| Le peggiori paure, di Fay Weldon. Fazi, € 16, pp. 270 |
Siamo
immersi nella tranquillità della campagna, dove vigono le regole di
buon vicinato, le porte sono sempre aperte e i giardini, al centro di
feste per pochi eletti, sfoggiano fitti cespugli di rose rosse. Dal
momento che si parla di bugie, tradimenti e segreti da svelare,
potrebbe sembrare il set perfetto per una stagione di Desperate
Housewives o Big Little Lies. Ma siamo negli anni Novanta
– ben prima del binge watching, ben prima del #metoo – e
l’umorismo dell’autrice, tipicamente britannico, ne chiarisce in
fretta la provenienza. Le peggiori paure cos’altro è se non
l’antenato delle casalinghe di Wisteria Lane o delle mamme
sull’orlo di una crisi di nervi in quel di Monterey?
Il
matrimonio è un intreccio terribile, un’osmosi spaventosa.
Dovrò
imparare di nuovo chi sono.
Si
parte come in un giallo all’inglese: abbiamo una casa piena di
scricchiolii sinistri, un coro di potenziali colpevoli, un cadavere
riverso sul pavimento. Ned Ludd, critico in procinto di scrivere
un’opera tutta sua, è davvero morto per un infarto fulminante? Se
lo domanda la moglie, Alexandra, tornata di corsa dalla tournée di
Casa di bambole per presiedere alle esequie. Mentre l’attrice,
corteggiata dai piani alti di Hollywood, si abitua al nuovo ruolo di
vedova, si accorge che qualcosa non va. Tutti sembrano negarle la
vista della salma, lo spazzolino del defunto è sparito dal bicchiere
sul bordo del lavandino, la stanza da letto è stata ripulita da cima
a fondo. Le amiche Abbie e Vilna vogliono assisterla nel dolore
oppure nasconderle qualcosa? L’improbabile Lucy, costumista
pressante e bruttina, era forse l’amante di Ned? E cosa pretende
Hamish, fratello del defunto, che indisturbato già si atteggia a
padrone? Esausta e ossessionata, assediata da ospiti molesti,
Alexandra nota che perfino il cane di casa le si ritorce contro. Fra
arpie e avvoltoi, così, si scopre parte di una scalmanata festa di
morte a cui non è stata invitata. Al centro di una bizzarra
congiura. Alle sue spalle, per di più, la gente mormora: come ha
ottenuto il successo, e chi può biasimare il marito per un’eventuale
relazione extraconiugale? La vendetta, puntuale e piuttosto scontata,
darà comunque qualche soddisfazione.
La
vendetta risucchia il dolore, lo consuma. La natura riceve
soddisfazione. Gli dèi esigono il sacrificio umano, da sempre; le
orrende fauci divine risucchiano i vivi, masticano avidamente la
carne calda, uccidono, divorano. Dopodiché, la terapeutica natura
spalanca la bocca e ne sgorga nuova vita, grezza e pulsante, un
flusso infinito e in continua riproduzione. Un giorno soffocherà per
la semplice mole della propria produzione: non ha scampo.
Capitanato
da un ricco cast di personaggi femminili, Le peggiori paure è
un po’ thriller, un po’ soap opera. Un mix tanto irresistibile
quanto collaudato, a dispetto della prevedibilità degli esiti
testamentari, con una scrittura non sempre all’altezza e l’arma a
doppio taglio di un’ironia non per tutti i palati. Il dichiarato
gusto per l’eccesso, a volte, ne cela i difetti di fabbrica. Ma
quando il troppo è voluto, ci si domanda nel corso della lettura, e
quando no? Quando i personaggi sono paradoci, quando sciocchi e
basta? Divertente e farsesca, Fay Weldon ha i suoi contro in problemi
stilistici sparsi – i refusi della traduzione di Maurizio Bartocci
non aiutano una struttura già frustrante e frammentaria, fatta di
frequenti dialoghi telefonici e ronde inopportune – e in figure
costantemente sopra le righe, spesso frivole nel loro tentativo di
proporre in chiave tragicomica i tipi umani. Il romanzo, ristampato
più volte negli ultimi decenni e riproposto da Fazi in una
bellissima veste grafica, è una faro acceso sui lati oscuri del
mondo dello spettacolo e del talamo nuziale. Ma risulta una baraonda
di pettegolezzi che non fanno più gran notizia, in cui
tutti vanno a letto con tutti e il dubbio serpeggia come una malattia
venerea.
Il
mio voto: ★★★
Il
mio consiglio musicale: Grace – You Don’t Own Me ft. G-Eazy
Come ti dicevo, a me incuriosisce davvero tanto. E spero di leggerlo, perché sono davvero davvero curiosa 😊😊😊😊
RispondiEliminaCome riempitivo funziona, ma non aspettarti troppo. Per me, lascia il tempo che trova. :)
EliminaBellissima recensione
RispondiEliminaTi ringrazio, Mary
EliminaHo iniziato a leggere la recensione con in testa “lo voglio!” (D’altronde se nomini Desperate Housewives come potrei resistere?), ho continuato pensando “no, non lo voglio più” e ho terminato con “lo voglio?”
RispondiEliminaTu che dici?
Onestamente, puoi farne a me. Toni e atmosfere sono deliziosi, però il già visto ha la meglio...
EliminaAnni '90 e thriller un po' soap e magari pure trash?
RispondiEliminaAspetto che arriva la serie TV! Viste le premesse, qualcuno dovrebbe realizzarla. O è stata già fatta?
Dall'autrice, ahinoi, hanno tratto un solo film. She-devil. Uno dei pochi della Streep che non ho visto, e senza nomination!
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