|Sentenza artificiale,
di Barbara Baraldi. Chiarelettere, € 17, pp. 219 |
Ci
sono quei romanzi talmente vividi da sembrare serie TV. Sempre al
passo con i tempi, capace di passare dall’urban fantasy alle
atmosfere torbide del noir, la prolifica Barbara Baraldi – ormai
un’amica del blog – consegna ai lettori un romanzo perfetto per
una sceneggiatura. Ne ha il ritmo, lo stile visivo, i personaggi:
protagonista e comprimari, infatti, si prestano benissimo a un
ritorno di fiamma; a un’altra puntata da gustarsi in binge
watching. Quella di Barbara è una tripla sfida. Padroneggiare il
linguaggio tecnico – tanto in campo informatico quanto in campo
legale –, tener desta l’attenzione del lettore già impigrito
dall’afa di luglio, intrigare i pochi a disagio con il cyber
thriller: pur avendone letti diversi da adolescente – sì, ho avuto
anch’io la mia bella dose di Brown, Clancy e Deaver –, ammetto di
preferire il fascino dell’analogico anche in materia di sottogeneri
letterari. Cambiare idea è stato un attimo. Bastano poche pagine per
trovarsi invischiati in una lettura appassionantissima, benché al di
fuori della comfort zone: una storia dai ritmi folli, di droni armati
fino ai denti, nomi in codice ed esplosioni a tradimento, che fa
battere il cuore a mille e divorare le pagine in ventiquattr’ore.
Il
futuro è adesso.
Lungi
dall’essere la classica detective bella e dannata, Cassia Niro è
un’analista ministeriale nella Roma del futuro. Dopo un’infanzia
ai Parioli, spesa nell’adorazione del papà informatico, fa un
lavoro d’ufficio costantemente china su un computer. Vegetariana,
di buona famiglia, ordinaria nel look, con l’iconica Lisbeth
Salander ha in comune le scelte sentimentali e il carattere schivo:
rifugiata nel mondo virtuale, presto sarà costretta a lavorare in
sinergia con una squadra irresistibile. La democrazia è in pericolo.
Lo ha scoperto per caso, cercando una falla in LexIA: un algoritmo
avveniristico a cui sarà affidato lo scioglimento dei casi
giudiziari più complessi. Può una macchina decretare la
colpevolezza o l’innocenza di un accusato? Saprebbe mai prendere
decisioni di carattere etico e morale? Incapace di compassione ed
empatia, LexIA semina controversie – le stesse sollevate da Asimov
nel 1942 – e spacca l’opinione pubblica. Tanto i fautori quanto
gli oppositori hanno motivazioni oscure. A chi comunicare la presenza
di un’anomalia nel sistema; di chi fidarsi? Quest’avventura nelle
maglie del web porterà Cassia nel covo dei Naucrates: radunati in un
casolare in disuso, gli hacker ricordano un po’ i rapinatori
idealisti della Casa di carta e un po’ dei Robin
Hood dell’era digitale. Impossibile non menzionare Umberto, ex
compagno di studi della protagonista; Pug, nerd ossessivo-compulsivo
affiancato da un carlino con la paura del buio; infine Rain,
stuntwoman spericolata.
Le
macchine sono capricciose, e a volte sembra che non ci sia una vita
d’uscita da una situazione di stallo. Ma non c’è nessuna
difficoltà che tu non possa superare, se ragioni al di fuori degli
schemi imposti dal problema. Adatta il tuo pensiero alla soluzione
che vuoi ottenere. Abbiamo milioni di anni di evoluzione alle spalle.
Nessuna macchina potrà mai competere con la flessibilità della
nostra mente. Il nostro maggiore vantaggio è proprio il fatto di
essere umani.
Originalissimo
nello spunto di partenza, meno negli sviluppi, Sentenza
artificiale conferma il talento narrativo dell’autrice
e la sua continua voglia di sperimentare. Sempre credibile, questa
volta azzecca in particolar modo stile e ambientazione. La Baraldi dà
vita a scene d’azione da blockbuster americano, concitatissime ma
mai confuse, e spiega con chiarezza i passaggi più tecnici,
trasformando gli spazi virtuali in spazi fisici: l’anomalia
dell’algoritmo, così, diventa una botola segreta nascosta sul
fondo di un lugubre scantinato. Se fosse un film, brillerebbe per la
regia attenta e l’uso del montaggio alternato. E poi c’è
l’Italia: solitamente estranea alla fantascienza, qui fa da banco
di prova per una nuova tecnologia senza forzature. L’antica Roma,
infatti, è stata la culla della legislazione. E questa Capitale
inquadrata in un futuro tutt’altro che implausibile, con il Tevere
lì lì per prosciugarsi e le precipitazioni che latitano da mesi, sa
essere ipertecnologica pur conservando le sue bellezze classiche. Tra
fake news, deep web e sollevazioni popolari, con tanto di citazioni
cinematografiche per veri intenditori – l’assistente virtuale di
Cassia si chiama Deckard, come l’eroe di Blade Runner –,
questa Baraldi profetica e internazionale fa centro
divertendo. Sentenza artificiale violerà ogni tuo
firewall. S’intrufolerà nelle tue giornate, come un virus
informatico. Finché, giunto all’ultima pagina, non ammetterai
sconfitta.
Il
mio voto: ★★★½
Il
mio consiglio musicale: Subsonica - Radioestensioni
questo è uno di quei romanzi che mi fanno letteralmente gola!
RispondiEliminaPerfetto per questo periodo. Ritmo e leggerezza!
EliminaNon ho mai letto nulla di questa autrice, sarà la volta buona? :)
RispondiEliminaPer me non è uno dei suoi romanzi più memorabili, però una ventata d'aria fresca. Intrigante, adrenalinico, spassoso, come un action americano. :)
EliminaSecondo te qual è il suo lavoro migliore quindi? Così lo metto subito in lista!
EliminaNon ti saprei dire! A me piacciono molto Lullaby e La vsnvils dagli occhi di cristallo, però anche Aurora nel buio dà avvio a una saga interessante. Penso sia tra i romanzi più fortunati di Barbara!
EliminaGià in passato ero stata attratta da questa scrittrice, ora tu mi hai davvero incuriosita!
RispondiEliminaNe sono lieto!
EliminaEbbbasta, su.
RispondiElimina...e allora non mi resta che aspettare che diventi per davvero una serie TV. :)
RispondiEliminaLo spero per l'autrice!
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