Fra
un mese esatto – il 27
Marzo 2012 –
la Mondadori rilascerà un avvincente urban fantasy tutto italiano !
Si tratta di Multiversum,
un romanzo che mescola brillantemente – in un mix unico e
sorprendente - azione, amore e fantasia. Curioso di saperne di più,
ho intervistato l'autore, che ringrazio per la sua cordialità e per
le sue risposte ampie e sincere. Vi lascio con la scheda del romanzo
e con l'intervista a Leonardo
Patrignani:
non perdetela!
Alex
vive a Milano. Jenny vive a Melbourne. Hanno sedici anni. Un filo
sottile unisce da sempre le loro vite: un dialogo telepatico che
permette loro di scambiarsi poche parole e che si verifica senza
preavviso, in uno stato di incoscienza. Durante uno di questi
attacchi i due ragazzi riescono a darsi un appuntamento. Alex scappa
di casa, arriva a Melbourne, sul molo di Altona Beach, il luogo
stabilito. Ma Jenny non c'è. I due ragazzi non riescono a trovarsi
perché vivono in dimensioni parallele. Nella dimensione in cui vive
Jenny, Alex è un altro ragazzo. Nella dimensione in cui vive Alex,
Jenny è morta all'età di sei anni. Il Multiverso minaccia di
implodere, scomparire. Ma Jenny e Alex devono incontrarsi,
attraversare il labirinto delle infinite possibilità. Solo il loro
amore può cambiare un destino che si è già avverato.
A
TU PER TU CON LEONARDO
1)
Ciao Leonardo! Grazie mille per avere accettato il mio invito.
Leggendo la tua biografia, ho visto che, nonostante la tua giovane
età, hai grande esperienza in molti ambiti. Presentati tu stesso ai
lettori.
2)
Se, fra qualche anno, gli insegnanti chiedessero alla tua bambina il
lavoro del suo papà, cosa risponderebbe? Musicista, doppiatore,
voce e volto dei tornei di EA Sports o scrittore? Qual è, fra
questi ruoli, apparentemente tanto diversi, quello che più ti
rappresenta ?
Non
c’è un lavoro che mi rappresenta di più. Non c’è una
professione, c’è un approccio generale che si riassume in una sola
parola: creare. La mia testa è bombardata di continuo da idee e
spunti, e se non potessi tradurli su un foglio bianco o su un
pentagramma credo che rischierei di implodere.
3)
Cosa significa, per te, scrivere? La
scrittura è l’incantevole condanna a dar voce a tutti i sogni e le
fantasie, la sublime maledizione che ti fa vedere continuamente
scenari, personaggi, che ti fa sentire voci… e che ti spinge a
mettere insieme le tessere del mosaico, senza che tu abbia
un’alternativa. E’ quella melodia straordinaria che ti viene in
mente quando stai guidando, e che ti fa correre a casa a trasformarla
in una canzone.
4)
Sul finire degli anni novanta, hai pubblicato il tuo primo romanzo.
Labirinto – questo è il titolo - è descritto, sul tuo sito, come
un thriller di chiara matrice kinghiana. Quanto ti hanno influenzato
i romanzi del “maestro” nella stesura dei tuoi libri ?
Definirei Labirinto non
un esordio (fu una piccola stampa fatta più che altro per gli amici
e non finì mai nei negozi) ma un primo esperimento di narrazione
completa, o perlomeno il primo riuscito. Ero ancora uno studente
universitario quando l’ho scritto. Sono sempre stato un amante di
King, la mia adolescenza è stata segnata dai dischi dei Queen e dai
romanzi del Maestro. Mi ha dunque contagiato, e come potrebbe essere
altrimenti? Labirinto risentiva molto di alcune
atmosfere cupe e claustrofobiche di matrice kighiana, dunque
l’approccio era quello di un thriller psicologico a tutti gli
effetti. Ma il mio vero esordio professionale nel mondo editoriale è
senza dubbio Multiversum. Diciamo che Labirinto era
un promettente “provino”.
5)
Multiversum, il tuo nuovo romanzo, è presentato dai maggiori siti
come una storia d'amore travolgente e dai toni surreali. Un
avvincente urban fantasy a cavallo tra due città lontane e fra due
realtà parallele. Com'è nata l'idea che sta alla base del libro?
Nel
2008 ho perso mio papà, nel giro di due settimane. Considerato che
ho sempre vissuto con lui (i miei genitori si sono separati quando
avevo sette anni e io ero affidato a mio padre), mi si è sgretolato
un intero mondo. Il mondo delle mie sicurezze, il mondo dei pilastri
su cui si basava la mia intera vita. Multiversum è
nato da questa domanda: esiste una realtà parallela in cui le cose
sono andate diversamente? In cui lui c’è ancora? Il resto sono
stati spunti narrativi, nati non appena ho buttato giù le prime idee
su fogli sparsi che sono stati spesso accartocciati e “tirati a
canestro” nella mia stanza. Devo confessare che non avevo idea che
venisse fuori un romanzo urban fantasy, visto che ero più
orientato verso il thriller, da sempre. Evidentemente si è scritto
da solo, i personaggi hanno deciso per conto loro e mi hanno guidato
in un mondo nuovo.
6)
I protagonisti del romanzo sono due sedicenni: Alex e Jenny.
Approfittando della tua disponibilità , ti rivolgo una domanda che
mi sorge spontanea ogni qualvolta leggo le trame degli urban fantasy
più recenti. Come mai la scelta di far ruotare attorno al mondo
adolescenziale questo preciso genere letterario?
Ci
credi se ti rispondo che non è stata affatto una scelta premeditata?
Non conoscevo neanche più di tanto il genere in cui mi stavo
avventurando, e solo in seguito ho notato che la maggior parte di
questi romanzi hanno protagonisti adolescenti. Nel mio caso dunque,
posso risponderti semplicemente che considero quell’età un momento
magico di transizione tra l’infanzia e l’età adulta, in cui ci
si emoziona ancora senza la disillusione di un trentenne, e si
percorre il sentiero della vita con la sicurezza di un adulto e la
fragilità di chi ha ancora molti punti di domanda sparsi nell’animo.
7)
Non risulta più difficile descrivere l'umore altalenante di un
adolescente, anziché il carattere monolitico di un adulto?
Ti
dirò, conosco tanti ragazzi che già a sedici anni dimostrano un
carattere ben delineato e un umore “stabile”, e una valanga di
adulti lunatici! Peraltro non mi sono avventurato in una storia di
depressione o di disagio giovanile, ma in un viaggio stimolante che
sradica Alex e Jenny dalla loro situazione apparentemente normale,
per portarli altrove. Inoltre penso che un adulto-adulto (di quelli
che non tendono all’infinito, come dico io), trovandosi
nella situazione di partenza di Multiversum, con tutta
probabilità avrebbe pensato: “ho bisogno di un valido
psicanalista”.
8)
Di urban fantasy, negli ultimi tempi , ne sono stati pubblicati
diversi. Qual è la caratteristica peculiare che, per te,
potrebbe rendere Multiversum una piacevole novità ?
A
osservare con attenzione gli scaffali delle librerie nella “zona”
di cui stiamo parlando, risponderei che Alex e Jenny non hanno niente
a che fare con elfi, draghi, vampiri e streghe! Credo che i lettori
abbiano il desiderio di entrare in un mondo nuovo, di farsi delle
domande sulla percezione della realtà in cui vivono, sulla
possibilità che esistano altre versioni della nostra vita… mi
piace pensare che la storia di Alex e Jenny possa essere la storia di
qualsiasi ragazzo o ragazza di questo pianeta. E se la teoria del
Multiverso è vera come credo fermamente (luminari della scienza
sembrano avvalorare questa tesi), la storia che sto narrando potrebbe
sconfinare dal fantastico e sfociare nel reale!
9)
Consigliaci la colonna sonora ideale per il tuo romanzo!
Grazie
della domanda, hai agganciato il mio alter ego musicista! Credo che
un romanzo come Multiversum, trasposto al cinema, avrebbe
bisogno di un compositore che sappia seguire le sensazioni e le
suggestioni tipiche di un sogno, dando un’enfasi particolare al
viaggio sia fisico che mentale di Alex e Jenny. Chi meglio di Hans
Zimmer dunque? Ha dimostrato di saper raccontare con la sua vena
compositiva sia l’avventura (Pirati dei Caraibi) che il
sogno (Inception).
10)
Se Multiversum diventasse un film, a quale regista ne affideresti la
regia e quali attori potrebbero dare il volto ai tuoi personaggi?
Riprendo
dalla precedente risposta e ti dico: Christopher Nolan. Una sua
recente intervista mi ha fatto capire che la sua visione della realtà
è molto simile alla mia. La maniera in cui ha raccontato una
situazione apparentemente complessa come quella del sogno-nel-sogno
di Inception rappresenta esattamente l’approccio
che vorrei da un regista alle prese con la sceneggiatura
di Multiversum. Sugli attori, beh… Jenny mi piacerebbe
che venisse interpretata da Abigail Breslin (l’ho adorata in Little
miss Sunshine e ora ha esattamente l’età della mia
protagonista ed è un’attrice straordinaria), mentre per Alex farei
volentieri un provino a Josh Hutcherson, protagonista di Un
ponte per Terabithia. Solo che dovrebbe farsi biondo col
taglio di Leonardo di Caprio ai tempi di Titanic!
11)
Raccontaci com'è cominciata la collaborazione con la Mondadori.
Cosa hai provato sapendo che il tuo secondo romanzo sarebbe stato
pubblicato da una casa editrice tanto celebre?
Un’emozione
pari a quella che ho provato quando ho ricevuto la proposta di
contratto per il mio primo disco da Enrico Paoli di Dragonheart
Records, nel 1999. In quel momento capisci che tutti i tuoi sforzi
sono stati premiati, e per uno come me che lavora con un approccio
sempre serio e metodico è una grande soddisfazione. Sono arrivato a
Mondadori dopo aver ricevuto un’altra proposta editoriale (non
citerò la casa editrice per correttezza), e dopo aver chiesto
all’agente letterario Piergiorgio Nicolazzini se potevo affidarmi a
lui per la gestione dei contratti e dei rapporti lavorativi. Sono
sempre stato abituato a gestire le situazioni con molta
professionalità e ritengo la figura dell’agente preziosissima. In
questo caso poi, la grande sensibilità di Piergiorgio nei confronti
delle tematiche fantasy/fantascientifiche (è un vero e proprio
luminare!) e il suo apprezzamento nei confronti della mia opera sono
state preziose alleate di Multiversum. E’ stato lui a
gestire dunque la trattativa, e quando Francesco Gungui (che poi è
diventato il mio editor) ha ricevuto il manoscritto in redazione a
Segrate e ha contattato l’agente per discutere l’offerta da parte
di Mondadori, Piergiorgio mi ha avvisato con una naturalezza
straordinaria e ha cambiato la mia vita professionale di scrittore.
12)
Alcune delle cose che maggiormente mi colpiscono di un romanzo sono
la copertina e la “tag-line” che segue il titolo. Nel caso di
Multiversum, mi sembra inutile spendere parole sul meraviglioso
lavoro dell'illustratore Roberto Oletto, a cui vanno i miei più vivi
complimenti. Vorrei, però, dar voce ancora una volta alla mia
curiosità di lettore. La scelta della copertina e la veste grafica
ricade anche sull'autore o è esclusivamente lo staff dei grafici a
prendere tale decisione?
E’
un lavoro di squadra. L’art director di Mondadori è colui che
gestisce l’intero processo, ma è una persona aperta a consigli e
ascolta spunti provenienti sia da me che dall’editor (Gungui).
Quando ha scovato l’illustrazione di Roberto Oleotto (complimenti
in coro a lui, davvero una sorpresa!), ha chiesto il mio parere e
quello dell’editor. Non potevamo che essere entusiasti per la
scelta. Da lì alla cover finale, si è trattato giusto di adattare
l’immagine e modificare alcuni piccoli elementi per renderli più
vicini all’idea di fondo del romanzo. Ma era un lavoro che sembrava
fatto apposta per Multiversum! Come se, in una realtà
parallela, Roberto fosse un mio intimo amico!
Come
ho sempre detto anche in ambito musicale, il consiglio è il
seguente: lavorare con grandissima serietà. Lavorare tanto. Mettersi
continuamente in discussione e trattare con grande rispetto la
“professione”. Conosco decine di persone che hanno un’idea per
un brano musicale, la buttano giù con un arrangiamento scolastico,
prevedibile, la registrano (male) e la mandano ai discografici. E’
la maniera migliore per dar vita quello che io definisco “il lancio
del disco”. Ma non il lancio nel mercato. Il lancio dalla finestra.
La maniera migliore per bruciarsi. Mi diceva il mio discografico,
Enrico Paoli: “quando mi arriva un demo registrato male, dura venti
secondi nel mio stereo, poi vola nel cestino”. Questo ci fa capire
che la registrazione, l’arrangiamento, le prove, e allo stesso modo
dunque l’editing, la rilettura, la revisione continua della propria
opera, sono passaggi fondamentali per arrivare a un prodotto che
possa interessare una grande casa editrice. Non basta una bella idea
(che rimane comunque la base vitale da cui partire). Consiglio anche
di far leggere da amici “spietati” il vostro lavoro e di
raccogliere ogni singolo parere, dando un’importanza estrema a
quello che è il giudizio di chi poi dovrà tirar fuori diversi
bigliettoni per portarsi a casa il vostro romanzo: il pubblico.
Selezionate per bene il vostro focus group, però. Non c’è peggior
nemico di una recensione positiva fatta solo per farvi contenti!
14)
Quali sono i tuoi prossimi progetti lavorativi ?
Al
momento, dato che Multiversum è stato pensato come
trilogia, sono impegnato nella stesura del secondo capitolo della
saga. Per il resto continuo a doppiare, e gli amanti dei videogiochi
potranno incontrarmi alle prossime fiere di comics&games. Infine,
e lo dico con orgoglio, sono alle prese con il lavoro più bello che
un uomo possa fare: crescere la propria figlia.
15)
Leonardo, è stato un grande piacere averti avuto con noi. Ti auguro
il successo che meriti e spero di leggere al più presto il tuo
romanzo: lo attendo con ansia. In bocca al lupo per tutto!
Crepi
il lupo, grazie a te per questa intervista, un saluto ai tuoi lettori
e buon viaggio a tutti nelle infinite realtà parallele della nostra
esistenza!
Grazie dei complimenti!
RispondiEliminaRoberto
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RispondiEliminaBellissima intervista, Mik ormai vai alla grande! Sono ancora + curiosa di leggere questo libro!
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