Dichiararsi
confuso davanti al film su cui tutti hanno le idee chiarissime.
Succede quando diventa impossibile elaborare una recensione dal
taglio tradizionale. Per l’ultimo vincitore del Festival di Venezia, infatti, servirebbe uno di quegli articoli monografici a
cura di Gianni Canova: la lente d’ingrandimento puntata su un
aspetto in particolare – la recitazione di Joaquin Phoenix –, con
il resto lasciato in secondo piano. Come parlare altrimenti di un
film che esiste esclusivamente in funzione dell’istrionismo del
primo attore? Secondari l’intreccio, la morale di fondo, il
comparto tecnico. Tanto è già stato scritto a priori: il cinecomic
d’autore farà storia per il suo trionfo nel tempio della
critica impegnata, il passaggio di Phillips dalla commedia demenziale
alle atmosfere scorsesiane, le rappresaglie all’uscita delle sale
statunitensi. Ma, a ben vedere, il ritorno della nemesi di Batman è
un dramma di rivalsa tanto solido quando convenzionale, prevedibile
nello svolgimento e meno coraggioso del previsto. Indegno
delle assurde controversie in patria, e della vittoria in Laguna?
Tutto va come da programma, nella metamorfosi del giullare che voleva
diventare re. Messo ai margini, costretto a prendersi cura di una
madre che non sempre la conta giusta, il protagonista sta a cuore
con poco: capitano tutte a lui, è il capro espiatorio per
eccellenza, e quando inizia a seminare morte miete vittime fra
personaggi sgradevoli o sacrificabili. Lancia il sasso ma nasconde la
mano. Senza fare spoiler, per esempio, perché non mostrare l’esito
della relazione fra lui e la vicina di casa: paura di gettare
ulteriori ombre su un cattivo che risultasse tale ma non troppo?
Seguendo Arthur nel suo sogno irrealizzabile – quello di un mondo
gentile –, ci lasciamo turbare dal rantolio sofferto
della sua risata e guidare da una scena madre all’altra. Quant’è
incredibile Phoenix mentre si concede una danza liberatoria in bagno
o, leggero come non mai, quando affronta saltellando una scalinata
all’inizio spossante: probabilmente è una delle migliori
performance di cui abbia memoria. Ma se molto fanno le danze e gli
alterchi improvvisati sul set, il corpo scarnificato per i venti
chili persi, quali meriti spettano invece alla sceneggiatura? Se il
film fosse pari alla complessità della sua prova, sarebbe lecito
gridare al capolavoro. Invece resta un buon compromesso, per me
distante dalla potenza del nostro Dogman – altra fiaba nera
di perdenti al limite, altro anti-eroe struggente –, che funziona
alla stregua di un’esibizione di stand-up comedy. Un palco vuoto,
un canovaccio appena abbozzato, le luci della ribalta. Ma non
sorprendono né le battute del mattatore, che tiene banco con
riflessioni didascaliche, né le reazioni del
pubblico. Phoenix è più spettacolare dello spettacolo –
un’arma a doppio taglio. Bisogna avere il caos dentro di sé per
generare una stella danzante. Allora il suo Joker è un planetario; una cazzo di discoteca itinerante. (7)
La
paura c’era, ma per le ragioni sbagliate. Già stroncato dalla
critica, il ritorno di Pennywise partiva svantaggiato: non sarebbe
stato superiore al primo capitolo, e lo sapevano a prescindere dal
minutaggio eccessivo – quasi tre ore –
o da una computer grafica tremendamente kitsch. Nella lista dei
difetti: la mancanza dei magici anni Ottanta e la consapevolezza che King e i finali non vadano d’accordo.
Lo fanno notare anche al personaggio di Bill, suo alter-ego alle
prese con l’adattamento di un besteller: saprà architettare una chiusa decorosa? Si fa dell’autoironia e, in cerca
dell’epilogo perfetto, ci si mette in viaggio: direzione Derry.
Sono passati ventisette anni dalla promessa di rimanere amici per
sempre: il pagliaccio è tornato a colpire e i Perdenti si riuniscono
così come si sono divisi. Allegra rimpatriata di morte, il secondo
capitolo di It funziona proprio come reunion commossa e
godereccia: nel ristorante cinese del romanzo, scopriamo quanto sono
belli la Chastain e MacAvoy – ma occhio a Jay Ryan, non più bambino in sovrappeso –, quant’è
esilarante Hader, quanto sia stato ridimensionato il personaggio
del bibliotecario Mike. Bowers evade, ma la sua fuga costituisce un
pericolo passeggero; di ritorno all’ovile, Beverly e
Bill non sono seguiti né da un marito manesco né da una moglie
avventata. La resa dei conti – esemplificata, esclusiva – conta i personaggi superstiti e Pennywise, bullo sopra le
righe a digiuno di scene madri – a parte l’adescamento allo
stadio o nella casa degli specchi, il resto sono apparizioni di
fantocci grotteschi in una pessima CGI – ma non di carne fresca.
Chiamato a un compito arduo, Muschietti s’impegna: gestisce al
meglio le tempistiche e le stelle del suo cast, nella prima metà
pretende miracoli dal direttore della fotografia e dal tecnico del
montaggio, ma la seconda frana poi goffamente fra riti e trappole per
ragni. Pessimo come la miniserie originale non lo
diventa mai, ma il problema è uno: perché l’accento esagerato su
battute sarcastiche e sfottò in contrapposizione alla totale
mancanza di tensione? Salti in poltrona a parte, le bizze di
Skarsgard non suscitano più spavento; il conflitto finale celebra sì
un’unione che fa la forza, ma resta la copia sbiadita del
film precedente. Da bravo fan, tuttavia, conosco bene il mondo
interiore di King – qui impegnato anche in un cameo –, e
non vive soltanto di spauracchi da multisala. Ci illumina la
Chastain, in parte, ricordandoci che un attizzatoio potrebbe
diventare anche un’arma letale: basta crederci. Quando si uniscono
passato e presente e la solita nostalgia canaglia s’intromette a
gamba tesa, così, l’incanto di un’estate sul filo del rasoio
risulta per fortuna sano e salvo. (6,5)
Joker si fa perdonare ogni scorrettezza in fase di scrittura in virtù di Phoenix e di una bella regia, ma non griderei al capolavoro come fanno quasi tutti.
RispondiEliminaIt... per me è tutta questione di cuore. Io ho adorato anche i momenti comici, peraltro presenti in abbondanza anche nel romanzo. E ho concluso la maratona con un bell'applauso a Muschietti, al suo coraggio e alla sua dedizione.
Capolavoro proprio no.
EliminaNon è neanche brutto.
È un film medio, con un attore sopra la media.
Fanboy, prendete e portate a casa, su.
It lo si ama per affetto, non si può essere troppo oggettivi secondo me.
RispondiEliminaJoker mi è piaciuto tanto, anche se potrebbe esser un cattivo qualunque. Phoenix WOW.
Però trovo ingiustificabili, oggi, effetti speciali tanto scadenti. Soprattutto in un horror.
EliminaJoker, con un altro titolo, non avrebbe fatto così tanto chiacchierare. E forse, meno carico, lo avrei apprezzato di più.
Come gli altri commenti qui sopra riportati, anche io ho amato It con un certo affetto. Ma Joker non l'ho ancora visto, ma conto di farlo il prima possibile 🤗🤗
RispondiEliminaCapisco l'affetto, però Muschietti questa volta ha fatto più di qualche passo indietro.
EliminaSoltanto fan come noi possono perdonarlo.
La Chastain ci illumina perché è una roscia non male! XD
RispondiEliminaOh, comunque sì, questo Capitolo II è la copia sbiadita e in versione (inversione?) adulta del primo. Peccato.
Quanto a Joker (e alla citazione zuccherina) penso anche io che sia stata una delle migliori performance, ma è pure vero con col Joker non è forse difficilissimo.
Moz-
Concordo. È un ruolo così ipercaratterizzato che un attore ottimo come lui non poteva non brillare.
EliminaIl primo vorrei vederlo, anche se probabilmente mi confonderà tanto quanto te... anzi, probabilmente di più: da brava appassionata di cinecomics, diciamo che l'idea stessa di un film d'autore basato su un personaggio della DC basta e avanza a destabilizzarmi! XD Ma la curiosità c'è, e anche tanta: per cui credo proprio che lo guarderò, anche se non so ancora quando...
RispondiElimina"IT", invece, è un'altra storia. Il primo film mi aveva abbastanza... ehm, diciamo "fatto ridere", in un senso nient'affatto positivo. Se il secondo riesce a essere ancora peggio, poveri noi! :D
Joker, del personaggio, ha solo il nome. Funziona come film a sé, e come tale è solidissimo. Ma niente di mai visto.
EliminaSe It ti ha fatto ridere, preparati a questo mamma mia...
Joker non mi ispirava, ma le ottime recensioni mi stanno un po' convincendo. Solo che avevo delle perplessità, e tu me le hai confermate.
RispondiEliminaIt mi è piaciuto molto, nonostante sia consapevole che avrebbero potuto fare di meglio. Tipo esplorare l'aspetto psicologico dei personaggi. Da un lato però per me va bene così, almeno ho la scusa per finire di leggere il romanzo :D
Aspetto il tuo parere sul film di Phillips!
EliminaPenso che it lo guarderò ugualmente. Non so resistere.
RispondiEliminaciao da lea
Infatti per un lettore è da vedere, però cinematograficamente risulta parecchio scadente...
EliminaQuindi sei uno dei pochi al mondo a cui il Joker non è piaciuto. Era ora. :)
RispondiEliminaLa sceneggiatura in effetti non è proprio da capolavoro e come cinecomics sarà anche qualcosa di rivoluzionario, ma come dramma di rivalsa mica tanto.
Riguardo all'esito della relazione tra Joker e la sua vicina di casa, c'è una scena, quando lui si presenta in casa sua, in cui viene mostrato in maniera evidente come lui si sia immaginato tutto. In pratica non c'era alcuna relazione tra loro, quindi questa questione almeno per me viene chiarita.
It - Capitolo 2 veramente imbarazzante. Dopo quel gioiellino del primo capitolo, non pensavo avrebbero potuto rovinare tutto così. Quasi 3 ore interamente kitsch e involontariamente ridicole, cameo di King compreso. L'hai salvato solo perché sei un fan, ammettilo. ;)
SPOILER SU JOKER
Elimina.
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Non mi riferisco a quel dettaglio, ma all'uscita di scena della vicina. Presumibilmente la uccide, e la stessa sorte tocca al bambino. Perché non mostrarlo?
Il femminicidio è troppo, per un villain?
Joker lo devo ancora vedere, ma mi è un po' passata la voglia per la troppa sovraesposizione mediatica.
RispondiEliminaPrima di andare a vedere il secondo film di IT ho dato una rispolverata al primo e forse questo non dovevo farlo.
Per me la parte giovanile della pellicola doveva essere chiusa con il primo.
Capisco che avrebbero perso milioni di ragazzini che potevano immedesimarsi nella pellicola, ma la seconda parte soffre parecchio il parallelo tra la parte adulta e quella giovanile, che per me rimane la migliore per come è stata trasposta.
Non a caso per me la miglior scena del secondo film è quella della botola ritrovata.
Mi è piaciuto comunque Richie ed anche il cambiamento riguardo ai suoi gusti sessuali, che sicuramente è stato inserito per la quota LGBT, ma che è molto forte emotivamente ( per quanto assurdo perché alla fin fine è una cosa messa un po' così perché visibile solo a noi spettatori visto che agli altri membri del gruppo non dice nulla ).
Richie lo si adora, sì, e per una volta non fa neanche storcere per niente il naso l'inclusione della solita tematica arcobaleno. Ci stava bene, delicatissima.
EliminaIt è difficile che lo veda, il pagliaccio di king mi ha turbato l infanzia -_-'
RispondiEliminaMa Joker lo vedrò *______*
Adoro Gioacchino
Chi non lo adora? ❤️
EliminaQuoto ogni singola parola.
RispondiEliminaOcchio che scoppia l'apocalisse...
Altro che Joker.
EliminaQuesto è motivo di rivolta popolare!
Ho visto Joker e sono stata rapita dall’interpretazione di Phoenix, talmente intensa da non farmi sentire la carenza di tutto il resto. Io l’ho vissuto slegata dal mondo DC (che non mi appassiona troppo) e la mia idea è che Fleck sia il film.
RispondiEliminaPer quanto riguarda It aspetto che esca in dvd per procrastinare la delusione
Joker me lo sono andata rivedere ieri sera, con il giovine vergine. Non mi piace mai rivedere i film per l'ovvia mancanza di sorpresa e per l'attesa verso le scene madri. Ma continua a reggere e coinvolgermi, accanto alla bravura di Phoenix ci metto la musica e ci metto la regia, che riempiono le scene. Non grido e non griderò paroloni, ma resta un gran gran film che sono felice di aver visto prima dei tanti polveroni.
RispondiEliminaIt, come sai, ha avuto ancora il mio cuore. Non è bello come il primo, è strutturato in modo meno convincente (troppe divisioni) ma riesce a commuovere. Ora non mi resta che leggerlo, ce la farò?