"Per
me, leggere significa ricordare..."
Titolo: Il diario di London Lane
Autrice: Cat Patrick
Editore: Fazi “Lain”
Numero di pagine: 294
Prezzo: € 9,90
Data di pubblicazione: 20 Luglio 2012
Sinossi: London Lane ha sedici anni e ogni volta che
si addormenta sa che al risveglio, l’indomani mattina, il suo mondo sarà
svanito. Ogni notte, precisamente alle 4:33, perde ogni traccia della memoria
della giornata che ha appena trascorso e quando si risveglia è in grado di
“rivivere” solo scene che riguardano il suo futuro. Un diario su cui annotare tutti gli avvenimenti
della giornata è l’unico mezzo, insieme al sostegno della sua migliore amica e
di sua madre, per tenere insieme la sua vita.
Quando London conosce Luke, un nuovo studente del
suo liceo, qualcosa dentro di lei cambia: inizia a essere tormentata da strani
incubi che sembrano perseguitarla anche durante il giorno. Si tratta di tetre
previsioni o traumi legati al passato? La strana forma Le pagine
della nostra vitadi amnesia che affligge
London può essere in qualche modo curata? Perché non riesce a vedere Luke nel
suo futuro?
La mia recensione
Non c'è nulla di più potente e importante di un
ricordo. E' vita tra i corridoi della nostra mente, è una coperta di Linus
nella quale avvolgersi nei metaforici momenti di buio e pioggia, è il supplizio
di Tantalo che, ogni mattina, con rapida brutalità, evoca il farsi di quegli
indelebili dolori, che, la sera, prima di andare a dormire, dimentichiamo per
una notte sotto il nostro cuscino. Un ricordo è magia a portata di mano. Magia
che ci fa ritornare alla notte stellata del nostro primo bacio o che ci fa
smarrire nell'abbraccio di una persona che non c'è ormai più. E' un filo di inchiostro e perle che affidiamo alla
memoria di un diario o alla voce di uno spirito a noi affine. Ricordare ci rende le persone che siamo. Ci rende
umani. Umani, malinconici e romantici come in Le pagine della nostra vita e La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo, ma anche
ciechi, inermi e schiavi del tempo che è stato, come nell'acclamato Memento di
Cristopher Nolan; oscillanti tra passato, presente e futuro.
Tre momenti, tre distensioni dell'animo, che
costituiscono le sbarre indistruttibili della nostra personale prigione di
malinconia.
Il diario di London Lane è la ragnatela fragile e
tagliente che unisce i frammenti di uno specchio rotto. E' cercarsi e non
riconoscersi nel caleidoscopio di riflessi persi che riflettono schegge di noi.
E' un insieme di occhi, mani, orecchie, nasi e capelli che appartengono al
gemello che vive soltanto sulla lucida superficie di un lago ghiacciato e che,
in mezzo a frammenti sparsi, nasconde un volto che riconosciamo come nostro.
Un viso spruzzato di lentiggini, un paio di occhi
chiari e brillanti, una cascata di riccioli ramati che baciano due guance
pallide. Caratteristiche di una protagonista che si lascia
subito volere bene e che sembra di conoscere da sempre, come un'amica che è
sempre stata lì.
Ha il nome della città più bella del mondo e ricordi
che, se confidati, potrebbero cambiare permanentemente il suo, di mondo. Alle 4.33 di
ogni notte, infatti, le ombre e i colori della sua infanzia vengono cancellati
come gesso su una lavagna da una misteriosa forma di amnesia e tutto lascia il
posto a visioni e incubi che la legano alla porta cigolante che si spalanca sul
futuro.
Nel corso del romanzo, seguiamo la giovane London
mentre combatte piccole e grandi battaglie, sfiliamo accanto a lei tra i
corridoi di un liceo che è destinata a dimenticare e sorridiamo dinanzi al suo
“rimuovere” affronti e amarezze col solo abbandonarsi tra le braccia di Morfeo
o nel leggere del suo rinnovato stupore quando incontra ogni mattina gli occhi
azzurri del suo Luke. Un principe azzurro con Converse color cioccolato,
magliette sdrucite e modi da ragazzo della porta accanto che la rende ogni
giorno protagonista di un piccolo miracolo: innamorarsi ogni volta come se
fosse la prima.
Una Bella Addormentata che lascia tra le pieghe
delle sue lenzuola sogni e ricordi e che scopre ogni giorno, tra le pagine di
un fedele diario o di un polveroso album fotografico, ciò che era prima di
addormentarsi. Accanto ai due, spesso stretti sotto le stelle o accucciolati
romanticamente nella cabina armadio, una mamma single con un peso immane nel cuore
e una verità sepolta sotto lo sguardo eterno di un angelo di pietra e una
migliora amica estroversa e un po' incostante che condivide con London il suo
strano e unico dono.
Ho atteso questo libro con ansia crescente dal
momento in cui, nell'ottobre dell'anno scorso, sentii parlare della sua uscita
negli Stati Uniti. Era descritto come una storia al cardiopalma, avvincente e
scioccante: un'idea geniale alla base di un romanzo potente e indimenticabile.
L'ho divorato in meno di un giorno e adesso, con lo
sguardo fisso sulla suggestiva copertina, a più di dieci giorni dall'approdo
del volume nelle librerie, mi trovo a tirare le somme, oscillante tra
sensazioni ancora vivide e aspettative più o meno deluse.
Sincero come sempre, vi dico che mi sarei aspettato
un libro completamente diverso. Una storia da block-buster americano, capace di
superare i limiti della fisica e della realtà, con una scrittura serrata e
tagliente come una melodia rock e un finale macchinoso e imprevedibile. Una
corsa contro il tempo in nome dell'amore, scandita da battiti, respiri
affannosi e piedi scalpitanti in affannose ricerche. Un romanzo di Guillaume
Musso impregnato di tematiche adolescenziali e del brivido caldo del mistero.
Questo è quello in cui speravo di imbattermi, ma, nella
mia mente, mentre i capitoli si susseguivano e le pagine che mi separavano
dall'epilogo diventavano meno fitte, come una scena alternativa girata con la
tecnica dello split-screen, il romanzo prendeva strade diverse, separando a un
brusco bivio “aspettative” e “realtà”.
Il diario di London Lane poteva essere un romanzo
furbo, forse anche nettamente migliore. Un libro pieno di aforismi e di intense
riflessioni sull'avvenire, sulla famiglia, sull'amore e su tutto quello che fa
rima con la vita e i suoi misteri. Uno di quelli che definisco “romanzi fatti
per piacere”. Studiato a tavolino e forzatamente bello. Un romanzo che, magari,
avrei voluto scrivere proprio io, per leggerlo in un periodo un po' arido di
letture degne di nota.
Un finale spaccacuore - anche un po' scorretto –
avrebbe fatto giocare a Cat Patrick la carta della “memorabilità”. Non
nascondiamolo, romanticismo e tragedia vanno a braccetto.
Che ne sarebbe di Romeo e Giulietta con il finale di
una commedia rosa conclusasi all'ombra dei fiori d'arancio? Cosa sarebbe
successo ai Jack e Rose di Titanic se entrambi avessero trovato posto su una
scialuppa?
Sarebbero rimaste storie belle, ma che probabilmente
non avrebbero puntato all'immortalità. Le lacrime hanno un peso e, secondo la
mia stramba e masochista visione delle cose, sono la garanzia di ricordi più
intensi.
Il romanzo è costellato di buchi narrativi, capitoli
brevissimi e di una sintetica narrazione in prima persona che, spesso, senza
preavviso, sconcertando e sconcentrando, lascia il posto a pagine di diario
che, in poche righe, riassumano elementi cardine senza la giusta dose di pathos
e sentimento, riempiendo di una lieve amarezza il lettore e dando l'impressione
che tanto sia liquidato nelle frasette stringate di una sedicenne come le altre.
L'opera d'esordio della Patrick avrebbe potuto
grandi cose, ma senza le imperfezioni e le ingenuità che ne hanno
caratterizzato la lettura, probabilmente, non sarebbe stato lo stesso. E' quasi
del tutto privo della nebbiosa aura da thriller che il booktrailer e le
copertine straniere lasciano supporre e non ha nemmeno minimamente quel marcato
senso del tragico che, a distanza di mesi o anni, avrebbe reso ancora doloroso o vivo il suo ricordo.
E' una storia molto Young, delicata e dolcissima, che
non regala nessun dolore, ma sorrisi ampi e sognanti. Una storia di gente
comune - con piccole venature di paranormale e di dramma psicologico - che tutti
noi avremmo potuto vivere, e che riempie il cuore con la magia e la speranza di
50 volte il primo bacio e Ricomincio da capo, dipingendo un fiore su un teso e
triste evento che mi ha ricordato molto il film Changeling, con la straordinaria Angelina
Jolie.
La narrazione si dipana rapida e malinconica come
una canzone country. Proprio così: avete
presente quelle canzoni piacevoli e leggere che, durante un viaggio in macchina
o una piccola avventura “on the road”, ti danno l'impressione che tutto andrà
per il verso giusto e che la vita ti stia sorridendo amabilmente?
Bene, questa è la sensazione che proverò quando
incontrerò di tanto in tanto il dorso di Forgotten tra la schiera di familiari
e adorabili cuori a testa in giù che sono ormai il simbolo della professionale,
conveniente e instancabile collana Lain. Le pagine diventano le corde pizzicate di una chitarra e
la voce della protagonista sembra risuonare, tra amori, sporadiche paure e sofferenze, come
quella dell'ingenua e schietta Taylor Swift, che, seduta sul pavimento della
sua stanza, canta del potere dei ricordi, dell'importanza dell'amicizia e
dell'amore e di una notte temporalesca che, nell'immediato futuro, sarà
sostituita da un cielo limpido e da una strada tutta in discesa.
Il mio voto: ★★★
Il mio consiglio musicale: The Scientist - Coldplay
Lo richiederò sicuramente. Bella recensione Mik :D
RispondiEliminaBella recensione! Io lo devo giusto iniziare (:
RispondiEliminaComplimenti per la recensione, Mik :) Almeno mi hai fatto sgonfiare un po' le aspettative che in precedenza nutrivo riguardo Il diario di London Lane. Adesso, magari, potrò apprezzarlo in maniera maggiore ^^
RispondiEliminaLe tue recensioni sono sempre così belle e poetiche! Complimenti! Direi che mi hai spiazzato: mi aspettavo un romanzo un po' diverso... Mi hai depistata e soprattutto incuriosita, anche se non hai dato una valutazione complessiva altissima credo che prima o poi lo leggerò.
RispondiEliminaGià, anche io mi aspettavo un libro molto diverso.
RispondiEliminaMi ha deluso un bel po'. E sono d'accordo anche sul finale, pure io l'avrei preferito tragico e lacrimogeno. Peccato :(
Come hai potuto leggere dalla mia recensione, anche a me è rimasto un certo amaro in bocca...avrei preferito che la storia fosse avvolta da più mistero e soprattutto che il finale fosse meno frettoloso. Speravo di trovare una storia originale e coinvolgente invece non ha fatto che farmi tornare in mente pezzi del libro "Non ti addormentare" e del film "50 volte il primo bacio"! Davvero un peccato!
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