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mercoledì 2 settembre 2020

Recensione: Nives, di Sacha Naspini

| Nives, di Sacha Naspini. Edizioni E/O, € 15, pp. 130 |

Se telefonando io potessi dirti addio, ti chiamerei, cantava la voce dell’intramontabile Mina. Ma quante cose si possono dire alla cornetta? Quanti segreti da rivangare, quanti amori interrotti di cui venire finalmente a capo, quante catastrofi scongiurate o al contrario provocate? Tutto per una parola di troppo. Tutto per togliersi un maledetto sassolino dalla scarpa, lo sfizio.

Era la prima volta che quella sua vecchia amica si scopriva così, in fatti che affondavano nell’ignoranza popolare. Alla fine non gli costava nulla lasciarle credere in veggenti o pozioni, defunti che ti parlano col verso della civetta e sassi magici. Che ognuno scelga la solitudine che vuole. Anche darsi una spiegazione da pazzi fa compagnia.
Da quando il marito Anteo è collassato nel pastone dei maiali, Nives – vedova di fresco – vive notti inquiete in quel di Poggio Corbello. Settantenne all’apparenza dura di cuore, brusca e incapace di grandi moine, si rifiuta fermamente di seguire figlia e nipoti in Francia – la Linguadoca, come la chiamerebbe lei. Non ha mai abbandonato la provincia. Non ha mai pianto, neanche durante le esequie di Anteo. Ma eccola comporre un numero d’urgenza, sull’orlo del tracollo emotivo, per avvisare il veterinario del paese: Giacomina, la gallina con la zampa offesa e lo sguardo rincretinito che tiene da un po’ come dama di compagnia, si è ipnotizzata davanti alla pubblicità del Dash in TV. Dall’altra parte del filo c’è il veterinario Loriano, alticcio al solito, in lotta contro la tentazione di cadere svenuto dopo il TG della sera e il russare persistente della moglie Donatella.

Il passato è pieno di fantasmi. Per tutti. Così è e così sempre sarà.
Sorretto da una struttura insolitamente teatrale, quasi da dramma radiofonico, l’ultimo romanzo di Sacha Naspini è un dialogo pressoché ininterrotto dove le sole parti descrittive sono le poche didascalie tra una battuta e l’altra. Per quanto l’espediente dia modo all’autore di regalarci l’ennesima ottima prova stilistica, al suo ultimo romanzo – breve e, a sorpresa, indolore – manca la compiutezza sperata, nonostante siano comunque presente eccessi e lungaggini. Diffidate dal contrasto della copertina: un nostalgico bianco e nero squarciato dal rosso sangue del titolo. Accantonato presto lo spunto umoristico e grottesco della vicenda, la lettura diventa una fitta conversazione – condotta, però, con una naturalezza invidiabile –, con pochi dettagli realmente scabrosi e troppe pettegolezzi.

Una certa Nives è stata massacrata nell’82. Quello che è successo dopo è un’altra cosa. Non è roba da poco vivere con lo spettro di quel che saresti potuta essere. Ti guardi allo specchio e prima di darti il buongiorno vedi quello.
Quali sono i retroscena dietro il suicido della sfortunata Rosaltea, sedotta e abbandonata dal gigolò Renato? Cos’ha legato e diviso i protagonisti nell’autunno del 1982, anno di cui portano ancora qualche cicatrice? Tra sensi di colpa, sospiri e tradimenti coniugali, ho scorto lo zampino di Naspini nei personaggi ruspanti, nei loro sentimenti spesso primordiali e, purtroppo, in poche altre situazioni. In particolare l’epilogo – un’epifania melensa sul reale senso della vita – mi è parso forzato, al pari della presenza di piccoli grandi tabù inseriti puramente come marchio di fabbrica.
Nives è una lettura piacevole a opera di uno scrittore da cui si pretendeva lo spiacevole, il disagio, lo shock. A uscirne realmente vincente è lei, la protagonista eponima, che ricorda un po’ la compianta Olive Kitteridge e un po’ una perfida fattucchiera. Delusa atrocemente trent’anni prima, qui reclama attenzioni, vendetta e un’uscita di scena coi controfiocchi. La chiamata, davanti a un passato a cui dar conto, sarà a carico suo.
Il mio voto: ★★★
Il mio consiglio musicale: Mina – Se telefonando

12 commenti:

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    1. Particolare, anche se scommetto che Naspini ha scritto decisamente di meglio. :)

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  2. Uova e sassolini ci accomunano 😅
    Peccato, come hai detto anche tu
    Stefi

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    1. Le mie uova di Giacomina, rigorosamente allevata a terra!

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  3. Ciao! Sono una nuova iscritta! :)
    Sinceramente non mi ispira totalmente; sono sicura che sia una lettura interessante, però non fa per me!

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    1. Benvenuta, Sara, che bello!
      Spero che il prossimo libro di cui si parlerà potrà interessarti maggiormente. :)

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  4. Avevo letto "Le case del malcontento", ma non arrivai neanche alla fine. Scrittura cruda ma affascinante, non so, quei libri che mi lasciano poco, per cui leggendoli a rilento faccio fatica a terminarli, diciamo che potrei provare con altro di suo, ma non mi intriga particolarmente.

    Ieri sera sono stata a vedere Tenet. Nel caso tu sia interessato a vederlo aspetto con curiosità la tua recensione. CIAO!

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    1. Ciao Lory! Le case del malcontento, nonostante tutto, m'ispira un sacco. Prima o poi spero di beccarlo usato su Libraccio!

      Tenet lo vedrò, ma senza fretta. Sono una bestia di Satana: mai venerato Nolan! Ti è piaciuto?

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  5. Le case del malcontento scritto bene, ma questa scrittura così cruda non fa troppo per me, poi ci sono magari libri che leggi in periodi che sei un po' sovraccarica, e probabilmente non scatta la scintilla, ma sono certa che a te piacerà, già lo conosci e poi....sei una bestia di... Sammontana dai, è più simpatico!!!!

    Guarda Nolan lo conoscevo pochissimo, avevo solo visto "The Prestige". Ultimamente in poco tempo ho visto Inception, Interstellar, Dunkirk e Memento Beh, non li avevo mai considerati i suoi film e invece....mi sono fatta prendere! Il mio preferito è Inception. Non ho voluto leggere niente su Tenet perché comunque sarei andata a vederlo anche se ne avessero parlato male. Ebbene, penso di essere tra i pochi che l'hanno apprezzato perché successivamente ho letto cose assurde. Non entro nel merito, perché non voglio spiegarti troppo, forse non piacerà neanche a te, ma devo dire che pur non sapendo niente di entropia o di quantistica, me lo sono gustato e il messaggio è arrivato anche se mancano i dettagli. Anche volendo approfondire non so se possiedo base sufficiente per capirlo nel toto, ma non mi importa. È talmente spettacolare e incredibile il tutto che assolutamente lo andrò a rivedere e resto dell'idea che Nolan sa giocare alla grande, è una testa!
    Sono altri i film che porto nel cuore ma i film di Nolan continuerò a vederli, ieri all'uscita dalla sala è stato come sentire la mancanza di due amici che mi avevano fatto compagnia per più di due ore, ero entrata nel film....
    Dei difetti parleremo se lo vedrai anche tu, ma anche se non veneri Nolan, solo se ami il cinema e già solo per questo devi andare a vederlo, assolutamente in sala e non in streaming !

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    1. Grazie mille! Sei sempre preziosa ed esaustiva! Ti farò avere presto il mio parere. :)

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  6. La struttura teatrale non so se me lo renderebbe così piacevole...
    Non penso sia il mio libro.

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    1. Ti consiglio l'altro, I Cariolanti.
      Cannibale, letteralmente!

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