“Povero
D'Armento. Che ne poteva sapere, lui, che chi ti conosce muore
l'indomani.”
Autrice:
Alessia Gazzola
Numero
di pagine: 304
Prezzo:
€ 16,90
Data
di pubblicazione: 26 settembre 2016
Sinossi:
Quella
di Ruggero D’Armento non è una morte qualunque. Perché non capita
tutti i giorni che un uomo venga ritrovato assassinato con un’arma
del delitto particolarmente insolita. E anche perché Ruggero
D’Armento non è un uomo qualunque. Psichiatra molto in vista,
studioso e luminare dalla fulgida carriera accademica, personalità
carismatica e affascinante… Alice Allevi se lo ricorda bene, dagli
anni di studio e dai seminari che ha frequentato con grande
interesse, catturata dal magnetismo di quell’uomo all’apparenza
rude ma in realtà capace di conquistare tutti con la sua competenza
e intelligenza. E con le sue parole. L’indagine su questo omicidio
è impervia, per Alice, ma per fortuna non lo è più la sua vita
sentimentale. Ebbene sì, Alice ha fatto una scelta… Ma sarà
quella giusta?
La recensione
Anno
difficile, questo. Coi vuoti, gli scatoloni in corridoio, i
cambiamenti che spaventano. Senza un romanzo di Alessia Gazzola sul
comò, presenza fissa da qualche gennaio a questa parte, difficilo lo
è sembrato, a tratti, anche di più. A cosa lavorava l'autrice, che
in un primo momento parlava di questo quinto capitolo come del
conclusivo? Dov'era finita, in quel mio inverno solitario e
freddissimo? C'era bisogno di un viso familiare, delle parole di
conforto dei romanzi belli e leggerissimi. Di qualcuno come Alice, la
voce amica che ti dice le cose giuste nei momenti sbagliati. Le sono
serviti anni di esperienza, un lungo apprendistato, cinque romanzi.
Alla fine, ha imparato qualcosa su sé stessa e sugli altri – il
necessario per prestarsi come sportello psicologico part-time, ma non
per evitare scene mute al cospetto della famigerata Wally –,
nonostante la silenziosa compagnia dei defunti. Lei, spontanea e
chiacchierona, parla abbastanza per tutti. Lei, frizzante e positiva,
anche se più flemmatica di romanzo in romanzo, trova nella morte
imprevedibili spunti per ragionare sulla vita. All'inizio, smarriva i
cadaveri in obitorio e gettava cicche sfrigolanti nei boschi. Si
barcameneva, con un filo di vanità tutta femminile, tra Claudio
Conforti e Arthur Malcomess: uno sardonico e allergico alle storie
importanti, l'altro romantico ma affetto dalla sindrome di Ulisse.
Alice, con i trenta che si avvicinano, giunta davanti all'ennesimo
bivio, può forse continuare a posticipare le speranze a proposito
della serietà del primo, l'impenitente CC, e aspettare con gli occhi
fissi sull'orologio da polso i porci comodi del secondo, errabondo
per natura e mestiere? Per saperlo, ho dovuto attendere che l'autunno
mi portasse un libro con la primavera nel titolo. Il ritardo,
giustificato dalla pubblicazione di Non è la fine del mondo:
primo romanzo senza Alice nei dintorni, che era stato poco più
che un piacevole riempitivo; mi aveva fatto sorridere, lasciandomi
sostanzialmente insoddisfatto. Mancava il quid, in una
commedia romantica come tante; mancavano, diciamolo pure, l'Allieva e
i suoi annosi grattacapi. Quella Emma lì aveva il solo difetto di
non essere lei. Sessione d'esame che vai, però, Alessia Gazzola che
trovi. Un po' di follia in primavera, così,
ha scelto la fine di settembre
per sbocciare. A meno un esame dalla laurea, se Dio (e la relatrice)
vuole, e con un mese scarso per prepararlo, il famoso ultimo esame;
all'alba di un altro periodo intenso, a metà del solito anno
difficile, che si riannoda su se stesso, imbroglia e non finisce più.
Mali estremi richiedono estreme Alice Allevi.
E, con il debutto su Rai Uno previsto per questa sera, la nostra eroina arriva in doppia versione: sul piccolo schermo sarà la bella Alessandra Mastronardi, alle prese coi casi e i colpi di cuore dei romanzi introduttivi; in libreria, invece, puoi immaginarla come più ti piace, scoprirla cresciuta a vista d'occhio. Nella mezza stagione che stando al luogo comune non esiste più, si assistono a tripudi naturali, sanguinosi omicidi e a sviluppi significativi nella sensibilità di una giovane donna il cui nome, da un po', è sinonimo di indecisione cronica e assicurato buonumore. Alice matura e cambia, elabora elogi alla tristezza e scrive capitoli sull'importanta dell'autosufficienza. Collabora con il solito Calligaris per la risoluzione di un caso di cronaca nera e si prepara a una scelta decisiva, professionale e sentimentale. Ruggero D'Armento, psichiatra di grido, viene ritrovato in una pozza di sangue nel proprio studio: si occupava di pazienti al limite, aveva scontentato parecchie persone in tribunale.
Le sue continue assenze di lavoro, la sua distanza, giustificano la relazione extraconiugale della moglie – infatuata di un giovane violinista, insegnante di musica della loro unica figlia – e la freddezza dei conoscenti. Chi lo voleva morto, chi lo voleva vivo? Quanto era nera l'anima che nascondeva con cura, dietro il tono accondiscendente e l'espressione bonaria? L'indagine è un'autentica distrazione da incombenze più grandi, questa volta: tutto pur di non pensare. A un brillante al dito, tanto sognato, tanto invocato, che adesso sta stretto: l'anello di fidanzamento regalatole da non vi dico chi, infatti, è appariscente, pesante, blocca la circolazione e le buone intenzioni. Pur di non pensare, ancora, alla malinconia che la attanaglia al pensiero di dover dire addio alle pareti color guscio d'uovo dell'Istituto: una bolgia infermale che, con tenacia, aveva arredato su misura di un sogno, pensando fosse una condanna per sempre. Invece tutto finisce, anche la specializzazione, e realizzarlo intristisce. Che farà l'Allieva quando discuterà la tesi, infine, e smetterà di essere l'Allieva? Chi le indicherà la retta via, con una nonna che purtroppo invecchia, un Claudio abbattuto e un Arthur che fermo proprio non sa stare? Capitolo meno sospiroso nel sentimento, con il rosa annacquato, il giallo ingarbugliato, inattaccabili ragioni per non chiuderla qui e novità, titubanze, che facevano provvidenzialmente pendant con le mie, il nuovo romanzo mostra che è un anno difficile anche nella vita di carta di Alice – c'è qualche piega che somiglia a una ruga d'espressione anticipata, le orecchie ostinate a mo' di segnalibro –, ma si reagisce alle avversità, agli umori cupi, con la solita ironia e una freschezza fortunatamente preservata. L'allergia al polline fa starnutire, i gatti in amore miagolano sotto i portici, qualche bocciolo si apre – nato dal letame, come canta De André, o nel freddo di una sala autoptica - e qualcun altro viene calpestato da un passo pesante, strappato prima del tempo pattuito.
E, con il debutto su Rai Uno previsto per questa sera, la nostra eroina arriva in doppia versione: sul piccolo schermo sarà la bella Alessandra Mastronardi, alle prese coi casi e i colpi di cuore dei romanzi introduttivi; in libreria, invece, puoi immaginarla come più ti piace, scoprirla cresciuta a vista d'occhio. Nella mezza stagione che stando al luogo comune non esiste più, si assistono a tripudi naturali, sanguinosi omicidi e a sviluppi significativi nella sensibilità di una giovane donna il cui nome, da un po', è sinonimo di indecisione cronica e assicurato buonumore. Alice matura e cambia, elabora elogi alla tristezza e scrive capitoli sull'importanta dell'autosufficienza. Collabora con il solito Calligaris per la risoluzione di un caso di cronaca nera e si prepara a una scelta decisiva, professionale e sentimentale. Ruggero D'Armento, psichiatra di grido, viene ritrovato in una pozza di sangue nel proprio studio: si occupava di pazienti al limite, aveva scontentato parecchie persone in tribunale.
Le sue continue assenze di lavoro, la sua distanza, giustificano la relazione extraconiugale della moglie – infatuata di un giovane violinista, insegnante di musica della loro unica figlia – e la freddezza dei conoscenti. Chi lo voleva morto, chi lo voleva vivo? Quanto era nera l'anima che nascondeva con cura, dietro il tono accondiscendente e l'espressione bonaria? L'indagine è un'autentica distrazione da incombenze più grandi, questa volta: tutto pur di non pensare. A un brillante al dito, tanto sognato, tanto invocato, che adesso sta stretto: l'anello di fidanzamento regalatole da non vi dico chi, infatti, è appariscente, pesante, blocca la circolazione e le buone intenzioni. Pur di non pensare, ancora, alla malinconia che la attanaglia al pensiero di dover dire addio alle pareti color guscio d'uovo dell'Istituto: una bolgia infermale che, con tenacia, aveva arredato su misura di un sogno, pensando fosse una condanna per sempre. Invece tutto finisce, anche la specializzazione, e realizzarlo intristisce. Che farà l'Allieva quando discuterà la tesi, infine, e smetterà di essere l'Allieva? Chi le indicherà la retta via, con una nonna che purtroppo invecchia, un Claudio abbattuto e un Arthur che fermo proprio non sa stare? Capitolo meno sospiroso nel sentimento, con il rosa annacquato, il giallo ingarbugliato, inattaccabili ragioni per non chiuderla qui e novità, titubanze, che facevano provvidenzialmente pendant con le mie, il nuovo romanzo mostra che è un anno difficile anche nella vita di carta di Alice – c'è qualche piega che somiglia a una ruga d'espressione anticipata, le orecchie ostinate a mo' di segnalibro –, ma si reagisce alle avversità, agli umori cupi, con la solita ironia e una freschezza fortunatamente preservata. L'allergia al polline fa starnutire, i gatti in amore miagolano sotto i portici, qualche bocciolo si apre – nato dal letame, come canta De André, o nel freddo di una sala autoptica - e qualcun altro viene calpestato da un passo pesante, strappato prima del tempo pattuito.
In
Un po' di follia in primavera,
lieve ma con profondità, il mistero ha fatto fiore.
Il
mio voto: ★★★★
Il
mio consiglio musicale: Keira Knightley – Like a Fool (da "Begin Again")
Stasera mi sintonizzo su Rai 1... speriamo non mi nasca un nuovo bisogno!!!
RispondiEliminaSe la qualità è quella di un Don Matteo, guarda, non penso. ;)
EliminaDivorato euforicamente e adesso oggetto di rilettura calma e riflessiva, ché si, stasera debutta in Tv ma quella di carta si aspetterà per chissà quanto, inizialmente questo nuovo capitolo, più che folle, mi sembrava noioso. E invece. Questa Alice che si prepara a dire addio, più matura e, finalmente consapevole, ci ho messo di più a capirla però mi garba assai. Soddisfazione nel capire dalle prime battute chi fosse il colpevole,merito del training giallo estivo forse, e grandi speranze per stasera. Ciao 😊
RispondiEliminaIo di speranze, invece, ne ho pochine - come ti dicevo, le prime clip con la nonna le ho trovate un po' disastrose -, però sul romanzo concordiamo. Anche se, tra tante riflessioni, di follia non c'è traccia. :)
EliminaIo, per una volta, voglio essere ottimista. Credo che la follia possa essere riferita alla psichiatria perché il libro in sé mi sembra abbastanza cupo.
EliminaAh sì, il titolo è senz'altro riferito alla professione della vittima, ma come ti dicevo mesi fa non mi piace. A fine lettura, su quello non ho cambiato idea.
EliminaTi stavo aspettando :-)
RispondiEliminaLA sfortuna ha iniziato ad inseguirmi, così non sono riuscita a scaricare il file nel fine settimana, ho iniziato un altro libro e questo verrà aperto solo stasera. Io Emma l'ho amata, e tanto anche, ma con la consapevolezza che di Alice non si trattava. Forse mi son fatta forza grazie all'incontro con Alessia, comunque è da maggio che voglio leggere questo libro. Sono curiosa di guardare la serie Tv, ma lo ammetto, mi fa abbastanza paura. Quando ami così tanto un personaggio, vederlo stravolto fa male. Un abbraccio
Emma simpatica e tutto, ma aveva poco da dire, secondo me. Io invece sono propenso ai cambiamenti, nelle trasposizioni, ma il mio lato snob schifa un po' le fiction Rai. Ricordo la visita a Cinecittà di dicembre: quando gli altri si facevano foto davanti al set di Un medico in famiglia e io, ovvio, scattavo, che voglia proprio non ne avevo. Questa sera, in pratica, sarà la prima volta in cui non butto via i soldi del canone. Stringiamo le dita! :)
EliminaDevo proprio decidermi a iniziare questa serie.. e come te ho aspettattive zero per la serie tv :/
RispondiEliminaMa forse è meglio, sai?
EliminaPerò la Mastronardi mi piace (ho scheletri nell'armadio a forma di Cesaroni). Mi basta un intrattenimento leggero leggero, non chiedo molto. :)
Io sono rimasta al terzo libro e poi mi sono un po' bloccata perchè la qualità era un po' calata, ma devo assolutamente rimettermi al pari sperando che torni alla meraviglia dei primi :) Per la serie tv parto con aspettative scarse, conosco la Rai, ma in un angolino del mio cuore sono speranzosa :)
RispondiEliminaA me il primo non era piaciuto, in realtà (infatti manca all'appello, tra i cartacei), ma il secondo è il mio preferito. E' una serie con alti e bassi senz'altro, dipende un po' dal giallo portante, ma fa sempre una gran compagnia. Per la fiction, ci aggiorniamo: ho in mente una nuova rubrica. ;)
EliminaAlessandra Mastronardi non è che mi faccia proprio impazzire, però alla serie/fiction potrei buttare un occhio. Magari non in "diretta", ma in differita o streaming senza pubblicità.
RispondiEliminaPotrebbe essere indecente, oppure una piacevole sorpresa, chissà?
La base c'è. Gli americani farebbero un bel mix, tra medical thriller e commedia sentimentale.
EliminaLa Mastronardi mi piace, sia come ragazza che come attrice (l'ho vista di recente in Life, ad esempio, e non sfigura), però è già "Eva" dei Cesaroni. Riuscirà a diventare "Alice"? Avrei preferito un'attrice meno nota, questo sì. :)
Ho visto la prima puntata della serie in TV, stasera, e non mi è dispiaciuta. L'ho guardata per curiosità, perché ho sentito tanto parlare di questi libri e mi sa che mi è venuta voglia di leggerli... Alice Allevi mi sembra un bel personaggio e poi l'autrice è mia conterranea!**
RispondiEliminaCiao Franci! Io, purtroppo, la serie l'ho trovata pessima, pessima: mancavano i tempi, il ritmo, gli attori. Si salvava solo Lino Guanciale. Ne (s)parlerò a breve, spero.
EliminaFelice, comunque, che ti sia venuta voglia di leggere i romanzi. Quello è l'importante!
Ciao! Ho letto tutti i libri tranne l'ultimo e avevo molte aspettative sulla serie tv. Credo che tu abbia ragione come attore mi è piaciuta molto l'interpretazione di Lino Guanciale, azzeccato come CC. Per il resto trovo che ci fosse qualcosa che non andava... spero che le prossime puntate miglioreranno...
RispondiEliminaTorna a farmelo sapere in un commento, caro Anonimo.
EliminaLa mia esperenza con L'Allieva si chiude ufficialmente all'episodio numero uno: disastroso!
ecco, la gazzola è un'altra di quelle autrici nostrane che devo recuperare >_<
RispondiEliminaieri, nonostante non abbia letto i libri, mi sono cimentata a vedere la prima puntata.
io non amo molto le fiction italiane, raramente me n'è piaciuta qualcuna, però ero curiosa.
che dire...?
paragoni non ne posso fare, ma presa per quella che è, non è brutta, gli attori non sono male a mio avviso (la mastronardi a me personalmente "va di genio", guanciale pure...), solo che....c'è qualcosa che le rende tutte uguali, .commedie romantiche che a me non destano particolare interesse o emozione.
Detto ciò, non mollo e me la guardo anche lunedì, e magari poi mi butto sui romanzi :-D
no aspè, si fa di martedì...!! :-D
EliminaAh, però vedi? Sono contento che la serie non scoraggi gli interessati. Da fan, ti dico la verità, l'ho trovata bruttina assai. Senza ritmo, televisivissima, poco spontanea. Guanciale perfetto come Claudio Conforti, mentre la Mastronardi - che in L'ultima ruota del carro, ad esempio, ho trovato adorabile - mi è parsa un pesce fuor d'acqua e molto antipatica, come voce narrante. Leggi, vedi, e mi dici. :)
EliminaLA serie bocciata in toto, però gli ultimi due libri devo assolutamente recuperarli! :)
RispondiEliminabellissima recensione come sempre
Come detto...ormai i libri su Alice Allevi sono diventati una certezza, non deludono mai e anche questo ultimo libro me lo sono divorato.
RispondiEliminaSto cercando anche di vedere la serie ma sarà che è italiana e che la stramettono su la rai che... devo dire però che l'attrice che interpreta Alice non è male