Titolo:
L'estate di Ulisse Mele
Autore:
Roberto Alba
Editore:
Piemme “Open”
Numero
di pagine: 208
Prezzo:
€ 14,50
Il
mio voto: ★★★+
La
mia recensione: Il piccolo Ulisse non sente, ma non conosce il
silenzio. Legge le labbra dei suoi parenti, vive nel trambusto
festoso di una famiglia imperfetta, ma calorosissima. Con i suoi alti
e bassi, le riunioni, le gite annuali e giocose sotto il sole di una
Sardegna calda, ciottolosa, evocativa. Vanessa Roggeri, in un esordio
impeccabile, ci aveva parlato di una terra contraddittoria e antica,
dominata da superstizioni, streghe, profumi selvatici. Roberto Alba –
cagliaritano doc – trasforma invece gli sterminati campi di
girasoli in labirinti da scandagliare. All'ombra di alberi secolari,
sul letto di vasche di cemento e melma, il divertimento dei più
piccoli. E la morte degli innocenti. A nove anni, Ulisse sperimenta
il silenzio vero. In quella casa, piena di cugini dispettosi, zie
dagli accenti esotici, zii fanatici dell'avventura, mamme apprensive
e papà con le mani pesanti, tutto tace d'un tratto. Quando i
fratelli Mele scompaiono nel nulla, i carabinieri piombano in
giardino con le loro domande e l'ombra del sospetto cala sulla vita
ordinaria di quel bambino straordinario. L'estate di Ulisse Mele è
un romanzo non completamente originale, ma d'impatto. Tenero, amaro,
precoce, acuto. Appagante, nonostante le duecento pagine complessive
possano sembrare insufficienti per alimentare a dovere il mistero. Lo
stile: elementare, con periodi paratattici, metafore di bimbo, colori
primari, caldi, accecanti. Giallo per il sole, marrone per la terra, arancio
per la frutta di stagione, un rosa carico per il tramonto. Sanno
gelare nel momento in cui il panico serpeggia. Diventano soffocanti,
le schegge di una gola di pietra. Un'estate spietata e drammatica fa
della Sardegna un Grand Canyon di certezze infrante, amori folli,
fedeltà cieca. Il giallo dell'autore deve tanto al nero della
cronaca e, come nelle tragedie al tg, molti retroscena restano
segreti. Ho percepito una vaga incompletezza, ma al protagonista si
perdona tutto. La scrittura volutamente semplice rende vera la voce
di Ulisse. Il saggio, puro, grazioso Ulisse: tutto famiglia e buone
intenzioni. La storia vista attraverso le tapparelle del suo
personalissimo sguardo avvince e rattrista. I bambini non dovrebbero
mai crescere. Lui ci ricorda com'era avere nove anni e sognare di
cambiare l'universo, combattere le zanzare e il caldo per tre mesi
all'anno, essere i satelliti silenziosi di imprevedibili fratelli
maggiori. Dare il giusto peso alle cose giuste. Stonata forse
l'immagine di un bambino di nove anni, sordomuto e con una famiglia
severa e tradizionalista, con un profilo Facebook tutto suo; meno il
resto. Un'indagine non sempre implacabile, ma seguita da un dolce
cronista d'eccezione che s'improvvisa detective, notaio, autore di
necrologi. Un buon noir italiano, tra Kevin Brooks e l'Ammaniti di Io
non ho paura.
Titolo:
L'amante
Autrice:
Barbara Baraldi
Editore:
Mondadori
Numero
di pagine: 24
Prezzo:
€ 0,99
Il
mio voto: ★★★
La
mia recensione: L'ossessione verso un uomo, la
prigionia del matrimonio, la curiosità che è femmina. Mimma è una
donna del sud. Un nome corto e deciso, una testa piena di ricci
bruni, un corpo accogliente. L'amante perfetta. Amante per sempre di
quell'uomo affascinante e brizzolato che, alla festa di Capodanno,
l'ha fatta sua con movimenti decisi, e sorrisi gelidi, e bugie
meravigliosamente allettanti. Quello verso Fernando è un amore-non
amore. Ladro, clandestino, bestiale. Sesso dove capita, passione
sboccata e cannibale in macchina, sulle panchine deserte, in ufficio.
Quella moglie che non si decide a lasciare, quell'altra donna che
rende curiosi e che diventa pensiero strisciante. Sara: algida,
pacata, un cigno bianco. Bellezza che non fa rumore, seni acerbi che
stanno a bada sotto le magliette. Al supermercato, si scontrano con i
carrelli, per il desiderio forte di Mimma. Il più intimo:
incontrarla, parlarle. Diventano amiche. Fernando era il cacciatore,
Mimma la vittima. I ruoli si invertono. Mimma diventa la cacciatrice
dell'altra donna, in un letto viola come gli incubi, in una storia
che dà il tormento. L'amante è
un racconto di poche pagine, scritto dalla Barbara Baraldi che più
mi piace. Quella la cui prosa, al servizio del noir e dell'eros,
diventa uno stiletto piantato nella suola di una scarpa dal tacco
vertiginoso. Le gambe si allungano, affusolate. I capitoli come
battiti di ciglia, le metafore che piovono dal cielo, i dettagli che
scuotono. I titoli dei paragrafi li scrivono, a volte, canzoni di
un'epoca fa. Pazza idea, La bambola, Il
Paradiso. Quelle di una Patty Pravo un
po' ninfa, ai tempi del Piper, che faceva girare la testa agli uomini
e barcollare, dall'alto del suo mistero, dalle sabbie mobili del suo
charme. L'amante
è così. Sottratto a un altro tempo, dannato, furbo. Un groviglio di
cromosomi X ricamati con eleganza, raddoppiati; per questo, più
spietati ancora. Un gioco di labbra, un intrigo di perle e manette.
Solidarietà femminile portata all'estemo. Due personaggi agli
antipodi, cigni dal piumaggio diverso che si mordono e si baciano a
sangue. L'erotismo descritto con i toni rugginosi del giallo, sul
terreno di vetro dei peccati capitali. Nudo e crudo. Diciamolo con
un'altra canzone. Caffè nero bollente
Il primo libro mi ha sempre ispirato ma non ero così convinta di leggerlo... ancora adesso non sono convinta O.o
RispondiEliminaOttime recensioni come sempre!
Grazie, Lu. Mah, "Ulisse" è un libro molto carino. Lo spunto di partenza è tutt'altro che nuovo, ma lui è un narratore che scopri con piacere.
EliminaBarbara Baraldi? Ma.. Ma non è l'autrice di 'Striges'? Non sapevo avesse scritto anche un racconto di questo tipo!
RispondiEliminaSì, è proprio lei! La Baraldi viene dal thriller, quindi è la parentesi fantastica con Striges ad essere... be', più recente. Come autrice fantasy, la conosco solo con il primo volume di "Scarlett". Lei è bravissima, ma la preferisco con il noir, sinceramente. Anche se i romanzi pubblicati con la Chrysalide devo leggerli ancora!
EliminaIl primo non lo conoscevo, ma non sembra davvero niente male! Tra l'altro mentre leggevo la tua recensione anche a me è venuto da pensare a Io non ho paura :D
RispondiEliminaMagari se lo trovo in biblioteca ci faccio un pensierino :)
Il secondo non è proprio il mio genere :P
Uh, le biblioteche: cose sconosciute da me!
EliminaEccomi qui, io di autori italiani al momento ho letto solo la Bianconero con Albion che ho gradito tantissimo. Ho comprato anche L'allieva della Gazzola ma devo ancora leggerlo. Sicuramente a breve. Cmq io adoro Shakespeare, mi sono innamorata dell'Amleto e spero di leggere tutte le sue opere prima o poi.
RispondiEliminaBentornata! Di italiani promettimi che ne leggerai di più. Sono - siamo - un'altra cosa ;)
Eliminaok, ci proverò.
EliminaGrande! Alla prossima.
EliminaMi ispira la storia di Ulisse, veramente mi aveva colpito già dall'anteprima che avevi postato prima che uscisse. Anche a me ha ricordato da subito Io non ho paura.
RispondiEliminaIl libro di Alba era finalista al torneo io scrittore! anche se poi Alba non ha firmato col gruppo GEmS e, a quando vedo, è approdato in Piemme. è curioso che nomini la Roggieri perché anche lei ha vinto il torneo Io scrittore ed è stata selezionata per la pubblicazione in cartaceo. Ma non ho mai capito perché, a differenza di altri premi letterari, la provenienza da Io Scrittore ( che pure è un torneo monumentale con una selezione durissima) passi sempre sotto silenzio... Come se 'quelli del marketing' preferissero insabbiare ;)
RispondiEliminaUhm, non so proprio, B.
EliminaConosco il concorso solo di fama, ecco. Felicissimi, comunque, che entrambi siano approdati, in un modo o nell'altro, in libreria. Bravi, loro :)