Addio
normalità. Bello averti conosciuta.
Titolo:
iBoy
Autore:
Kevin Brooks
Editore:
Piemme – Freeway
Prezzo:
€ 16, 50
Numero
di pagine: 245
Sinossi:
Prima
dell'incidente che lo ha mandato in coma, Tom Harvey era un ragazzo
come tanti. Ma ora si è risvegliato con il potere di sapere e vedere
tutto. I frammenti di iPhone che sono rimasti nel suo cervello lo
hanno trasformato in un super computer, una sorta di mente
artificiale iperconnessa. Tom può arrivare ovunque, tutte le
risposte a domande che non sa nemmeno di aver posto sono già lì,
nella sua testa. E dopo aver scoperto della violenza subita da Lucy,
la ragazza di cui è innamorato, Tom usa i suoi poteri per punire le
gang che dettano legge nel quartiere. Ma qual è il confine tra
giustizia e vendetta?
La recensione
I
supereroi, se sfigatelli, mi piacciono. A parlare è l'invidia verso
il fisico scolpito, le battute che non fanno ridere, la forma
preferita alla sostanza. Le eccezioni: Spider-Man, essendo un po' Peter Parker anch'io; lo sfortunato Enzo Ceccotti
di Lo chiamavano Jeeg Robot, subito icona.
Di fumetti, purtroppo, non ne leggo. Al cinema ne vedo gli
adattamenti, se sotto costrizione, ma Raimi e Mainetti appartengono a
una specie rara. Come la mettiamo invece con i romanzi a tema? Per
qualche giorno mi sono concesso, così, un'avventura intitolata
iBoy. Online circolava il film
da mesi, ma non mi ispirava – benché esile e modesto, vi scrivo
tra parentesi tonde e con il senno di poi, è una visione
tutt'altro che spiacevole. La storia dei poteri causati dalle schegge
di un iPhone, non dal morso di un ragno radioattivo, mi sembrava
stupidissima. Ho aspettato l'estate, confidando nel tocco
inglese di Kevin Brooks – uno che scrive cose interessanti, anche
quando appare più leggero del solito. Il suo ultimo romanzo, giunto
in libreria per Piemme, ha una copertina illustrata in linea con le
precedenti e annunciati sprazzi pulp. Difficile avere sedici anni a
Crow Town: quartiere londinese nella periferia più profonda e
degradata che, con i suoi casermoni e i prepotenti ad ogni angolo di
strada, somiglia alla nostra Tor Bella Monaca. Difficile, soprattutto
se sei un adolescente timido e allampanato e, come l'eroe di Stan
Lee, vivi con una parente anziana – una nonna che sbarca il lunario
scrivendo romanzi rosa (nel film, una deliziosa Miranda Richardson) –
e a un passo da Lucy, la ragazza dei sogni. Si può essere più che
amici?
Tom fantastica e si arrovella quando alza gli occhi al cielo:
qualcuno l'ha chiamato per nome. Dal trentesimo piano gli cade sulla
testa un cellulare rubato e gliela spacca in due come un cocomero
(stando a Netflix, viene invece colpito da un colpo di proiettile
mentre chiama il 911). Il risveglio dal coma è uno shock. La
sua tutrice è sommersa dai debiti, la polizia fa domande su domande,
Lucy è stata aggredita da una gang. Glielo suggerisce il suo
cervello non appena apre gli occhi in ospedale. Ha una brutta
cicatrice sulla testa e, dentro, pezzi di cellulare impossibili da
estrarre. Gli effetti collaterali, gli spiegano, sono emicranie
croniche e percezioni leggermente falsate. Il foglietto illustrativo
non parla di poteri magici? Il ragazzo del miracolo ha tutto il
sapere del mondo e di internet dietro le palpebre. La sua pelle,
volendo, sfrigola e manda bagliori. La sua mente galoppa, connessa ai cellulari e ai pensieri degli
altri. A questo punto, perfino una produzione modesta potrebbe far
bene: un po' di CGI, ed è facilissimo stare al passo. Come spieghi
la presa di coscienza di Tom su carta, il suo sapere infinito? Quel
caos di numeri e lettere, quel bombardamento di informazioni, possono
starci davvero in un romanzo? L'autore young adult della noia mortale di alcune estati, dei finali monchi e della Londra punk, al solito, sa come fare.
iBoy fila
più veloce della luce e, a modo suo, sembra avere anche fondamento
(la trasposizione, cupa nelle atmosfere ma libera
nella struttura, sceglie di rimanere dalle parti del teen thriller:
Bill Milner, perciò, somiglierà più a un hacker che a un vigilante). La periferia non lascia scampo. Preoccupano i figuranti
incappucciati, le loro mani pesanti, la disgustosa legge del branco.
Non c'è una Mary Jane da prendere al volo: troppo tardi per salvare
una protagonista femminile che odia il suo stesso corpo, i maschi, e non
esce dalla sua stanza (Maisie Williams, per quanto insipida, ricopre
nel film un ruolo più attivo). Lo stupro l'ha svuotata e non resta
che qualche chat in cui confidarsi nell'anonimato; la speranza di una
vendetta trasversale (risse o litigi con accoltellamenti finali, in poltrona, si
trasformano spesso in scherzi goliardici o in episodi
di cyber bullismo usati a fin di bene). Kevin Brooks attinge al
cinecomic, ma il suo è un rape and revange – moderno, crudo,
diviso tra etica e istinto – dai sensi sviluppati e dal ritmo
folgorante. E prende senza interferenze di sorta, finché c'è campo.
Ma alcune realtà, certe borgate malfamate, sono gallerie infinite.
Lì i poteri fanno cilecca, le tacche del cellulare diminuiscono a
vista d'occhio. Imboccarne l'uscita è un'esplosione di segnali e
percezioni. Come una canzone alla radio che riprende più forte, alla fine del tunnel.
Il
libro: ★★★½
Il film: 6
Il
mio consiglio musicale: Imagine Dragons – Radioactive
Ho visto il film, per me il romanzo è decisamente meglio articolato e complesso, giusto l'atmosfera metropolitana salvo. E comunque ho adorato anche questo Brooks, diverso e inaspettato.
RispondiEliminaNon mi sono dispiaciuti, ma comunque Brooks non mi ha entusiasmato questa volta.
EliminaJeeg, fatto sta, vince dieci a zero. ;)
Uhm.. no, penso che né film né libro facciano per me: troppi superpoteri, troppo teen. Sto con Jeeg ;)
RispondiEliminaTeen il giusto, ti dirò.
EliminaI protagonisti bruttini (ma che piacciono) e le atmosfere dark, insieme al tema attuale degli stupri di gruppo, lo rendono non la solita cosa. Anche se, il film soprattutto, lascia il tempo che trova. Ma sull'inutilità delle produzioni Netflix, complici le polemiche a Cannes, già mi ero espresso. :)
Mi sono limitato al film e l'ho trovato tra le cose peggiori viste quest'anno. Quasi quasi sono meglio i classici lavori Marvel sui supereroi...
RispondiEliminaTu sei stato troppo generoso, anche con Maisie Williams. Più che insipida, nella parte della gnocca di turno è la cosa più fantascientifica della pellicola. :)
Perché tu non hai visto Wonder Woman! Il film si è lasciato vedere, non mi è particolarmente dispiaciuto.
EliminaSu Maisie Williams concordo. Non ho infierito, giusto per quello che subisce il suo personaggio. :-D
Ho guardato iBoy proprio ieri sera, manco a farlo apposta ;) Bruttino, deboluccio. Quando si parla di fantascienza una delle cose più importanti, secondo me, è dichiarare il perimetro entro il quale il "potere anomalo" può muoversi per evitare di cadere nell'orrido effetto "vale tutto". Ecco, più che caderci iBoy ci sprofonda: partito dalla manipolazione dei dati digitali, perfezionatosi come incendiario di automobili, verso la fine il nostro Tom si uploada nozioni di combattimento in puro stile Matrix.
RispondiEliminaVisto ieri sera anch'io, tra l'altro!
EliminaA me, dichiaratamente, non piace il genere. Questo, debole e tutto, non mi è dispiaciuto. Se non altro, il protagonista non ha il difetto di volersi fare il simpatico - cosa di cui accuso spesso e volentieri gli eroi Marvel, insopportabili. Ma, in generale, concordo con te. Nel romanzo però l'elemento fantastico è molto più accentuato. Tom frigge, letteralmente, quindi non ha bisogno di combattere: tocca e fulmina.
Ho il film nella lista delle cose da vedere a tempo perso, il libro invece non mi ispira per niente :/ proverò a tenere basse le aspettative, e casomai farò un pensierino sul romanzo.
RispondiEliminaTi consiglierei vivamente di fare il contrario, Brooks merita sempre, ma se non ti ispira non ti ispira.
EliminaIl film è un filmetto, ma si è capito. ;)
ne libro, ne film... nessuno dei due è particolarmente il mio genere
RispondiEliminaNeanche il mio, ma tra l'estate e la sessione... Male non mi è andata.
EliminaSono molto curiosa riguardo al romanzo, dato che con Brooks ho un noto rapporto d'amore/odio (e lui, manco a farlo di proposito, non è venuto a Mare di libri giusto per indispettirmi... perché alla fine dopo un snobismo iniziale, avevo deciso di andarci! Scherzo ovviamente XD ma tant'è... le coincidenze!) dunque voglio proprio vedere cosa mi aspetta! Ho in programma di leggerlo entro l'estate... vedremo se rimarrò più convinta di te :P
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