martedì 11 aprile 2017

Recensione: Voce di lupo, di Laura Bonalumi

Tutte le partenze lasciano un vuoto enorme e, se parti anche tu, il vuoto sfiorerà l'immensità.

Titolo: Voce di lupo
Autrice: Laura Bonalumi
Editore: Piemme – Vortici
Numero di pagine: 189
Prezzo: € 12,00
Sinossi: Se il bosco potesse parlare, racconterebbe di due ragazzi che amavano respirare il profumo della resina. Se le montagne e i sassi avessero voce, direbbero che lassù, dove le cime graffiano il cielo, a volte il respiro si ferma. Come quello di Giacomo, bloccato dalla terra che all'improvviso frana; come quello del suo più caro amico, che preferisce non ricordare il proprio nome, perché da quando la montagna si è sgretolata niente ha più senso. E parlerebbero anche del respiro di Chiara, amica preziosa che ama i boschi solo in cartolina. Non bastano le parole di genitori, professori o amici per riempire un vuoto che sembra incolmabile: Giacomo se n'è andato e ha portato via il sole. Vivere ancora sembra impossibile, se non passando attraverso ciò che è accaduto. Passando di nuovo attraverso il bosco.
                                           La recensione
A tredici anni ci sono cose che non dovresti conoscere. D'altronde, vivi quell'età in cui specifichi ancora che di anni, in realtà, ne hai tredici e mezzo. Credi ciecamente nel prossimo, nel domani, nelle mezze misure. Stai per finire le medie, e la scelta del liceo dovrebbe essere la tua sola preoccupazione. Speri, magari, di trovarci i tuoi migliori amici. Quelli di sempre. Anche se, crescendo, il rischio di allontanarsi c'è. Anche se siete due ragazzi e una ragazza, e gli ormoni, gli amori, rischiano di mettere tutto sottosopra. Tu e lui, in segreto, amate entrambi lei. Alla faccia della regola dell'amico. Si chiama Chiara, profuma di torta alla vaniglia, preferisce le passeggiate romantiche alle cime tempestose. Ama qualcuno anche lei e, guarda un po', sei proprio tu. Brufoloso, noiosamente normale, reso anonimo e tremante da un dolore che cambia d'un tratto l'adolescenza. Ti ha preferito chissà perché a Giacomo, il carismatico leader del trio: intraprendente, avventuroso, poetico. Un animo nomade che ha amato l'alta quota, il brivido dell'arrampicata, fino a morirne. Quella passione pericolosa e irrinunciabile, infatti, è stata la sua fine. Tu eri accanto a lui quando la montagna l'ha ingoiato. 
Ti è rimasto il suo braccialetto di pelle tra le mani, e da allora quelle mani le nascondi con i guanti pesanti, anche d'estate. Tremano perché non sono riuscite a trarlo in salvo. Voce di lupo è la storia di un dolore difficile da immaginare se per fortuna non l'hai mai provato. Se a descrivertelo, soprattutto, trovi una prosa incapace della giusta intensità. Non è il caso di Laura Bonalumi: autrice per i più giovani, cuore e mente di un libricino denso, personale, potente. Il suo nuovo romanzo è uno dei titoli Vortici: branca della collana Il Battello a vapore, che debutta con storie indirizzate a un pubblico in bilico. A metà tra l'infanzia e l'adolescenza (ma non solo). Quando non sei piccolo e non sei grande, e allora sì che avresti bisogno delle letture giuste, di una guida esperta. Senza troppa sorpresa vi dico che Voce di lupo è una di quelle chicche nascoste in scaffali in cui, specialmente se sei di molto fuori dal target, non curioseresti. Mi ci ha indirizzato la Libridinosa. La storia, semplicissima, inizia con la fuga del narratore. Perché è sopravvissuto a Giacomo? Perché Chiara, che intanto si strugge in privato, ha scelto lui e non il suo migliore amico? 
Il senso di colpa, l'idea di averlo tradito due volte, lo conducono in fondo al bosco. Ha le scarpe pesanti ai piedi, un coltellino multi-uso, uno zaino con l'occorrente. I carabinieri lo cercano. I genitori lo piangono già, temendo un gesto avventato. Nell'abbraccio degli alberi, sotto il tetto dei rami, il protagonista è una ragione per vivere che cerca, non una per morire. Scruta quella natura tanto familiare, legge i segni in cerca del ricordo di Giacomo. Lo chiama invano, e l'eco risponde. Parla con il suo spettro e, tra sé e sé, trova giovamento. Conoscerà il meglio e il peggio della vita di montagna. Si imbatterà negli occhi di un lupo buono. Come lui, in un esilio volontario e terapeutico, si è allontanato dal branco. Può darsi che nei suoi occhi gialli ci sia davvero traccia di Giacomo? Ingannato dalla copertina, all'inizio immaginavo una storia alla Jack London. Ho il pollice nero, non sono tipo da escursioni all'aria aperta o da alta montagna, però quest'anno ho amato moltissimo Le otto montagne di Paolo Cognetti: una storia vera, d'amicizia profonda, in cui gli stati d'animo combaciavano con i bolletti metereologici e i sentimenti, trattenuti come per pudicizia, scaldavano il cuore. Qualcosa di simile l'ho trovata anche qui. In una lettura leggera ma mica tanto, in cui ho avvertito la pena di personaggi troppo giovani e fragili per farsene carico. Mi ha emozionato, moltissimo. L'ho chiuso con un luccichio negli occhi, tanta speranza e la voglia di prendere e andare. Di camminare fino a stare meglio, e poi ricominciare. Perché aveva ragione Seneca: puoi cambiare di cielo, non d'animo. Ma dentro certe storie, in certi cieli, i piedi si stancano e l'anima dimentica. Magari, vola.
Il mio voto: ★★★★
Il mio consiglio musicale: Marco Mengoni – Ti ho voluto bene veramente

22 commenti:

  1. Ho adocchiato questo libro da un po'e credo proprio che lo leggerò prima o poi.
    Mi ha fatto pensare il tuo "credi ciecamente nel prossimo"... Quanto era bello poterlo fare!
    Ottima recensione, ma che te lo dico a fare? ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti ringrazio, Dani!
      Ti piacerà - e leggi anche Cognetti, mi raccomando, ché so che in montagna vai spessissimo.

      Elimina
  2. Questo non l'ho letto, però di Laura ho apprezzato due brevi romanzi per ragazzi molto belli!! E mi sa che mi procurero' anche Voce di lupo.
    Ciao :)))

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Conosco l'autrice solo qui, solo adesso, ma sono certo che recuperò i romanzi precedenti. Molto brava, sì!

      Elimina
  3. Una scaletta di letture sconvolta, ma pare ne sia valsa la pena! Felice di averti colpito e, diamo a Cesare quel che è di Cesare, io devo ringraziare una "certa" Meucci per avermelo quasi "imposto"!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ah sì, ne è valsa decisamente la pena.
      Grazie a voi, allora. :-D

      Elimina
  4. Che dire, cosa aggiungere? Grazie, per il vostro tempo, le vostre emozioni che hanno sfiorato le mie. Camminare con voi nel bosco è stato bellissimo.

    RispondiElimina
  5. trovo i tuoi consigli sempre azzeccatissimi e le tue recensioni meravigliose.

    RispondiElimina
  6. Leggere le tue recensioni è sempre un piacere! Non conoscevo questa scrittrice, ora vedrò di recuperare questo libro dalla trama suggestiva :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie! Sono felicissimo che questo romanzo vi incuriosisca. :)

      Elimina
  7. Non lo conoscevo, me lo segno, mi ispira molto devo dire.
    Anch'io ho il pollice nero! XD

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Pensa che all'università da me c'è un pratone bellissimo in questo periodo dell'anno. Mi limito a guardarlo da lontano, altro che scampagnate e foto di gruppo.
      Segna, secondo me ti piacerebbe!

      Elimina
  8. Direi che sembra proprio pane per i miei denti :D mi hai assolutamente convinta! Adesso anche io voglio sapere cosa si nasconde dietro sta storia di Chiara e Giacomo u.u mannaggia a te!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' un romanzo giocato tutto sulle emozioni, sui pensieri dei protagonisti, e per essere una lettura per giovanissimi ha davvero pagine dure. Mi ispirano anche altri due o tre titoli di questa collana Vertici: guarda un po'. E poi che belle copertine curate. :)

      Elimina
  9. Una storia un personaggi a metà tra l'infanzia e l'adolescenza?
    Tanto per riprendere quanto detto da daydream qui sopra, sembra anche pane per i miei, di denti. ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' una specie di Into the wild (o Wild) in chiave teen.
      Esperimento tutt'altro che scriteriato, insomma. :)

      Elimina
  10. Confesso di essere stata piuttosto restia fino a questo momento. Non mi attirava più di tanto però adesso lo segno, poi chissà :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Assolutamente, non esserlo.
      E' una lettura che merita. ;)

      Elimina