Titolo:
Il Creasogni
Autore:
Simone Toscano
Editore:
Ultra Novel
Numero
di pagine: 190
Prezzo:
€ 16,00
Il
mio voto: ★★★
La
recensione: Ci sono generi che sono bravissimo ad evitare. Perché
mi rubano le parole di bocca e perché, poi, non so che dire. Chi mi
legge sa di che parlo e, ormai, sa come li chiamo. I romanzi né
belli né brutti, che nel dubbio - ingiudicabili - definisco
semplicemente "boh". Pensavo di averli evitati
accuratamente, quest'estate. Di solito, a mandarmi in confusione sono
i racconti: come valutarli, singolarmente o tutti insieme? I
racconti, e i romanzi per cui non si ha l'età. Come i classici - che
sei ancora troppo infantile per apprezzarli - oppure le fiabe - che
insegnano qualcosa anche ai grandi, sebbene tu non sempre sia in
grado di coglierne la morale di fondo. Romanzi come Il creasogni:
sbucati dal nulla, improvvisamente sulla bocca di tanti colleghi, inevitabilmente nella mia pila di libri da smaltire.
L'esordio di Simone Toscano - giornalista, qui cantastorie
vecchia maniera - parla di un paese in cui c'è un
artigiano che fabbrica sogni su misura. Ha un soprannome, giacché la
sua identità nessuno la ricorda più, e vive dei sorrisi dei
compaesani che rende felici, della compagnia di un cane scodinzolante
e di Catello, orfano apparso un giorno e scomparso, anni dopo, con
lo stesso mistero con cui aveva mosso i primi passi a
Mangiatrecase. Il Creasogni - storia di una professione, di un amore
dimenticato, di un figlio smarrito da riportare a casa - vive di
affetti familiari, circo e un po' di fantasia. Scritto con garbo,
innocuo e blando, ma pensato con troppa semplicità. L'input
iniziale finisce per perdersi, nella convenzionale retorica di una
ricerca, tra i cenni a un Geppetto in cerca del suo
Pinocchio, e l'originalità respirata nella sinossi si nega agli sguardi,
lasciandoci una storia di quelle delicate e destinate a ricordi non
particolarmente duratori. Con il massimo rispetto per chi sa che
scrivere di bambini - e per bambini - è il lavoro più difficile del
mondo, ma la promessa di un Pushing Daisies italiano o, ancora, di
una sintesi del folgorante Il ladro di nebbia che viene a mancare.
Della stessa materia di cui sono fatti i nostri sogni, è una
sensazione fugace - la lettura, infatti, non si protrae per più di
un giorno - che fa bene. Al risveglio però non si ricorderdà molto, anche se
a testimoniare che c'è stato resta un vaghissimo sorriso. Il che non
guasta, di questi tempi.
Autrice:
Chiara Moscardelli
Editore:
Giunti
Numero
di pagine: 268
Prezzo:
€ 14,00
Il
mio voto: ★★
La
recensione: Penelope Stregatti, paffuta e impacciata
barese emigrata a Milano, all'ombra della Madonnina – tra sushi bar
e amici radical chic – ha un lavoro da sottoposta in una
multinazionale di assorbenti e a casa, con il suo pigiama scolorito,
vive una seconda identità, protetta da un nome d'arte improbabile e
autrice in incognito di articoli sul sesso – materia a lei quasi
sconosciuta – su un giornalino per signore pruriginose. Vergognarsi
più dei pannolini o della stesura dei quiz sul punto G? Ritirarsi a
casa della nonna cartomante o continuare a inseguire quei desideri
espressi a sedici anni? Sulla sua strada, un uomo bello e misterioso
– prendete Preziosi in Elisa di Rivombrosa e
James Spader in Secretary - che chissà perché non è
chi dice di essere, tagli al personale e una missione a Parigi. La
commedia della Moscardelli – incrocio tra il giallo e gli chick lit
– non è particolarmente simpatica, né particolarmente ben
scritta. Ha una galleria di personaggi colorati, ma che non trovano
vita propria per via di un linguaggio che è tutto uno stereotico –
gli amici gay esclamano continuamente “Adoro!”; le dirimpettaie
genovesi hanno il loro colorito “Belìn”; le protagoniste
meridionali, ogni due per tre, ti decantano le gioie di riso, fagioli
e cozze –, tripudi di frasi fatte a partire dal titolo, una
struttura asindetica che non contempla l'uso di punto e virgola – e
posso capirlo: chiedere agli italiani di usarlo è troppo – e
neanche dei due punti. Esempio dimostrativo:“Intanto le immagini
della città più romantica del mondo mi scorrevano davanti,
champagne, fois gras, Tour Eiffel, mi abbandonai sulla sedia di
fronte a Ristori in estasi”. Questione di editing frettoloso?
Chiara Moscardelli, già pubblicata con la blasonata Einaudi, non
convince, con una trama senza guizzi – sebbene il miscuglio tra
Homeland e Bridget
Jones potesse essere carino –
e la concorrenza di connazionali che, più volte, hanno dimostrato
come un genere piccolo sapesse dare grandi soddisfazioni. Leggetevi
la serie della Gazzola o l'esordiente Alice Basso, piuttosto. Dopo la
scoperta di Ammaniti, ricordarsi che c'è gente serena e un mondo di
sole con la ricerca di una lettura tutta rose e fiori. Perché non un
libro come questo Quando meno te lo aspetti,
dunque, richiesto giacché l'autrice sarebbe venuta a presentarlo
dalle mie parti – ma alla presentazione non sono andato, alla fine,
e il postino è arrivato tardi: segni su segni – e lasciato lì,
come scorta, per qualcosa di semplice dopo un giro presso il lato
oscuro? Nonostante aspettative basse, Quando meno te lo
aspetti –
che è proprio come ti aspetti - riesce
a essere un modesto riempitivo a malapena.
Non avevo mai sentito parlare del primo e probabilmente manco lo leggerò mai, ma mi ha incuriosita la presenza di "Catello". Ë il nome del patrono della mia città e qui da me c'è quasi un Catello per ogni famiglia. Il bello è che se ci si allontana solo di qualche km, nessuno ha mai sentito sto nome e pensa sia una storpiatura... Insomma sto tipo ha a che fare con Castellammare o con qualche stabiese! :D
RispondiEliminaQuanto alla Moscardelli, madò quanto mi annoia in generale sta scrittrice...
La Moscardelli l'ho conosciuta qui, e anche se i suoi precedenti romanzi sono senz'altro un po' meglio, da quel che leggo, il nostro rapporto si chiuderà con "Quando meno te lo aspetti". Simone Toscano l'ho visto qualche volta a Quarto Grado - anche se ho ricollegato dopo - e anche a me era familiare il nome Catello; ora capisco perché. Però poveri, i bambini che chiamano così. Non farti venire strane idee. :D
EliminaQuando meno te lo aspetti non mi attirava e adesso mi attira ancora meno ;)
RispondiEliminaIl Creasogni mi ha lasciata perplessa all'inizio, andando avanti ho apprezzato il mix tra elementi tradizionali e "moderni", nel complesso carino (certo è un romanzo che sui blog è andato tantissimo quest'estate..).
Verissimo, Tessa, infatti l'ho scoperto grazie ai "giri" sui blog di fiducia.
EliminaMi aspettavo qualcosa di più, dopo la pubblicità, ma è carino.
M'ispivano entrambi più per la cover che per la sinossi, quindi li ho depennati quasi subito; il Creasogni troppo pubblicizzato (e non conosco l'autore perché ho la fortuna di non aver mai visto Quartogrado in vita mia) e quello della Moscardelli -altra sconosciuta- mi sapeva di già visto, oltre al fatto che la linea editoriale della Giunti mi sta deludendo moltissimo negli ultimi tempi.
RispondiEliminaHai confermato i sospetti e fatto impiegare meglio tempo soldi. Grazie!
Felice di esserti stato utile ;)
EliminaOgni volta che commento dal cellulare, finisco per cadere vittima del correttore automatico o dimenticare puntualmente qualche parola. Perdòno
Elimina*Ispiravano *Tempo e soldi.
Ma figurati :)
EliminaNon conoscevo né l'uno, né l'altro: sono un po' dubbiosa a proposito di entrambi, fra l'altro, ho appena scoperto! XD
RispondiEliminaComunque sono d'accordissimo con te sul fatto che recensire un libro che ci sembra di qualità "media", né bello né brutto, presenta mille e più complicazioni, rispetto a uno che ci ha fatto impazzire di gioia, o ci ha distrutto le scatole per giorni interi! XD
Per fortuna, mi sono inventato - cioè, se le è inventate Silvia, di Il piacere della lettura - queste recensioni in pillole. Veloci e sbrigative, e passa la paura. ;)
EliminaMi risultano nuovi entrambi gli autori ma non mi incuriosiscono quindi passo e chiudo.
RispondiEliminaMu permetto di segnalarti una scrittrice fantastica e poco conosciuta,Amabile Giusti.
Ho letto da poco un suo romanzo che mi ha letteralmente stregato,"Non c'è niente che fa male così",e ti assicuro che non mi entusiasmo facilmente.So che hai un mare di libri da leggere ma...
La conosco di nome, Solsido, e anni fa ho letto un suo urban fantasy, Cuore Nero, che mi è rimasto stranamente impresso. Bravissima, e spero di rileggerla presto. Non c'è niente che fa male così mi attira da allora e, se non sbaglio, recentemente è tornato nelle librerie - almeno in quelle virtuali - con il self publishing.
EliminaIo l'ho trovato in e-book,fra l'altro costa pochissimo,volevo averlo cartaceo ma attualmente è indisponibile.
RispondiEliminaPeccato. Cercherò di acquistarlo.
EliminaIo di Simone Toscano lessi Edmund Brown e mi lasciò la stessa sensazione: né bello né brutto..... quindi quando vidi l'uscita di questo libro lasciai subito perdere.... sono felice di sapere che non mi sono persa nulla
RispondiEliminaEdmund Brown non lo conoscevo, Arianna, ma per scrupolo un'occhiata la darò.
Eliminail creasogni mi attira tantissimo ho letto parecchi pareri su di esso positivi e negativi però nonostante tutto mi incuriosisce tantissimo
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