A casa Barnes non c'è nessuna foto incorniciata a ricordare il matrimonio tra Imelda e Dickie. La colpa è di un'ape che la mattina delle nozze si intrufolò sotto il velo, pizzicando il viso alla sposa. Come può nascere una famiglia felice sotto simili auspici? Siamo in Irlanda. La crisi economica ha intaccato la fortuna dei protagonisti, condannandoli al declassamento, ma non la magia del folklore locale. C'è chi legge i fondi di caffè, chi vede cani neri all'alba delle dipartite più tragiche, chi pensa che alle cerimonie i fantasmi si mescolino agli invitati. Mai trascurare i segni. È l'assunto di partenza del romanzo più chiacchierato dell'anno — per qualcuno, già il migliore. Sempre scorrevole e appassionante, nonostante la mole minacciose, è per me più debitore alla HBO che alle saghe di Jonathan Franzen.
I tempi cambiano, dice Victor. E poi tornano com'erano prima.
Strutturato come una serie TV dal complesso montaggio alternato — immancabili, a tratti forzatamente, le tematiche dettate dall'algoritmo: privilegio bianco, omosessualità, ambientalismo —, Il giorno dell'ape restituisce i punti di vista dei diversi membri della famiglia, senza renderceli amabili a tutti i costi. Ci sono Cassie, la figlia adolescente, ossessionata dai confronti con la migliore amica bella e facoltosa; PJ, il timido secondogenito vittima della disattenzione degli adulti. Poi Imelda, l'indimenticabile madre, che in un flusso di coscienza si racconta come una novella Miss Havisham: sopravvissuta a un'infanzia miserabile, si è resa protagonista di una sudata scalata sociale con il solo passaporto della bellezza. Peccato che alla morte di Frank, il promesso sposo stella del calcio gaelico, sia finita insieme al fratello del defunto. Quanto ci si può sentire soli in un matrimonio? È la domanda che si pone infine anche Dickie — il padre dei suoi figli, il rimpiazzo —, che vende automobili ma preferisce andare in bicicletta e nasconde un ammanco nei conti, un segreto negli anni universitari, un bunker nel bosco.
Immagino che chiunque lo vorrebbe. Essere come gli altri. Ma nessuno è come gli altri. È questa la cosa che abbiamo in comune. Siamo tutti diversi, ma pensiamo tutti che gli altri siano uguali, disse. Se ce lo insegnassero a scuola, il mondo sarebbe un posto più felice, credo.
I capitoli sono personalizzati, lunghi, quasi indipendenti, se non fosse per sottili simmetrie interne rintracciabili soprattutto col senno di poi. Fino a un passo dell'epilogo, i Barnes sono irraggiungibili gli uni agli altri: barricati nelle loro rispettive solitudini. A stringerli insieme sarà un finale fortemente sospeso, angoscioso e polifonico, dove misteriose forze centripete sembreranno volerli nello stesso posto, nella stessa notte di lampi. Se ne scriverà in lungo e in largo: benissimo e malissimo, come capita soltanto ai bestseller. Io stesso, nel corso della lettura, ho rimproverato il manierismo della scrittura e gli ammiccamenti di troppo, tra dialoghi senza virgolette e tematiche calde non sempre approfondite a dovere. Sono sottigliezze, però, nell'ottica di un romanzo che, per il resto, è un invidiabile congegno a orologeria retto interamente dalla bravura di Paul Murray. Con stile acido e brillante, anche capace delle concitazione del thriller, lo scrittore irlandese firma una tragicommedia sull'impossibilità di tornare alla normalità quando la carrozza della fiaba torna a trasformarsi in zucca. Alluvioni, siccità, animali in via d'estinzione: il mondo è alla deriva, e le nostre famiglie ne sono lo specchio esatto. Lo scoiattolo rosso non si trova; la serenità familiare altrettanto. Entrambi appartengono, forse, a un mondo che non esiste più. È possibile però costruire un rifugio contro disastro, chiamarlo “casa”, quando il disastro siamo noi?
Il mio consiglio musicale: The National – Sleep Well Beast
Sì, se ne parla molto di questo libro; ho cercato di leggere via via i pareri senza addentrarmi troppo nella trama perché da poco ho terminato uno dei suoi libri precedenti 'Skippy muore' e ad oggi è il mio libro top di quest'anno. Concordo sulla scrittura ma posso parlare solo per il libro che ho letto e decisamente una lettura folgorante.
RispondiEliminaQuesto lo leggerò più avanti, non riesco a leggere libri dello stesso scrittore uno dietro l'altro. Ciao!
Ciao Lory! Beata te che hai letto il precedente, ormai è introvabile. Tienitelo stretto! Io attendo che Einaudi lo ripubblichi. Buona giornata!
EliminaSì, pensa che in biblioteca tramite l'interprestito con le biblioteche della zona, ne avevano solo una copia. Avevo letto che era fuori catalogo. Oltretutto sono più di 800 pagine e i caratteri piccoli da perderci la vista. E tu, hai provato con la biblioteca?
RispondiEliminaNo, purtroppo a Torino non ne ho ancora mai frequentate, ma a questo punto meglio aspettare. 🤓🤓🤓
EliminaSi, ho letto che Einaudi lo ristampa e quando uscirà lo comprerò.
RispondiEliminaConfidiamo in un carattere più leggibile!
EliminaHo letto anch'io "Il giorno dell'ape" e condivido il tuo parere positivo. L'apparenza e il successo ci fanno spesso dimenticare quanto siamo fragili e i cambiamenti in negativo diventano un tornado. Un abbraccio :)
RispondiEliminaAttendo il tuo post, un abbraccio!
Eliminasto leggendo un po' qui e un po' lì recensioni su questo romanzo.
RispondiEliminaleggendo la trama, mi sono immaginata un romanzo tipo LIBERTA' di franzen.
La tua valutazione positiva, unita a quella di aquila, mi fa pensare che potrebbe fare al caso mio :-D
un caro saluto, Michele!
Libertà mi attende, magari questa estate!
EliminaSe è strutturato come una serie tv, allora aspetto che ne facciano una serie tv per davvero :)
RispondiEliminaSperiamo. Gli sceneggiatori dovrebbero lavorare pochissimo per l'adattamento. 😅
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