Ai
microfoni di Fazio, ai tempi dell'uscita di Anna,
parlava di una crisi che gli dava da penare.
Affermazione che, da fan scopertosi tale appena qualche estate prima,
semplicemente atterriva: dall'ultimo romanzo sono infatti passati già tre anni. La vena creativa di
Niccolò Ammaniti, chiariamolo subito, sta benissimo: lo dimostra Il
miracolo. Una serie Sky in cui Ammaniti scrive, produce e in parte dirige. Un'idea vincente
che ripaga, rielaborando tematiche care all'autore romano. Ha
di che sbizzarrirsi, infatti, tra sprazzi di puro delirio lynchiano (il
cameo di nostra Signora Bellucci, santa con aureola e tentacoli in
fondo al mare; draghetti acquatici che spingono i bambini a
disobbedire; incubi pulp con uomini-pane vittime di cannibalismo o first lady malate di sesso) e momenti toccanti in cui
ritorna l'umanesimo tutto laico di Come Dio comanda. Si
parte dal ritrovamento di una statua: una Madonnina che
piange lacrime di sangue, nel covo di un boss della 'ndrangheta. Non
c'è trucco e non c'è inganno, i test parlano chiaro, ma l'Italia
in fermento non è ancora pronta al prodigio: così ha stabilito il
premier di un ottimo Caprino, che si divide tra l'imminenza di un
referendum, due figli affidati a una tata inquietante, l'insoddisfazione di un'intensa Lietti
in crisi coniugale. Attorno a loro orbitano il sacerdote corrotto di
Tommaso Ragno, pronto a rinnovare l'amore di gioventù per la
svampita Indovina e la fede nell'Altissimo; Alba Rohrwacher, biologa prigioniera di una mamma inferma; il generale Sergio
Albelli, con una genitrice che convola a nozze in tarda età e una
task forse da guidare. Lo si capisce presto: che il fantastico, come
nel meno originale The Place, è un pretesto per riflettere e
scoprirsi uniti. Tutto appare uguale a prima, eppure niente sarà più lo stesso. L'Italia medita di uscire
dall'Europa; sotto
una cupola di vetro un gruppo ristretto di fedeli canta per una nuova venuta; altrove la clonazione non è
fantascienza, ma realtà, e nella Calabria più malavitosa si resta
fedelissimi all'occhio per occhio, dente per dente. Ci si riscopre,
ci si confessa, ci si innamora da capo. Si viaggia soli, e per mete
lontane. Si viene a patti con il dolore, e allora non esistono
interventi divini che possano salvarci. La Madonna, intanto, sta lì
e piange. Ferma nel silenzio
imperscrutabile del suo segreto. In una piscina vuota, sfitta, sotto
i fucili spianati di militari che fan da custodi. Perché
piange? Com'è arrivata lì? Cosa vuole dirci? Il miracolo,
thriller esistenzialista audace e irrisolto, lo si segue con la
curiosità alle stelle, una certa confusione e i sensi bene attenti a
cogliere le suggestioni sorrentiniane di qualche movimento di
macchina, la bellezza di una colonna sonora che canta The House of
the Rising Sun ai funerali e rende inquietante perfino Jimmy Fontana. È
un mondo che gira questo, come ricorda la sigla anni Sessanta, e di tanto
in tanto lo fa un po' a vuoto. Affascina sempre, tuttavia: con i suoi enigmi, le cui spiegazioni sono rimandate a data da destinarsi, e la magica puntualità dei suoi moti millenari. (7)
Prima
film d'esordio dal piglio inaspettato, poi sceneggiato televisivo
finito a sorpresa nel meglio di quell'annata, la cronaca di una
famiglia simile alle nostre raccontava il peggio della storia
d'Italia con contagiosa leggerezza. Un po' come con i Pearson – la loro versione americana,
glamour, ma non per questo superiore –, dei Giammarresi cominciavo
a sentire la mancanza. Per fortuna rieccoli: proprio dove li avevamo
lasciati, nella
formazione di sempre. Gli anni
Settanta hanno ceduto il passo agli Ottanta. Nel bene e nel male, si
respira aria di cambiamento. Papà Claudio Gioè è entrato alla
Regione, dopo tanto sgomitare, ma un connaturato senso di giustizia e
una collega a sua immagine e somiglianza lo fanno dubitare. Mamma
Anna Foglietta, supplente vita natural durante, ha ottenuto la
cattedra: fa del suo meglio, ma non sa confessare una tremenda verità, ha avuto infatti bisogno della raccomandazione. Mentre il piccolo Salvatore si strugge al solito di
domande esistenziali e amore – crescere gli ha fatto bene: i ricci
e gli occhi chiari lo fanno somigliare a uno Chalamet in erba –,
sua sorella Angela è protagonista di un cambiamento che commuove: studentessa che non ha mai brillato, è alle prese con una pancia che cresce ed
ex hippie che ritornano. Lo scapestrato
zio Scianna, faccendiere di Buscetta, spassosissimo ma affatto
saggio, si improvvisa discografico, poligamo, contrabbandiere e poi
se ne pente. Con la bella stagione, da titolo, arrivano purtroppo i morti illustri: ricordiamo Piersanti Mattarella e Gaetano Costa. Alla prima parte, più intensa e
riuscita, ne segue una seconda un po' sfilacciata, con virate forti,
rovesci di fortuna e sottotrame – quella degli amici dell'irritante
Salvatore su tutte – accantonate per fare spazio agli scontri tra
palermitani e corleonesi, alle esigenze della cronaca nera. Servono
eroi, ma a che prezzo? I Giammarresi così sperimentano il
politicamente scorretto e le scorciatoie impreviste; fanno carte
false, ma a fin di bene; cambiano idea su tutto e tutti, e poi ci
ricascano. Crescono, cambiano senza tradirsi mai e qualche
perdonabile sbavatura osano mostrarcela, nell'arco dei dodici episodi, a patto
che non siano crepe preoccupanti. Gli attori sono perfetti. La regia di Luca Ribuoli è
un bijoux – ricordiamo l'avanzata finale del cast,
sul modello del dipinto di Pellizza da Volpedo. La mafia
uccide solo d'estate ha gli
equilibri della commedia all'italiana. E si conferma una
chicca di peso, d'altri tempi, che suggerisce ci sia un buon motivo per pagare il canone Rai e, di giovedì sera, riposta la snobberia, riaccendere in sincrono cuore, testa e tivù. (7,5)
De La mafia uccide solo d'estate avevo adorato la stagione precedente, questa purtroppo l'ho persa in toto, le serie televisive IN TV non riesco a seguirle visto che ho solo ritagli di tempo. Spero di recuperarla su Rai Play, sempre che non la tolgano prima di riuscire.
RispondiEliminaSu Ray Play (sempre sia lodato) la trovi fino a quando vuoi. Anch'io l'ho seguita in differita, eccezione fatta per la puntata finale (iniziata alle ventidue, per colpa di Bruno Vespa).
EliminaMi mancano gli ultimi tre episodi di Il Miracolo (in programma per questa sera). Avrei voluto leggere la recensione a visione ultimata, ma non ho resistito. La curiosità è così tanta che sono quasi tentata di leggere spoiler qua e là (la Bellucci ad esempio non l'avevo ancora incontrata :P ). Pienamente d'accordo con te su tutto *_*
RispondiEliminaMi dispiace per l'anticipazione, Sara, ma giuro che la Bellucci è una comparsa assurda e fugace.
EliminaFammi sapere, poi, se anche tu aspetti con curiosità un'eventuale seconda stagione.
Ma no, l'avevo già vista nel cast su Wiki quindi niente anticipazione tranquillo ;)
EliminaHo apprezzato eccome, l'intera serie, sigla compresa. Attendo la seconda stagione anche se con timore!
ero indecisa su Il miracolo ma dopo la tua recensione mi sa che gli do una possibilità c.c
RispondiEliminaVai, Saya. Ammaniti è sempre roba per noi, anche in TV.
EliminaConfermi anche tu che la seria de "La Mafia..." non era una brutta idea come pensavo, e mi metti la pulce per un bel recupero come si deve. Devo smetterla di snobbare la Rai, lo so.
RispondiEliminaIl Cannibale si concede molte più produzioni Rai, quindi potrà assicurarti meglio di me che a sorpresa spesso meritano.
EliminaI Giammaresi sono certo che li adoreresti, impossibile il contario. :)
Quest'anno però sono meno Rai del solito. Per ora mi sono visto solo Romanzo famigliare (caruccio) e basta. Un po' sprecato, 'sto canone. :)
EliminaVedi? Quello lo volevo vedere anch'io (quant'è bella la Puccini).
EliminaDa Fan della prima ora di Ammaniti conto di recuperare la serie, sperando riprenda anche a scrivere con solerzia ( e con risultati migliori dei suoi ultimi lavori.
RispondiEliminaRiguardo Pif mi sono fermato al primo film, che comunque non mi dispiacque ( anche se le parti con loro adulti le trovai un filino " meh" ).
Gli ultimi lavori, tralasciando Anna che comunque mi era piaciuto, mi mancano. Per fortuna? Alla scrittura, da quel che leggevo, al momento non troppo ci pensa, ama troppo le modalità del lavoro di gruppo, ma chissà, magari mi sbaglio o si sbaglia lui...
EliminaVerissimo, La mafia (film) perdeva tanto nella seconda parte. Per fortuna, qui, altra storia, Pif che non recita e attori bravissimi, che non a caso sono sempre i soliti nei film di casa nostra (ma la Foglietta vorrei vederla ovunque, anche alle poste, se fosse per me). ;)
Con Il miracolo sono fermo a metà delle puntate, ma finora mi è sembrata una vaccata, più che altro... :)
RispondiEliminaI deliry lynchiani se non li fa Lynch rischiano solo di scadere nel ridicolo, e a tratti è questo il caso. Anche perché ultimamente pure se li fa Lynch non sempre c'azzecca.
Mi pare che ci sia la voglia di stupire a tutti i costi, più che della vera sostanza, ma magari i prossimi episodi (se li vedrò) mi faranno cambiare idea.
La prima stagione de La mafia uccide solo d'estate m'era sembrata carina. Forse anche un po' troppo carina e abbastanza innocua, considerando la materia trattata. Se questa volta i Giammaresi sono più politicamente scorretti potrebbero diventare più interessanti, ma per il momento non ho sentito così tanto la loro mancanza...
Vai avanti, perché succede il contrario. Ammaniti smette di sorprendere, di cercare stranezze e miracoli, e la serie (nel suo essere inspiegabile) si rivela meno delirante e più umana. Bravi, gli italiani.
EliminaQuesti Giammarresi che cedono alle raccomandazioni e alle tentazioni, nonostante qualche puntata centrale un po' diluita, ti faranno ricredere.