Titolo:
L'ultima Profezia
Autrice:
Liz Jensen
Editore:
Fanucci “TimeCrime”
Numero
di pagine: 437
Prezzo:
€ 10,00
Data
di pubblicazione: 24 Maggio 2012
Sinossi:
Durante un'impietosa estate di caldo biblico e tempeste, la maggior
preoccupazione di Gabrielle Fox è quella di ricostruire la propria
carriera di psicologa dopo un terribile incidente d'auto. Ma quando
le viene assegnato il caso di Bethany Krall, un'adolescente
psicopatica che ha ucciso la madre e vive rinchiusa in un manicomio
criminale, Gabrielle inizia a pensare di aver compiuto un tragico
errore. E ha ragione: la sua giovane paziente non è una semplice
assassina. Nelle sue allucinazioni c'è qualcosa di inquietante, di
orribilmente reale: Bethany può vedere, molto prima che accadano,
catastrofi che si stanno per abbattere sul pianeta, piccole
apocalissi che andranno a comporsi, nel tempo, in un misterioso
disegno finale dal quale nessun tentativo di fuga, nessun possibile
esodo sembrerà poterci salvare. Eppure, quando Gabrielle se ne rende
conto, nessuno le crede. Ci sono profezie troppo spaventose perché
le si possa prendere anche solo in considerazione, e l'unica cosa che
le resta da fare è portare via con sé Bethany, in una disperata
corsa contro il tempo...
La
recensione
Un
cruento incidente d'auto che ha spazzato via vite e sogni. La pena e
il rimorso immane di chi resta. La voglia di ricominciare tutto
altrove. Di nuovo.
Un
trasferimento, la vita monotona nella torrida e quieta periferia
inglese, un caso importante per riscattarsi e trovare fiducia in sé
stessa.
La
psicologa Gabrielle Fox – trent'anni, due gambe ormai morte ed
inutili, il cuore addolorato dalla perdita e un'identità stravolta –
sperava che il suo nuovo incarico le avrebbe portato tranquillità e pace,
ma invece, nel fatiscente Oxsmith Hospital, ha trovato Bethany Krall.
China su un block notes, la sedicenne che è sotto le sue cure
disegna scenari apocalittici e verità nascoste, rendendo le sue
labbra veicolo di sibilline parole.
E'
violenta, brutale, dotata di un'ironia letale e di una forza
animalesca. E' un mucchietto d'ossa e vestiti, il cui enigmatico
sorriso – al contrario di quello della maggior parte delle ragazze
di quell'età – non brilla solo del metallo dell'apparecchio
odontoiatrico, ma di inquietanti consapevolezze che vanno al di là
delle comuni certezze e della realtà stessa. Lei è un'assassina
celata nelle vesti di una fragile teenager. Legge i segni del cielo,
conosce il linguaggio della terra e del sangue, vede nitidamente le
cose prima che queste ultime accadano.
Suo
padre, rimasto vedovo dopo il violento omicidio della moglie, la
reputa l'Anticristo; una creatura del demonio venuta al mondo per
distruggere, con una serie di sciagure, l'umanità intera.
Gabrielle
è una donna di scienza. Non crede in Dio e non crede nel Diavolo.
Ma, quando le profezie di Bethany si cominceranno a realizzare una ad
una, il confine tra giusto e sbagliato, scienze e fede, diventerà
più sottile. Cosa si nasconde in quegli occhi profondi e misteriosi
che ci scrutano dalla copertina? L'anima di un demone o la volontà
di un messaggero celeste che è venuto per salvarci?
Liz
Jensen, giustamente osannata all'estero per l'inusuale stile che
sembra pervadere ognuno dei suoi libri, con “L'ultima Profezia”,
si fa conoscere dai lettori italiani.
Il
suo è un thriller atipico, che nel corso della lettura imbocca
svolte inaspettate e si allontana dal sentiero che la sinossi
sembrava aver tracciato nelle idee dei lettori. Parte come un tipico
romanzo di tal genere (una protagonista dal passato burrascoso, un
trasferimento per ricominciare a vivere, l'affacciarsi attoniti sulla
squallida e amara realtà degli ospedali psichiatrici...), ma, mentre
le pagine che ci separano dalla fine si fanno poche, prendendo le
distanze dal fascino spaventoso di Omen – Il presagio e
rinunciando a fare della piccola coprotagonista una personalità
subdola e oscura degna di Hannibal lecter,
l'autrice, con un inaspettato rovesciamento, cambia i tratti che
avevano caratterizzato il canovaccio dell'Ultima Profezia,
rendendolo un romanzo completo e “in divenire”.
Passa,
forse con troppa poca gradualità, da thriller psicologico a horror
apocalittico. Il tutto può creare sorpresa nel lettore più duttile,
ma una certa confusione in colui che sperava di godersi la lettura di
un sobrio giallo nei canoni delle passate pubblicazioni TimeCrime.
Meraviglioso
vedere concretamente il monumentale potere dell'immaginazione.
Distrugge e crea. Come se guardasse il mondo da una macchina da
presa, la scrittrice inglese cattura gli sguardi e i gesti della
folla, mostrando l'isteria, il pessimismo e la screditata
superstizione che porta i disperati a riunirsi in sette estremiste e
a scavarsi una via di fuga a discapito di malcapitati indifesi.
Opinabile, invece, la scelta di utilizzare il presente nel
narrare gli avvenimenti: rende il tutto metastorico e frenetico, ma,
soprattutto in estreme scene d'azione (Vedi Hunger Games, di Suzanne
Collins), trovo la narrazione più sonnolenta e appesantita.
Arrabbiata e schietta la voce della protagonista, che, grazie agli
intensi monologhi che aprono alcuni dei capitoli, viene posta a
emblema degli uomini, colpendo per quel misto di dolcezza e cinismo
che la contraddistingue.
Carico
di speranza il suo amore per il fisico Frazer Melville, delicato e
irto di aculei il rapporto con Bethany, il cui personaggio, se meglio
caratterizzato, sarebbe potuto entrare di diritto tra i preferiti dei
lettori. Ricordando la Alessa di Silent Hill,
la Lilith di Case 39 e
la Amy de Il Passaggio, il suo personaggio non è nemmeno troppo originale, ma, se arricchito da motivazioni
meno vaghe e stringate, i suoi gesti sarebbero parsi più motivati e
la sua tragica storia più commovente.
Punti
di vista e opinioni diverse si intrecciano, dunque, puntando a
muovere gli animi, a screditare l'illimitata avidità degli uomini e
a riflettere sui deboli meccanismi che governano la nostra terra. Non
sono alieni e forze antiche a minacciarci. I nemici dell'avvenire,
infatti, siamo solo noi stessi.
Il
mio voto: ★★★
Il
mio consiglio musicale: The Kill – 30 Seconds to Mars
Cordiali saluti Mr Ink. Ok, forse dovrei essere un po' meno formale, ma il tuo nikname mi fa pensare ad un nobile Lord, non ce la faccio proprio a scriverti un semplice "ciao".. Scusa la mia pazzia xD
RispondiEliminaA parte le mie stramberie..
Ti ringrazio molto per essere passato da me e per aver commentato! ^^
Scusa se io ho impiegato un po' più di tempo, ma visto che siamo coetanei non ti sarà difficile credere che la scuola mi sta impegnando davvero molto >_>
Oltre ciò ti faccio i miei complimenti per il blog, interessante e versatile =)
Ad ogni modo, ho concluso l'altro giorno il libro "Apprendista Sirena" e mi accingo a pubblicare la recensione. Non so se preferisci farti un'idea prima di cominciarlo o se al contrario vuoi cominciare come "tabula rasa" ^^
Ossequi, Mr Ink! ;)
Ahahahha, ciao Yvaine! Grazie per essere passata :)
RispondiEliminaNon ci avevo pensato alla questione del Lord Inglese! Se vuoi, chiamami Mik! Meno informale xD
E tu ti chiami come la Yvaine di Stardust? *-*
Ahahah, magari! No, il mio nome non mi piace per niente >_>
EliminaPer la cronaca mi chiamo Manuela, ma prediligo l'abbreviazione u.u
Chiamami come preferisci, ho talmente tanti nomignoli che non me li ricordo più nemmeno io xD
Ps: posso aggiungerti come amico su aNobii? ^^
Certamente :D
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