| Accabadora, Michela Murgia. Einaudi, € 11, pp. 164 |
Leggere
per la prima volta un'autrice e stimarla a prescindere: si può?
Esempio inequivocabile di eleganza, umorismo e sagacia, Michela
Murgia è una delle persone che mi piacerebbe diventare da grande.
Scrittrice che non ha bisogno di presentazioni, su Quante
Storie è solita dispensare stroncature secche e consigli
spassionati. Si è meritata un posto d'eccezione sulla poltrona di
Corrado Augias, nei pomeriggi di Rai Tre, e l'accento e la postura
hanno ispirato in fretta un'imitazione divertentissima di Virginia
Raffaele – Dante, Collodi e Manzoni, perciò, vengono sconsigliati
in sketch lampo tanto quanto l'ultima fatica editoriale di Fabio
Volo. Mi mancava un tassello non da poco. Mi mancava scoprire com'è,
fuori onda: nel suo. Accabadora, vincitore del premio
Campiello e oggetto di un libero adattamento
cinematografico, è la storia della seconda vita della piccola Maria.
Ci
volle qualche minuto per ricordarsi chi e cosa era, che riemergere da
sé stessi è tanto più difficile quanto più si è profondi.
Quarta
figlia femmina di una vedova indigente, nella Sardegna del secondo
dopoguerra, viene riscattata dalla pietà di Tzia Bonaria. Una sarta
vestita sempre a lutto, forse mai stata giovane, che piange il promesso
sposo perso in guerra, si prende cura delle bambine abbandonate in un
angolo e, nottetempo, indossa il suo scialle nero e bussa a qualche
porta. Cosa fa la sua seconda mamma, si domanda la bambina, mentre il paese dorme? Cos'ha visto in lei, tratta in salvo da un
avvenire di scarti e occhiate di sufficienza? Una smania birichina,
una scintilla: un potenziale da educare con le buone o con le
cattive, anche a costo di spezzarle il cuore. A Soreni tutti ricoprono un ruolo. Quello di Bonaria è tabù, eppure appare
necessario: l'accabadora è il contrario di una levatrice. C'è chi
ti guida verso la vita e c'è chi, come lei, ti conduce a una morte
dolce. Alla faccia di chi fa gli scongiuri. Alla faccia di chi nega a
un'anima la dignità di andarsene via a modo suo. Come Vanessa
Roggeri, amica di lunga data del blog, Michela Murgia rievoca una
Sardegna brulla, antichissima, lontana dal tremolare del
mare. In contrapposizione: una Torino fredda e schematica, in quel
continente lontano un passo di troppo dalle maglie del destino.
Nell'ora
della debolezza alcuni preferiscono diventare credenti piuttosto che
forti.
Storia
breve di arrivi e partenze, di eredità, affascina raccontando l'arte
del cucito e dell'assassinio. Essendo passato qualche tempo dalla
pubblicazione e avendone letto un po' qui e un po' lì, posso dirmi tante
cose ma non sorpreso. Se la storia, di cui perfino la quarta di
copertina svela troppo, non è una rivelazione, lo stesso non
vale per uno stile bello in maniera clamorosa: semplice e scorrevole,
eppure sorretto da una perfezione matematica che fa una conta esatta
delle parole, delle sillabe, delle pagine. Lirica ma oculata, brusca
neanche per un attimo, l'autrice sa quando mettere e quando togliere;
sa quando dire e quando non dire. La suggestione e l'inquietudine di
cui il realismo magico è capace, qui, ne escono al loro meglio.
Crescere è realizzare che tra giusto e sbagliato c'è un confine
invisibile, protetto da una fattura che né la razionalità né la
fuga per mare possono sciogliere. Accabadora è
la presa di coscienza di Maria, che si fa donna e saggia in duecento
pagine da centellinare. Un'educazione morale e sentimentale
dal taglio classico, con posti e liturgie d'altri tempi. Amore e
morte hanno la stessa radice. Lasciarsi morire, lasciarsi
uccidere, a volte è l'atto di fiducia più grande. Un debito da
estinguere. O un dono, meglio, al pari di certe prose.
Il
mio voto: ★★★★
Il
mio consiglio musicale: Hozier – Work Song
Una delle mie prossime letture. Amo la sagacia della Murgia ❤
RispondiEliminaLa Murgia è tra quelle persone che possono permettersi di dire tutto. Non sbaglia mai i toni.
EliminaE qui, in cui ti racconta la morte e i tabù a mo' di favola nera, accade lo stesso. Fammi sapere!
Ho letto questo libro qualche anno fa e ne rimani letteralmente affascinata, una storia magica e inquietante dove l'antico e la tradizione emergono con una forza sorprendente. Bellissimo!
RispondiEliminaHai detto tutto, Cristina, sì! :)
EliminaMi attende già sul Kobo e le tue parole mi spingono ancora di più ad intraprendere la lettura! Devo solo trovare il tempo :D
RispondiEliminaRecensione bellissima!
Grazie, Anna! Apprezzerai senz'altro. :)
EliminaLeggere per la prima volta un'autrice e stimarla a prescindere: si può? Secondo me si può con quelle come lei! Poi ci aggiungi questo libro e... il quadro è completo. L'ho divorato e adorato per le sue atmosfere, per i suoi personaggi, per uno stile che va al punto ed emoziona.
RispondiEliminaVoglio assolutissimamente leggere altro in tempi brevi.
EliminaAnche io! Per forza.
EliminaAvevo preso in biblioteca Chirù, ma era un periodo critico e l'ho restituito prima di aprirlo. Pare fosse richiestissimo. Riproverò anche se, d'estate, mi sa che va meglio la falsa leggerezza dell'esordio, Il mondo deve sapere: avevo adorato il film di Virzì (Tutta la vita davanti). :)
EliminaLetto anni fa, ne conservo un bellissimo ricordo. Atmosfere che avvolgono, una lettura che ti trascina in altri luoghi e altri tempi. Ricordo di essere emersa alla fine con un vago senso di stordimento.
RispondiEliminaHo letto un altro libro e mezzo, nel mentre, ma quel vago stordimento ti giuro che ce l'ho ancora.
EliminaTi credo e ti comprendo ;)
EliminaQuesto libro è un capolavoro. Bello intenso vero e alle volte spiazzante. Ma ahimè allo stesso modo non ho amato che mi ha annoiato da subito. Mentre non è malvagio, anche se è un piccolo libercolo!
RispondiEliminaMi ha cancellato "Chirù" che mi ha annoiato da subito. Mentre non è malvagio "L'incontro" anche se è un piccolo libercolo!
EliminaCiao Fabio, e grazie per il tuo commento. Chiurù, effettivamente, lo vedo meno nelle mie corde, ma proverò di certo: come dicevo qualche commento fa, aspetto la biblioteca comunale. Ho presente L'incontro, sì: quelle poche pagine le riuscirò a incastrare con facilità tra una lettura e l'altra.
EliminaCiao! Questa è una di quelle autrici di cui sento di dover leggere qualcosa, prima o poi. Magari inizierò proprio da questo libro.
RispondiEliminaIl più noto: vai a colpo sicuro!
EliminaIo ci ho provato a centellinarle, ma è finita malissimo (e, parafrasando te, si può leggere una recensione sapendo che ti piacerà, a prescindere? Eh, sì, quando si passa di qui...)
RispondiEliminaIo letto in un pomeriggio, che ne parliamo a fare. Intanto mi godo Genovesi, che è pure un po' mattoncino...
Elimina(Non mi dire 'ste cose!)
Io la Murgia la stimo proprio a prescindere! Ho questo romanzo sul kobo da un po'. Devo decidermi a leggerlo. La tua recensione è bellissima, ma non è una novità!
RispondiEliminaTi ringrazio, Tessa!
EliminaLeggilo, o gli alberi si vendicano. :-P
Letto quando fu pubblicato perché scelto da un liceo per l'incontro con l'autore.
RispondiEliminaIn sintesi,me l'ha prestato un'amica prof.
Mi è piaciuto anche se mi ha sconvolto e la tua recensione coglie alla perfezione il senso profondo di smarrimento che aleggia in tutto il romanzo.
Fuori dal coro,la Murgia mi fa un'antipatia feroce,non la sopporto e trovo in lei una supponenza irritante.
Ti ringrazio!
EliminaA proposito della supponenza della Murgia: all'inizio, sai, lo pensavo anch'io. Mi ero imbattuto più in stroncature che altro e mi sono detto: quale differenza c'è tra lei e quegli Youtuber che massacrano random perché fa risonanza?
Ma quando parla di romanzi belli, di cose che le sono piaciute, sembra un'altra persona e in cinque minuti te li racconta come nessuno. Mi viene in mente il romanzo di Siti, eppure controversissimo, che spiegò in TV con grande naturalezza. (E' passata anche a lasciarmi un commento su Facebook, e un'autrice molto nota, a distanza di otto anni dalla pubblicazione di Accabadora, non era tenuta.) :)
Di Accabadora avevo sentito il film, che però non mi sembrava proprio una cosa imperdibile.
RispondiEliminaDiciamo che il romanzo pare già più interessante. O forse sei tu che sei riuscito a venderlo bene. ;)
Sebbene io e il realismo magico non andiamo proprio d'accordo...
Il film, leggevo su Mymovies, è diretto molto molto bene, ma pare racconti tutta un'altra storia.
EliminaQui, in realtà, di magico c'è ben poco. Ma la fascinazione, il mistero, perdura davvero.