| La fidanzata, Michelle Frances. Editrice Nord, € 16,90, pp. 445 |
Il
thriller è il genere dell'estate. Quattrocento pagine da divorare
come fossero l'esatta metà, la tensione alle stelle contro la
pigrizia, qualche brivido al sole. Quello dell'esordiente Michelle
Frances, in uscita il 6 luglio (ringrazio Barbara per la copia in anteprima), mi è parso l'esemplare perfetto per inaugurare la
stagione. In copertina, il fresco ammiccante di una piscina
sotterranea. Puoi portare il costume e fare un tuffo nel profondo
blu, se passi da Londra e sei ospite della famiglia Cavendish –
ricchi da generazioni, raffinatissimi. La villa è territorio esclusivo di Laura, matriarca che non ha mai
dovuto temere rivali. Cinquantenne invecchiata con eleganza,
è una produttrice televisiva di successo e l'unica presenza
femminile nella vita del coccolato Daniel. Questo finché, dalla
porta principale e dal quartiere proletario della città, non entra
Cherry: agente immobiliare con la metà dei suoi anni e, stretto in
un mano, tutto il cuore dell'unico figlio maschio. Porta con sé uno spiffero di
vento dall'esterno; le avvisaglie di un uragano. Scattano le cerimonie
di sorta, i complimenti sulla fantasia della camicetta e sui gigli
in corridoio: all'inizio non mentono. Insieme vanno in
vacanza nel sud della Francia. Laura e Cherry si scrutano con
sospetto, sapendo che nella vità del giovane medico c'è una donna
di troppo. Nuore e suocere sono nemiche giurate: c'è del
vero nel luogo comune che le vuole in guerra per contendersi il bene
dell'uomo di casa? Nella Fidanzata si
parte da dispetti grandi e piccoli, ripicche, bugie innocenti. Quadri
e vestiti a brandelli, appuntamenti che saltano. Si cerca di
screditare l'altra con mezzi leciti e non, pur di porsi sotto la luce
migliore. A un certo punto, non diciamo quando, una delle due
oltrepassa il limite in nome di un sadico egoismo. All'altra, allora,
resta una vendetta da progettare nel dettaglio, come fosse il matrimonio dell'anno. E, tra le due litiganti, siedono un
figlio e un lettore indecisi da che parte stare.
Voglio
bene a mio figlio. Era l'unica cosa importante. Anche se
stava per fare qualcosa di mostruoso.
La
Frances affascina e diverte. Non pasticcia con i punti di vista, al
contrario di Paula Hawkins e delle sue mediocri imitatrici. Preferisce
una narrazione in terza persona, pratica e scattante. Delle sue
protagoniste, così, sappiamo tutto sin dall'inizio: sono un libro
aperto. Laura, che sopporta a malincuore la lunga relazione
extraconiugale del marito e anni prima ha visto morire la sua
primogenita in culla, prova un amore totalizzante per il
superstite: è sbagliato desiderare il suo meglio? Cherry,
brillante autodidatta, si vergogna della mamma cassiera e
del suo accento di ragazza di periferia; in passato c'è stato un fidanzato che non l'ha fatta sentire abbastanza: è un crimine
glissare su aneddoti che ci imbarazzano, confidare in una fuga dallo
status quo? Comprensibili dal punto di vista umano,
psicologicamente riuscitissime, le protagoniste della Frances sono
fragili e problematiche, convincenti sotto ogni aspetto. Non
si sa per chi tifare, nella loro catfight. Ognuna ha turbe
preoccupanti e ragioni insindacabili. Peccato gli esiti non
sorprendano in chiusura. La prevedibilità, questa volta, non spiace. Non c'è cosa
peggiore di una donna su tutte le furie. Di una mamma chioccia
trascurata, di una fidanzata messa da parte. Io leggevo in apnea; gli
occhi che rimbalzavano da una versione dei fatti all'altra. Non ci si
allontana troppo, infatti, dalle tipiche dinamiche delle attrazioni fatali
(con tanto di sfortunato animaletto sacrificato alla causa) e di
sentimenti ambigui, diventati questione di vita e di
morte nel tempo – ho ripensato alla faida tra Jessica Lange e Gwyneth Paltrow
in Obsession, ma la
nuotata nell'abisso mi lasciava fantasticare sui sottili giochi
prospettici di Ozon e Guadagnino, sobillatori a bordo
piscina. Manca l'esclamazione di stupore, il colpo di scena. Ma sono
i pregi e i difetti di un romanzo accattivante, facile da leggere ma
difficile da architettare, poiché pensato come una partita a
carte scoperte. La sola qualità della scrittura, il mondo in ombra
delle signore sull'orlo di una crisi di nervi, invogliano a vedere come andrà a finire. Le quattrocento pagine volano. La tensione schizza in alto.
Un accenno di pelle d'oca affiora sotto le scottature. Il thriller,
anche quando godibile ma imperfetto, resta il genere della mia
estate.
Il
mio voto: ★★★★ -
Il
mio consiglio musicale: Cyndi Lauper – Don't Let Me Be
Misunderstood
Il "meno" era d'obbligo! Comunque mi ispira molto, è il genere che piace a me, pazienza se prevedibile, basta che i personaggi siano sciroccati il giusto e la tensione alle stelle!
RispondiEliminaSì, è decisamente cosa tua. Poi anche tu apprezzi il sud della Francia e le suocere, ricordo...
Elimina"Don't try this at home".
Mantenere la tensione in un thriller penso sia la cosa più difficile, quindi la tua recensione mi ha incuriosita molto.
RispondiEliminaCiao Sabrina! Ti ringrazio, e concordo pienamente.
EliminaLa Frances tiene alta la guardia, nonostante la trama sia oggettivamente già vista. Esordiente da tenere d'occhio.
Voglio proprio leggerlo!
RispondiEliminaLea
Con il thriller sono molto critico, e sicuramente lo sono stato anche questa volta, però questo è molto "divertente". :)
EliminaLa pensiamo praticamente allo stesso modo! Anch'io ho trovato il finale forse un po' scontato, ma sicuramente adatto alla storia.
RispondiEliminaSì. Va come immagini già, però nel mentre è una compagnia godibilissima e intrigante. Ho trascurato tutto e tutti leggendo (be', tutto: tutti già li trascuro di mio).
EliminaTi aspetto per il Piemme, ormai facciamo tipo gruppo di lettura in chat. :D
Eh se arrivasse quel Piemme lo leggerei volentieri, ma qui non si è visto ancora nulla. Dici che sia il caso di riscrivere? Io a questo punto desisterei!
EliminaArriva, arriva.
EliminaNe aspetto uno della collana YA, ma devono avere problemi. Trasloco in corso, una cosa del genere. ;)
mhh.. sembra interessante me lo segno e cmq tengo d'occhio l'autrice!
RispondiEliminaTemevo sotto sotto di trovarlo un po' trash, non lo so, ma mi è piaciuto. ;)
EliminaMi intriga e mi hai convinta!
RispondiEliminaOh, bene. :)
EliminaIn effetti da quel che dici sembra di essere molto dalle parti di Guadagnino e Ozon, in particolare Swimming Pool di quest'ultimo. A questo punto aspetto che uno dei due lo porti sul grande schermo. :)
RispondiEliminaE Massimiliano Rosolino e Federica Pellegrini te li scordi??
EliminaBella recensione ma un appunto te lo devo fare.
RispondiElimina"Cinquantenne invecchiata"...capisco che hai vent'anni ma oggi non si può proprio parlare di vecchiaia per una donna di 50 anni,rischi il linciaggio.
Detto ciò,il romanzo non mi incuriosisce,mi sa di già visto.
Le diatribe fra suocera e nuora mi disgustano,ne ho viste troppe.
La prossima volta, userò "cresciuta". :)
EliminaBuongiorno, mi è piaciuto molto e concordo con la recensione. Una sola domanda: il PROLOGO o io non ho capito niente o non c'entra con la storia che ho finito or ora di leggere...qualcuno me lo puo' spiegare? Grazie. Alessandra.
RispondiEliminaCiao Alessandra!
EliminaIl prologo, in realtà, è un'anticipazione del gesto che farà Laura dopo l'incidente di Daniel. Si conclude, infatti, poco prima della chiamata (e della grossa bugia) alla "fidanzata". La stessa scena, se ci fai caso, con le stesse parole, viene ripresa all'incirca a metà romanzo.