|Il sole è anche una stella, di Nicola Yoon. Sperling & Kupfer, € 18,90,
pp. 348 |
Non
aspettavo di ricevere bozza del Sole è anche una stella, o comunque
non tanto in anticipo (uscirà, infatti, il prossimo 16
gennaio). Meno ancora il ritorno di Nicola Yoon, dopo le belle idee di quel Noi siamo tutto di cui non aveva saputo purtroppo mostrarsi all'altezza. Su carta, questa volta, la storia interraziale dell'autrice Young Adult non chiamava. Quante probabilità c'erano di cambiare idea? Se i toni sono di quelli che facilmente
incantano, se lui incontra lei come in una commedia di
Richard Linklater, tutto è possibile. Ne sanno qualcosa i
protagonisti, di risvolti inattesi e magia – ma tu chiamala, se vuoi,
serendipità. Le strade di Manhattan, due adolescenti con in ballo
interessi opposti, un giorno per sfidare il conto alla
rovescia che li vorrebbe sconosciuti. Natasha e
Daniel corrono in una marasma di newyorkesi indifferenti, con appuntamenti di vitale importanza fissati per il primo pomeriggio. Lei, pragmatica e disincantata, le cuffie rosa shocking e un
cespuglio di capelli indomabili, è un'immigrata clandestina:
cresciuta in America, a fine giornata dev'essere rimpatriata in
Giamaica per l'ennesimo errore del padre – attore senza speranze
che ha alzato il gomito una volta di troppo. Cerca una scusa buona, un avvocato agguerrito,
per fermarsi un altro po'. Lui, poetico e sognatore, il completo
elegante e una vistosa cravatta rossa, è diretto dal
barbiere e dall'uomo da cui dipende il suo destino di studente: di
famiglia coreana, con un fratello espulso da Harvard, ha sul collo la spada di Damocle delle
esagerate speranze di mamma e papà.
Forse
innamorarsi di qualcuno significa anche innamorarsi di se stessi.
Vanno
di fretta, ma inciampano l'uno nell'altra. Con i loro vestiti grandi,
da adulti. Con la pelle di colore diverso, un diverso sguardo sul
mondo, e un destino apparentemente contro. Non si scambiano il numero
di cellulare. Non conoscono i loro reciproci cognomi. Non sputano una parola: si sfidano. Tutt'altro che agli antipodi, danno semplicemente nomi diversi
alle stesse cose: lo suggerisce il titolo, che spiega che il sole in
cui crede lei altro non è che una delle tante stelle vagheggiate
nei versi di lui.
Dati
Osservabili: non credo nella magia.
Dati
Osservabili: noi siamo pura magia.
A
sorpresa, succede l'esatto contrario che in Noi siamo tutto.
U'idea impercettibile e una storia che avrebbe forse meno da
raccontare vengono valorizzate da protagonisti facili da
voler bene, riflessioni attuali su un'America trumpiana che erige
barriere fra gli uomini, un'intelaiatura insolitamente raffinata –
punti di vista a capitoli alterni, e qui e lì digressioni di una
narratrice onnisciente che spiega concetti inconsueti, la versione dei fatti dei personaggi secondari
(raccontare i dolori del padre di Natasha, ad esempio, con le battute
di una pièce teatrale), l'agire provvidenziale di comprimari invisibili
(una malinconica addetta alla sicurezza che scopre Cobain e
l'attaccamento alla vita, le lacrime di una segretaria cotta del capo sposato). Tra ristoranti etnici e karaoke, la ritrovata Yoon parla con i suoi protagonisti del futuro e degli
sgambetti che a volta ci mette questa stessa vita, di un sogno americano che prende
e dà, di generazioni lontane come certi astri nel cielo. Al dramma di non sentirsi appartenenti a nessun luogo –
prendete Daniel, troppo poco coreano e troppo poco americano insieme
– si affiancano attimi fortuiti, questioni di tempismo sbagliato,
la magia dell'inatteso e di una mattina a passeggio fra i grattacieli del centro.
Secondo
me è proprio il buono che c'è in noi che in qualche modo ci unisce
gli uni agli altri. Quella parte di noi che condivide l'ultimo
biscotto con le gocce di cioccolato o fa beneficenza, regala un
dollaro a una musicista di strada, lavora come volontaria in
ospedale, piange guardando la pubblicità della Apple e ti dice ti
voglio bene o ti perdono. Secondo me Dio è questo. Dio è il legame
tra tutte le parti migliori di noi.
Ci
si può innamorare con metodo scientifico, se il formarsi di un
sentimento non è poi così diverso dal Big Bang?
Fare ciò che si desidera o ciò che è meglio? Per un giorno,
soprattutto, o per sempre? Si fanno scelte, e le scelte ci fanno, in
uno Sliding Doors multietnico, intergenerazionale, in cui –
banalmente ma non troppo, fidatevi di me – è la porta scorrevole del cuore quella giusta.
Il
mio voto: ★★★★
Il
mio consiglio musicale: Ed Sheeran – All of the Stars
Il film di Noi siamo tutto nel mio cuoricino era riuscito a trovare uno spazio...
RispondiEliminaQuesta nuova storia che tu hai letto in anteprima mondiale sembra differente, ma potrebbe fare al caso mio comunque. Specie per il contributo, in qualche modo, di Cobain, che mi incuriosisce.
La protagonista, fra Cobain che salva la vita e Cornell ai karaoke, è fatta per piacerti. ;)
EliminaMi hai incuriosita!
RispondiElimina:-)
Ciao da Lea
Ciao, Lea! Tu ne leggi pochi ma buoni, di YA.
EliminaQuesto potrebbe proprio essere uno di quelli, sai? :)
prendo nota, mi ispira :)
RispondiEliminadi Everything|Everything ho visto il film e mi è piaciuto molto
Ah, allora parti avvantaggiato!
EliminaPersonalmente, ho preferito questo secondo romanzo: più adulto, nonostante i diciassette anni dei protagonisti. :)
Ciaoooooo :-)
RispondiEliminaAbbiamo avuto praticamente lo stesso pensiero...Noi siamo tutto non mi aveva detto e lasciato niente queste che apparentemente sembrava una storia banale, l'ho trovata fantastica e piena di significato