Buona
domenica, amici miei! Perdonate l'assenza di questi giorni, ma tra
primi impegni scolastici e minuziosi preparativi per compleanni vari,
ho trovato anche il tempo e il coraggio per affrontare l'esame
teorico di patente (Sì, adesso per strada c'è un pericolo in più
armato di Foglio Rosa!), ma non per affrontare tutte le letture che
avrei voluto. Oggi, approfittando della tranquillità di un assolato
giorno di riposo, voglio parlarvi di un libro che ho terminato solo
ieri, ma che ha confermato le alte aspettative relative alla sola e
unica Lauren Oliver. Ringraziando la preziosa Piemme
Freeway per
avermelo inviato, vi auguro buona lettura e vi ricordo che, a partire
dal 20
Settembre,
l'autrice sarà sui vostri pc con l'ebook “Il
veleno sulle labbra”,
una storia dal mondo di Delirium (qui).
Se
non vado a dormire, forse riuscirò a costringere l'oggi a diventare
domani.
Titolo:
E finalmente ti dirò addio
Autrice:
Lauren Oliver
Editore:
Piemme Bestseller
Numero
di pagine: 430
Prezzo:
€ 11,00 (Sconto 15 %
€ 9,35)
Sinossi:
Samantha Kingston ha tutto quello che un'adolescente potrebbe
desiderare: il ragazzo più bello della scuola, tre amiche
fantastiche, un'incredibile popolarità. Quel venerdì 12 febbraio si
preannuncia come un altro giorno perfetto nella sua meravigliosa
vita. Invece non andrà così, perché quella sera Sam morirà.
Tornando con le sue amiche in macchina da una festa avrà un
incidente. La mattina seguente, però, la ragazza si risveglia
misteriosamente nel suo letto ed è ancora il 12 febbraio. Sospesa
fra la vita e la morte, Sam continua a rivivere quella sua ultima
giornata. Ogni volta si comporterà in modo diverso, cercando
disperatamente di evitare l'incidente che la farà morire. Ma
riuscirà a uscire da quell'incubo solo quando capirà che non è per
salvare se stessa che continua a tornare.
La recensione
Una
volta ho letto che chi muore di fame inizia ad avere fantasie a base
di cibo, se ne sta lì per ore a sognare purè di patate e bistecche
che colano sangue sui piatti. Ora capisco. Ho fame di un'altra luce,
di un altro sole, di un altro cielo.
Era
bastato solo un romanzo per farmi innamorare irrimediabilmente di
lei. Erano bastati il suo stile mellifluo all'ascolto e ruvido per il
cuore, gli incubi e i sospiri che la sua penna mi aveva regalato,
l'orrore e l'amore che aveva evocato, la dolorosa grazia con cui ci
aveva fatto dire ciao a eroi
di una realtà impregnata di cinico e freddo realismo perché Lauren
Oliver e le sue storie diventassero un bisogno fisico. Per gli occhi
e per la testa. Per la mente e per il cuore. Ho letto E
finalmente ti dirò addio per
ingannare me stesso e il tempo, per convincermi che nel romanzo
d'esordio di una Oliver più giovane e acerba avrei trovato
quell'emozione che solo il seguito di Delirium avrebbe
risvegliato, tra pagine, vecchie conoscenze e scintille brucianti di
passione e pericolo. Speravo
di anestetizzare la mia curiosità e di mentire ai miei sensi, ma,
svegli e scaltri, non si sono lasciati ingannare. Soprattutto, è
stata l'autrice stessa a non volere che ci ingannassimo. I suoi
lavori successivi non erano frutto del caso o di una maturazione
progressiva, solo il consolidamento di una maestria che già in
un'opera prima sapeva come farti ridere o soffrire, lottare o
renderti una statuina di cera fusa, con i pugni stretti e i denti
digrignati in una lotta persa già in partenza. La
trilogia distopica che ha reso il suo nome celebre ha una trama
innovativa, personaggi ai quali è impossibile non legarsi, un
fascino che esplora sentieri ancora inesplorati del mondo young
adult.
Elementi innovativi che alimentano la gioia dei lettori e arricciano
le labbra dei critici in calorosi elogi. Come il tipico degli esordi,
E finalmente ti
dirò addio è
più ingenuo, meno elaborato dei romanzi che l'hanno seguito. Gioca a
carte scoperte sin dall'inizio e non vuole sorprendere con colpi di
scena improvvisi o sfoggiando assi nascosti. Ha una trama letta e
riletta, un intreccio fitto ma che i libri di Guillaume Musso hanno
già snodato per noi in passato, un'apparente leggerezza che potrebbe
risultare un'arma letale pronta ad incenerire il romanzo nella sua
interezza. Eppure il meccanismo non si inceppa; continua a scandire
un limbo di giorni tutti uguali, ad intaccare la superficie con colpi
secchi e ben innestati, a scavare nella dura corteccia per regalarci
uno scorcio di linfa scintillante e di cuori che, rumorosi e veri,
battono all'impazzata per un ultimo giorno lungo una vita intera.
E' facile
ed essenziale, inoltre, rendere il protagonista una persone in cui
identificarsi, una voce alla quale ancorarsi. Un'adolescente
introversa e persa dietro farfalle e primi baci sognati tra i colori
di una storia di principi e principesse; un ragazzo con i pantaloni
laceri, un sogno infrangibile e il mondo contro. Devono farsi volere
bene, comprendere, renderci dipendenti degli intrecci che parlano di
loro. Emarginati che non si arrendono. In caso
contrario, il disastro, o quasi. E se leggere di abiti firmati e di
mondi in cui tutto è etichettato come “perfetto” ci provoca una
smorfia di amarezza, cosa succederebbe se ad accompagnarci per gran
parte del romanzo fosse una rabbia incendiaria? Cosa succederebbe se,
al posto delle ragazze acqua e sapone della porta accanto, ci
trovassimo a leggere di stronze che credono di avere l'universo in
pugno e la scuola ai loro piedi?
E'
come se la scuola superiore celasse due mondi diversi che girano uno
intorno all'altro senza toccarsi mai: chi ha e chi non ha. Immagino
che vada bene così. In fondo la scuola dovrebbe preparati alla vita
reale.
La Oliver
ci pone in questa esatta situazione. Ci scoraggia immediatamente,
prima con una storia che non promette lampi di innovazione, poi
animandola con mostri di arroganza e egoismo. Samantha e le sue
amiche sono odiose, detestabili, dei bulli in gonnella verso le quali
non troviamo alcuna giustificazione. Non hanno famiglie disastrose
alle spalle, non sono state cresciute da genitori separati che
compravano il loro affetto, non hanno vissuto in una città in cui il
denaro e la corruzione regnano indisturbate. Potrebbero essere le
reginette di bellezza di un paesino di provincia qualsiasi. Fanno
volontariato, spediscono curriculum per le università più
prestigiose, affrontano la vita sorridendo.
Sorridendo dinanzi alla
sofferenza altrui, al dolore, alla solitudine, al vuoto che domina le
loro esistenze vuote. Beffarde, sleali, cattive. Sono le protagoniste
superficiali di uno di quei filmetti dell'orrore in cui, tra gli
spettatori, partono scommesse sulla prima che, in un'allegra
spedizione in una casa stregata, perderà il reggiseno o la testa. Le
aguzzine che avevano spruzzato di sangue e risate di scherno il ballo
scolastico della Carrie di Stephen King. I loro
discorsi scorrono come un mare di chiacchiere insulse. Un bla-bla-bla
continuo e assordante in cui la verginità è descritta come un
cerotto ripugnante da buttare via, i ragazzi come pezzi di carne da
addentare e le ragazze, invece, come vitellini candidi da portare al
macello. Verrebbe da strappare le numerose pagine che danno spazio
alla loro insensatezza; da ridurle in pezzi piccoli piccoli quanto lo
sono i loro cervelli – annebbiati dall'alcol, confusi dalle luci
stroboscopiche di un party, fusi sotto la suola di un paio di zeppe
firmate o sul fondo di una costosa borsetta. A prevalere, infine,
sarebbe un'altra esigenza. Quella di prendere quello che resta delle
pagine e di ricomporle, per osservare il disegno finale di un puzzle
composto a luci spente. Di sudare e imprecare dietro quei frammenti
grandi un'unghia, perché sono unici, autentici ed imperdibili.
Indimenticabili.
Rabbrividisco
pensando a quanto è facile sbagliarsi riguardo alle persone, vedere
una parte minuscola e scambiarla per il tutto, vedere la causa e
crederla l'effetto.
Lauren
Oliver non è una semplice autrice. E' una filantropa che ci rende
partecipe dei suoi meravigliosi sogni. Una costruttrice di momenti
perfetti. Una personal designer che abbozza i modelli delle nostre
vite. In un romanzo che racchiude una coralità di voci, spesso snob
e frivole, riesce a rubarti un coccio di cuore.
A farti commuovere
dinanzi alla storia di uno Scrooge al femminile che si trova
protagonista di un Canto di Natale ripetuto all'infinito, ma
che, a colpi di rivelazioni e redenzione, combatte la monotonia di
una settimana bloccata per sempre alla nevosa giornata del 12
Febbraio e che, tra sbagli e rimpianti, darà all'amore il volto
dell'impacciato Kent – occhi del color dell'erba, un cappello a
cilindro, jeans sdruciti e Vans a quadretti – e ad un'anima
afflitta un'occasione in più. E quando,
finalmente, Samantha ci dirà addio, noi vorremmo non lasciarla
andare. Trattenerla egoisticamente ancora con noi. Perché dirle addio
significherebbe rinunciare alle pungenti e irresistibili battute tra
lei e le sue amiche, ai rituali mattutini della sua famiglia, alla
tenerezza verso la sua sorellina Izzy, a Juliet e al sensibile Kent.
Significherebbe lasciarla, ma non dimenticarla. Lei è ovunque,
attorno a noi. E' la ragazza più ammirata della scuola, la modella
con un buco perenne nel petto e nello stomaco, l'arpia che ci ha
attribuito il peggior soprannome e la bambina che ha voluto dire
addio alla sua innocenza sulla scia delle mode. Una maschera
apparentemente perfetta, cucita di attimi mancati e difetti, che ci
ha mostrato l'impalcatura di fili rattoppati che mantiene alto il suo
sorriso e segreta la sua verità.
Il
mio voto: ★★★★
Il mio
consiglio musicale: James Morrison - I won't let you go (Perfetta.)
Wow non vedo l'ora di leggerlo!Amo la Oliver e fino ad ora ho praticamente divorato tutti i suoi libri!
RispondiEliminaSono sicura che neanche questo mi deluderà!
Bellissima recensione!E congratulazioni per il Foglio Rosa ;)
Ottima recensione Mik, i trovi d'accorso su tutto! Il libro lo consiglio anche io.. molto bello, assolutamente da leggere!
RispondiEliminaLo voglioooooooooo
RispondiEliminaLa Oliver colpisce e affonda! Bella recensione!
RispondiEliminao amato alla follia questo libro, così dolce e così triste, tale da lasciare un vuoto, un dolore in fondo al petto, una lacrima sulla guancia, una nostalgia di riviverlo ancora e ancora per sempre!
RispondiEliminaLa tua recensione è davvero magnifica :') bellissima, complimenti! Adoro tutto quello che hai detto e che hai espresso e le parole che hai usato per farlo!
RispondiEliminaTe l'avevo detto che ti sarebbe piaciuto! Ma come può non piacere? :D
Quanto ho amato questo libro!
RispondiEliminaFai un salto sulla home del mio Blog e contattami. C'è un regalo per te! ;)
Bella recensione, Mik! Devo recuperarlo anch'io!!
RispondiEliminaE complimenti per il foglio rosa! :)
Bellissima recensione. E' piaciuto tanto anche a me!
RispondiEliminaConcordo! ^_^
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