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Nives, di Sacha Naspini. Edizioni E/O, € 15, pp. 130
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Se
telefonando io potessi dirti addio, ti chiamerei, cantava la voce
dell’intramontabile Mina. Ma quante cose si possono dire alla
cornetta? Quanti segreti da rivangare, quanti amori interrotti di cui
venire finalmente a capo, quante catastrofi scongiurate o al
contrario provocate? Tutto per una parola di troppo. Tutto per
togliersi un maledetto sassolino dalla scarpa, lo sfizio.
Era la
prima volta che quella sua vecchia amica si scopriva così, in fatti
che affondavano nell’ignoranza popolare. Alla fine non gli costava
nulla lasciarle credere in veggenti o pozioni, defunti che ti parlano
col verso della civetta e sassi magici. Che ognuno scelga la
solitudine che vuole. Anche darsi una spiegazione da pazzi fa
compagnia.
Da
quando il marito Anteo è collassato nel pastone dei
maiali, Nives – vedova di fresco – vive notti inquiete in quel di
Poggio Corbello. Settantenne all’apparenza dura di cuore, brusca e
incapace di grandi moine, si rifiuta fermamente di seguire
figlia e nipoti in Francia – la Linguadoca, come la chiamerebbe lei. Non ha mai abbandonato la provincia. Non ha mai
pianto, neanche durante le esequie di Anteo. Ma eccola comporre un
numero d’urgenza, sull’orlo del tracollo emotivo, per avvisare il
veterinario del paese: Giacomina, la gallina con la zampa offesa e lo sguardo
rincretinito che tiene da un po’ come dama di compagnia, si è ipnotizzata davanti alla pubblicità del
Dash in TV. Dall’altra parte del filo c’è il veterinario Loriano, alticcio al solito, in lotta contro la tentazione di cadere
svenuto dopo il TG della sera e il russare persistente della moglie
Donatella.
Il passato
è pieno di fantasmi. Per tutti. Così è e così sempre sarà.
Sorretto
da una struttura insolitamente teatrale, quasi da dramma radiofonico,
l’ultimo romanzo di Sacha Naspini è un dialogo pressoché
ininterrotto dove le sole parti descrittive sono le poche didascalie
tra una battuta e l’altra. Per quanto l’espediente dia modo
all’autore di regalarci l’ennesima ottima prova stilistica, al
suo ultimo romanzo – breve e, a sorpresa, indolore – manca la
compiutezza sperata, nonostante siano comunque presente eccessi e
lungaggini. Diffidate dal contrasto della copertina: un nostalgico
bianco e nero squarciato dal rosso sangue del titolo. Accantonato
presto lo spunto umoristico e grottesco della vicenda, la lettura
diventa una fitta conversazione – condotta, però, con una
naturalezza invidiabile –, con pochi dettagli realmente scabrosi e
troppe pettegolezzi.
Una certa
Nives è stata massacrata nell’82. Quello che è successo dopo è
un’altra cosa. Non è roba da poco vivere con lo spettro di quel
che saresti potuta essere. Ti guardi allo specchio e prima di darti
il buongiorno vedi quello.
Quali
sono i retroscena dietro il suicido della sfortunata Rosaltea,
sedotta e abbandonata dal gigolò Renato? Cos’ha legato e diviso i
protagonisti nell’autunno del 1982, anno di cui portano ancora
qualche cicatrice? Tra sensi di colpa, sospiri e tradimenti
coniugali, ho scorto lo zampino di Naspini nei personaggi ruspanti,
nei loro sentimenti spesso primordiali e, purtroppo, in poche altre
situazioni. In particolare l’epilogo – un’epifania melensa sul
reale senso della vita – mi è parso forzato, al pari della
presenza di piccoli grandi tabù inseriti puramente come marchio di
fabbrica.
Nives è una lettura piacevole a opera di uno scrittore da cui si pretendeva lo spiacevole, il disagio, lo shock. A uscirne realmente vincente è lei, la protagonista eponima, che ricorda un po’ la compianta Olive Kitteridge e un po’ una perfida fattucchiera. Delusa atrocemente trent’anni prima, qui reclama attenzioni, vendetta e un’uscita di scena coi controfiocchi. La chiamata, davanti a un passato a cui dar conto, sarà a carico suo.
Nives è una lettura piacevole a opera di uno scrittore da cui si pretendeva lo spiacevole, il disagio, lo shock. A uscirne realmente vincente è lei, la protagonista eponima, che ricorda un po’ la compianta Olive Kitteridge e un po’ una perfida fattucchiera. Delusa atrocemente trent’anni prima, qui reclama attenzioni, vendetta e un’uscita di scena coi controfiocchi. La chiamata, davanti a un passato a cui dar conto, sarà a carico suo.
Il
mio voto: ★★★
Il
mio consiglio musicale: Mina – Se telefonando
Sembra una lettura davvero interessante 🤗🤗
RispondiEliminaParticolare, anche se scommetto che Naspini ha scritto decisamente di meglio. :)
EliminaUova e sassolini ci accomunano 😅
RispondiEliminaPeccato, come hai detto anche tu
Stefi
Le mie uova di Giacomina, rigorosamente allevata a terra!
EliminaCiao! Sono una nuova iscritta! :)
RispondiEliminaSinceramente non mi ispira totalmente; sono sicura che sia una lettura interessante, però non fa per me!
Benvenuta, Sara, che bello!
EliminaSpero che il prossimo libro di cui si parlerà potrà interessarti maggiormente. :)
Avevo letto "Le case del malcontento", ma non arrivai neanche alla fine. Scrittura cruda ma affascinante, non so, quei libri che mi lasciano poco, per cui leggendoli a rilento faccio fatica a terminarli, diciamo che potrei provare con altro di suo, ma non mi intriga particolarmente.
RispondiEliminaIeri sera sono stata a vedere Tenet. Nel caso tu sia interessato a vederlo aspetto con curiosità la tua recensione. CIAO!
Ciao Lory! Le case del malcontento, nonostante tutto, m'ispira un sacco. Prima o poi spero di beccarlo usato su Libraccio!
EliminaTenet lo vedrò, ma senza fretta. Sono una bestia di Satana: mai venerato Nolan! Ti è piaciuto?
Le case del malcontento scritto bene, ma questa scrittura così cruda non fa troppo per me, poi ci sono magari libri che leggi in periodi che sei un po' sovraccarica, e probabilmente non scatta la scintilla, ma sono certa che a te piacerà, già lo conosci e poi....sei una bestia di... Sammontana dai, è più simpatico!!!!
RispondiEliminaGuarda Nolan lo conoscevo pochissimo, avevo solo visto "The Prestige". Ultimamente in poco tempo ho visto Inception, Interstellar, Dunkirk e Memento Beh, non li avevo mai considerati i suoi film e invece....mi sono fatta prendere! Il mio preferito è Inception. Non ho voluto leggere niente su Tenet perché comunque sarei andata a vederlo anche se ne avessero parlato male. Ebbene, penso di essere tra i pochi che l'hanno apprezzato perché successivamente ho letto cose assurde. Non entro nel merito, perché non voglio spiegarti troppo, forse non piacerà neanche a te, ma devo dire che pur non sapendo niente di entropia o di quantistica, me lo sono gustato e il messaggio è arrivato anche se mancano i dettagli. Anche volendo approfondire non so se possiedo base sufficiente per capirlo nel toto, ma non mi importa. È talmente spettacolare e incredibile il tutto che assolutamente lo andrò a rivedere e resto dell'idea che Nolan sa giocare alla grande, è una testa!
Sono altri i film che porto nel cuore ma i film di Nolan continuerò a vederli, ieri all'uscita dalla sala è stato come sentire la mancanza di due amici che mi avevano fatto compagnia per più di due ore, ero entrata nel film....
Dei difetti parleremo se lo vedrai anche tu, ma anche se non veneri Nolan, solo se ami il cinema e già solo per questo devi andare a vederlo, assolutamente in sala e non in streaming !
Grazie mille! Sei sempre preziosa ed esaustiva! Ti farò avere presto il mio parere. :)
EliminaLa struttura teatrale non so se me lo renderebbe così piacevole...
RispondiEliminaNon penso sia il mio libro.
Ti consiglio l'altro, I Cariolanti.
EliminaCannibale, letteralmente!