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Lena e la tempesta, di Alessia Gazzola. Garzanti, € 16, 40, pp.
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Ci
siamo salutati lo scorso inverno sperando non fosse l'ultima volta.
Ma, in pausa dalle indagini dell'Allieva,
l'inarrestabile Alessia Gazzola non ha impiegato molto a rimboccarsi
le maniche. A sorpresa è tornata in libreria prima del previsto, e
a sorpresa può contare su un personaggio femminile che durante la
lettura non fa sentire troppo la mancanza della pasticciona Alice
Allevi. Congedata a tempo indeterminato la reginetta del giallo, la
scrittrice siciliana si è presa una pausa dallo stress degli omicidi
e dei romanzi in serie, staccando il biglietto per una destinazione
suggestiva. È maggio, ma le vacanze estive sembrano proprio essere
giunte in anticipo. Fra le pagine e fuori, allora, si parla di fughe
dal traffico di Roma, di nuovi inizi altrove, e ancora una volta
scrittrice e protagonista sembrano avere molto in comune.
Destinazione, Levura: un'immaginaria isola del Mediterraneo all'ombra
di un vulcano sopito, senza aria condizionata, wi-fi, automobili. Un
paradiso sponsorizzato perfino dalle riviste newyorchesi,
consigliatissimo per staccare la spina da giugno a settembre. Ma per
andarci in esilio? Lena, trent'anni e un'esistenza in forse,
raggiunge la casa di villeggiatura prendendo l'aliscafo da Palermo:
manca da lì dalla bellezza – o dall'orrore – di tre lustri.
Galleggio
nella vita come le estremità di certe alghe che solo all'apparenza
affiorano in superficie, ma in realtà sono radicate nell'oscuro
fondale del mare, e quello che sembra movimento, non è che inerzia.
La mia stessa esistenza potrebbe dirsi molto fortunata, al di là del
fatto che non ho soldi né un compagno. Questo tipo di assenze,
tuttavia, possono sempre mutare ed essere colmate, in quello che mia
madre chiama il tourbillon de la vie.
Ogni
stanza affacciata sul mare le ricorda cose belle e brutte. Quanti
tradimenti e quanti incontri, quante amicizie elettive e quanti
matrimoni hanno scelto l'incontaminata Levura come sfondo. Quante
grigliate e quanti ospiti dell'ultimo minuto, durante l'adolescenza
della protagonista, passavano a trovare mamma e papà: lei autrice
di romanzi rosa trapiantata a Parigi, che per temperamento vi ricorderà
un po' l'esilarante nonna Amelia; lui scrittore naturalizzato a
Brooklyn, con prole internazionale a carico e conoscenze elitarie
degne del “Supremo” Malcomess. Su un'isola con una superficie di
cinque metri quadrati dove tutti sono potenzialmente imparentati e tutti hanno Giovanna per domestica, purtroppo è
facile trovarsi al centro di reunion sgradite o spiare il fare
sospetto del fascinoso dirimpettaio.
Romantica ma dai modi pratici, intimidita dagli uomini e per questo
di indole solitaria, Lena è un'illustratrice in crisi creativa e una
donna in guerra contro sé stessa: le inibizioni la frenano, le
conversazioni languono, il sesso è tabù. A differenza di Alice,
non giunge mai a conclusioni affrettare davanti a una bugia, non
cerca l'amore eterno, non conosce leggerezza. Ma puntualmente sarà l'amore a trovare lei nella persona di Tommaso, un altro spasimante
in camice bianco, insieme a tutta l'ironia di Alessia Gazzola. Cosa
sarà di loro due a fine stagione? E di Cassius, tenero cagnetto in
prestito? E della piccola Poppy, adorabile turista straniera la cui
famiglia ha affittato casa Santoruvo per le vacanze? Quella di Lena
e la tempesta, parafrasando le
parole della stessa protagonista, non sfigurerebbe nel bel mezzo
delle classiche storie di tenacia e ripartenze in onda negli afosi
pomeriggi Mediaset. Sotto il sole a picco, a parte i dolori annidati nell'adolescenza della padrona di casa, niente di nuovo: lo si
constata, tuttavia, senza recriminatorie.
Ho
navigato acque tempestose, ho dormito in stanze molto buie, ma sono
approdata a una nuova storia, tutta da scrivere.
Da
quest'ordinaria vicenda di resilienza su uno sfondo da cartolina,
infatti, nasce un riuscitissimo ritratto di signora. Lena in passato
ha ceduto alle scappatoie delle raccomandazioni, è stata l'amante di
un uomo sposato, prende appuntamento con un'analista junghiana, custodisce i suoi pochi averi nel garage di un'amica. Disegna
senza scadenze, senza ansie, senza destinatari. E laggiù, in esilio,
cerca la voce perduta. I trucchi di una soddisfacente riuscita sono
rintracciabili, allora, nel tocco delicato della solita autrice,
nella suo inimitabile senso dell'umorismo e in una protagonista, al
contrario della Emma di Non è la fine del mondo,
lodevole per maturità e fardelli. Alessia Gazzola
racconta la rinascita di una donna che volta pagina: lei stessa,
lontana dai tavoli autoptici, volta pagina ma non troppo. Intimista
senza mai tradire l'intrattenimento delle lettura da ombrellone,
turbolento senza preoccupanti nuvole l'orizzonte, il suo ultimo
romanzo – ce ne ha promesso un altro entro l'anno, prendiamola in parola – vanta nel
titolo una tormenta sia letterale che figurata, nonostante la
prevedibilità immancabile dell'arcobaleno in agguato. Nessun
uomo è un'isola. E nessun uomo, Lena, può rubarti il sereno dopo la
tempesta.
Il
mio voto: ★★★½
Il
mio consiglio musicale: Hooverphonic – Amalfi
Già mi ispirava ma, per questioni logistiche, ne ho rimandato la lettura. Ora ti leggo e sono felice di scoprire che, nonostante un personaggio molto diverso dalla nostra cara Alice, la Gazzola sia riuscita nella sua nuova impresa. Rimedierò, intanto buone letture!
RispondiEliminaGrazie mille, Anna, buone letture a te!
EliminaPenso proprio che lo leggerò. Grazie della segnalazione, la tua è la prima recensione di questo libro che trovo sul mio cammino.
RispondiEliminaLea
Felice di aver giocato d'anticipo per una volta, precedendo l'ondata di post a tema. È dietro l'angolo!
EliminaPurtroppo con la Gazzola non ho avuto un approccio decisamente positivo. Ho scoperto che il suo stile, i suoi romanzi non fanno per me 😔
RispondiEliminaOrmai, da anni, è una specie di amica per il blog. Fra alti e bassi, e tanto fa la forza dell'abitudine, fa sempre molto piacere ritrovarla.
EliminaFinora ho rimandato la Gazzola perché non mi andava tanto di impelagarmi nella serie de l'allieva, però siccome ho in programma di leggere qualcosa di suo, se questo è autoconclusivo... lo terrei presente :)
RispondiEliminaAutoconclusivo, come anche Non è la fine del mondo. Il prossimo, pare, sarà invece il primo di una nuova serie.
EliminaCiao Ink, ho letto tutti i romanzi della Gazzola, non è tra le mie autrici preferiti ma ammiro la leggerezza e la scorrevolezza dei suoi romanzi... questo mi manca, non credo che lo leggerò a breve ma m'incuriosisce :-)
RispondiEliminaCiao Ariel! Decisamente non è tra le mie firme di riferimento, ma ormai quelli coi suoi romanzi sono appuntamenti fissi. Non ci rinuncio mai!
EliminaCiao, della Gazzola ho letto solo "Non è la fine del mondo" e mi era piaciuto molto, credo che questo lo leggerò a breve e sto pensando di iniziare anche la serie dell'Allieva.
RispondiEliminaCiao Cristina, a me quello era piaciuto poco. Troppo leggero, troppo derivativo.
EliminaIn ogni caso, ti aspettano nelle avventure!
Anche questo suo romanzo lo vedo bene per una Rai Fiction.
RispondiEliminaDai che la Mastornardi ti rovina pure questo! :D
Alessandra, sei bona e cara, ma statti ferma... Ridacci Master of None!
EliminaAutoconclusivo, breve, interessante: direi che è già in lista
RispondiEliminaStefi
Proprio così, quello che ci vuole!
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