Abbiamo
avuto una gioia lunga ventitré episodi e scarsissimo preavviso per dirgli addio.
Quella cancellazione arrivata inaspettata, un fulmine a ciel sereno,
e spettatori appassionati che da ogni dove apostrofavano l'ennesima
scelta infelice presa in casa Netflix a suon di petizioni e hashtag.
Lo davamo per spacciato – troppo costoso, troppo ambizioso, eppure
così voluto dai più – ma Sense8 è
tornato su gran richiesta, a un anno di distanza, soltanto per
congedarsi a modo suo. Per scioglierci i dubbi sulle sorti di
Wolfgang, purtroppo cavia nelle mani sbagliate; per
parlarci del rapimento di Whispers, preziosa merce di scambio, e far chiarimenti sul ruolo ambiguo da sempre ricoperto da Jonas e
Angelica, che dei magnifici otto erano i genitori spirituali.
Siamo
nella capitale francese e, in uno sfarzoso appartamento condiviso con
amici, partner e ospiti a sorpresa, i protagonisti delle ormai sorelle
Wachowski si sono finalmente e fisicamente riuniti. Devono prima
salvare il tedesco in ostaggio, dato che il suo dolore è il loro
dolore; poi spostarsi nella bella Napoli con i Depeche Mode in
stereo, all'inseguimento del profumo della pizza, di qualche
perdonabile luogo comune e dei piani di guerra della fatale Bilello.
Kala è combattuta tra Wolfgang e il
marito venuto apposta dall'India, ma scegliere non è priorità se
anche l'amore è comunanza; Sun scappa dal Detective Mun, ma
l'attrazione per il rivale è talmente forte che farsi cogliere in
flagraza di reato, per una volta, sarebbe il male minore; Nomi e
Amanita pensano alle nozze in cima alla Tourre Eiffel, simbolo
internazionale di amore e rivoluzione (le parole chiave); Will, vero
uomo d'azione del gruppo, pianifica invece missioni impossibili,
mettendo con dispiacere nell'ombra personaggi come Riley (spiace, perché la
deejay islandese era uno dei migliori), Lito (dimenticate le dolorose
conseguenze del recente outing, e mettetici i capricci sopra le righe
degli attori ispanici), Capheus (cos'è stato, ci si domanda, della
sua lotta politica in Africa?). Se le scene non sono state divise così
equamente tra i membri del cast, tocca ammettere quanto preziosa sia
invece la partecipazione dei comprimari: Daniela, parte di un eterno
triangolo amoroso, rivela forza di carattere e grande abilità con le
pistole automatiche; il saggio Hernando cita Virgilio,
improvvisandosi guida turistica a Forcella, e dà il titolo a
quest'ultimo episodio; l'ingessato Rajan, qui in trasferta, è pronto
a schiudere gli occhi davanti all'impossibile e a rendersi utile,
mostrando che per il taser ci sono utilizzi e utilizzi. Nelle due ore
e trenta di Amor Vincit Omnia,
molte ma non abbastanza con al solito tanta carne al fuoco, sono
forti i bang e le emozioni. Se la sanguinosa prima parte preferisce
non andare per il sottile, scegliendo per la resa dei conti la
frenesia e le esplosioni del cinema d'azione americano, ci si concede
la venalità della seconda per la celebrazione di nozze pirotecniche,
promesse di matrimonio che diventano un'ode ai sentimenti e alla
serie stessa, feste (e orge) in grande con i brividi garantiti da
Ludovico Einaudi. Un po' sovversivi e un po' turisti, sempre più
famiglia, i Sensate
hanno risposto all'unisono all'appello di spettatori che in fondo
desideravano una conclusione tale e quale a questa. Non la più
indimenticabile, non la più giusta, ma forse la più necessaria: un
flash mob colorato di razze, vestiti e sfumature, senza morti
tragiche di sorta o spese a cui badare, che rende felici, non
amareggiati. La visione di Sense8
si conferma, perciò, strabordante in ogni dove e imperfetta. Ma mai
come ora – in tempi di muri fisici e ideologici, di frontiere e
porti chiusi al diverso da te, di una Parigi di nuovo nell'occhio del
terrore – la famiglia più bella e varia di cui Netflix poteva
vantarsi ha il pregio di regalarti qualche scampolo di
fiducia, un'altra lezione di umana benevolenza, in questo nostro
pazzo mondo.
Vedere questo episodio: segno, in parte, che la
lezione è stata metabolizzata; che i fan si sono uniti, come parte
di uno sconfinato cluster,
per un piccolo traguardo quale può essere un degno finale di serie.
Che qualcosa si stia già impercettibilmente muovendo? Questo
episodio era per loro, per noi, per me. Perché l'unione fa la forza e, a volte, anche il lieto fine. (7)
Diciamo che effettivamente il fatto che i fan siano riusciti a creare un'onda che portasse ad avere un ultimo episodio (anche se penso che ci fosse anche l'approvazione e il sostegno dei protagonisti), infatti proprio per questo ho dato 6: a vincere per me, è più la struttura dietro, che quello che ci mostrano sullo schermo.
RispondiEliminaIn generale, concordo con te.
EliminaIl finale di questo Sense8 era più quello che c'era fuori scena, tra le righe. E, nonostante i difetti, per me al giorno d'oggi ha comunque un suo peso specifico.
Come sai io che ero presissima all'inizio, che mi sono innamorata con la seconda stagione di Wolfgang, in questo finale mi sono riscoperta tutt'altro che fan. Non perdono tante cose, e l'ho trovata un'occasione sprecata e mal gestita, ma se la felicità è unanime -basta stare su twitter- allora resto nel mio angolo in silenzio ;)
RispondiEliminaNel caso di questi contentini-commiati, quanto sei fan e quanto no oggettivamente fa tanto. Tutto? :)
EliminaPerplessità a palate per l'appiattimento di alcune storylines, l'eccessiva semplificazione della resa dei conti e la presenza dei più a mo' di comparsa. Si apprezza il risultato del flash mob che ha quantomeno dato una parvenza di finale ma, stavolta, con riserva.
RispondiEliminaIn un'eventuale terza stagione non ci spero troppo anche se, data la carne al fuoco che rischia di andare sprecata, trovo ci starebbe tutta. Se solo Netflix non si mettesse a far lo splendido salvando format di altri network e tagliando a casaccio i propri...(capisco la questione della gestione risorse, però rimango comunque polemica sul punto, ecco.)
Secondo me, invece, una terza stagione è purtroppo fuori discussione. L'appiattimento, infatti, l'ho giustificato alla luce di quello e del bene che voglio da ormai tre anni ai personaggi. Altrettanta fretta, di recente, la ricordo nel finale accelerato di Penny Dreadful (non brutto, ma non all'altezza).
EliminaNonostante tutto, insomma, questo Sense8 a misura di fan mi è piaciuto lo stesso. Sarà che un fan sono, e quello chiedevo. :)
Un giorno qualcuno forse riuscirà a farmi capire perché una serie del genere sia considerata da alcuni un cult assoluto.
RispondiEliminaPer ora, anche dopo il tuo post, non l'ho mica ancora capito...
Semplicemente, perché è la serie giusta nel momento (storico e non solo) più sbagliato. Spero di trovare presto un degno rimpiazzo.
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