Amo
questo mondo fisico. Amo questa vita insieme a te. E il vento e la
campagna. Il cortile, la ghiaia sul vialetto. L'erba. Le notti
fresche. Stare a letto al buio a parlare con te.
Titolo:
Le nostre anime di notte
Autore:
Kent Haruf
Editore:
NN Editore
Numero
di pagine: 171
Prezzo:
€ 17,00
Sinossi:
La
storia dolce e coraggiosa di un uomo e una donna che, in età
avanzata, si innamorano e riescono a condividere vita, sogni e
speranze. Nella cornice familiare di Holt, Colorado, dove sono
ambientati tutti i romanzi di Haruf, Addie Moore rende una visita
inaspettata a un vicino di casa, Louis Waters. Suo marito è morto
anni prima, come la moglie di Louis, e i due si conoscono a vicenda
da decenni. La sua proposta è scandalosa ma diretta: vuoi passare le
notti da me? I due vivono ormai soli, spesso senza parlare con
nessuno. I figli sono lontani e gli amici molto distanti. Inizia così
questa storia di amore, coraggio e orgoglio.
La recensione
Mi
piacciono le storie che parlano di senilità. Mi piacciono quei
melodrammi lenti, verbosissimi, in cui una coppia chiacchiera e
passeggia per tutto il tempo, e probabilmente non finisce neppure
insieme prima del sopraggiungere dei titoli di coda – da Before Sunrise
in poi, quanti ne ho visti e quanti ne ho cercati, al cinema, di
amori così. Mi piacciono gli stati del sud, la delicatezza di Kent
Haruf e il senso di immortalità che ispirano i romanzi postumi, in
cui l'emozione la generano un po' le pagine riempite e un po'
l'assenza intorno. Le nostre anime di notte è una
storia che parla della terza età e della tententazione delle seconde
chance. Addie e Louis, settantenni, saranno interpretati presto da
Jane Fonda e Robert Redford in un dramma Netflix che ne mostrerà le
passeggiate lungo la via principale, a braccetto, mentre si godono la reciproca compagnia.
Si siedono in un caffè, proprio in vetrina, affinché tutti sparlino dei vedovi che hanno richiamato le loro emozioni
dal pensionamento anticipato. Quando finisce l'età per innamorarsi?
Quando scade e deperisce la voglia di fare? Holt, la stessa cittadina
della Trilogia della Pianura,
è popolata dalla poesia di uno scrittore
che l'ha saputa cantare fino all'ultimo giorno. Le nostre
anime di notte, più che un
romanzo, è un racconto. Un capitolo, quasi, estrapolato dai romanzi
corali dell'autore scomparso.
Imperfetto ma bellissimo, avrebbe avuto forse bisogno di una seconda mano di pittura e di qualche pagina in più. Di linee di contorno meglio rimarcate. I capitoli si leggono così, a colpo d'occhio, e la vaga amarezza dell'epilogo sembra una sfida contro il tempo. L'autore aveva fretta di scriverlo e di morire. Oggi, nei tour in libreria, ne racconta la gestazione la vedova Haruf: leggi, sai che Le nostre anime di notte è il testamento della loro relazione, e ti commuovi. Il romanzo dura un'estate. Si svolge alla fine di una buona annata per i coltivatori locali: il tempo è stato clemente, le piogge rade ma indispensabili. La penuria, l'aridità del passato, sembrano un ricordo. In una di quelle sere quiete, Addie Moore si presenta alla porta di Louis Waters: gli fa una proposta indecente. Dal momento che sono entrambi insonni e abbandonati, perché non passare insieme la notte? Lui è un professore in pensione dall'indole poetica, con una figlia rancorosa e una moglie morta di cancro e di delusione. Dice subito di sì, perciò, a una coetanea che ha già seppellito una figlia e un marito. Hanno inizio le loro ronde notturne. L'intero vicinato spia dalle tende accostate quei viavai. Incuriosito, sospettoso, invidioso. Per il coraggio, la leggerezza e la naturalezza con cui ci si può volere bene quando tutto, eppure, sembrava perso.
I ruoli si invertono.
I figli fanno scenate agli adulti, attenti ai pettegolezzi di
quartiere. Ma ecco Louis, sbarbato e profumato, che attraversa la
strada con un sacchetto di carta in mano: ci sono uno spazzolino di
riserva e il pigiama buono. Bussa, e la donna lo apre: l'abat-jour si
spegne al piano superiore. I due parlano, perlopiù, fino a prendere
sonno. Di un'esistenza passata accanto a coniugi sconosciuti, dei reciproci rimpianti, dei sogni mancati. Di priorità e imprevisti. Volere
qualcos'altro, qualcosa di più, significa forse peccare di
ingratitudine? Si tengono per mano, pur rimanendo
ognuno al suo posto. Si danno un bacio sulla bocca dopo
cento pagine e passa. Provano a spingersi oltre, ma presumibilmente
non riescono: lui, imbarazzato, accenna alla famosa pillola blu; lei
sorride, dice che non ha importanza, e in fondo è vero. Si spacciano
per moglie e marito. Giocano a fingersi genitori e nonni, quando
Addie apre le porte a Jamie: il nipotino di sei anni in fuga dai
genitori litigiosi, che sonnecchia tra i loro corpi malandati
sentendosi finalmente al sicuro. L'ultimo Haruf parla dell'egoismo
bestiale di noi figli; degli interminabili sacrifici dei genitori;
della pazienza dei vecchi, che apprendano dai più piccoli lo
spirito di adattamento e il compromesso. Gli anziani cercano un
senso. Trovano hobby e passatempi, come la cura dell'orto o il fai da
te. Si limitano a riempire le giornate. Aspettano la morte in
veranda, ingannando il tempo a modo loro. I protagonisti di Le
nostre anime di notte – campagnoli disincantati e stanchi – condensano la ricerca negli anni
che restano, in duecento pagine scarse. Di
giorno inanellano una serie di faccende da sbrigare con il pilota
automatico e di notte si svelano, come fanno i vampiri. Non si spengono. Professano una vecchiaia che non è sinonimo di tristezza. E che la
solitudine, a volte, può essere riempita fino all'orlo. Inseguendo
il tempo, Dio e l'altro.
Prima che il sorgere del sole, almeno, li strappi dalla ricerca e dalle lenzuola.
Imperfetto ma bellissimo, avrebbe avuto forse bisogno di una seconda mano di pittura e di qualche pagina in più. Di linee di contorno meglio rimarcate. I capitoli si leggono così, a colpo d'occhio, e la vaga amarezza dell'epilogo sembra una sfida contro il tempo. L'autore aveva fretta di scriverlo e di morire. Oggi, nei tour in libreria, ne racconta la gestazione la vedova Haruf: leggi, sai che Le nostre anime di notte è il testamento della loro relazione, e ti commuovi. Il romanzo dura un'estate. Si svolge alla fine di una buona annata per i coltivatori locali: il tempo è stato clemente, le piogge rade ma indispensabili. La penuria, l'aridità del passato, sembrano un ricordo. In una di quelle sere quiete, Addie Moore si presenta alla porta di Louis Waters: gli fa una proposta indecente. Dal momento che sono entrambi insonni e abbandonati, perché non passare insieme la notte? Lui è un professore in pensione dall'indole poetica, con una figlia rancorosa e una moglie morta di cancro e di delusione. Dice subito di sì, perciò, a una coetanea che ha già seppellito una figlia e un marito. Hanno inizio le loro ronde notturne. L'intero vicinato spia dalle tende accostate quei viavai. Incuriosito, sospettoso, invidioso. Per il coraggio, la leggerezza e la naturalezza con cui ci si può volere bene quando tutto, eppure, sembrava perso.
Prima che il sorgere del sole, almeno, li strappi dalla ricerca e dalle lenzuola.
Il
mio voto: ★★★★½
Il
mio consiglio musicale: Passenger feat. Birdy – Beautiful Birds
Mik ti sei superato in questa recensione. La trilogia della pianura non mi attira, ma questo libro continua a chiamarmi. La tua recensione mi ha dato il colpo di grazia e sto facendo di tutto per acquistarecmeno libri.
RispondiEliminaTi ringrazio, Ninfa!
EliminaPurtroppo i romanzi sono brevi e molto costosi, lo so, ma ne vale davvero la pena.
Ciao Mick. Ho la trilogia in attesa di essere letta, ma voglio conoscere Haruf con quest'opera e la tua recensione mi ha dato ulteriore conferma.
RispondiEliminaCiao Stefania! Ti consiglierei comunque di partire dalla Trilogia, se hai i romanzi a portata di mano. A me manca ancora Crepuscolo, onestamente, però in Le nostre anime di notte ci sono dei cenni che altrimenti ti potrebbero sfuggire. Niente di che, seguiresti benissimo lo stesso, però quei cenni fanno parte della strana magia di Haruf. :)
EliminaAllora magia sia ;)
EliminaBasta solo la lettura di Crepuscolo, secondo me.
EliminaGli altri li leggi dopo. Giusto per abituarti un po' allo stile. :)
Il mio preferito insieme a Benedizione, la magia è quella lì. Incrocio le dita per la trasposizione ma la produzione Netflix e la coppia Redford - Fonda mi fa ben sperare (credo).
RispondiEliminaMi manca Crepuscolo, come dicevo a Stefania, ma anch'io lo metto quasi sullo stesso piano di Benedizione. Sarà che la poesia, la leggerezza, sembra la stessa.
EliminaPenso che la trasposizione non ci darà brutte sorprese, anche se - a proposito di coppie storiche - ci avrei visto meglio Vanessa Redgrave e Franco Nero, che ho rivisto di recente in TV. Ma un'inglese e un italiano a Holt, forse, avrebbero comportato qualche forzatura di troppo. ;)
Crepuscolo è un nì, per quanto mi riguarda: stessa Holt più vivace,chiassosa (e, forse, proprio per questo meno nelle mie corde) rispetto a quella di Benedizione ma, per colpa di una scelta narrativa che non ho perdonato del tutto ad Haruf, mi si è un po' guastato il piacere della lettura.
RispondiEliminaDi più non posso scrivere, pena spoiler.
Fonda e Redford mi sembrano più in parte, almeno per come mi sono immaginata fisicamente Addie e Louis, rispetto a Nero e Redgrave; ormai, comunque, les jeux sont fait e non ci resta che goderceli.
Eh, lo spoiler in Benedizione sul destino di uno dei fratelli me lo sono legato al dito...
EliminaAspetto un attacco impossibile di amnesia per leggere il terzo capitolo, insomma. ;)
Mi ha fatto un male cane l'egoismo che spezza la magia di un amore che non ha motivo di non esistere. Probabilmente però, se non avessi sofferto, non mi sarebbe piaciuto allo stesso modo.
RispondiEliminaTi dirò, non ci ho sofferto moltissimo.
EliminaMi sono goduto, stranamente, il poco tempo rubato.
tu... cuore di pietra! T____T
EliminaMa no, ché i vecchietti tenerelli si sa che mi mettono sempre emotivamente alla prova. Però, come ti dicevo in chat, mi rendo conto che anchi'io (anche tu?) sarei stato egoista quanto i figli, senza dire troppo. Viene naturale dire: che vai facendo, alla tua età? La gente sparla.
EliminaDi un estraneo non me ne importerebbe, probabilmente, ma di mia mamma sì.
Piacciono pure a me le storie di vecchietti, e le tante, tante parole. Questo libro che sbuca e sento ovunque, è ovviamente in lista, ma lascio passare il furore generale per godermelo meglio ;)
RispondiEliminaE hai ragione, anche se il fatto che primo in classica - o quasi - ci sia uno come Kent Haruf, morto e tutto, fa tirare un sospiro di sollievo. C'è chi legge ancora, e romanzi belli. :)
EliminaNon mi piacciono le storie che parlano di senilità.
RispondiEliminaPerò questa chissà...
Eh, come ogni Cannibal Kid che si rispetti... ;)
Eliminaletto in due giorni... anzi in due notti, complice l'insonnia.
RispondiEliminal'ho amato, amato tantissimo.
ma ancora di più ho amato il modo di Haruf di descrivere la bellezza della vita, con le sue pieghe che sanno di piaga
S T R E P I T O S O
Hai detto tutto, sì. ;)
EliminaDi Haruf ho letto finora solo Canto della pianura. Non mi ha fatta fremere: l'ho trovato un buon romanzo, ma una volta terminato l'ho messo da parte senza particolare voglia di acquistare Crepuscolo o Benedizione. Leggo di blogger che affermano di aver pianto dalla prima all'ultima pagina della Trilogia di Holt e mi chiedo, al netto del giusto gusto personale, se abbiamo letto lo stesso libro.
RispondiEliminaA Le nostre anime di notte però credo che darò una chance ;)
Ho scoperto il tuo blog da pochissimo e colgo l'occasione per farti i complimenti :)
Ti ringrazio, Graziella.
EliminaA me Canto della pianura è piaciuto, ma senza esagerare. L'ho trovato troppo allungato, troppo romanzo, quando invece di Benedizione avevo adorato l'estrema semplicità. La forza di raccontare una storia in cui succedeva poco e niente, eppure sembrava poesia. Stessa cosa in Le nostre anime di notte. Per Crepuscolo, l'unico che mi manca, chissà. ;)
L'immortalità dei romanzi postumi... Meraviglioso...Sai già quanto adori Holt e le anime che la popolano.
RispondiEliminaA me è sembrato si urgente ma perfetto, carico di quelle seconde possibilità che a settant'anni compiono un giro completo e si chiudono nella triste razionalità. Sono felice che questo romanzo ci accomuni e la tua come sempre è poesia <3