Ciao
a tutti! Prima di augurarvi uno splendido weekend, vi lasciò con la
recensione di un romanzo che è stato il mio tormento in questi
ultimi giorni di Novembre. Un thriller lucido, perfido e
politicamente scorretto che, a soli € 9,90, potrebbe essere il
vostro nuovo incubo. Ringraziando
la gentilissima Arianna per avermi dato modo di leggerlo, vi auguro
una buona lettura e vi mando un abbraccio. A presto!
Titolo:
Non tornerai mai più
Autore:
Hans Koppel
Editore:
Piemme
Numero
di pagine: 316
Prezzo:
€ 9,90
Sinossi:
Ylva sta tornando a casa dopo un drink con i colleghi,
l'iPod nelle orecchie e la musica ad alto volume. A un tratto un'auto
la affianca, cogliendola di sorpresa. Conosce la donna al volante e
l'uomo sul sedile posteriore, anche se non li vede da anni, da quando
da Stoccolma si è trasferita nella cittadina in cui ora vive con
Mike, suo marito, e la figlia Sanna. Quando i due le offrono un
passaggio, ha un attimo di esitazione ma non se la sente di
rifiutare. Ringrazia e sale. Poi il buio. Quando riprende i sensi,
Ylva si ritrova imprigionata in una cantina, legata a un letto, gli
occhi puntati su un televisore fissato al soffitto. Allora capisce:
quello che vede sullo schermo è il giardino di casa sua e lei si
trova a pochi metri da lì. A breve Mike inizierà ad allarmarsi per
la sua assenza e Sanna a chiedere perché la mamma non torna. Un
gioco sadico che i suoi aguzzini le infliggono tra sevizie di ogni
tipo. Una violenza cieca, in apparenza. Se non fosse per
quell'episodio del passato che Ylva ha cercato in ogni modo di
dimenticare, ma che qualcuno, evidentemente, ha ancora ben impresso
nella memoria.
La recensione
Ylva
è una madre assente e una cattiva moglie. Ha una vita per cui molti
ucciderebbero, ma i panni di casalinga borghese non le sono mai
calzati a pennello. E' sempre stata una vincente, la ragazza più
ammirata e temuta del liceo, e, ormai verso i quaranta, vive per
fingere e finge per vivere. Dorme nel letto di un marito che la ama
perdutamente, ma è costantemente alla ricerca delle attenzioni di
altri che la facciano sentire ancora viva e desiderata,
nell'illusione che la chioma sempre bionda ed il trucco curato
impediscano al tempo di passare. Una sera come le altre, con la notte
a custodire l'eco delle chiacchiere tra lei e le sue amiche, Ylva
scompare. Nel nulla. Per
i vicini, il caso è chiuso. Era una donna complicata: avrà trovato
il suo io tra le braccia di
un altro uomo, a chilometri di distanza, magari, da quella vita per
provincialotti. Per suo marito Mike e per la piccola Sanna, invece,
le risposte non sono così immediate. Loro vivono con i postumi della
sua improvvisa assenza, in una piccola realtà familiare che i
giornalisti non possono penetrare e i pettegolezzi più infondati non
possono raggiungere. Nel dolore, nella speranza di una telefonata che
metta fine a quell'angoscia. Passano i mesi e, inspiegabilmente, la
ruota della vita continua a girare per loro. La gente sparla ancora,
Sanna cresce e sorride ancora, Mike si innamora ancora. Dall'altra
parte della strada, tuttavia, si annida una realtà sconvolgente. Una
telecamera riprende la loro quotidianità, qualcuno spia la loro
ritrovata pace. Qualcuno senza più dignità e che a stento conserva
i connotati della persona che è stata. Un qualcuno che non è stato
mai abbastanza presente per loro e che adesso, prigioniero, vive
soltanto attraverso i loro gesti. Ylva: vittima di due
insospettabili aguzzini e messa a tacere da una vendetta che non
conosce pietà. Qualcuno riuscirà a sentire il suo grido d'aiuto?
In tanti pensavamo fosse il prodotto di un'ennesima moda, ma il thriller “made in Svezia” continua ad avere lunga vita, e capisco il perché! Ultimo titolo della collana Piemme linea Rossa e di una scalata al successo che, dai tempi delle indagini della straordinaria Lisbeth Salander, non conosce tregua, Non tornerai mai più è la dimostrazione concreta di cosa sia il thriller nordico e delle caratteristiche che lo rendono unico ed inimitabile. Affronta tematiche scomode, disturba con scene di violenza inenarrabili, mescola con abili chiaro scuro realtà ed incubo, mette alla prova gli stomaci e le resistenze, viola i corpi e le menti.
In tanti pensavamo fosse il prodotto di un'ennesima moda, ma il thriller “made in Svezia” continua ad avere lunga vita, e capisco il perché! Ultimo titolo della collana Piemme linea Rossa e di una scalata al successo che, dai tempi delle indagini della straordinaria Lisbeth Salander, non conosce tregua, Non tornerai mai più è la dimostrazione concreta di cosa sia il thriller nordico e delle caratteristiche che lo rendono unico ed inimitabile. Affronta tematiche scomode, disturba con scene di violenza inenarrabili, mescola con abili chiaro scuro realtà ed incubo, mette alla prova gli stomaci e le resistenze, viola i corpi e le menti.
Cattivo
dall'incipit all'ultima pagina, sconvolge e disturba. Ha
personaggi non creati per suscitare empatia, ma che ti si appiccicano
addosso involontariamente, e protagonisti che mettono in discussione
le tue idee di vittime e carnefici, facendoti domandare più volte se
tanta crudeltà sia pura e insensata violenza o giustizia portata all'estremo. Uno
stile semplice e letale, che con periodi brevissimi e capitoli
frenetici, risulta la rovina fisica di ogni lettore. Della violenza
descrive tanto, ma sono quei frequenti punti fermi a far sussultare.
Quei dannatissimi puntini di sospensione che lasciano aperti interi
scenari di sevizie e torture, fisiche e psicologiche. Il
passare dalle scene quiete della nuova vita dell'addolorato Mike –
solo e al centro delle accuse infondate di vicini troppo pettegoli –
all'estrema espiazione della povera Ylva, ultima pedina di un piano
di vendetta costellato di sofferenze e foto di annuari
dimenticati, provoca disorientamento, angoscia e claustrofobia. L'autore ci fa vedere la luce, poi ci rinchiude crudelmente al buio. Koppel,
che nella biografia ha anche una serie di romanzi per ragazzi, sembra
conoscere il male nel profondo e non ha paura di mostrarne le
varianti più fastidiose ai suoi lettori. Senza peli sulla lingua,
scrive parole da incubo con la stessa rapidità di uno strappo. Sono veloci, ma non indolore. Ha una sicurezza e un'ironia
di fondo, però, che unite ad una trama intrigante e macabra (a metà tra L'ultima casa a sinistra e Non violentate Jennifer), danno
assuefazione. Non
tornerai mai più è un romanzo
di formazione portato all'estremo. E' cupo, cattivo, duro, marcio fino alle
radici, ma si legge in un soffio d'aria stantia e ammorbante. Pensate
che, durante la mia settimana a Barcellona, passata più in
metropolitana che all'aria aperta, l'ho visto tra le mani di più di
un passeggero, anche se, rapidità a parte, non è l'esatto
equivalente del chiacchierato Cinquanta Sfumature! Saranno,
tuttavia, la linearità adoperata per descrivere i più torbidi
recessi del cuore, i capitoli che sono un affascinante singhiozzo di
punti di vista, il mistero che si sdoppia come in uno specchio rotto,
lo stacco tra la voce misurata che descrive i metodi di sottomissione
di ogni carnefice e il doloroso dramma della protagonista o, forse,
il vedere donne che sembra di aver conosciuto in L'acustica
perfetta e in Un uso
qualunque di te alle prese con
ferite più profonde e reali di quelle aperte da matrimoni infelici,
ma il romanzo non si lascia chiudere facilmente. Impressiona, ma allo stesso
tempo, quasi come se l'autore avesse ereditato dal Ryan Murphy di
American Horror Story
un'innata capacità di intrattenimento, affascina morbosamente. Anche
se certe vicende sembrano strappate dalla cronaca nera, anche se qualcosa
in noi grida invano: “Basta!”.
Il
mio voto: ★★★★ -
Il
mio consiglio musicale: t.A.T.u – All The Things She Said
Bella recensione complimenti, il libro finisce nella mia lista dei desideri, se riesco a trovare l'offerta lampo su amazon per il kindle l'ho prendo... perchè adesso costa 6.99
RispondiEliminabella mi hai incuriosito..anche io lo metto in lista desideri:)
RispondiEliminaMi avevi incuriosito già ieri, con la recensione ancora di più. Credo che lo comprerò al più presto:) L'ultima casa a sinistra mi piacque poi, un bel horror che scardinava un pò i classici stereotipi.
RispondiEliminaScrivi sempre ottime recensioni... :)
RispondiEliminaComunque, avevo notato questo libro qualche giorno fa in libreria e mi aveva incuriosito... Grazie per averne parlato!
Mamma mia, sei geniale! Scrivi delle recensioni di urlo (e da brivido).
RispondiEliminaMi hai messo angoscia già tu con le tue parole, non oso immaginare quelle dell'autore :|
bravissima!ti seguo volentieri!!
RispondiEliminaseguiresti anche me??
hegles.blogspot.it