Trainspotting
è uscito quando non avevo
l'età. Istantaneo cult giovanile, parlava però a una generazione che
non era la mia. L'ho rivisto su Iris qualche mese fa, il pubblico in
fermento per l'arrivo di un sequel che sembrava fuori tempo massimo e
invece no, apprezzandolo meno del previsto. Quattro amici per la
pelle, un furto, colori fluo. Tanti buchi sulle braccia e, forse,
troppo rumore. Cos'è di loro vent'anni dopo? L'ho scoperto
senza ansie e, questa volta, sorprendendomi non poco. Liberamente
ispirato a Porno del
solito Irvine Welsh, il secondo capitolo è una reunion tra antichi
dissapori e nostalgia; un ritorno a casa che tocca, anche chi fan non
lo è. McGregor, fuggito ad Amsterdam, prende un aereo per Edimburgo alla morte della madre: unico ad
avercela fatta, inventa a beneficio del prossimo una bella vita che
non c'è. Il biondissimo Miller ha rinunciato all'eroina: ora sniffa
e basta, e non perdona l'amico traditore. Carlyle è a piede libero,
pensieroso per via di una vendetta da pianificare nel dettaglio e
degli scherzi della disfunzione erettile; Bremmer ci ricasca, tenta il suicidio, e si scopre
tenerissimo cantastorie. T2 – coi
karaoke brilli, i faccia a faccia, le tentazioni irrinunciabili –
è malinconico, agrodolce,
divertente. Alla soglia dei cinquanta, necessario passare al vaglio i
sogni di serie B: aprire un bordello, ad esempio, alla faccia del
crescere e dei papponi scozzesi. Ranton e gli altri sono invecchiati
bene, sempre fighissimi, ma mettono un po' di tristezza. Un manipolo
di bulli male in arnese che non ha mai trovato la sua strada e, in
preda al dubbio, fa ritorno dove tutto è iniziato. La coda tra le
gambe, la voglia matta di farsi ancora. Perché il mondo cambia,
ammette Franco in presenza di un figlio indegno della sua pazzia, ma
loro no. T2 giura
di andare in rehab, salvo eventuali ricadute. Sceglie la regia
strabiliante di Boyle, quei cari quattro amici al bar, una colonna
sonora che, sul tappeto, fa battere i piedi a tempo. Sceglie
l'effetto amarcord, che non guasta affatto, e corse lungo strade
familiari. Sceglie il sequel giusto. E, affezionato al suo motto, sì, sceglie la vita. (7,5)
Il
classico della Universal manca all'appello, ma La Mummia
con Brendan Fraser è un
tassello chiave della mia infanzia. Da allora gli ridò volentieri
un'occhiata, nei sabato sera di Italia Uno privi di fantasia, facendo
finta che il pessimo La tomba dell'imperatore
non esista. Avrei potuto fare altrettanto con questo reboot non
richiesto; il corpo del faraone di Sommers ancora caldo nel
sarcofago. Se Hollywood sentiva il bisogno di rispolverare certe
storie – successi annunciati, con una CGI a buon mercato e
sceneggiatori cercasi –, perché non partire piuttosto da
qualcos'altro? La conoscenza di questo novello Dark Universe, perciò,
inizia sotto una cattiva stella. In sala, nella stagione in cui si
nascondono filmetti e filmacci, ci proporranno
senz'altro di peggio e immaginavo che c'entrasse un po' la tipica
spocchia della critica nostrana, nel massacro al film del
semiesordiente Alex Kurtzman. La trama è presto detta: Cruise,
soldato in Iraq con l'hobby delle donne e dello
sciacallaggio, inciampa nel feretro dell'androgina Sofia Boutella –
principessa egizia cancellata dai libri di storia, con il sogno di
distruggere il mondo e il guardaroba dell'Incantatrice di Suicide
Squad. Tom, che non si arrende
al fatto di non avere più l'età, si cimenta con il triathlon –
corre, nuota, salta dagli aerei in fiamme senza spettinarsi: solita
routine – e brama la vita eterna, galeotto fu Scientology. Con lui, da
New Girl, un Jake
Johnson che fa da forzata spalla comica; l'anonima Annabelle Wallis,
interesse amoroso lungo la bellezza di venti minuti che, non si sa
come o perché, ispira in Cruise questo immotivato romanticismo in
chiusura; il crossover di Dottor Russel Crowe, affezionatissimo ai
carboidrati, ai doppi giochi e ai film di serie B. Brutto non in
maniera ignobile, La Mummia è
un pastrocchio senza gusto e senza appeal. Godibile il minimo, con
una noiosa sceneggiatura di scarti e ritagli e il pregio di non
pesare nel mentre. Non è un film d'avventura. Non è un film per
famiglie. Di horror, figuriamoci, neanche a parlarne. Nel dubbio: certi mostri, certi progetti, meglio lasciarli sepolti. (5)
Un'adolescente
che si affida a pessimi consiglieri, un incidente automobilistico. Morire e ricominciare. E' eternamente il giorno
di San Valentino per Samantha – una Zoey Deutch bella e brava, ai
vertici di una cricca di superficiali Mean Girls.
Before I Fall, uscito
in libreria come E finalmente ti dirò addio e
presentato con un buon successo allo scorso Sundance, era ben altro
che Un ricomincio da capo
in chiave adolescenziale. Toni cupi, da thriller, e una morale
semplice ma efficace. La decorosa trasposizione di Ry Russo-Young,
giovane regista del circuito indie, sceglie l'estetica di
Twilight (e non è una critica: ha, sullo sfondo, un
Canada nebbioso e boschivo) e i toni di un Tredici dal
punto di vista dei bulli (cenni ai legami familiari, al bullismo e al
suicidio, che, purtroppo, cenni rimangono). Non ha il desiderio di andare oltre – ha un epilogo frettoloso e
solo in minima parte i personaggi indagati, i momenti toccanti, che
giusto un'autrice come Lauren Oliver poteva architettare. Il romanzo,
letto cinque anni fa, non lo ricordo nel dettaglio: banalmente, dico,
era meglio. Un mattoncino di quattrocento pagine, intenso e
verisimile, che al cinema sacrifica struggimento e piccolezze che
contano. Before I Fall
va in cerca di un senso prima di tornare a dormire. La
protagonista stringe e scioglie amicizie, sulla scia delle mode e dei
pettegolezzi. Si svende, si tradisce. Fino a non
riconoscersi più. Chi è davvero Samantha – una che ha
diciott'anni e già si è smarrita? Vivere un giorno solo, perciò,
ma renderlo perfetto. Può essere tutto quello che vuole. Una stronza
senza peli sulla lingua e senza pudore (non dissimile da quella che
meditava di perdere la verginità con il ragazzo sbagliato); la brava
ragazza che aveva dimenticato di essere (quella che parla con la
lesbica dalle scarpe comode, che rivaluta la tenerezza un migliore
amico perso nel marasma della popolarità, che capisce che che quella sbeffeggiata “Carrie”, forse, sarà la sua salvezza). Before I Fall, da noi in uscita a luglio con il titolo Prima di domani, si accontenta di
essere realizzato bene, scritto d'un fiato, rapido e parzialmente
indolore. Rendendo l'ultimo giorno della Deutch sulla Terra un loop non così
perfetto, non così memorabile, ma senz'altro degno. (6,5)
C'è qualcosa di peggio di un bambino costretto a comportarsi da adulto? Se lo chiede anche Frank, zio di Mary: una spigliata
settenne che il primo giorno di scuola sorprende tutti rispondendo a
tono. Da lontano, drizza le antenne una nonna battagliera che fino a
quel momento aveva deliberatamente ignorato l'esistenza della nipote
– ma il suo talento, d'un tratto, le fa gola. La genetica non mente.
A Mary si addicono più le luci della ribaltà o la normalità?
Soprattutto, dalla madre ha ereditato l'intelligenza o anche il mal di vivere?
Gifted, diretto da un
Marc Webb che abbandona i grattacieli di Spider-Man
per tornare alle atmosfere dello splendido (500) giorni insieme,
ha toni caldi e una regia pulita. Semplice e di buon cuore, schiera
un convincente Chris Evans – non a sorpresa attore di grande
sensibilità, quando riposti nell'armadio i panni del supereroe –,
la dolcissima Mckenna Grace e tutta una serie di comparse, tra
irresistibili gatti rossi e apprensive vicine di casa, che contribuiscono a
renderlo quel che è. Tenero, lieve, ironico. Quel di tutto un po'
del cinema indie, dei bambini prodigio, che appassiona ma non
convince fino in fondo. Gifted fila
liscio: in teoria, in sua compagnia si potrebbe ridere e piangere. Ma
gli tocca mettersi in coda a una serie di drammi uguali tra loro –
nell'approccio poco serioso, nell'ambito delle lotte giudiziare per
bambini contesi. Tralasciando i cult Il mio piccolo genio e
Kramer contro Kramer,
cito i recentissimi Famiglia all'improvviso
e Padri e figlie. Si
parla di stirpi brillanti e la sceneggiatura di Tom Flynn, per quanto
graziosa, brilla di luce riflessa. Si parla di equazioni
irrisolvibili e, purtroppo, le operazioni di Webb, i passaggi che
portano al risultato finale, sono fin troppo scontati. Gifted
è come lo immagini. E se
immagini qualcosa di lieto e familiare, sentimenti schietti e una
matematica per principianti, perché no. (6)
Before I Fall mi ispira molto, ho visto il trailer e come Giorno della marmotta young adult mi sembra abbastanza carino. Attendo l'uscita italiana però.
RispondiEliminaIl resto... T2 l'ho adorato, ho pianto al cinema e applaudito l'intelligenza di mostrare quello che il pubblico voleva facendolo vergognare di essere stupido come i protagonisti del film. Quanto alla Mummia, action molto carino e simpatico, ideale per l'estate. Ma se vorranno fare un Dark Universe dovranno cambiare decisamente i toni.
T2, qui e lì, ha commosso segretamente pure me.
EliminaLa Mummia, non so, mi ha annoiato un po', anche se capisco che il genere vuole essere visto con un certo occhio... (con gli occhi chiusi, ad esempio, va meglio.) :)
La Mummia immaginavo fosse una mezza ca**ta ma forse lo guarderò lo stesso. Sto aspettando Amica invece per guardare Before I Fall :)
RispondiEliminaDovresti leggere il libro. Come vuole il luogo comune, è molto meglio!
EliminaDi questi ho visto solo La Mummia e sono completamente d'accordo con il tuo "brutto non in maniera ignobile". Potevano risparmiarselo e io potevo risparmiarmi i soldi, però pensandoci non avrei visto Russell Crowe così cicciottino, e con il senno di poi mi sarebbe spiaciuto :P
RispondiEliminaTu e Luca avete il radar per i filmacci, ahahahah!
EliminaSe La Mummia avesse provato ad essere La Mummia e non Dark Universe 1 ne avrebbe giovato. Tanto. Così come sarebbe stato meglio chiunque a parte Tom Cruise: si vede che il ruolo era scritto per uno con vent'anni di meno.
RispondiEliminaCome ha detto mio fratello, nel film c'erano ben due mummie!
Elimina(Che poi Cruise mi sta simpatico, molto, ma fermati.)
Dunque non ho visto ancora nessuno di questi quattro ma, La mummia immaginavo fosse una vaccata sopratutto con Tom Cruise in versione mission impossible il ritorno della mummia. trainspotting non ho visto nemmeno il primo.. io e gli aghi non andiamo daccordissimo XD in realtà vorrei leggere i libri.. idem before i fall.. lo vedrò ma dopo aver letto la storia che sono anni che cerco di recuperare.. ora ho capito perché era sparita dalla faccia della terra!x.X
RispondiEliminaIn questi giorni, mi pare il 26, c'è anche la ristampa della Oliver. Trainspotting non è il mio mondo, decisamente, però al contrario del primo - trip folle e visivamente straordinario - qui c'è più cura per ciò che accade ai protagonisti. Sarà che, come dico sempre, ai giovani scapestrati preferisco questi vecchietti (chiama McGregor vecchietto, poi) più riflessivi e amareggiati.
EliminaTom Cruise e la sua mummia non mi avranno mai, e mai mi avrà questo dark universe capace solo di far contenti i botteghini.
RispondiEliminaT2 nostalgico ed emozionante, qualche difetto c'è ma è un sequel molto intelligente, che sa come colpire.
In dubbio per gli altri due, se il primo mi sembra troppo teen per piacermi, il secondo nonostante Webb, troppo buonista e mieloso. Li lascio da parte per adesso.
Secondo me, potrebbero non dispiacerti.
EliminaIl primo no, non è troppo teen; l'altro ha comunque i toni giusti e, su Imdb, quasi la media dell'otto (inspiegabile, vabbe').
La mummia mi ispira, ma sapendo già che sarà una mezza cretinata ne rimando tranquillamente la visione. Before I fall invece mi intriga tanto. Spero di riuscire a procurarmi il romanzo prima!
RispondiEliminaSo che il romanzo era introvabile. Io mi tengo stretta la mia ristampa economica. Saprai meglio di me che la ristampa è imminente. ;)
EliminaT2 Trainspotting troppo ripulito e "vitale" per me che sono cresciuto con il mito del film originale brutto, sporco e cattivo. Comunque una visione piacevole, pure eccessivamente, rispetto al primo più disturbante.
RispondiEliminaPrima di domani anche io l'ho trovato carino, così come Zoey Deutch sempre più convincente.
La mummia con Brendan Fraser non è mai stato tra le mie visioni fondamentali. Sono pur sempre cresciuto (male) con Trainspotting. :D
Questa nuova versione me la guarderò più che altro per Tom Cruise, altro nome con cui sono venuto su, ma con aspettative bassine.
Gifted è già un po' in attesa, nella speranza che Marc Webb torni a convincermi, ma mi sa di troppo buonista e da storia famigliare fordiana... :)
Considerando anche il tuo non entusiastico giudizio, mi sa che lo rimanderò ancora un pochino.
Ah, a Ford questo Marc Webb qui piacerà, sì. Io avevo aspettatine altine, date le medie e i pareri degli americani - a scatola chiusa, per dire, sembrava anche Oscar friendly. Brutto non è, affatto, ma solita storia.
EliminaT2 ha toni molto diversi dal primo, che come ho scritto ho rivisto giusto qualche mese fa. Ma ha più trama, più "vecchietti", più pace. Insomma, faceva più per me. Ma ho il romanzo di Welsh, quindi spero di cambiare idea sulla cricca. ;)
Ho visto solo T2 tra questi film e mi è piaciuto, non eccessivamente e sicuramente meno che a te, però l'ho apprezzato soprattutto memore dell'ottimo primo film.
RispondiEliminaSarà, appunto, che il primo l'ho trovato molto meno ottimo.
EliminaNon so perché. Regia a parte, poco mi ha lasciato.
per T2 sai come la penso, forse alla fine è il sequel giusto però intrinsecamente meno incisivo
RispondiEliminaSenz'altro, ma non aver mai visto il primo con gli occhi dell'amore, nel mio caso, fa la sua. ;)
EliminaT2 sarà una delle prossime visioni, come La mummia che guarderò esclusivamente per Cruise, cui voglio troppo bene.
RispondiEliminaE come prevedevi, a me Gifted è piaciuto assai. ;)
Sono molto curiosa per Before I fall! Ricordo che anni fa il libro mi era piaciuto da matti *o* e Zoey mi piace molto... incrocio le dita!
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