Il
tempo è. Il tempo era. Il tempo non è.
Titolo:
I custodi di Slade House
Autore:
David Mitchell
Editore:
Frassinelli
Numero
di pagine: 233
Prezzo:
€ 19,00
Sinossi:
Voltato
l’angolo di una via di Londra, proprio dove occhieggiano le vetrine
di un popolare pub inglese, lungo il muro di mattoni che costeggia un
vicolo strettissimo, se tutto gira per il verso giusto, troverete
l’ingresso di Slade House. Un perfetto sconosciuto vi accoglierà
chiamandovi per nome e vi inviterà a entrare. La vostra prima
reazione sarà la fuga. Ma presto vi accorgerete che allontanarsi è
impossibile. Ogni nove anni, l’ultimo sabato di ottobre, gli
abitanti della casa - una sinistra coppia di gemelli – estendono il
loro particolare invito a una persona speciale, sola o semplicemente
diversa: un adolescente precoce, un poliziotto fresco di divorzio, un
timido studente universitario. Ma che cosa succede, veramente, dentro
I custodi di Slade House? Per chi lo scopre, è già troppo tardi…
La recensione
Londra,
enigmatica e piovosa, in alcune zone che sfuggono all'occhio del
turista, si tiene cari i suoi vicoli stretti, i suoi frabbricati
di mattoni rossi, i comignoli a vista e le insegne delle birrerie.
Pennacchi di fumo scuro, il vociare degli avventori di un pub con
vetrina che affaccia sull'acciottolato e, in un corridoio angusto di
case e condomini decadenti, con il cielo che ti si riversa
puntualmente addosso, ritrovarsi davanti a un cancelletto nero che,
giureresti, il giorno prima non c'era. Non è l'Inghilterra
vittoriana che sempre mi incanta, coi suoi ricami e i suoi misteri,
ma un angolo di metropoli che non è mai sceso a patti con la
modernità: fiera e tenace, l'impraticabile Westwood Road scoraggia i
passanti e protegge a caro prezzo i suoi segreti. Svoltando in Slade
Alley, c'è un passaggio che porta a Slade House: una casa signorile,
distrutta dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, che si
rivela a certi sguardi, a certi tocchi, solo l'ultimo sabato di
ottobre. Ogni nove anni. Tu, lettore, ti ci trovi per caso e in
anticipo, un pomeriggio di metà settembre. Fuori pioviggina, il
freddo va e il freddo viene, e le giornate si sono accorciate a vista
d'occhio. I padroni di casa, ingannati, avranno pensato di avere
perso il conto: è già arrivato Halloween? Ma, se hai l'eternità
davanti, capita. Ti lasciano entrare. E, dall'altra parte del muro,
c'è un giardino terrazzato, con un altro bollettino meteo, di
un'altra latitudine, in un'altra realtà. Una casa imponente, dalle architetture gotiche, i cui padroni – gemelli inseparabili – irretiscono sfordunati e speciali
viandanti. I custodi di Slade House è
la cronaca del loro passato e quella delle esistenze troncate delle
vittime prescelte. Partito come un esperimento tra lui e i suoi
lettori più affezionati su Twitter, l'ultimo romanzo di David
Mitchell è un esemplare unico nella prolifica produzione dell'autore britannico. Se
come me lo si conosce soltato di fama, stupirà trovarsi tra le mani
un volume sottilissimo, cupo, in cui non c'è traccia apparente delle
sue epopee tra scienza e fede, dei protagonisti legati da un filo di pensieri, di pagine che, poiché
numerose, tendono a scoraggiare. Pur avendo trovato emozionante e
illuminata la visione dell'intricato Cloud Atlas,
David Mitchell l'ho condannato a un eterno viavai nei miei carrelli
online, fino a quando non si è dato ai racconti dell'orrore e,
infine, ha fatto breccia. Suonerà superfluo per gli appassionati, perciò, descrivervi quanto talentuoso, accattivante e persuasivo sia, ma
diciamolo, sì. Dell'autore prolisso e fantasioso che, sotto sotto,
ho sempre temuto, nessuna traccia: il curiosissimo formato di I
custodi di Slade House dà un
taglio alle parole, ma non alla sua immaginazione frenetica. In
duecento pagine appena, Mitchell sa essere – tenete il conto degli
aggettivi – inquietante, tradizionale, divertente, crudele e innovativo.
Cinque aggettivi, per un romanzo che si articola in cinque parti: la prima ambientata negli anni Settanta, l'ultima appena trecentosessantacinque giorni fa. Un racconto per ogni ospite che, in una data precisa, di solito con la pioggia, bussa alla porta dei gemelli Grayer. Cambiano le generazioni, i toni della narrazione e perfino i generi, le voci. I custodi di Slade House ha cinque punti di vista domati senza paura e un comune divisore. A cosa porteranno le visite, se gli ospiti sono destinati a non avere scampo? Cosa ci rivelerà Norah Grayer, sanguisuga e cacciatrice di anime, in un capitolo conclusivo che è la sua estrema confessione?
Cinque aggettivi, per un romanzo che si articola in cinque parti: la prima ambientata negli anni Settanta, l'ultima appena trecentosessantacinque giorni fa. Un racconto per ogni ospite che, in una data precisa, di solito con la pioggia, bussa alla porta dei gemelli Grayer. Cambiano le generazioni, i toni della narrazione e perfino i generi, le voci. I custodi di Slade House ha cinque punti di vista domati senza paura e un comune divisore. A cosa porteranno le visite, se gli ospiti sono destinati a non avere scampo? Cosa ci rivelerà Norah Grayer, sanguisuga e cacciatrice di anime, in un capitolo conclusivo che è la sua estrema confessione?
In
apertura, conosciamo Nathan, tredicenne inquieto con mamma ambiziosa
e padre in viaggio, che viene strattonato per mano dalla
genitrice a una boriosa
soirée: per fortuna, ha un coetaneo con cui fare amicizia – si
chiama Jonah, ed è il secondo dei Grayer – e una scorta segreta di
Valium. Sarà impossibile separare gli effetti del
farmaco dall'incubo.
La
seconda, invece, è la storia dell'ispettore Edmonds, uno con l'autostima a
pezzi per colpa di un divorzio e il pallino dei noir francesi.
Conosce la seducente e bisognosa Chloe, che lo prende per il cuore e
per la gola: non saprà riconoscere una femme fatale, trovandosela
nel letto. Gli anni Novanta sono quelli delle droghe, della musica a
palla, delle feste scatenata: Sally, studentessa timida e
grassottella, per amore del bel Todd – che non sembra considerarla,
se non come amica – entra in un gruppo universitario che
crede nel paranormale e nelle inspiegabili sparizioni di Slade House;
gli acchiappafantasmi per hobby, a sorpresa, si imbatteranno in un
party in maschera che sembra uscito da Rocky Horror Picture
Show.
Nove
anni dopo, l'affezionata Freya, con l'inventiva dei reporter
d'assalto e tutto l'amore delle sorelle maggiori, intervisterà un Lazzaro imbianchino e i vampiri, come nei capolavori di Anne Rice. Quando sei
dentro, Slade House ricorda
Giro di vite, Dracula,
le fiabe splatter dei fratelli Grimm, il recente La casa
per bambini speciali di Miss Peregrine.
Parafrasando liberamente uno dei personaggi, ha il parquet, la carta
da parati, i battenti delle porte – la struttura nuda e cruda – scelti da
uno Stephen King in preda alle febbri alte. Sali le scale, poi, e
scricchioleranno e si tradiranno, come in un'intramontabile ghost
story con le notti cupe e tempestose al di là delle inferriate alla
finestre. Da un lato e dall'altro, i ritratti di tenutari che hanno
imbrogliato la morte al suo stesso gioco e quelli degli antichi
visitatori, immortalati così com'erano al tempo del loro decesso: i
farfallini eleganti, le vestaglie da camera, le maschere beffarde, a
forma di maiale. Gli occhi grattati via. i desideri – un'infanzia
normale, una passione proibita, le attenzioni di un ragazzo impossibile – che li hanno esposti al male. Più in cima, una
soffitta e una candela tremolante. Prima che si spenga, che il tuo
passaggio lì lasci un'altra foto ricordo al muro e due padroni di
casa con le pance piene, lascia pure la tua firma sul registro degli
ospiti; di' quanto c'è di bello, spaventoso e stimolante, in un
Triangolo delle Bermude con l'edera rossa sulla facciata, le infinite
citazioni che ne fanno un gioiello per gli intrepidi e il ritorno,
in definitiva, assai incerto.
La
casa ha fame. Lascia detto dove vai, cosa leggi, o ti ci perdi.
A Londra, enigmatica e piovosa, semina in giro briciole di pane.
A Londra, enigmatica e piovosa, semina in giro briciole di pane.
Il
mio voto: ★★★★
Il
mio consiglio musicale: The Animals – The House of the Rising Sun
Ti cito: questo romanzo sembra inquietante, tradizionale, divertente, crudele e innovativo :) Lo voglio!
RispondiEliminaAh, ne andrai pazza! ;)
EliminaCavoli se mi ispira! E poi ha una cover meravigliosa...
RispondiEliminaPer me, tra le più belle di quest'anno. :)
Eliminasarà sicuramente mio!:D e dopo la tua conferma ancora di più!
RispondiEliminaPerfetto. ;)
EliminaLa tua recensione mi è piaciuta e il libro mi spaventa. Vorrei leggerlo e allo stesso tempo ho paura di farlo.
RispondiEliminaAspetto che lo legga Stefania ;-)
lea
Ti ringrazio, Lea!
EliminaE' una lettura un po' sinistra, in effetti, ma non c'è nulla che turbi eccessivamente. Omaggiando qui e lì, gli spauracchi sono collaudati. Però Mitchell quanto è bravo, oh. :)
E allora vedrò di leggerlo!
Elimina:)
Lea
Leggi e dicci!
EliminaGià da quando hai pubblicato la prima parte di Coming this fall avevo adocchiato questo titolo, ma dopo la tua recensione non posso certamente fare a meno di leggerlo!
RispondiEliminaNe sono contentissimo! ;)
EliminaDavid Mitchell è l'autore di Cloud Atlas?
RispondiEliminaScappo via in preda al terrore! XD
Dillo che il terrore è per i gemelli Grayer!
EliminaChe poi Stephen King, se ci pensi, è l'autore di Stand By Me, Misery, Il miglio verde, The Mist... e poi ti escono i Cupoloni molesti e i Cell (non che Cloud Atlas sia a quei livelli, eh).
Non ho letto la tua recensione completamente, ma promette bene come libro! è il prossimo che ho intenzione di leggere non appena terminerò il libro che ho adesso sul comodino ^^
RispondiEliminaBuona lettura, allora!
RispondiEliminaRecensione strepitosa per un romanzo che leggerò sicuramente. La cover ha un fascino malevolo :)
RispondiEliminaTi ringrazio, e sì, come non amare quella cover? :)
EliminaMi attira e mi respinge...di più la seconda per ora...devo rifletterci e chissà. Tu, sempre sublime. Smack!
RispondiEliminaTi ringrazio, Francesca.
EliminaSecondo me, piacerà anche ai non amanti del genere. ;)
mi ha attirato da subito e credo che mi lascerò sedurre presto ^_^
RispondiEliminaSono certissimo che ti piacerà. :)
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