Si
dice che smettere di serbare rancore sia un bene, ma non lo so, a me
il rancore piace parecchio. Mi prendo cura di lui come di un
cucciolo.
Titolo:
Piccole Grandi Bugie
Autrice:
Liane Moriarty
Editore:
Mondadori
Prezzo:
€ 19,50
Numero
di pagine: 428
Sinossi:
Un
luogo in cui è spontaneo conversare con i vicini e trovarsi per una
grigliata dietro casa nei pomeriggi estivi. È facile per Madeline,
Celeste e Jane diventare amiche. Anche se non potrebbero essere più
diverse, e non possono dire di conoscersi davvero. Madeline è
divertente e caustica, si ricorda tutto e non perdona nessuno. Il suo
ex marito si è appena trasferito con la giovane moglie e la
figlioletta nelle vicinanze e, quel che è peggio, la sua primogenita
adolescente è già totalmente conquistata dalla nuova matrigna.
Com'è possibile? si tormenta Madeline. Celeste è quel genere di
bellezza che tutti si voltano a guardare quando cammina per la
strada, ha due gemelli e un marito adorabile e bello quanto lei, sono
ammirati da tutti, specialmente dai genitori della scuola dei figli.
Tanta fortuna non potrebbe avere un prezzo? E quanto sarebbe disposta
a pagare? si domanda Celeste. E poi c'è Jane, che si è appena
trasferita in città. Una mamma single provata da un passato di
tristezze, piena di dubbi e segreti che riguardano suo figlio.
Madeline e Celeste prendono subito Jane sotto la propria ala
protettrice, senza capire quanto il suo arrivo, e quello del suo
imperscrutabile bambino, stia per cambiare per sempre le loro vite.
Senza rendersi conto che a volte sono le bugie più piccole, quelle
che raccontiamo a noi stessi per sopravvivere, che possono rivelarsi
le più pericolose...
La recensione
No,
mi ero detto. Per una volta non posso tradire il telefilm. Suonavo, almeno nelle intenzioni, categorico. Avevo visto ben cinque dei sette episodi della
serie HBO – un gioiello di tecnica e recitazione, presto acclamato come evento dell'anno – quando, complice un Libraccio in vena
di promozioni, mi sono lasciato tentare dal fortunato romanzo di
Liane Moriarty. Ne parlavano tutti, e con un entusiasmo
invariato. La curiosità di conoscere in anticipo i
retroscena, la rivelazione finale, mi tormentava. E così ho letto
Piccole Grandi Bugie conoscendo
tutto o quasi dell'intreccio, epilogo a parte, e adorandone l'acidità
per partito preso. La trasposizione a opera dell'infallibile
Jean-Marc Vallée, non nuovo ai cast da Oscar, mi aveva già fatto affezionare ai caratteracci
delle protagoniste. Un'allegra brigata di donne sull'orlo
di una crisi di nervi, sempre con le mani in pasta, la scusa pronta
del mal di testa, la famigerata irritabilità della sindrome
premestruale. Le mean
girls sono
cresciute, hanno messo su famiglia. Non rinunciano al tacco dodici,
ai ricatti spietati, alle sanguinose guerriglie tra i banchi. Qui, non alunne ma mamme di cherubini iscritti alla prima
elementare, è per i loro figli che battagliano. Nel romanzo siamo in
Australia, nella miniserie in California: restano gli scenari
paradisiaci e le case assurde, l'oceano a perdita d'occhio e scuole
pubbliche che fanno invidia a quelle private. Alla porta i bulli,
così come, ça
va sans dire,
l'imperfezione e l'indigenza. Jane (Shailene Woodley), ultima
arrivata in città, ha un figlio concepito nella violenza e accusato
di tormentare la primogenita della facoltosa Renata (Laura Dern). La logorroica e irresistibile Madeline (Reese
Whiterspoon, la mia preferita), annoiata dagli scarsi impegni presso il club del libro
erotico e il teatro cittadino, prende la ragazza sotto la propria ala. La porta in un bar famoso per gli ottimi muffin, la
dolcezza del personale e la vista mozzafiato, e la presenta alla
terza parte del trio. Celeste (una Nicole Kidman tornata alla bravura clamorosa di un paio di ritocchini fa) è una Barbie silenziosa, intrappolata in un sottile rapporto
sadomastochistico: le invidiano i gemelli angelici e il compagno
affascinante, il sesso sfrenato in cucina e il fascino incorruttibile. Peccato porti i
maglioni a collo alto e le maniche lunghe per nascondere i segni
delle percosse. Tutto parte con un semplice qui pro quo all'uscita di
scuola. Le mamme si schierano in due fronti opposti, pronte ad
additare il presunto bullo. Tormentate dalla noia, dai tacchi alti,
da matrimoni infelici, si danno battaglia – pagina
dopo pagina, puntata dopo puntata -, con i bambini che intanto hanno già fatto pace.
Quanti segreti si nascondono in quel
concitato ciarlare? Da cosa dipende l'adesione a una fazione o
all'altra? Qualcuno, lo sappiamo sin da premesse, ci lascerà le
penne. La polizia ficca il naso, interroga i sospettettati e i
genitori più pettegoli: tutto pur di scoprire cosa sia andato per il
verso sbagliato in una fantasiosa festa a tema – gli uomini vestiti
da Elvis, le donne col tubino dalla Hepburn – ospitata a scuola
nella proverbiale notte buia e tempestosa. C'è un morto ammazzato e
un colpevole a piede libero. Tutti ne parlano e ne sparlano, ma senza
farsi scappare il nome. Chi si è andato a
schiantare un paio di piani più sotto? Procedendo a ritroso, Liane Mortiarty costruisce una
bestia stranissima.
Piccole Grandi Bugie
non è un giallo, ma c'è un cadavere in cui si inciampa e un mistero
che perdura. Parla di violenza domestica, bullismo e crimini di
sangue, eppure qui e lì risulta a dir poco esilarante. Intricato e
politicamente scorretto, è una commedia nera con amiche da chick lit
che si affacciano sul lato oscuro della mezza età e della vita di
provincia. La miniserie – cupa, introspettiva, montata e musicata
alla perfezione – è uguale ma diversa. Meno frizzante, a tratti più realistica e convincente.
Le protagoniste sono esattamente come
le immaginavi leggendo, e le aggiunte danno pepe ai drammi borghesi di
ogni dove. Gli scontri a voce alta diventano gare di bravura fra
pari; le ombre si addensano intorno al passato della tribolata Jane; l'erotismo si sveste (se hai il buon Skarsgard a bordo,
recita una regola non scritta, stai pur certo che si spoglia per
contratto). Qualcosa, in un caso e nell'altro, scricchiola un po' in una
chiusa frettolosa e non particolarmente brillante. Il bello, però, è
come Piccole
Grandi Bugie
non si limiti a vivere in funzione del suo mistero. Come non si riduca a una classica questione di vittime e carnefici, in cui domandi che sia un colpo di scena ben assestato a lasciarti a bocca aperta. Nel mezzo c'è un tanto che, stando in equilibrio, non diventa
troppo. Scorrono fiumi di alcol. I genitori si danno al karaoke, o si fiondano su cocktail gassati, color confetto, sconsigliabili a
stomaco vuoto. Danno alla testa, e a poco possono qualche pacco di
patatine sbocconcellato a metà serata, un mediatore neutrale, i diritti e i doveri del vivere civile. I bambini ti voltano le spalle per la
matrigna vegana, tacciono dettagli compromettenti, mordono. Gli
uomini vanno e vengono, le danno e le prendono, portano leccornie a
tavola ma peccato che i migliori siano gay. Le donne, invece, regine della casa e del cortile, è meglio non farle arrabbiare. Sono l'incubo
delle maestre e dei traditori. Solidali nel portarsi il broncio o
nello spalleggiarsi a tempo debito. Rivali una vita e, in un attimo spruzzato di sangue pazzo, improvvisamente complici.
Il
romanzo: ★★★★ La serie: 8
Il
mio consiglio musicale: Michael Kiwanuka – Cold Little Heart
Non so ancora quando e come riuscirò a trovare il tempo per vedere e leggere tutto, ma ce la farò prima o poi! ;)
RispondiEliminaAncora buon compleanno Mik :*
Se il tempo scarseggia, Sara, passa direttamente alla serie. Non che il romanzo sia inferiore, anzi, però le puntate scorrono in meno di una settimana e ci sono picchi (stilistici, attoriali) da perdere la testa.
EliminaGrazie ancora! :)
come ti avevo accennato su facebook, ho prenotato il libro in biblioteca subito dopo aver letto recensioni più che positive in giro. tu non hai fatto altro che accrescere la mia voglia di leggerlo!
RispondiEliminaLeggi e dicci. ;)
EliminaA due episodi dalla fine, perchè non leggere 428 pagine? Niente, non capisco come fai e hai la mia invidia. Io che solo la serie ho visto, applaudo tutto, le parti più leggere come i drammi, il cast strepitoso e la regia che quel mistero te lo fa salire... il finale, poi, mi ha vista letteralmente applaudire. Rivediamo tutti agli Emmy, giusto?
RispondiEliminaAhahahah, ho costretto mio padre ad aspettarmi e a non spoilerare niente. E' stato un tour de force, questa volta, ma sono arrivato prima delle tre alla verità! Penso proprio che le vedremo tutte agli Emmy, già, ma Nicole qui è una fuoriclasse. Il finalissimo non mi ha fatto impazzire neanche sul piccolo schermo, un po' sbrigativo, ma la tensione era alle stelle (e che bravi, i partecipanti al karaoke). ;)
Eliminaio sto guardando la serie e ho prenotato il libro. Concordo con te su tutto. incredibilmente favolosa!
RispondiEliminaAh, allora hai fatto proprio come me.
EliminaSì, favolosa è l'aggettivo giusto. ;)
Come sai il romanzo mi è piaciuto tanto e ho adorato Madeline! Della serie sono ferma alla prima puntata, quindi mi è difficile fare confronti, diciamo che il pilot, rispetto al libro, l'ho trovato più cupo e meno frizzante.
RispondiEliminaDecisamente, la serie ha uno spirito diverso.
EliminaPerò si fa prendere molto sul serio, e lo stesso non può dirsi del romanzo (cosa che non è, secondo me, per forza un difetto). Ma ho l'impressione che, altrove, la Moriarty non mi piacerebbe. Chissà. :)
Intanto auguri!
RispondiEliminaIl libro mi è piaciuto e non vedo l'ora di vedere la serie.
Lea
Non vedo l'ora di vedere. (Rabbrividisco)
EliminaNon dovrei commentare i post quando sono stanca morta.
Buona notte :-(
Grazie, Lea!
EliminaNon vedo l'ora di vedere lo dico sempre sempre anch'io, ti perdono. :-P
La serie è piaciuta molto anche a me.
RispondiEliminaA questo punto mi hai fatto venire voglia di recuperare pure il romanzo...
Big Little Lies follows three women, each at a crossroads: Madeline is a force to be reckoned with. She's funny http://www.bulkcrazy.com/big-little-lies-tv-series/
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