La
quarantena è tempo di sperimentazioni. Approfittando delle
promozioni Bao Publishing – fino al 3 maggio trovati alcuni ebook in catalogo a € 1,99 –, mi
sono cimentato con due cose che a torto mi hanno sempre trovato un
po’ restio. Le graphic novel e la lettura in digitale. Scoprite
com’è andata, e approfittate anche voi dei pro della solidarietà
digitale: magari per ricredervi.
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La giusta mezura, di Flavia Biondi. € 19, pp. 158, ★★★★|
È
una storia che tocca le corde profonde di quelli che hanno fatto i
miei stessi errori di valutazione e il mio stesso percorso
accademico. Ci avevano avvisati all’immatricolazione: le discipline
umanistiche non sfamano. Ma come frenare una passione? Mia e Manuel,
un decennio fa, sono arrivati nella città universitaria per
eccellenza con il sogno di vivere della loro vocazione. Lei ha
studiato Belle arti, lui Lettere. Ormai ventinovenni, si ritrovano a
vivere con altri quattro coinquilini in un appartamento in nero e ad
arrangiarsi. Hanno rimandato a data da destinarsi la vita che spetta
alle coppie adulte. Mentre Mia vive con frustrazione la routine
lavorativa e sentimentale, Manuel è un gigante con la testa piena di
sogni: vuole fare sul serio con lei, e sul web pubblica un romanzo
cavalleresco che spera possa diventare un successo. Dolcemente
vecchio stile, scrive degli struggimenti e delle tresche dei fittizi
Decimo e Ludovica. Come vivrebbe la confessione di una sbandata, se
Mia condividesse il bisogno di sentirsi ancora desiderata e viva?
L’idealismo dell’uno può sposarsi con il pragmatismo dell’altra,
senza che le loro personalità vengano annullate? Con tratti gentili
e dialoghi che suonano verissimi, il talento di Flavia Biondi mi si è
rivelato con una commedia dolce-amara che mi ha stretto in una
domenica di pioggia. Mi hanno impressionato la verità dei gesti e
delle parole – il nitore delle situazioni, infatti, è pari a
quello di un film –; le descrizioni di una Bologna fatta di
manifesti e porticati; l’affresco di una relazione resa nelle
scaramucce e nell’intimità, combattuta tra egoismo e amor proprio.
Il disagio generazionale ci ha trasformati in stelle singole: ognuno
bada alla propria luce. La giusta mezura è il rischio da
correre per brillare insieme. È la paura che si nasconde dietro il
grande passo – quello più lungo della gamba – e il
disarcionamento causato dai compromessi col partner. È tutto
ciò su cui le favole glissano: la parentesi tonda tra il principio e
l’epilogo, che si colora qui della nostra incertezza.
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Una sorella, di Bastien Vivès. € 19, pp. 218, ★★★|
Tutti
hanno conosciuto una di quelle estati che cambiano il corpo e la
mente, la percezione di sé e degli altri. Per l’introverso Antoine
succede a tredici anni. Lontano da Parigi, Antoine ha viaggiato con la
famiglia al completo fino alla casa delle vacanze. Ammazza il tempo
come facevo anch’io: disegni, cacce di granchi sulla battigia,
corse in bicicletta, puzzle, insalate di riso consumate all’ombra
degli stabilimenti balneari. Non ha messo in conto l’arrivo di
Helene, un’amica di famiglia dalla presenza perturbante. Tre anni
più grande di lui, il triangolo minuscolo del reggiseno, le
sigarette e il vino rosso, il legame viscerale con lo smartphone, gli
sguardi dei maschi di ogni età. Antoine, che con lei divide il letto
a castello, non può frenare i bollori. Soprattutto quando lei gli
chiede del primo bacio, lo accudisce, gli dà corda con i giochi e
gli hobby. In Una sorella rivivono le stesse estati belle e
spensierate del cinema francese: mi è tornato in mente, in
particolare, l’ultimo film di Kechice. L’iniziazione passa
attraverso i balli sulla spiaggia, i video pornografici sbirciati sul
cellulare, il brivido di leccare dal medesimo gelato. Graphic novel
dalle ambientazioni molto familiari, per me che ho sempre vissuto
sulla costa, è la cronaca candida e universale della scoperta del
sesso. Chi non potrà rispecchiarsi in Antoine; nei turbamenti e nei
pensieri proibiti che gli mozzano il fiato; nel risveglio brusco da
un sogno erotico che lascia al contempo tristi e col batticuore?
L’ingresso di qualche scena esplicita non turba la delicatezza e
l’incanto di Vivès. I suoi protagonisti trascorrono pochi giorni
insieme e temono il momento della partenza: quando arriverà stringerà inevitabilmente il cuore, benché storie simili siano
state raccontate in cent’altri romanzi di formazione. Ma l’aggiunta
del disegno dà corpo e carnalità a un’estate come tante e come
nessuna. E questo tormentone radiofonico tutto sole, cuore, amore
appare comunque piacevole da riascoltare e canticchiare.
Sono due graphic novel del catalogo Bao che mi attirano poco. Ma al di là di questo, com'è leggerle in digitale? Mi sono sempre trattenuta dal provarci perché ho il kindle, che è in bianco e nero... sospetto che mi servirebbe quantomeno un tablet per tentare questo formato.
RispondiEliminaUna rivelazione leggerle in digitale. Per altro, non essendo a colori, non penso che il Kindle ti sarebbe grandi noie.
EliminaIo, ammetto, ho finito di leggerle entrambe sul cellulare: comodissimo, sono storie brevi e non troppo dialogate.
Credo che recuperarli sia davvero inevitabile ☺️☺️☺️ vedremo, quando le cose si stabilizzeranno 😊😊😊
RispondiEliminaAspetto le tue impressioni, come sempre!
EliminaPure io ho difficoltà con le graphic novel e la lettura in digitale...
RispondiEliminama chissà che non vada bene come nel tuo caso. ;)
Sono due storie che fanno decisamente per te. In qualsiasi mezzo o formato. ;)
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