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Non leggerai, di Antonella Cilento. Arya – Giunti, € 14, pp.
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La
letteratura è diventa una disciplina morta gradualmente, come il
latino e il greco ai giorni nostri. Tutti volevano fare gli
scrittori, raccontandosi in autobiografie a tavolino. Nessuno, però,
voleva leggere più. Le fascette promozionali strillavano invano
superlativi assoluti dagli scaffali. Le librerie ospitavano youtuber
e influencer. I piccoli editori morivano per colpa dei colossi del
digitale, gli ebook spopolavano prima che ci si rivolgesse
direttamente ai riassunti, la carta bruciava. Siamo all'indomani di
una crisi – economica, editoriale – senza precedenti. Siamo in un
futuro che forse è già qui. La parola svilita, l'apparenza come
unica legge. Nello skyline di una splendida Napoli distopica, fra
macchine volanti e distributori di proiettili, promesse d'immortalità
e social network che inneggiano al tempo perso, si staglia una scuola
superiore intitolata alla memoria di Pino Daniele. Tutt'intorno,
rioni fatiscenti e una criminalità in rapida evoluzione, mentre la
tecnologia avanza di pari passo alla disinformazione. Gli adolescenti
del quartiere Sanità, i cui pensieri sono messi costantemente al
vaglio da un governo che intanto tutto spia, seguono svogliatamente
lezioni proiettati sulle lavagne digitali, consegnano videocompiti
scopiazzati qui e lì, si descrivono alla classe con appositi trailer
di presentazione: in molti casi, hanno lasciato l'asilo a dodici
anni.
Non
ve lo dirò mai abbastanza: voi non dovete avere idee! Ormai, i libri
sono estinti e questo rischio non lo correte più, ma a ogni angolo,
a ogni svolta un'idea è in agguato! Vi sembrerà piccola, ingenua,
insignificante... Un'innocua trasgressione, una passioncella... […]
È una bomba! È un mostro pronto a divorarvi, a rovinarvi la vita, a
impedirvi ogni felicità!
Help,
la protagonista, non è l'eccezione alla regola: un abbondare di
tatuaggi indelebili – rami fioriti sulle braccia, segni di
punteggiatura sui polpacci muscolosi – e un appartamento al quinto
piano, circondato perennemente da ponteggi e impalcature, che
raggiunge per sfida con cavi e rampini. Ha sprezzo del pericolo e
dell'autorità, e qualche volta puoi vederla sfrecciare o
arrampicarsi con il suo inimitabile giubbotto: un capo acquistato dal
cinese all'angolo, con il disegno di un drago sulla schiena.
L'amicizia con Farenàit, l'ultima arrivata in classe, è l'ennesimo
rischio da correre: perché la ragazza, nascosta dietro le sciarpe
ingombranti, ama le ragazze e le fotografie dei defunti. A Napoli non
si legge, infatti, e la morte è un tabù: nessuno ne parla, nessuno
presiede ai funerali dei propri cari. Figurarsi allora la follia di
trafugare la tomba di una sconosciuta per pura curiosità. E di
scoprire nella cassa da morto cinquanta libri proibiti: i migliori, a
memoria d'uomo, prima che la narrativa e la saggistica sparissero dai
nostri radar. Sfrontata, autoironica, semplicemente irresistibile,
Non leggerai è l'avventura
di due ragazze che sperimentano così un linguaggio segreto. Si
infatuano della vampira Carmilla, diffidano dal Grande Fratello di
Orwell, sognano i tesori di Stevenson, identificano i concittadini
sgraditi con gli usurai di Dostoevskij, sognano le attrazioni fatali
di Cime tempestose,
parafrasano il Bardo nei corridoi. La letteratura – una ribellione
contro l'inerzia, uno schiaffo all'apatia – le invoglia a nutrire
idee tutte loro. E le mette nei guai.
Ma
cosa ci piace? Il divieto che affrontiamo o le storie che leggiamo?
Il
lessico forbito e quei congiuntivi azzeccati potrebbero suonare
sospettosi alle orecchie di due antiquari senza scrupoli o a quelle
di Cazzimma, figlio del temibile camorrista O'Russ, a capo di una
baby gang che coordina l'intera delinquenza minore. Essere attratti
dal proibito, però, inevitabilmente significa anche quello: ficcare
il naso nei libri polverosi, e lasciarsi sedurre da prose per cui
vivere o morire. La prima volta dell'affermata Antonella Cilento con
la narrativa per ragazzi, all'interno di una nuova collana da tenere
d'occhio, è una chicca da non lasciarsi sfuggire. Una satira per
ogni età, ricca di fantasia, che parla ora il dialetto stretto di
Elena Ferrante, ora il linguaggio della ribellione secondo Ray
Bradbury. Ha uno stile scoppiettante, un manipolo di personaggi che
fan subito simpatia e un'estetica a metà fra quella dei Manetti Bros
e l'animazione di Alessandro Rak. Tutto si è ribaltato. I giovani
scappano altrove, gli adulti fanno lavori da pischelli, le nonne
governano la casa armate di cucchiarella e aiutano a sbarcare il
lunario attingendo alla pensione. Ipnotizzati dai cellulari, ignari
di cosa siano l'inchiostro o perfino la pellicola, i ragazzi del
futuro – tristemente simili ai troppi Millenials che oggi si
sognano star di Instagram – hanno trasformato le catacombe in
discoteche e rinunciato di buon grado alla privacy. I bibliotecari
sono novelli terroristi. Lo spirito d'iniziativa, il male nel mondo.
Una
società che vive stando allo specchio muore.
A
distanziarci da questa Italia futuribile ci sono davvero tre
generazioni? È possibile contare su un destino alternativo, senza
trasferirsi in invidiabili bunker o salpare per isole esotiche? Meno
cupa dei colleghi scrittori che ci hanno raccontato catastrofe
ambientali o donne al macello sotto il giogo dei padroni uomini, ma
non per questo meno preoccupante, la leggerezza di Antonella Cilento
ci fornisce una via di fuga in anticipo attraverso lo strumento
migliore. Un libro sui libri, che fa allungare all'inverosimile le
whishlist – che vergogna: al momento ho letto pochissimi dei titoli
rinvenuti nella cassa da Help e Farenàit – e andare ancora più
orgogliosi di essere topi di biblioteca, parte di una specie ormai in
via d'estinzione. Se la fame vien mangiando, infatti, la voglia di
mettersi in salvo vien leggendo.
Il
mio voto: ★★★½
Il
mio consiglio musicale: Ligabue – G come Giungla
Desidero leggerlo sin dal primo momento in cui ne ho scoperto la sua pubblicazione �� sembra davvero molto carino. I romanzi che parlano di scrittura, poi sono fra i miei preferiti ��
RispondiEliminaÈ carinissimo. Io, invece, non amo particolarmente i libri che parlano di libri, ma ho fatto un felice strappo alla regola. :)
EliminaÈ sul mio tavolo in attesa di essere letto ehehe
RispondiEliminala tua recensione mi è piaciuta molto ma non ho ben capito se il libro ti ha colpito o no mmmhh... :-)
Colpito no, è una lettura carina e basta, di quelle non particolarmente segnati, ma nel momento giusto fa comunque buona compagnia!
EliminaEhm, mi sa che non lo leggerò.
RispondiEliminaGiusto per tenere fede al titolo, mica per altro... :)
Fai male! Questi mondi distopici, vedi?, saranno colpa tua. 😜
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