio di luminoso presente. Scommetto che sarebbe un film perfetto. Molto carino!
Il mio voto: ★★★ +
Il mio consiglio musicale: Coldplay & Rihanna – Princess of China 

domenica 28 aprile 2013

All the world is a library #9

Buona domenica a tutti, amici miei! Dopo una settimana all'insegna del sole, oggi sulla mia città si è posizionato un nuvolone scuro che non vuole proprio andare via: è la maledizione del fine settimana. Bello tutti i giorni, poi arrivano il sabato e la domenica e BANG: cielo che promette pioggia. L'arrivo delle nuvole era imprevisto, com'era imprevisto l'arrivo di una nuova puntata di una rubrica che – tra una cosa e l'altra – sto trascurando da un po'. All the world is a library – appuntamento saltuario in cui vi parlo dell'amore non corrisposto tra me e i romanzi in lingua – ritorna almeno per oggi, con la promessa di una maggiore puntualità! I romanzi che ho selezionato per voi, tutti ancora in attesa di essere pubblicati in Italia (arriveranno mai?), sono diversi tra loro e ognuno mi ha colpito per qualcosa di diverso. I primi due sono di autori che stimo moltissimo – il David Levithan di Ogni Giorno (questa volta con una collaboratrice d'eccezione) e la straordinaria autrice dell'altrettanto straordinario Proibito; poi vengono il primo volume della nuova saga di Claudia Gray, un affascinante mix di magia e romanticismo, e due intriganti romanzi d'esordio, con trame e copertine semplicemente irresistibili. Followers, di prossima uscita negli USA, è un “simpatico” teen thriller che indaga i sanguinosi misteri di Twitter; Between the Devil and the deep blue Sea è un urban fantasy gotico e romantico, dalla cover assurdamente bella e dalla trama che ha tutti gli elementi – ormai collaudatissimi – ai quali non so dire mai di no. Cosa ne pensate? Quali avevate già notato tra le continue meraviglie di Goodreads? Attendo le vostre impressioni. Un abbraccio e buona giornata, M :) NB. Trame tradotte da me.
 
Invisibility
Andrea Crember & David Levithan
Una magica storia d'amore tra un ragazzo invisibile e l'unica ragazza che può salvarlo, vederlo.
Stephen è invisibile. Ci è nato, così. Invisibile. Maledetto.
Elizabeth, a volte, desidererebbe l'invisibilità. Perché quando sei invisibile, nessuno può ferirti. Così, quando la madre decide di trasferirsi a New York City, Elizabeth è al settimo cielo. E' semplice sparire lì, in quella folla immensa di passanti e turisti. Poi Stephen ed Elizabeth si conoscono. Per lo stupore di Stephen, lei riesce a vederlo. E per lo stupore di Elizabeth, lei vuole che lui sia in grado di vederla – che sia in grado di vedere proprio tutto di lei. Ma quando i due diventano più vicini, un mondo invisibile si mette sulla loro strada – un mondo di rancori e disgrazie, incantesimi e maledizioni. E una volta finiti in questo mondo, Elizabeth e Stephen devono decidere quanto in profondità sono disposti ad andare – perché è lì che sta la differenza tra l'amore e la morte. Dall'acclamata Andrea Cremer, autrice della saga di Nightshade, e David Levithan, autore di Ogni Giorno, Will ti presento Will e Tutto accadde in una notte, una storia tutta da scoprire sugli elementi invisibili dell'attrazione, i rischi mortali colpevoli di renderti vulnerabile, e gli invisibili desideri che vivono all'interno di ognuno di noi.
 
Hurt
Tabitha Suzuma
Perché? Una bruciante domanda sulle labbra di tutti. Perché un ragazzo come Mathéo Walsh desidererebbe morire? A diciassette anni, lui è il più promettente campione di nuoto. E' un ragazzo a posto, un brillante studente, un adolescente che vive in una delle aree più salutari e sicure di Londra. Ha amici inseparabili ed è invidiato, segretamente, da tutti quelli che lo circondano. E, cosa assai importante, è profondamente innamorato della sua ragazza, Lola. E' sempre stato un ragazzo equilibrato e beneducato...
Fino a quella settimana. Una settimana che sembra non voler ricordare. Tutto quello che sa è che è cambiato, diventando uno che non si sa più divertire, che non vuole più stare insieme ai suoi amici, che non è più interessato al suo sport preferito. Qualcosa di orribile è accaduto quella settimana – qualcosa di violento, sanguinoso, intricato. Lui non si riconosce più. Non si fida più delle persone che gravitano attorno a lui: vuole solo far male, ferire, distruggere. Lentamente, inizia a mettere insieme i pezzi dei suoi ricordi sepolti e frammentati, e in sé vede il riflesso di un mostro. Tormentato, Mathéo improvvisamente si trova faccia a faccia con una scelta devastante. Custodire il suo segreto, e mettere le persone a lui più care in terribile pericolo... O confessare la verità, e perdere Lola per sempre...

Spellcaster
Claudia Gray
Quando la famiglia di Nadia si trasferisce a Captive's Sound, lei capisce che lì c'è più di quello che gli occhi riescano a percepire. Discendendo dalle streghe, i sensi di Nadia si accorgono che, in città, è a lavoro un'oscura e potente forma di magia. Mateo ha vissuto a Captive's Sound per tutta la sua vita, tentando di smentire la leggenda locale secondo cui la sua famiglia sarebbe maledetta – e sarà proprio quella maledizione a permettergli di vedere il futuro... e a renderlo, un giorno, folle. Quando Mateo sogna di salvare una bellissima ragazza – Nadia – da un incidente automobilistico ed il suo sogno si realizza, capisce di essere condannato. Nonostante le forze che li vogliono lontani, Nadia e Mateo devono combattere insieme per spezzare le catene della maledizione delle loro famiglie e per prevenire un disastro destinato a distruggere la vita della gente intorno a loro. Scintillante di magia e mistero, il nuovo romanzo dell'autrice bestseller Claudia Gray piacerà da impazzire ai fan di Hex Hall, La sedicesima Luna e I diari delle streghe.

Between the Devil and the deep blue Sea
April Genevieve Tucholke
Smetti di temere il Diavolo soltanto quando gli stai stringendo la mano...
Niente di eccitante accade nella sonnolenta cittadina costiera di Violet White.... finché non arriva River West. River affitta una stanza nella pensione dietro la fatiscente casa di Violet, e in modo inquietante, orribili cose cominciano ad accadere e Violet comincia a porsi domande sul ragazzo misterioso che vive proprio accanto a lei. River è soltanto un sorridente bugiardo dagli occhi belli e dal passato misterioso? O potrebbe essere qualcosa di più? La nonna di Violet l'ha sempre messa in guardia riguardo al Diavolo, ma non le ha mai detto che sarebbe potuto essere un ragazzo dai capelli corvini che schiaccia pisolini al sole, che adora il caffè, che ti bacia in un cimitero... e che fa sì che tu voglia disperatamente ricambiare quel bacio. Violet è già innamorata, non può ragionare lucidamente. E questo è proprio quello che River desidera.
Unendo una sinistra decadenza e il terrore emozionante di un horror gotico, April Genevieve Tucholke tesse una sognante, contorta e romantica storia, raccontata in maniera meravigliosamente terrificante – un debutto da guardare! Il romanzo perfetto per i fan di La sedicesima Luna, Chi è Mara Dyer, Anna vestita di sangue.

Followers
Anna Davies
Twittare o non twittare... un dilemma mortale.
Quando Briana perde il ruolo da protagonista nella produzione universitaria di Amleto, riluttante, accetta di gestire la pagina Twitter del club di recitazione e inizia a postare lì tiepidi aggiornamenti.
A stento ha qualche followers, quindi quando qualcuno mette mani al suo account, Briana non ha nessuna voglia di fermarlo. Dopo tutto, tweet come “C'è qualcosa di putrefatto nello stato della Danimarca... e c'è un corpo putrefatto nel teatro” sono semplici burle.
Ma, inaspettatamente, un corpo viene trovato nel teatro: quello della rivale di Briana. All'improvviso, ciò che sembrava uno scherzo si trasforma in una questione mortalmente seria. Per orrore di tutti, i macabri tweet continuano ad arrivare... e il numero dei cadaveri continua a crescere.
Non c'è altra spiegazione: qualcuno ha organizzato omicidi in diretta Twitter al campus.
Con la scuola sotto shock e la polizia impegnata a scovare l'assassino, tocca a Briana smascherare lo psicopatico prima che la carneficina raggiunga Shakespeariane proporzioni.. o prima che lei stessa diventi la prossima vittima.

giovedì 25 aprile 2013

Recensione in anteprima: L'ipotesi del male, di Donato Carrisi

Ciao a tutti, amici! Oggi – approfittando di un giorno di meritata pausa – la recensione in anteprima di un libro che uscirà il 29 Aprile e di cui vi ho parlato proprio all'inizio del mese. Erano ormai quattro anni che lo aspettavo: chiuso Il suggeritore era iniziata l'attesa del seguito. Finalmente, ora, l'ho letto: nuovi casi da risolvere, nuove emozioni, nuovi dubbi, qualche nuovo riuscitissimo personaggio. Ringraziando Tommaso, dell'ufficio stampa Longanesi, per avermi fatto il grande regalo di poterlo leggere in anticipo (anche mio padre ringrazia: ora il libro è tra le sue mani!), vi lascio la recensione di L'ipotesi del male. Ma tranquilli: non contiene spoiler né su questo, né sul precedente romanzo. Perciò, buona lettura e, se non ne avete mai avuto modo finora, recuperate un romanzo del mitico Donato Carrisi: leggere per credere! A presto, M.
  Il vuoto un giorno comincia a parlarti, e per alcuni più diventare attraente. Ti regala un indizio e così ti convince che potrai averne altri. Ma non si può convivere con il vuoto, con il vuoto non si patteggia. Alla fine sarai tu ad aprirgli la porta di casa, come fosse un amico che vuole solo aiutarti. Quello entra e comincia a razziare ogni cosa.

Titolo: L'ipotesi del male
Autore: Donato Carrisi
Editore: Longanesi
Prezzo: € 18,60
Numero di pagine: 420
Data di pubblicazione: 29 Aprile 2013
Sinossi: «Hai mai desiderato scomparire?» C’è una sensazione che tutti, prima o poi, abbiamo provato nella vita: il desiderio di sparire. Di fuggire da tutto. Di lasciarci ogni cosa alle spalle. Ma per alcuni non è solo un pensiero passeggero. Diviene un’ossessione che li divora e li inghiotte. Queste persone spariscono nel buio. Nessuno sa perché. Nessuno sa che fine fanno. E quasi tutti presto se ne dimenticano. Mila Vasquez invece è circondata dai loro sguardi. Ogni volta che mette piede nell’ufficio persone scomparse – il Limbo – centinaia di occhi la fissano dalle pareti della stanza dei passi perduti, ricoperte di fotografie. Per lei, è impossibile dimenticare chi è svanito nel nulla. Anche perché la poliziotta ha i segni del buio sulla pelle, come fiori rossi che hanno radici nella sua anima. Forse per questo Mila è la migliore in ciò che fa: dare la caccia a quelli che il mondo ha dimenticato. Ma se d’improvviso alcuni scomparsi tornassero con intenzioni oscure? Come una risacca, il buio restituisce prima gli oggetti di un’esistenza passata. E poi le persone. Sembrano identici a prima, questi scomparsi, ma il male li ha cambiati. Alla domanda su chi li ha presi, se ne aggiungono altre. Dove sono stati tutto questo tempo? E perché sono tornati? Mila capisce che per fermare l’armata delle ombre non servono gli indizi, non bastano le indagini. Deve dare all’oscurità una forma, deve attribuirle un senso, deve formulare un’ipotesi convincente, solida, razionale… Un’ipotesi del male. Ma per verificarla non c’è che una soluzione: consegnarsi al buio
                                           La recensione
A volte, se conosci il nome del demonio, basta pronunciarlo e lui ti risponderà. Appollaiato su un cavo dell'alta tensione, in alto, sopra le nostre teste, un corvo – le piume nere come l'onice - osserva. Gli occhi, due piccoli bottoni traslucidi, perennemente accorti, si nutrono degli squarci di caos che si allungano sotto le sue zampe rapaci. Sotto il filo rigido che sostiene le sue ossa leggere, sotto il cielo di un Dio assente e di un'avanzata di nuvole temporalesche, un mare di ombrelli neri stretti intorno a una bara, i flash della stampa, gli intrighi dei nastri gialli della scena del crimine, il gelido bagliore dei tavoli autoptici che verranno, l'oltraggio sacrilego di un uomo che uccide un altro uomo. Lassù sente tutto: le supposizioni infinite dei mass media, gli inevitabili cenni al terrorismo, ogni ipotesi pronunciata. E vede tutto: i colpevoli e le vittime, l'esplodere della violenza e il tempestivo arrivo della Giustizia. Di fronte, vede perfino i due giganti che, su un cartellone pubblicitario, sorridono felici davanti alla loro nuova casa nel loro nuovo quartiere dei sogni. Si tratta di un sorriso grottesco, fortemente stridente con tutto il resto. Poi spicca il volo su una città che – corrotta, marcia, inquietante, finta – è una Gotham City senza nome in cui non c'è nessun eroe mascherato che impartirà le giuste punizioni. Una Gotham City in cui i manicomi e le carceri hanno lasciato che tutti i loro pazzi scorrazzassero liberi per le strade. Il corvo vola e si intrufola in una casa isolata, dalle luci sempre spente: le finestre sono state lasciate aperte solo per lui. Non si poggia su un trespolo, ma sulla spalla dell'uomo seduto al buio. Un uomo ormai irreperibile da alcuni giorni, che, sparito dal web e dalla sua cerchia di amici, in cerca di calma e ispirazione, se ne va in giro per obitori. Il volatile gli avvicina il becco alle orecchie, sussurra i suoi segreti. Donato Carrisi – cantastorie, eccellente romanziere, cantore della cronaca – tradurrà i suoi versi gracchianti in un canto delicato e macabro. Dopo quattro anni, validamente intervallati da due graditissimi romanzi, lo scrittore pugliese torna a cantare del mondo del Suggeritore e della sua prima, insostituibile, vera musa: Mila Vasquez.
Mila Vasquez conosceva bene il richiamo del buio. Danzava con le ombre dal giorno in cui era nata.In L'ipotesi del male, la poliziotta ha finalmente imparato i passi giusti e, nel buio, balla stretta cuore a cuore col buio; caccia fantasmi, bambini inghiottiti dal bosco carnivoro di una fiaba cattiva; caccia quella felicità non contemplata in una vita-non vita come la sua. Ha spento l'interruttore dei sentimenti già da piccola. Non prova empatia per nessuno, non sente niente. Solo la rabbia che il suo lavoro le procura e il dolore che lei stessa infligge al suo corpo androgino. Soprattutto, ha allontanato da lei una verità impensabile e grande: perché no, continua a dirsi che dal Male non potrà mai nascere il Bene.L'amore contamina tutto con il ricordo, si diceva. L'amore è una radiazione.
La chiamata del dovere la raggiunge perfino nel Limbo, l'angusto ufficio delle persone scomparse in cui ha deciso di passare il resto dei suoi giorni da sbirra - circondata da una parete di foto e volti sterminata come il Muro del Pianto, tra “vivi che non sanno di essere vivi e morti che non possono morire”: i dormienti. Identità perdute e un Missing scritto sotto, in calce. Il nuovo incubo della città si fa chiamare Kairus, Il Signore della Buonanotte. Gioca con la polizia, lasciando indizi nell'essenziale linguaggio delle tenebre. Mila, che con le stesse tenebre ha stretto un duraturo sodalizio di sangue, è chiamata a fare da interprete. E, pur non essendo alla ricerca di un amico, la sua solitudine si troverà a combaciare alla perfezione con quella di Simon Berish, un reietto come lei. Qualcuno di cui, dopo tanti anni, fidarsi; con cui condividere gli incubi rimasti intrappolati, con l'alba ormai sopraggiunta, in un Acchiappasogni. Insieme, saranno i protagonisti assoluti di una macabra caccia al tesoro guidata dalle ombre, in cui, tappa dopo tappa, omicidio dopo omicidio, la morte apparirà loro in tutta la bellezza e l'orrore dei suoi mille volti. I dormienti, infatti, si stanno svegliando; gli scomparsi stanno riapparendo... La struttura del caso, già collaudata in Il suggeritore e Il tribunale delle anime, è simile a quella dei serial americani, costituiti da foreste sterminate di episodi e da intrecci necessari come spirali di DNA aggrovigliate tra loro ad elica. E' il DNA ad essere la base di individui che, dopo nove mesi di gestazione, avranno gli stessi tratti somatici dei genitori, dieci piccole dita delle mani e dieci piccole dita dei piedi, due occhi svegli, un cuore che pompa vita. Piccoli individui perfetti. Come perfetto è un intreccio che, con i tratti ereditari dei romanzi che l'hanno preceduto, si basa sempre su enigmatici nodi, ma di periodi e lettere. Per ogni vittima c'è un colpevole, per ogni colpevole c'è un filo che – attraverso l'oscurità più fitta – conduce tutti a un unico, misterioso mandante dal nome evocativo e spaventoso. Ma, al contrario che in TV, le vittime non sono semplicemente fantocci scomposti e disarticolati, abbandonati a terra e con il contorno rimarcato da strisce di gesso bianco, sul sangue e il cemento. Tra un capitolo e l'altro si aprono come dei virtuali fascicoli: ci sono immagini, informazioni, storie. Ritratti pieni di umanità e perizia di coloro che - prima di essere vittime qualsiasi, semplici casi - erano persone. Mamme, papà, figli di qualcuno che li aspetta ancora.
In una prosa consapevole, discorsiva, elaborata e tagliente, l'autore, quindi, rielabora personalmente rovine, voci e drammi che a stento occuperebbero un trafiletto di giornale o cinque minuti scarsi in un reportage televisivo. Significativa continua ad essere l'ambientazione imprecisata, non contemplata dai radar, non segnata dai ticchettii degli orologi e dal frusciare dei calendari; rifugio di una variegata congerie di personalità dai cognomi italo-americani, anglosassoni, greci, spagnoli. E' il simbolo che il male – quello puro, vero, che ti divora l'anima e ti succhia il sangue nelle vene – può raggiungerti ovunque. Sempre. Finalmente mio dopo un'attesa durata anni, ho letto il tanto sperato ritorno di Carrisi mosso da sentimenti differenti. All'inizio ero certo l'avrei divorato, poi ho scoperto il piacere di centellinarlo poco alla volta. Di leggerlo piano e meglio, come se, voluminoso e ricco com'è, dovesse non finire. Fatto strano, trattandosi di un thriller: il mistero e la curiosità, in un buon giallo, sono soliti andare di pari passo. Io ero curiosissimo, tremante d'eccitazione per un epilogo sempre più imminente, ma, giunto ai piedi di uno scantinato che scende sotto terra, all'inferno, non ero più così desideroso di andare avanti. Da lì in poi, avrei dovuto proseguire da solo. Senza i personaggi – vecchi e nuovi – che avevano cacciato le tenebre per me. La scrittura dell'autore aveva saputo rendere irresistibile perfino l'arcano e, soggiogato dal suo fascino, non potevo temporeggiare. 
Ma l'epilogo non era serrato in uno scantinato, bensì in una soffitta: ciò presuppone tirare una cordicella penzolante, fare un passo avanti e salire, esposti completamente a un pericolo crescente. Perché il male è un'ascesa continua, un'ipotesi incontrovertibile, un brivido che ti si incolla alla pelle per non mollarti più. I capitoli finali hanno la velocità di un proiettile sparato diritto in fronte: raggelanti, infallibili, ti pietrificano senza darti il tempo di evitare il colpo. Ma non ci sono inseguimenti, bagni di sangue, sparatorie all'americana. Si ritorna alle paure inconsce, primigenie, infantili: alle nenie assillanti, alle confidenze bisbigliate a inquietanti bambole dagli occhi morti, a mostri nascosti sotto il letto e ad amici immaginari che – forse sì... forse no - sono solo frutto dell'immaginazione dei più piccoli. Un romanzo consigliato non solo a chi, insieme a me, ha pregato per un degno seguito del Suggeritore, ma anche a chiunque voglia leggere un thriller di matrice internazionale, sebbene col certificato di provenienza rigorosamente italiano. Per fare un salto tra le righe del creatore di quel secondo Inferno – dopo quello di Dante - che mezzo mondo ci invidia, ma che solo noi abbiamo: un nome che è garanzia di un intrattenimento sublime, di thriller impeccabili e di finali che ci fanno stare male e che, sedimentandosi nei ricordi, diventano rabbiosamente indimenticabili. Donato Carrisi è dannatamente bravo: un narratore dal talento contagioso e dirompente, un giornalista mancato con la vena artistica di uno scrittore, un analista che conosce i desideri e le fobie dei suoi lettori e che – sadico, dispettoso, onnipotente - si diverte a realizzarli e a sconvolgerli. Un traghettatore di anime. Un spacciatore di adrenalina, ossessione, angoscia, segrete dipendenze. Ed ha vinto ancora, tenendomi in scacco proprio come era accaduto la prima volta che ho conosciuto l'irresistibile abisso delle sue storie. Mi dico che l'attesa non durerà altri quattro anni. Aspetto. Ancora in compagnia di un buio che è diventato consolante, quasi familiare. Accenderò la luce presto. Magari tra un po'..
Il mio voto: ★★★★★
Il mio consiglio musicale: Muse – New Born 

lunedì 22 aprile 2013

Mr Ciak #9: Bianca come il latte, rossa come il sangue

Ciao a tutti e buon inizio di settimana! Questo lunedì ritorna il consueto appuntamento con le recensioni cinematografiche di Mr Ciak e si torna a parlare dello scrittore Alessandro D'Avenia e del suo esordio: Bianca come il latte, rossa come il sangue (la mia recensione qui). Come certamente saprete, all'inizio del mese, prodotto dalla 01 Distribution, si è concretizzato al cinema, nell'omonimo film di Giacomo Campiotti. Per scoprire le mie impressioni, nate anche dal confronto con il romanzo, la mia breve recensione. Voi l'avete visto, o forse avete intenzione di farlo? Avete letto il romanzo? Buona lettura – e magari buona visione, M ;)


Bianca come il latte, rossa come il sangue: un libro che non avrebbe dovuto piacermi, ma che eppure qualcosa me l'aveva lasciata. Diciamo pure parecchie.
Non era una storia in cui avevo rivisto ombre e riflessi di me, ma il tono malinconico e colloquiale, quei piccoli monologhi che ti aprivano la mente e il cuore, quei pochi personaggi che crescevano nell'arco di poco più di duecento pagine avevano sortito il loro potente effetto. Far di quella storia un film era un rischio. Anche perché era una storia come tante, ma era diverso il modo in cui erano raccontati l'amore, l'amicizia, la malattia. Anche perché certe scene devono essere immaginate, evocate, non viste. Anche perché, lo ammetto, la mia fiducia nei confronti del cinema italiano è limitata, scarsa. Eppure un film che, proprio come il libro, all'inizio mi aveva fatto più antipatia che altro, mi è piaciuto. Mi ha colpito. Semplice. Girato semplicemente, sceneggiato semplicemente... Semplicemente emozionante.
Rispetto al libro cambia tanto, ma l'emozione che pervade il tutto rimane la stessa. Restano il rosso e il bianco. Le tremila sfumature tra l'allegria e il dolore. L'ironia e la profondità. Quei brividi leggeri e profondissimi che ti scuotono come una pacata risata su una panchina nel parco. Il romanzo di Alessandro ha pochi dialoghi, sporadici monologhi, lunghe lettere scritte a sé stessi e a Dio. La pellicola diretta da Campiotti ha un approccio completamente diverso da come io lettore l'avevo immaginato. Il famoso incipit, letto a voce alta nella mia stanza, era impregnata di quel bianco di cui tanto parlava. Di una malcelata tristezza. Nel film, accompagnato dai titoli di testa, è invece colorato, felice, giocoso, buffo e pronunciato da un Leo in sella a un bici sgangherata, non al cinquantino compagno di tante fughe ed incidenti di percorso. Ad impersonare il nostro protagonista la giovane stella di Scialla! e di Un giorno speciale: il non ancora ventenne Filippo Scicchitano. Un attore che mi piace molto, ormai noto ma che ha conservato la semplicità di un ragazzo qualunque. 
E' onesto, spontaneo, bravo, con un sorriso ampio e contagioso che lo rende perfetto nelle parti comiche e inaspettatamente emotivo in quelle più drammatiche. Mentre la sua migliore amica Silvia è interpretata dalla genuina e naturale Aurora Ruffino, il suo oggetto del desiderio è incarnato da Gaia Weiss. Essendo italianissima nel romanzo, la scelta di un'attrice straniera – e non dai capelli naturalmente rossi! - per il ruolo di Beatrice mi è apparsa inadatta fino ai primi minuti della proiezione del film. Poi ho capito anch'io: non è nata in Italia, ma sembra essere nata per il ruolo della “dea” personale di Leo.
E' eterea, raffinata e lontana come la Francia da cui, nel film, proviene. Un simbolo come la Torre Eiffel, una bellissima diva da tappeto rosso che mostrerà ogni singola sofferenza, ogni sua vulnerabilità a uno Scicchitano sempre più innamorato e sempre più maturo. Grazie a Flavio Insinna, al simpatico Romolo Guerrieri e a un'esilarante scena di una copiatura alla Mission Impossible durante il compito di matematica, le risate non mancano. 
Ma c'è posto anche per la commozione nel momento in cui le scene più emozionanti del libro le troviamo riproposte pari passo o lette in chiave inedita: il momento in cui il protagonista scappa via dall'ospedale, davanti a una Beatrice che non riconosce nemmeno: senza i suoi vaporosi capelli ramati, senza la sua innata femminilità; i dialoghi senza peli sulla lingua e pregiudizi tra Leo e il suo prof di lettere... Un bravissimo Luca Argentero è Il sognatore. Un personaggio poco presente sulla scena, ma che lega proprio tutto: che incatena Leo sul ring di una palestra, che gli fa capire l'importanza delle scelte e l'ordine naturale dei sogni. Attori sui quali, eppure, avevo sentito diverse critiche, mi sono sembrati a loro agio e perfettamente in parte. Critiche che avevo sentito anche riguardo alla colonna sonora e che, in parte, condivido anch'io: il libro emanava una grande musicalità, tra le altre cose, ma i pezzi dei Modà sparati a profusione – per quanto gradevoli possano essere – , intervallati ogni tanto da brani di musica classica usati con grande ironia, non aiutano purtroppo a riproporla al cinema. Un film riuscito, nonostante qualche perdonabile intoppo qua e là: simpatico, romantico, pulito, buon nell'anima. Come il pane. Come una parola gentile. Come il romanzo a cui s'ispira.

sabato 20 aprile 2013

I ♥ Telefilm: Bates Motel, i "Dolori del giovane Psyco"

Camicia dal colletto inamidato, maglioncino a scacchi, capelli ordinati e con la riga di lato, fisico goffo e allampanato, occhi buoni. Questo è il ritratto del nuovo arrivato in città: un ragazzo tranquillo, riservato, studioso, noiosamente prevedibile, ma gentile. Un ragazzo normale. Potrebbe essere il tuo compagno di banco, il tuo vicino di casa, un alunno del tuo stesso liceo. I suoi tratti leggermente anonimi, forse, non ti direbbero niente... ma il suo nome. Il suo nome, da quando Robert Bloch lo scrisse per la prima volta nel suo più celebre romanzo, ha dato un nuovo significato ai tuoi incubi. Ha diciassette anni, si è appena trasferito e, con sua madre, ha preso in gestione un vecchio e fatiscente Motel. Si chiama Norman Bates. Il genio di Hitchcock, nel suo più celebrato capolavoro, ce l'ha fatto conoscere come Psyco: un brutale assassino, una mentalità deviata e perversamente affascinante, un'anima debole plasmata da una madre possessiva che, perfino dalla tomba, lo tormenta. Bates Motel, il serial debuttato il 18 Marzo scorso sul network A&E, ha una finalità singolare ed intrigante. Indagare nell'anima del male. Mostrare l'infanzia di un serial killer. Far comprendere le origini dell'orrore e osservare dove finisce l'uomo e dove, invece, ha inizio il mostro. La serie, ambientata però ai giorni nostri, è un prequel e uno spin-off; un salto nell'adolescenza e nei "Dolori del giovane Psyco". Chi era prima che la follia prendesse il sopravvento? Che vita conduceva prima che scoprisse il piacere malato di uccidere? Soprattutto, com'era? Era un ragazzo come me e voi. Un po' introverso, ma con una gran voglia di cambiamento. L'improvvisa morte del padre e la fuga di casa del fratello maggiore hanno portato lui e sua madre a rifugiarsi in Arizona – nuova scuola, una nuova attività da portare avanti, inevitabilmente nuovi guai. Sono solo loro due, lui e Norma. Hanno perfino lo stesso nome, legati anima e corpo sin dalla nascita di Norman: l'uno l'universo dell'altra. 
All'inizio li unisce un profondo affetto, poi l'omicidio. Non tutti, nella nuova città, sono amichevoli con i due e, quando Norma viene aggredita e stuprata senza pietà dal vecchio proprietario della casa, l'istinto naturale di difendersi la porta a macchiarsi le mani di sangue. Piena di rabbia e vergogna, accoltella quell'uomo una volta. Poi altre dieci, e altre dieci ancora. Da vittima, in tal modo, è passata al ruolo di colpevole. Non c'è altra soluzione: disfarsi del cadavere. La madre ha ucciso, il figlio – fedele - lava via le tracce della carneficina dalla moquette. Ogni morte rappresenta sempre una fine, ma per loro è solo l'inizio. Un poliziotto ha scoperto i loro segreti, un altro si è invaghito della bella Norma. Due ragazze, a scuola, intanto, si contendono il cuore di Norman, mentre uno strano diario trovato in una stanza del Motel gli fa conoscere gli orrori consumati in quello stesso posto appena qualche mese prima: sevizie e torture a danno di giovani ragazze orientali, tenute prigioniere chissà dove... chissà da chi. E' intenzionato a scoprire il colpevole. Ne è terrorizzato, ma allo stesso tempo non smette di pensarci: quelle violenze scoperte per caso sono diventate la sua nuova, macabra ossessione. Il protagonista, coi suoi modi affabili e la sua timidezza, è un criminale in potenza insospettabile. Sarà che fa simpatia sin dall'inizio, sarà che ha il volto infantile del sempre bravissimo Freddie Highmore. Il bambino di La musica nel cuore, La Fabbrica di cioccolato, Spiderwick, Neverland e Due Fratelli (alcuni dei film per famiglie che più preferisco in assoluto!) è cresciuto solo in altezza, ma ha conservato il sorriso e i tratti di sempre. 
Una faccia da eterno ragazzino “Disney” sistemata su un metro e ottanta di statura e, questa volta, al servizio di un prodotto lontano dai soliti che, da piccolo, l'hanno visto coinvolto, eppure perfettamente in grado di rispecchiare il suo talento. La scelta di scegliere lui come protagonista è stata geniale, a mio parere. Non solo perché ha l'abilità innata di sapersi adattare a tutto, ma perché trasmette familiarità e purezza. Ha l'innocenza del diavolo. La madre che l'ha reso vittima di un insano complesso di Edipo è Vera Farmiga: brava, affascinante e sensuale come aveva già dimostrato in Orphan (altro film che adoro, con un'odiosa/adorabile piccola antagonista!), Joshua (anche qui, tra l'altro, era alle prese con un figlio malefico!) e Tra le nuvole – e sì, se qualcuno se lo stesse ragionevolmente chiedendo, lei è la sorella maggiore di Taissa Farmiga (American Horror Story): la somiglianza tra le due è notevole! Il loro legame, alquanto contorto e viscerale, non va ancora al di là dell'apprensione materna e del naturale amore di un figlio – cadaveri occultati insieme a parte - quindi mi incuriosisce conoscere cosa costituirà la radicale svolta. Gli elementi di disturbo che già hanno rotto il loro equilibrio sono quattro: il figliastro ribelle Dylan (Max Thieriot), il vice sceriffo Zack Shelby (Mike Vogel) e le due bellezze alla quale Norman non sa dire di no (l'avvenente Bradley e la problematica, ma comprensiva Emma).
Dopo un pilot che ho adorato, gli episodi successivi mi hanno un po' deluso: svolte prevedibili e poco interessanti, ritmo lento. Ma, se sono qui a parlarvene oggi, è perché le ultime puntate sono tornate a riaccendere il mio interesse e le mie iniziali speranze. Pur se meno inquietante del previsto, ha assunto l'andamento di un teen thriller che non mi dispiace per niente, anzi... Una bella colonna sonora, dinamiche familiari ben costruite, ottime prove attoriali, indagini e piccoli incubi che mi hanno ricordato Disturbia, Beneath The Darkness e The Shortcut. Dopo Hannibal, con Bates Motel un altro personaggio del mondo dell'horror si adatta alle dimensioni del piccolo schermo. La differenza tra i due telefilm è, però, abissale. Hanno approcci semplicemente diversi tra loro, inconciliabili. E, se in un primo momento, dopo una delusione difficile da smaltire, vi avrei detto che di gran lunga preferivo la raffinatezza e la cura della prima serie, adesso anche il ritmo giovanile che hanno le (dis)avventure del giovane Psyco mi sta conquistando. Ciò che indubbiamente attira è il fatto che i punti di vista, ben presto, saranno completamente ribaltati. Anche se momentaneamente è l'adolescente tipo, ben presto Norman scoprirà insieme agli spettatori la sua vera natura. E allora la serie TV sarà retta dal punto di vista non di un detective in erba, ma di una mente criminale a cui, alla fine, si finirà per legarsi anche un po'. Inevitabilmente. Pensate che a me, complici appena cinque puntate, lui già sta simpatico! Sì. Decisamente preoccupante...
 
Chi di voi lo segue? Cosa ve ne pare? Un abbraccio a tutti! E buon sabato sera :)

giovedì 18 aprile 2013

Recensione a basso costo: Divergent, di Veronica Roth

Ciao a tutti! In vista dell'uscita imminente del seguito, mi sono gettato a capofitto su Divergent. Che dire... Suggerimenti sul perché diavolo non l'abbia letto prima?! Ditemi come sempre la vostra. Per inciso, personalmente, sono a dir poco entusiasta del cast scelto per l'imminente trasposizione cinematografia: anche per Shailene Woodley, che odio dai tempi di Vita Segreta di una Teenager americana, pensate un po'! Un abbraccio e buona lettura, M ;)
 
Titolo: Divergent
Autrice: Veronica Roth
Editore: De Agostini
Numero di pagine: 480
Prezzo: € 16,90 (€ 9,90 nella recente ristampa)
Sinossi: Dopo la firma della Grande Pace, Chicago è suddivisa in cinque fazioni consacrate ognuna a un valore: la sapienza per gli Eruditi, il coraggio per gli Intrepidi, l'amicizia per i Pacifici, l'altruismo per gli Abneganti e l'onestà per i Candidi. Beatrice deve scegliere a quale unirsi, con il rischio di rinunciare alla propria famiglia. Prendere una decisione non è facile e il test che dovrebbe indirizzarla verso l'unica strada a lei adatta, escludendo tutte le altre, si rivela inconcludente: in lei non c'è un solo tratto dominante ma addirittura tre! Beatrice è una Divergente, e il suo segreto - se reso pubblico - le costerebbe la vita. Non sopportando più le rigide regole degli Abneganti, la ragazza sceglie gli Intrepidi: l'addestramento però si rivela duro e violento, e i posti disponibili per entrare davvero a far parte della nuova fazione bastano solo per la metà dei candidati. Come se non bastasse, Quattro, il suo tenebroso e protettivo istruttore, inizia ad avere dei sospetti sulla sua Divergenza... Età di lettura: da 12 anni.
                                                La recensione
I casi editoriali sono studiati a tavolino per attirare in libreria sciami e sciami di curiosi. Sono come tante piccole lune che, per un'alchemica attrazione gravitazionale, influenzano maree di lettori. E' questo il senso di tutta quella pubblicità, il suo scopo principale. A me, sinceramente, fa una paura matta. Mi ci allontano per istinto naturale. Non mi fido. Lascio che le acque si plachino e che il livello di quelle maree umane si abbassi. Preferisco acque calme per fare un tuffo nell'intrigante abisso che nasconde i mondi più vari. Sì, preferisco aspettare: lunghi anni, semplici mesi, momenti migliori.
Divergent è arrivato in Italia il 22 Marzo 2012, seguito da ovazioni generali che – dall'inglese – sono state rapidamente tradotte alla lettera da giornalisti e blogger italiani. Dico alla lettera perché sull'esordio della giovanissima Veronica Roth nessuno aveva dubbi: era originale, moderno ed era anche un gran bel romanzo. Sono arrivato tardi alla festa che celebrava il trionfo di una nuova promessa del panorama internazionale, al debutto in società di una talentuosa ragazza. Io ho letto Divergent un anno e un mese dopo. In un ritardo che, all'inizio ben motivato e sorretto da solide considerazioni personali, a fine romanzo mi è sembrato imperdonabile. In questi 365 giorni la fama del romanzo non si è eclissata. Tutt'altro: si sono aggiunti un film di prossima realizzazione dal cast strepitoso, un sequel – Insurgent – che a Maggio approderà anche da noi, un capitolo conclusivo ancora da concludere, ma già attesissimo in patria. Quindi che Veronica Roth è brava non devo venirvelo di certo a dire io! Parafrasando liberamente il famoso detto latino, le parole volano, gli scritti parlano. E il suo romanzo parla una lingua tutta sua, fatta di suoni a metà tra l'aspro dialetto del Distretto di Panem e quello più dolce ed evocativo dei “babbani” emigrati nella lontana Hogwarts. Una lingua che, nei primi attimi, non mi ha coinvolto, ma che poi si è erta ad inno ufficiale della distopia per i più giovani. 
Ogni storia ha inizio con una scelta, e quella scritta dall'autrice non fa eccezione. La scelta della protagonista Beatrice è una di quelle scelte che modificano la vita per sempre. A sedici anni, in una futuristica Chicago in cui l'equilibrio è tutelato da cinque rigide fazioni, Beatrice sceglie di far parte degli Intrepidi. Di chiudere con un passato di sottomissioni e silenzio, di lasciarsi dolorosamente alle spalle la sua famiglia e la sua fazione d'appartenenza, di cambiare perfino nome. Quello dell'angelica fanciulla amata da Dante fino alle profondità dell'inferno è sostituito dal diminutivo Tris: breve, efficace, immediato. Un nome nuovo per una ragazza nuova e con un futuro da scrivere su pagine tutte bianche. Una ragazza che nasconde un segreto così pericolo che, se svelato alle persone sbagliate, le costerebbe l'unica cosa che le rimane: la vita. 
E' una Divergente, anche se ancora non sa cosa esattamente significhi e quali rischi ciò comporti. Per la brama di potere dei freddi e avidi Eruditi è sinonimo di minaccia. Di ostacolo da scovare... ed eliminare. 
Non sono mai stato un fan dei film d'azione, né dell'attività fisica. Non gioco a calcio, non gioco a basket, più che nuotare riesco a stare a galla, non corro nemmeno sotto minaccia. Eppure per raggiungere Tris ho dovuto correre a perdifiato verso un treno in corsa, aggrapparmi al nudo metallo e lanciarmi in uno dei portelloni lasciati aperti solo per me. Con il fiatone e le fitte al fianco destro, anch'io ho dovuto superare la mia prima prova d'Iniziazione. La seconda è stata un salto nel vuoto, la terza un combattimento corpo a corpo contro un nemico dieci volte più massiccio di me. Le sono stato vicino anche se lei, forte e caparbia com'è, non ne aveva bisogno. Probabilmente ne avevo bisogno io. Entrare nel covo degli Intrepidi è stato fisicamente faticoso, ma assolutamente fantastico. Loro sono una grande e rumorosa famiglia contro la quale nessun vicino di casa oserebbe lamentarsi per i troppi schiamazzi. Mi hanno ricordato antichi Vichinghi a raduno e una congrega di dissoluti pirati in mezzo al mare dei Caraibi: ricoperti di piercing e tatuaggi, chiassosi e rozzi, amanti dell'alcol e di stimoli estremi, ma coraggiosi nelle battaglie di tutti i giorni e in quelle più grandi ancora. 
Far parte del loro gruppo non comporta l'imparare ad essere spietati, senza paura o debolezze. Ma imparare a coltivare l'altruismo, a combattere insieme ogni timore, a superare ogni ostacolo esterno. Ho immaginato le scene d'azione che costellano il romanzo nitidamente, alla perfezione, grazie all'inserimento di quelle vivide ed efficaci descrizioni che, invece, avevo trovato tanto mediocri nei romanzi di Suzanne Collins. L'autrice, inoltre, fa una certa simpatia: inevitabilmente, la si finisce per confondere con la narratrice stessa. E' un'eroina ed una sognatrice. Una cazzutissima principessa guerriera del futuro; ma una guerriera pur sempre romantica. Quella tra Tris e Quattro – il suo taciturno e tenebroso istruttore – è una storia d'amore nata in una sala d'allenamento, ricoperta di lividi di avversari vinti e di punti di sutura, nutrita con segreti condivisi, lotte, incubi ed immensa dolcezza. Le ambientazioni, poi, sono ristrette, ma di un fascino senza limiti. Soprattutto, leggere Divergent è come assistere alla vita di ogni adolescente che, in mani abili, diventa materiale di un'avvincente e metaforica distopia, dove gli esami non finiscono mai, la voglia di altrove è in contrasto con la paura di abbandonare il nostro nido di affetti e consolazioni, le scelte terrorizzano a morte. Invece, bisognerebbe avere il fegato della protagonista: quello necessario per superare la paura che ci impedisce di amare liberamente, fisicamente; per tatuarsi ogni centimetro quadrato di pelle; per farsi i buchi a naso, sopracciglia e orecchie. Per avere il coraggio di scegliere, anche ciò per cui non siamo nati. Pieno di sacrificio, personaggi straordinari, commozione, valori e virtù, il romanzo pompa adrenalina pura nelle vene. Ti tiene sospeso a lungo ed in bilico su un cornicione pericolante, ti dà la forza fisica e morale che pensavi di non avere. Ma quando l'effetto dell'adrenalina finisce ha inizio il dolore. Per tutte le perdite, le morti e le cicatrici che un solo libro è riuscito a causare. Divergent è un intrattenimento perfetto, una figata assoluta. E' un libro che spacca. Ma tutto, tutto: cemento, vetro, cuori, resistenze scioccamente credute infrangibili. Spacca la voce dei lettori che, tra il disperato e l'esaltato, reclamano un degno seguito.
Il mio voto: ★★★★★
Il mio consiglio musicale: Christina Aguilera – Fighter

lunedì 15 aprile 2013

Aprile - Maggio: Anteprime lontane e vicine ²

Buon inizio di settimana a tutti, amici! E che inizio!
A dirvi la verità, non so se si tratti di un incubo o di una favola: fatto sta che le prossime uscite sono tutte straordinarie. Ci sono giusto un paio di problemini: non ho una lira, ho gli esami davanti a me, voglio progettare – insieme a voi – un grosso colpo in banca. Le nostre case editrici, con l'arrivo della primavera, si stanno svegliando dal letargo invernale. Ed in grande stile! In queste seconda carrellata del mese, altri titoli imperdibili che andranno ad impinguare la nostra WL: che (fantastico) guaio! 
 Abbiamo quattro titoli firmati dalla Garzanti, uno più bello dell'altro: copertine adorabili e trame da brividi per libri che, sono sicurissimo, ci faranno versare non poche lacrime. Tre autori stranieri, un'italiana: la talentuosa Sara Rattaro di Un uso qualunque di te. Insieme a lei, ritornano anche le saghe di Francesco Falconi e Marissa Meyer: un'invasione di muse e principesse, mitologia e fantascientifica fiaba. L'instancabile James Patterson – autore di thriller, romance.... c'è qualcosa che non fa? - ci parla di quanto sia difficile avere quattordici anni in Scuola Media – Gli anni peggiori della mia vita (credimi, James: lo sono stati anche per me!). Ultimo ma non ultimo, un esordiente con un thriller raggelante e misterioso: Il Mangiateste. Già lo adoro! Allora, si fa questa rapina? Chi è dei nostri? Scherzi a parte, rifacciamoci gli occhi e ristrutturiamo le nostre liste dei desideri: cosa volete... ma anzi, cosa non volete? Facciamo prima ;)
                                                          GARZANTI
Titolo: Lo strano mondo di Alex Woods
Autore: Gavin Extence
Editore: Garzanti
Numero di pagine: 380
Prezzo: € 16,40
Data di pubblicazione: 24 Aprile 2013
Sinossi: Per Alex Woods la notte è un momento magico, l'unico momento in cui può gettarsi la paura alle spalle. Ogni notte si affaccia alla finestra per guardare le stelle. La stanza è invasa da libri di astronomia, la sua passione. Studiare le eterne e immutabili leggi che regolano l'universo è l'unico modo per fuggire dalla sua vita disordinata. Alex sa cosa significa essere strano. Non ha mai conosciuto suo padre e sua madre è una lettrice di tarocchi che l'ha cresciuto in un negozio pieno di candele, incensi e pozioni. E da quando ha dieci anni soffre di attacchi epilettici che riesce a controllare solo ascoltando musica classica ed enumerando i nomi delle costellazioni. A scuola i bulli lo perseguitano senza tregua. Un giorno, mentre fugge dall'ennesimo pestaggio, Alex cade e rotola in un giardino, devastando la siepe. Quando apre gli occhi si trova la canna di un fucile piantata in faccia. A imbracciare l'arma è il signor Peterson, un bislacco e arcigno vedovo. Un uomo solo, con una ferita nel cuore che non ha intenzione di rivelare a nessuno. Fra i due nasce la più improbabile delle amicizie, fatta di coltivazione di sostanze stupefacenti e letture dei romanzi più dissacranti. Ma quando il signor Peterson scopre di avere una grave malattia per Alex giunge il momento di sovvertire tutte le leggi dell'universo e intraprendere il più strambo dei viaggi. Perché solo lui può salvarlo...

Titolo: Per te qualsiasi cosa
Autore: Sam Angus
Editore: Garzanti
Numero di pagine: 260
Data di pubblicazione: 24 Aprile 2013
Sinossi: Stanley è ancora un ragazzino, e si sente solo. Da quando il fratello è partito per la guerra, il padre non è più lo stesso. E' freddo e distante. Eppure Stanley è trovato il modo per essere di nuovo felice: prendersi cura dei suoi cani. Lui è l'unico che sa come comunicare con loro. Quando Soldier, un cucciolo dal pelo chiaro, sembra troppo fragile per sopravvivere, Stanley gli salva la vita. Qualcosa di speciale li unisce e i due diventano inseparabili. Ma il loro legame è destinato a spezzarsi: un giorno, all'improvviso, Soldier scompare. Per Stanley è una nuova ferita difficile da ricucire. Non gli rimane che una scelta: vestire la divisa dell'esercito inglese e partire per il fronte. Partire alla ricerca del fratello e cercare di riunire la sua famiglia. Grazie alla sua rara abilità nel capire i cani, viene assegnato al servizio dei cani messaggeri. Nell'orrore delle trincee del primo conflitto mondiale, la lealtà e il coraggio di questi animali salvano vite umane. Sono loro che giorno dopo giorno insegnano a Stanley a essere forte e a sopportare la violenza della guerra. Eppure lui non riesce ad affezionarsi veramente: il ricordo di Soldier fa ancora troppo male. Fino a quando non gli viene affidato Pistol che, come lui, non si fida più di nessuno. Grazie a questo cane Stanley rivive, per la prima volta, la forza dell'amicizia che lo legava a Soldier. Una sensazione che credeva di non riuscire più di provare. Pistol ha uno strano e immediato attaccamento per lui e i suoi occhi sembrano volergli dire qualcosa. Stanley deve scoprire se il suo cuore è ancora capace di ascoltare...

Titolo: Non volare via
Autore: Sara Rattaro
Editore: Garzanti
Numero di pagine: 340
Prezzo: € 14,90
Data di pubblicazione: 2 Maggio 2013
Sinossi: Matteo ama la pioggia. Gli piace sentirne il tocco leggero sulla pelle. Perché quello è l'unico momento in cui è uguale a tutti gli altri. Perché Matteo è nato sordo. Oggi è giorno di esercizi. La logopedista gli mostra un disegno con tre uccellini. Uno vola via. Quanti ne restano? La domanda è continua, insistita. Ma Matteo non risponde, la voce non esce, e nei suoi occhi profondi ce un mondo fatto soltanto di silenzio. All'improvviso la voce, gutturale, esce: "Pecché vola via?". Un uccellino è volato via e Matteo l'ha capito prima di tutti. Prima della mamma, Sandra. Prima della sorella, Alice. È il padre a essere volato via, perché ha deciso di fuggire dalle sue responsabilità. All'inizio non era stato facile crescere il piccolo Matteo. Eppure tutti si erano fatti forza in nome di un comandamento inespresso: "Restare uniti grazie all'amore". Ma è stato proprio l'amore a travolgere Alberto, un amore perduto e sempre rimpianto. Uno di quei segreti del passato che ti sconvolge la vita quando meno te l'aspetti. E lo fa quando credi di essere al sicuro, perché sei adulto e sai che non ti può succedere. E che poi ti trascina nell'impeto di inseguire i tuoi sogni. Ma adesso Alberto ha una famiglia che ha bisogno di lui. Sandra, la donna che ha sacrificato tutto per il figlio. Alice, la figlia adolescente che sta diventando grande troppo in fretta. Ma soprattutto ha bisogno di lui Matteo, che vorrebbe gridare "Papà, non volare via."

Titolo: Tra la notte e il cuore
Autore: Julie Kibler
Editore: Garzanti
Numero di pagine: 364
Prezzo: € 18,60
Data di pubblicazione: 9 Maggio 2013
Sinossi: È mattina presto, e Miss Isabelle si ferma per un attimo sulla soglia di casa ad ammirare la luce dell’alba che colora di rosa i tetti della cittadina di Arlington, Texas. Come ogni lunedì sta aspettando Dorrie, la sua giovane parrucchiera, che per lei è diventata come una figlia. Da dieci anni è la sua cliente speciale, da dieci anni la sua richiesta è sempre la stessa: domare la sua vaporosa chioma in ordinati riccioli argentati. Ma non questo lunedì. Oggi Miss Isabelle sa che la sua vita fatta di piccoli riti e abitudini sta per essere rivoluzionata. Il passato è tornato a tormentarle l’anima e niente potrà più essere come prima. Con tutta la forza d’animo che riesce a raccogliere dopo novant’anni di vita, Miss Isabelle presenta la sua richiesta d’aiuto a Dorrie. Ed è una richiesta sconvolgente. Un viaggio. Un lunghissimo viaggio in macchina verso Cincinnati, dalla parte opposta degli Stati Uniti, e bisogna partire subito. Senza spiegazioni. Dorrie esita, ma le basta uno sguardo negli occhi della vecchietta per capire che non può rifiutare. Mentre l’orizzonte inghiotte l’asfalto e il rosso del tramonto si dissolve in un cielo buio senza stelle, Miss Isabelle stringe tra le mani un antico ditale d’argento e sente il proprio cuore riaccendersi, come una notte di settant’anni prima, nel 1939...
                                                           SALANI
Titolo: Scuola Media. Gli anni peggiori della mia vita
Autori: James Patterson; Chris Tebbets
Editore: Salani
Numero di pagine: 288
Prezzo: € 12,00
Data di pubblicazione: 29 Aprile 2013
Sinossi: Questa è la storia davvero pazzesca di come io, Rafe Khatchadorian, ho: combattuto e sconfitto la mia diabolica insegnante d’inglese, altrimenti detta: Lady Dragon; venduto l’anima, un pezzetto per volta, a Miller il Killer, il terribile bullo della scuola;lottato con un vero orso più di una volta; entrato (o quasi) nelle grazie della ragazza più bella della scuola; fatto soffrire tutte le persone a cui tengo (non volevo, lo giuro!). 
Infine, scoprirete come ho portato inesorabilmente a termine la missione che mi ero prefisso all’inizio dell’anno: infrangere tutte le regole scolastiche, una per una! Saranno anche stati i giorni peggiori della mia vita, ma per voi, ve l’assicuro, sarà uno spasso!
                            MONDADORI
Titolo: Muses. La Decima Musa
Autore: Francesco Falconi
Editore: Mondadori “Chrysalide”
Numero di pagine: 492
Prezzo: € 17,00
Data di pubblicazione: 14 Maggio 2013
Sinossi: Alice De Angelis ha percorso fino in fondo la strada pericolosa che l'ha portata a conoscere il suo passato. Ha scoperto l'origine del suo dono e il potere devastante delle nove Muse. 
Quella strada però l'ha fatta precipitare in un baratro: la sua vita è appesa ad un filo sottile su cui scorrono misteriose immagini di un presente che lei non può più vedere. Immobilizzata in un letto, legge negli occhi delle altre Muse violenza, passione, potere. Tutto va verso lo scontro finale. Se Alice vuole sopravvivere non può fare altro che tornare ad affrontare il passato , combattere oltre se stessa e scoprire il segreto della Decima Musa.

Titolo: Scarlet
Autore: Marissa Meyer
Editore: Mondadori “Chrysalide”
Numero di pagine: 432
Prezzo: € 17,00
Data di pubblicazione: Aprile/ Maggio 2013
Sinossi: Androidi ed esseri umani popolano le strade di Nuova Pechino, sotto lo sguardo implacabile degli abitanti della Luna... 
Mentre Cinder tenta in ogni modo di scappare dal carcere in cui è rinchiusa, dall'altra parte del mondo Scarlet Benoit cerca disperatamente la persona a lei più cara, sua nonna, scomparsa senza lasciare traccia. Nella ricerca arriva ad aiutarla Wolf, esperto di combattimenti clandestini, e insieme partono per Parigi. Qui incontrano, per caso, proprio Cinder. Con lei dovranno battere sul tempo la malvagia Regina lunare Levana, disposta a fare qualsiasi cosa per indurre il bel principe Kai a sposarla. Qualsiasi cosa: anche scatenare la guerra più distruttiva di tutti i tempi.
                               PIEMME
Titolo: Il mangiateste
Autore: Samuel Giorgi
Editore: Piemme
Numero di pagine: 392
Prezzo: € 17,50
Data di pubblicazione: 30 Aprile 2013
Sinossi: Un tranquillo paesino di montagna. Tredici suicidi in meno di un anno. Un'antica superstizione che semina terrore. In un paese della Val d'Ossola, una lunga sequenza di suicidi ha gettato nel panico la comunità e ha lasciato la polizia senza risposte. Al caso si interessa Luna, giovane detective dotata di un intuito particolare; mentre cerca di fare luce sulla vicenda, si imbatte in antiche superstizioni che alcuni collegano al responsabile di quell'orrore. E qualcuno gli ha già dato un nome: il Mangiateste. Nel frattempo, a Villa Luce, la clinica che in paese ospita soggetti con problemi psichici, sembra emergere un'altra interpretazione dei fatti: questa coinvolge alcuni pazienti gravi rinchiusi in un'ala dell'istituto di cui sono a conoscenza solo in pochi. Con l'aiuto degli altri membri della squadra, rischiando di essere travolta da quest'ondata di follia suicida, Luna porterà a galla una drammatica vicenda del passato, per la quale qualcuno sta consumando poco alla volta la sua vendetta.