Questo
siamo. Natura.
Titolo:
La vita a rovescio
Autrice:
Simona Baldelli
Editore:
Giunti
Numero
di pagine: 416
Prezzo:
€ 16,90
Sinossi:
Né
ricca, né bella, il volto sfigurato dal vaiolo, Caterina Vizzani ha
quattordici anni ed è convinta di essere nata a rovescio: ama
lavorare nella falegnameria del padre, detesta il cucito e le altre
occupazioni femminili, e il pensiero di sposarsi la terrorizza. Ma
proprio a scuola di ricamo incontra Margherita, la figlia di un
avvocato molto vicino al Papa, che la conquista leggendole le
meravigliose avventure di Bradamante, la donna cavaliere dell’Orlando
innamorato. Caterina non ha più dubbi: lei ama le donne, e
soprattutto ama Margherita, di un amore grande e insaziabile che le
fa sperimentare per la prima volta i piaceri inebrianti del sesso. Ma
quando la madre di Margherita le coglie in flagrante, la vita di
Caterina subisce una brusca svolta: con una denuncia per sodomia e
stregoneria che le pende sulla testa, è costretta a fuggire e a
nascondersi. Ah, pensa Caterina, se solo fossi un uomo. Perché se
fosse un uomo sarebbe tutto diverso, potrebbe continuare a sedurre le
femmine alla luce del sole e provare a ribaltare la propria vita…
Ed è così che, grazie al lungimirante suggerimento di una
prostituta, Caterina decide di vestire panni maschili e trasformarsi
in Giovanni Bordoni. Come per magia le porte della società si
spalancano e davanti a Caterina si dispiega una strada lastricata di
occasioni e piacere... Sulle tracce di una storia vera, un grande
romanzo d’avventura dove i temi dell’emancipazione femminile e
dell’identità sessuale si fondono in un universo picaresco,
emozionante e pervaso da un sottile erotismo.
La recensione
“Ti
ho fatta io e so tutto di te, anche quello che tieni chiuso nella
testa. A me non importa, ma il mondo va in una direzione e tu non puoi
andare in senso inverso.”
Nasce
come Caterina Vizzani nella Roma papalina. Figlia di legnaioli, non è
una bellezza: i capelli stopposi, la leggera peluria sul mento e una
voglia brunastra, ricordo di un'epidemia di vaiolo, che le marchia a
fuoco una guancia. Sa leggere e far di conto, è ambiziosa e capace.
Ma vive nella prima metà del Settecento, ha la sfortuna di essere
donna – costola di Adamo, stando alle Sacre Scritture, dunque
scarto di fabbrica – e, presto, si accorge che le altre donne le
ama. Dagli uomini, a torto padroni del mondo, non vuole essere
sfiorata. Ha una famiglia che accetta di buon grado la sua natura, ma
le chiede discrezione, e un pensiero fisso: Margherita. Le mani
delicate con il punto croce, le nuvole che con un po' di fantasia
diventano i personaggi del Boiardo, la dolcezza della prima volta. Se
nati a rovescio, ci si raddrizza accanto alla persona
giusta. Le divide l'ignoranza, chi chiama stregoneria la loro voglia,
e Caterina Vizzani, in fuga, si trasforma in Giovanni. I difetti di
una donna, infatti, sono i pregi di un altro uomo. Nascosta da una
falsa identità, potrebbe liberare Margherita e sposarla; mai nessuno
saprebbe del loro gioco di prestigio per imbrogliare la sorte. Sogna,
però, una vita da cavaliere: galeotti L'Orlando innamorato e
l'esempio dell'amore saffico tra una Bradamente en travesti
e la principessa Fiordispina. Nei panni di Giovanni, sono più
facili le conquiste amorose e i traguardi: prima stalliere, poi
consigliere, infine amministratore di un borgo su misura. Anni
veloci, pieni di amanti e successi, in cui fa capolino, piano,
l'utopia di un mondo di lato; una città speculare, in cui storto è
giusto. La vita a rovescio è
un originale e accurato spaccato sull'essere donne, e omosessuali,
nell'Italia di due secoli fa. La storia straordinaria di Caterina,
venuta al mondo femmina e morta maschio, che per otto anni – lo
ricorda un saggio di Marzio Bargagli – lavorò, campò, amò sotto
mentite spoglie. Il risultato è un romanzo storico che non annoia
neanche per un attimo, e lo dico io, che con le vicende d'altri tempi eppure non ho felici trascorsi, impreziosito dalla prosa fluida e
musicale di questa Simona Baldelli, che scopro solo qui. Lunga
lettura diventata per caso mia priorità, La vita a rovescio
ha il merito indiscusso di
sapersi porre all'altezza di uno spunto tanto interessante: l'autrice
rende onore a Caterina – e a Saffo, la Pulzella d'Orleans, Juana
Inés de la Cruz – e lascia debito spazio al suo alter ego, Giovanni.
Quant'è grande il disagio nel vivere in un corpo che non calza a pennello?
Qual è la differenza di base tra serve, puri suppellettili, e padroni? Brucia la pelle – e l'esistenza – se cambiata? In una bettola, un giovane difende l'onore di una sguattera: nella rissa, ha la peggio. Rattoppato alla bell'e meglio, si trascina fino al vaso da notte: nell'urina, sangue mestruale. La luna protegge, il corpo chiama e la natura, alla fine, non si inganna. Parte così, con un rovesciamento, riavvitandosi poi su se stesso, un romanzo che per tre quarti ho letto attento e un po' divertito. In un capitolo la gioventù, nell'altro la trasformazione con la complicità del buio e di una prostituta dal cuore d'oro, nel terzo il ritorno a Roma – irriconoscibili, arricchiti – per vedere cos'è cambiato e cosa no. Quel che è stato di un'innamorata che non si sa se è viva o morta. I temi, quelli boccacciani: industria, fortuna e amore. E dalle novelle più licenziose del Decameron, quasi, provengono le relazioni di Giovanni con sguattere, lavandaie e nobildonne che, a turni, s'intrufolano tra le sue coperte, pur conoscendo il segreto. Imparano che l'amore si fa anche per passione, non solo per necessità di procreare. E che, durante, lei può godere tanto quanto lui. Mogli insoddisfatte e promesse spose si svincolano dalla presa dei compagni – le braghe calate e via, il resto pura meccanica – e peccano, giurando di non fare parola del travestimento della ragazza che, ormai, non esiste più. Avventuriero e famoso amatore, Giovanni dispensa carezze, baci e poesie: chi, meglio di lui, sa cosa vogliono le donne?
Chi meglio di lui, ancora,
bugiardo per legittima difesa, sa a cosa rinunciano? Lo sa, sì, ma nella
parte finale rischia di scordarselo: nell'ultimo quarto che fa
eccezione. Prende le mosse dalle intenzioni migliori, l'idea di
questo vagheggiato mondo di lato, e purtroppo sfuma per l'eccessivo
arrivismo del protagonista, una sottana di troppo da inseguire e una
falsa Margherita. Degli uomini, Giovanni finisce per prendere anche i
difetti, mangiato dal suo stesso inganno. E una grande storia,
perciò, si chiude con un epilogo piccolo: vero, stando alle fonti a
cui la Baldelli ha attinto, ma per me insoddisfacente. Poteva però
inventarsi un esito diverso, glissare sulla tracotanza dei suoi
protagonisti, l'autrice che per tutto il tempo, tra me e me, lodavo
per cura e verosimiglianza? Fine ingloriosa quella di Caterina e
Giovanni, nonostante il tocco poetico dell'autrice: gli uomini
muovono il mondo, ma le donne fanno scoppiare le guerre. E io, che
ricordo per predisposizione più i finali del resto, ho finito per
barattare parte dei pro – l'eros raffinato, la rievocazione
meticolosa, le divertenti curiosità a proposito di scarsa igiene
personale e finti tabù in camera da letto – con l'unico contro. La
colpa, forse, di quell'aria da commedia shakespeariana e dell'indole
di Giovanni, libertino e spensierato, che poco emoziona e, a volte,
la fa troppo facile, quando storie come quelle mostrate in Boys
Don't Cry o The Danish
Girl – contemporanee, o quasi:
comunque senz'altro più vicine nel tempo – mostravano le lacrime,
la sofferenza e le ossa rotte che trasformarsi, ieri come oggi,
comporta. Conserverò la grazia e l'ironia Simona Baldelli, la
sconfitta a sorpresa di Caterina contro i suoi personali mulini a
vento e, parlandosi del sentirsi a metà, come un senso di incompiuto
che, per fortuna, non vanifica il messaggio.
Qual è la differenza di base tra serve, puri suppellettili, e padroni? Brucia la pelle – e l'esistenza – se cambiata? In una bettola, un giovane difende l'onore di una sguattera: nella rissa, ha la peggio. Rattoppato alla bell'e meglio, si trascina fino al vaso da notte: nell'urina, sangue mestruale. La luna protegge, il corpo chiama e la natura, alla fine, non si inganna. Parte così, con un rovesciamento, riavvitandosi poi su se stesso, un romanzo che per tre quarti ho letto attento e un po' divertito. In un capitolo la gioventù, nell'altro la trasformazione con la complicità del buio e di una prostituta dal cuore d'oro, nel terzo il ritorno a Roma – irriconoscibili, arricchiti – per vedere cos'è cambiato e cosa no. Quel che è stato di un'innamorata che non si sa se è viva o morta. I temi, quelli boccacciani: industria, fortuna e amore. E dalle novelle più licenziose del Decameron, quasi, provengono le relazioni di Giovanni con sguattere, lavandaie e nobildonne che, a turni, s'intrufolano tra le sue coperte, pur conoscendo il segreto. Imparano che l'amore si fa anche per passione, non solo per necessità di procreare. E che, durante, lei può godere tanto quanto lui. Mogli insoddisfatte e promesse spose si svincolano dalla presa dei compagni – le braghe calate e via, il resto pura meccanica – e peccano, giurando di non fare parola del travestimento della ragazza che, ormai, non esiste più. Avventuriero e famoso amatore, Giovanni dispensa carezze, baci e poesie: chi, meglio di lui, sa cosa vogliono le donne?
Il
mio voto: ★★★
Il
mio consiglio musicale: James Brown – It's a Man's Man's World
Il momento perfetto: sorseggiare del caffè e leggere la tua nuova recensione. Come sempre i tuoi pareri mi conquistano e mi orientano positivamente verso scelte che altrimenti non farei. Il problema è adesso trovargli un posto nella lista infinita di libri da leggere...aiuto :P
RispondiElimina:-D
EliminaTi ringrazio, franzes!
Come te non amo le storie d'altri tempi ma in questa c'è qualcosa di interessante, ci faccio un pensierino! ;)
RispondiEliminaPoi ha uno stile che vola.
EliminaPeccato solo per i risvolti nella storia di Caterina-Giovanni.
Ma l'autrice non ha colpe. :)
Non so se lo leggerò mai, purtroppo l'autrice non mi aveva convinto con il precedente libro... ma mai dire mai. Magari attendo solo il momento giusto :) Ottima recensione!
RispondiEliminaTi ringrazio, Lu.
RispondiEliminaI miei ma, per fortuna, non sono legati a Simona, che qui ho trovato bravissima. Per me, la troveresti diversa rispetto al solito. :)
Lo spunto pare molto intrigante.
RispondiEliminaL'ambientazione storica però, anche se tu dici che non fa annoiare, a me fa sbadigliare già adesso che manco l'ho letto... :)
Eh, a me già non è piaciuto il finale, nonostante sia andata effettivamente così...
EliminaChiedere all'autrice di cambiare anche l'ambientazione, mi sa, era troppo. :)
l'ho visto in libreria, non l'ho preso ma mi ispira, mi ispira un sacco
RispondiEliminaMerita, ma quel finale...
EliminaMi dirai.