Si chiama Margherita ed è un fiore reciso. A ventisei anni ha mandato giù una boccetta di Tavor con un bicchiere di latte. Purtroppo per lei, ha sette vite come i gatti. Ricoverata in terapia intensiva, ha l'orecchio fino, una mente instancabile e un corpo di cui non avverte nostalgia. Giace inerme, accanto a una paziente massacrata di botte dal compagno violento, e si scopre dolorosamente in balia degli altri. Irrequieta, curiosa, febbrile, un tempo era una ribelle: per lei era stato preannunciato un destino o da tossica o da terrorista. Ora è lì, sotto i neon, come un'orata spennellata d'olio sul bancone del reparto pescheria. Mentre il corpo di Margherita è immobile, i suoi occhi urlano vendetta. Sa dar loro voce Giulia Della Cioppa, classe 1996, che sul finire dell'anno mi ha sorpreso con un esordio bomba. L'autrice casertana è abile nel leggere i parametri vitali, le ombre a forma di balena che si proiettano sul pallore dei muri, i corpi femminili. Per lei non hanno segreti. E nel condividerli con noi gioca deliziosamente a sconvolgerci, attraverso i meccanismi di un perverso body horror in cui la protagonista diventa una Barbie tormentata – e finalmente desiderata – da due litiganti.
Ci deve essere stato un tempo in cui le donne hanno educato alla brutalità, così come hanno insegnato tutto il resto. Ci deve essere stato un tempo in cui né uomini né animali sapevano cacciare e dalla violenza della nascita hanno imparato. Un corpo sanguinante esce da un corpo sanguinante. Spaventati e impauriti dal mostro-donna devono averne sovvertito la crudeltà. Fossi stato un uomo, ci avrei provato anch'io. La sopravvivenza ti spinge a atti disperati.
Da un lato c'è la madre, donna rigida e ossessiva che in passato frugava nei suoi diari e nei suoi zaini in nome della brama di possesso: negli anni, l'ha accudita e ingabbiata. Come poteva sua figlia, la sua creatura, avere una vita segreta all'infuori di lei? Dall'altra c'è l'infermiera del turno di notte, che si chiama Bianca ma nasconde un'anima nera: abusando della paziente, la lecca, la morde, la pungola. La sfida. Cerca di strapparle un piccolo segno vitale o prova piacere nel saperla incosciente? Conturbante, oscuro, nuovo, Ventre è una storia sul masochismo delle relazioni familiari in cui si mescolano pena e godimento e dove le madri, terrificanti, dominano incontrastate sui vivi e sui morti. Non c'è atto più violento del nascere. Le donne sono le detentrici di questo rituale sanguinoso: janare spaventose, streghe onnipotenti, che si appollaiano sul petto delle belle addormentate. E danno. E tolgono. E coi petali di Margherita giocano, infine, a uno spietato “M'ama non m'ama”. Se potesse, la protagonista si sveglierebbe? Rinascerebbe? Più vicina alle provocazioni della letteratura weird che al polverume di una certa narrativa italiana, Della Cioppa spezza l'eterno presente a cui l'overdose di barbiturici ha condannata Margherita e, in un epilogo impeccabile, ci svela che è il suo è sempre stato un romanzo di formazione. Anche in coma, infatti, non smettono di crescere peli, capelli, unghie. Per rinascere è necessario crescere.
Il mio consiglio musicale: Litfiba - Il mio corpo che cambia
Un inizio proprio allegro... :)
RispondiEliminaQuindi potrebbe piacermi parecchio!
Bomba!
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