giovedì 25 febbraio 2021

Recensione in anteprima: L'ultima estate, di André Aciman

| L'ultima estate, di André Aciman. Guanda, € 16, pp. 160 |

Prendete una località turistica in alta stagione. Collocateci un nutrito gruppo di villeggianti americani: rumorosi, cinici, un po' sprezzanti. Aggiungete al loro tavolo un ospite misterioso: un gentiluomo sulla sessantina, con un impeccabile accento inglese, origini peruviane e un fiuto infallibile per i segreti altrui. Se poi vi anticipassi la nascita di un amore istantaneo, in grado di superare un importante gap generazionale, ogni indizio sarebbe al posto giusto. A occhi chiusi sapreste dirmi di essere proprio in una storia di André Aciman. Dopo il successo di Chiamami col tuo nome e di quel seguito non apprezzato all'unanimità – a me piacque molto –, l'autore torna oggi in libreria con un romanzo che somiglia più a un racconto lungo. Scritto con eleganza e ironia, si legge in un pomeriggio. Se da un lato Aciman ripropone nuovamente la sua formula consolidata, dall'altro aggiunge leggere venature paranormali per sorprendere il lettore.

La persona amata ritorna sempre. Vedete, è la vita a essere transitoria, non l'amore.

Ambientato in una Costiera amalfitana sospesa nel tempo, dove tutto appare possibile, L'ultima estate si colora di magia grazie al dono di Raùl. A colpo d'occhio il sessantenne indovina i segni zodiacali, i sentimenti inespressi e le conformazioni familiari dei protagonisti. Capace anche di inspiegabili abilità taumaturgiche, filosofeggia di multiversi e connessioni, vite passate e vite possibili. Malinconico flaneur, Raùl fa da Cicerone alla bella Margot: l'unica tra gli americani a trattarlo con sprezzo. Tradita troppo in fretta la dimensione corale dell'inizio, Aciman segue la strana coppia tra pranzi prelibati, passeggiate e rivelazioni. Paradisiaco, lo sfondo campano cinge i protagonisti in un abbraccio di frutti esotici, giardini lussureggianti, anfitrioni facoltosi. E, al solito, grazie alla cultura umanistica dell'autore si tinge di un irresistibile fascino leggendario: nel sesto libro dell'Eneide, infatti, Virgilio scriveva che lì sorgevano i “lugentes campi”, luoghi in cui solevano struggersi gli amanti inappagati.

Non facciamo che ricostruire e reinventare sia il passato sia il futuro. A volte, mentre ci troviamo per strada o su un autobus affollato, ci assale il pensiero che quella persona di cui abbiamo intercettato lo sguardo o che abbiamo appena incrociato sul nostro cammino sia un'altra versione di qualcuno che abbiamo amato in passato e ameremo in futuro. Quella persona, però, potremmo essere noi stessi in un altro corpo. E la cosa bella è che lo sentiamo entrambi. Quella persona siamo noi, oppure è qualcuno destinato a noi che però in ogni vita continua a sfuggirci? Noi in un altro, non è forse questa la definizione di amore?

Delicato dialogo generazionale ai confini della realtà, il racconto propone una spiegazione soprannaturale per far luce su colpi di fulmine e dejà vu. Avete mai avuto la sensazione di essere già stati in un posto? Vi siete mai domandati cosa spinga persone inconciliabili l'una tra le braccia dell'altra? Il pieno apprezzamento dell'Ultima estate dipenderà dal vostro grado di romanticismo, da quanto crediate alle anime gemelle e ai miracoli. Scettico per natura, ho accolto con il sopracciglio alzato la deriva fantasy di Aciman – questa volta somiglia più ai colleghi Guillaume Musso e Marc Levy –, benché vinto comunque dalla dolcezza dell'epilogo. Il più grande difetto di questa lettura si rivela essere anche il suo più grande pregio: lo sfondo oleografico di un'Italia da cartolina, anzi da favola, che riempirà di malinconia al pensiero di quando ci era concesso di essere innamorati, abbronzati e in vacanza. Si chiama L'ultima estate, ma ci tenta a fantasticare sulla prossima. Cosa avrà in serbo per noi?

Il mio voto: ★★★
Il mio consiglio musicale: Mina – Un'estate fa

8 commenti:

  1. Si legge in un pomeriggio... parla per te. Io sarei capace di impiegarci (almeno) un mese. :)

    Lo tengo come titolo buono per la prossima estate, visto che mi rifiuto di consumare prodotti fuori stagione. XD

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    1. Effettivamente... E' la classica lettura da ombrellone. Arrivata con quattro mesi di anticipo!

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  2. magari non un libro memorabile ma un piacevole intrattenimento, mi pare :-)

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  3. Aspettavo da mesi questo romanzo,effettivamente mi sembra più un racconto lungo. Sono d'accordo sulla bellezza del paesaggio che é veramente mediterraneo ed incantevole. Accetto anche la svolta fantasy dell'autore, però i personaggi, in particolare Margot, mi sembrano insolitamente freddi. Comunque, lo rileggerò.

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    1. Sì, tutti molto freddini.
      Affascinante lui, mi ha ricordato il personaggio di Valerio Mastandrea in The Place.

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  4. Ancora non ho recuperato i due titoli più famosi, ma finisce in lista per l'estate anche questo. Purtroppo per me ho scoperto la modalità Lista di libraccio e mi ritrovo a fare acquisti compulsivi appena arrivano usati.
    Una droga.

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    1. Mi hai fatto scoprire una modalità che avrei preferito non conoscere, credo! Farò guai!

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