sabato 6 gennaio 2018

Mr. Ciak - And the Oscar goes to: Blade Runner 2049 | Dunkirk

La curiosità mancava. Questa fantascienza ad alto budget non mi piace, e i seguiti fuori tempo massimo meno ancora. Del primo capitolo, noir sui generis visto per dovere di cronaca anni fa, ricordo la straordinaria colonna sonora e il celebre monologo sotto la pioggia che, da profano, mi ero figurato più lungo. Per fortuna, alla regia, quel Villeneuve che non sbaglia. Per fortuna, in rete, amici blogger pronti a parlarne indistintamente bene – mezzo flop al botteghino, forse perché troppo lungo, forse perché troppo serio, conquistava a sorpresa anche gli scettici, gli spettatori più annoiabili e la maggioranza dei nostalgici, fanatici per partito preso di un Ridley Scott invecchiato ben peggio delle sue fantastiche creature. Ho fatto di Blade Runner 2049 la mia ultima visione dell'anno per scongiurare il rimpianto di essermi perso qualcosa di importante; per un posto vacante a metà del listone, accanto all'Arrival di un Villeneuve per questo doppiamente vincente. Pensavo di seguirlo in comode rate; pensavo di non stare al passo con un universo – cinematografico, letterario – che mi risulta ostico. Gosling, replicante di ultima generazione con il distintivo appuntato al bavero della giacca a vento, ha il compito di mettersi sulle tracce dei suoi vecchi simili, di disattivarli ammazzandoli – così comanda almeno Robin Wright, suo superiore; così pretende, per interessi economici, l'inventore cieco di un Jared Leto che gioca a fingersi Dio. La scoperta di un cadavere, di un segreto sepolto: una replicante morta di parto, per dire che le eccezioni esistono; per dire che quella creatura venuta al mondo, braccata per diventare cavia, potrebbe essere più di un robot, più di un uomo. Cos'è di quel bambino trent'anni dopo? E di una coppia che si è sciolta tragicamente, con lui – proprio Harrison Ford, richiamato all'appello tutto grigio e spiegazzato – che ora vive nascosto in una Las Vegas deserta, splendida e radioattiva? Gli uomini d'azione, anche se in definitiva all'azione si preferisce l'accomodante lentezza di certi polizieschi, si inseguono in lungo e in largo; indagano rischiando di prendere troppo a cuore i loro casi (di coscienza). Ma sono le donne, semisconosciute, a conquistare – l'implacabile Sylvia Hoeks, la prostituta dalla chioma rosa di Mackenzie Davis e l'incantevole ologramma di Ana de Armas, protagonista di un poetico ménage à trois contro cui quasi nulla possono la spettacolarità delle dighe straripanti, dei voli a mezz'aria, delle scenografie ipnotiche. A caccia di replicanti e della loro progenie segreta – un po' frutto dell'amore, un po' dei calcoli della scienza – ci si scopre così incantati, emozionati. A caccia di sequel felici e di film da guardare con occhi grandì così – che non siano poi miracolosi come gli eredi di Deckard e Rachael, troppo perfetti per scoprirsi anche densi, poco importa se al cospetto di un simile capolavoro visivo – viene da dirlo ancora, sì. Ho visto cose che. (7,5)

Christopher Nolan non è mai entrato nelle mie grazie. Questione di generi distanti che me lo lasciavano godere a metà. Di durate sostenute che, nonostante i buoni propositi, mi hanno puntualmente impedito revisioni con occhi più svegli. Non amo, si sa, un cinema grande che non per forza è grande cinema; rifuggo dal gregge, dai commenti mossi a priori. Di Christopher Nolan, purtroppo, non mi piacciono i fan – quelli che parlano della persona in sé, delle mancate vittorie agli Oscar come di un DiCaprio, lasciando da parte l'essenziale. Loro – anche se di lampante c'è al solito la tecnica sopraffina, l'impiego dell'angosciante colonna sonora del solito Zimmer – probabilmente avrebbero acclamato questo Dunkirk, già presentissimo all'alba della stagione dei premi, a prescindere. Sempre in tempo di bilanci, di listoni, l'ho recuperato in ritardo – mai sentito il bisogno di correre in sala, infatti – ma molto fiducioso. Questa volta durava un'ora e quaranta appena. Questa volta meno garbugli, meno manierismi, se si parlava di storie e di morti veri; di guerra. Cercavo uno dei film più belli dello scorso 2017. Ho trovato, con sommo disappunto, il più sopravvalutato. Cosa sto guardando io e cosa hanno visto tutti gli altri?, mi domandavo nel mezzo di una visione che non appassionava né interessava. Si combatte il nemico tedesco – mai nominato e mai mostrato, per un'imperscrutabile scelta stilistica – in terra, in mare, in cielo. Confinati sulla spiaggia, sullo sfondo del piano sequenza più struggente di Espiazione, un manipolo di giovani tenta invano di cercare una via di fuga – il protagonista dovrebbe essere Fionn Whitehead, ma alla curiosità piace soffermarsi sull'esordiente Harry Styler, da cantante ad attore senza difficoltà. Con una barca da poco, invece, il patriottico Mark Rylance e suo figlio superano la Manica per rendersi utili sotto il fuoco nemico. Vola alto Tom Hardy, nascosto da una maschera, e fa fuoco. C'è chi va, c'è chi viene, c'è chi spara. Storie che non si incrociano come potrebbero, no, e che troppo concitate, troppo motorie, fanno fatica a lasciarti affezionare ai protagonisti sotto assedio. Dunkirk non è un dramma corale, perché i personaggi non hanno un'identità o una voce propria – quando e se parlano, in una pellicola che forse avremmo preferito muta, l'ipocrisia e la retorica sono in agguato. E' un film storico, ma che alle storie rinuncia – sequenze spettacolari ma giustapposte, fredde, che potrei paragonare a quelle di una ricostruzione, di un documentario, se non fosse che Dunkirk e il suo rumore non fanno gran chiarezza nemmeno sui fatti, sulle dinamiche del conflitto. L'ho trovato anonimo, disumano e impeccabile. Un film, e una guerra, di nessuno. (5,5)

11 commenti:

  1. Che bello Blade Runner, la storia tra Gosling e la replicante mi ha commosso tantissimo, lui poi bravissimo. Un film sulla solitudine. Davvero intenso.

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    1. Felice che ti sia piaciuto. Gosling ha l'espressività di un carciofo, ma è sempre bravo. Come, non si sa.

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    2. Non oserei. Attore limitatissimo, oggettivamente, però ha tutta la mia invidia, bello e bravo. Chi lo nega!

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  2. Blade Runner 2049 anche per me conquista soprattutto per le donne. E pensare che negli Usa il film è stato accusato di presunto maschilismo, non ho ancora capito bene il perché...

    Dunkirk pure per me - come già sai - il più sopravvalutato dell'anno. E pure il più vuoto, insignificante e inutile. Come rendere la Storia in maniera ancora meno interessante che su una pagina Wikipedia... :)

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    1. Gli Usa, il politicamente corretto, le polemiche dappertutto. In questo caso, davvero, il perché mi sfugge. Le donne, non soltanto belle statuine, sono le punte di diamante di Villeneuve.

      Non pensavo, leggendoti, ma su Dunkirk mi sono ritrovato a pensarla esattamente come te. Manca la storia, manca il film. Solo Nolan, e il suo ego.

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  3. Blade Runner ha saputo convincere pure me, pur con la non esigenza di questo sequel, pur senza aver amato troppo un capo saldo del cinema troppo freddo e a tratti pure noioso -sì, l'ho detto. Villeneuve riesce invece in un miracolo, sia a livello tecnico, che di storia, dove i sentimenti sono più forti, le convinzioni pure.

    Dunkirk, come sai, era riuscito a farsi ben volere, grazie alla musica, a una guerra insensata e molto sentita, ma non per quelle parole e quelle frasi davvero troppo patriottiche e buoniste. Si è fatto dimenticare in fretta, poi, e ritrovarmelo ora nella stagione dei premi, mi fa storcere il naso.

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    1. Al recupero di Blade Runner, mi avevi convinto già tu con quel bellissimo header.

      E tu forse per prima, di ritorno da Venezia, di 'sto acclamatissimo Nolan avevi evidenziato i difetti oggettivi. Spero resti a bocca asciutta.

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  4. Il Blade Runner di Villeneuve è piaciuto moltissimo anche a me, per atmosfere e sentimento, una delle sorprese più interessanti dell'anno appena passato.

    Dunkirk è un gioiello tecnicamente, ma si ferma tutto lì. Da nolaniano, non mi è rimasto per nulla nel cuore.

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    1. Ecco, il tuo header ha fatto da ulteriore ago della bilancia, come quello di Lisa sopra. Bravissimo Villeneuve, sempre di più.

      Nolan, invece, vorrebbe superarsi ma resta impantanato. Tanto rumore (letteralmente: quanto?) per nulla.

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  5. Blade Runner 2049 è un film super, Dunkirk non è certo il Miglior film di Nolan ma bene o male si fa volere bene ^_^

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