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Il porto proibito, di Teresa Radice e Stefano Turconi. Bao, €
21, pp. 312 |
In
alcune storie ci inciampi e basta. Sono messaggi in bottiglia. È
l’alta marea che ha voluto fartele leggere, portandoti nel posto
giusto al momento giusto. Si nascondevano dietro uno scoglio, magari
sotto un tronco, e un’altra onda minacciava di portarle via da un
momento all’altro. Sono stato fortunato. A passeggio in un
mercatino che somigliava un po’ a una spiaggia dopo un naufragio –
dappertutto anfore, coralli e conchiglie –, in uno dei miei ultimi
giorni di libertà mi sono imbattuto in un questa graphic novel. La
sua fama aveva raggiunto anche me, ignorante in materia, e per pochi
euro ho portato a casa un piccolo tesoro nell’indifferenza del
venditore: lo vendeva allo stesso prezzo dei tascabili della
bancarella. Dopo un mese, impigrito dal blocco del lettore, ho deciso
che il suo momento era arrivato. Per il desiderio di leggere qualcosa
di lieve sì, ma bello. Per la solita nostalgia del mare.
Una
graphic novel che ha già meriti oggettivi, così, se n’è fregiata
di un altro: ha simboleggiato, per me, la lettura d’evasione per
eccellenza. Di quelle che ti portano lontano, letteralmente,
facendoti sperimentare quel senso di stupore che credevi precluso
agli adulti. Magico, misterioso, romantico, Il porto proibito è
un’ombra che si profila all’orizzonte. Un miraggio che non
tutti riescono a percepire con gli stessi occhi. Può dirsi lusingato
o sciagurato colui che ne vede la silhouette nella nebbia del primo
mattino? È un inizio o una fine; un punto di partenza o uno
d’approdo? Sono alcuni degli interrogativi sollevati dalle figure
che popolano l’avventura di Teresa Radice e Stefano Turconi:
coniugi e fumettisti, qui al servizio di un intrigo che deve un po’
alle favole Disney e un po’ ai classici dell’Ottocento inglese.
Lo chiamano il porto proibito: appare e scompare nella nebbia, ma
sembra che non tutti possano vederlo. Chi l’ha raggiunto di certo
non è tornato indietro per raccontarlo! Perché non sei tu che
scegli di entrare al porto, è il porto che sceglie te.
Si
parte dal ritrovamento di un naufrago sulle coste del Siam. Vittima
di un’amnesia che lo ha privato di tutto fuorché il nome, Abel
diventa il mozzo del primo ufficiale Roberts a bordo di un vascello
della marina. Intraprendente e servizievole, dotato di mille risorse,
il ragazzo ha l’animo antico dei veri lupi di mare: conosce a
memoria canzoni, aneddoti, trucchi, e le sue abilità sorprendenti –
talora a confine con la magia – fanno mormorare la ciurma
sospettosa, per poi tornare utili durante le bonacce più ostinate.
Il tenore del prologo è destinato a cambiare una volta giunti a Plymouth.
Ospite di una locanda caduta in disgrazia per colpa di uno scandalo –
il proprietario, Stevenson, sarebbe fuggito con la refurtiva
confiscata agli spagnoli lasciando le tre figlie nei guai –, Abel
si affeziona alla timida Helen, alla maliziosa Heather e alla piccola
Harriet, fino a sentirsi parte della famiglia allargata. Ma gli insegnamenti
più importanti arriveranno da Rebecca, erotica e materna insieme, che lo guiderà nei segreti del
sesso, della letteratura e soprattutto dell’impossibile. Dove tutti vedono
malizia, si nascondono in realtà le migliori pagine del volume e
personaggi indimenticabili: dalla relazione tra la malinconica
tenutaria del bordello e Nathan, il cliente prediletto che promette
di affrancarla per amore, aspettatevi tavole appassionate e più di
qualche lacrima.
La
verità più profonda si può trovare grazie a una semplice storia.
Colto,
citazionista, romanticissimo, Il porto proibito è una ballata
marinaresca di donne e pirati su un tesoro da trovare, un’identità
da riscrivere, una fama da riscattare. Contiene frammenti preziosi
dei versi di Blake, Coleridge e Wordsworth. Brilla di scrittura ricca
ed evocativa, a proprio agio tanto con il lirismo quanto con il
linguaggio tecnico della navigazione. Ha un gusto per la narrazione
nobile, antico, a cui si perdona a cuor leggero perfino un epilogo un
po’ melenso in nome dei racconti della buonanotte che rievoca; dei
ricordi legati alle leggende sussurrate davanti ai falò. Il
tutto, per di più, impreziosito da un tratto a matita essenziale e
mai soverchiante, che fa da perfetto contrappunto alle parole e le
accompagna dolcemente.
C’è
chi vuol partire e chi vuol tornare. Chi spera di oltrepassare le
colonne d’Ercole e chi, invece, sogna di riporre i remi in barca.
Schiavi di un diffuso senso d’attesa, sospesi all’orizzonte, i protagonisti di Teresa e Stefano sono divisi tra il mare e
la terra: per questo, eternamente incompleti. Ma perfino un
recipiente vuoto, riflette Nathan, può scoprire un’utilità
intrinseca: diventare un contenitore per raccogliere acqua piovana;
trasformarsi in un vaso per accogliere il fiorire di nuove esistenze.
Ecco allora il palesarsi di un senso, di una seconda chance, di altra
vita ancora. A lezione d’amore e navigazione, prima di salpare per
sempre. Meta: il nostro assoluto incanto.
Il
mio voto: ★★★★
Il
mio consiglio musicale: Mumford & Sons – Guiding Light
Non lo conoscevo ma sembra carinissimo ☺️☺️☺️
RispondiEliminaBello bello, mi ci voleva!
EliminaTi leggo/non leggo perché è tra i fumetti/graphic novel che vorrei leggere da parecchio. Spero sempre di trovarlo usato, ma capisco come sia difficile liberarsene.
RispondiEliminaDifficilissimo, infatti riconosco la mia fortuna sfacciata.
EliminaPerò lo amerai, ne sono sicuro.
L'alta marea invece non ha dato questa graphic novel anche a me. Vedremo se prima o poi me la porterà... :)
RispondiEliminaForse un po' troppo miele per i tuoi gusti, ma in questi giorni ha fatto bene. Aiuta a prevenire il Covid.
EliminaE' nella mia wish list! Ciao da Lea
RispondiEliminaNon vedo l'ora di sapere cosa ne pensi!
EliminaBe'... grazie :-)
RispondiEliminaGrazie a voi! Siete belli e bravi, e mi avete commosso.
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