Inganno,
sesso, omicidio. Ma, al termine di una lunga catena di nefandezze,
ecco sopraggiungere un'incontenibile gioia. Sopravvissuta a
un'infanzia verghiana, l'orfana Modesta gioca con le vite altrui. Prima
accolta in convento, poi ospitata in un asfissiante palazzo
nobiliare, si muove, scandalosa, nel buio seducente della miniserie di
Valeria Golino. In arrivo su Sky nel 2025, l'adattamento del
romanzo omonimo è in sala per farsi ammirare sul grande
schermo. I sei episodi traspongono le prime 150 pagine di un cult che ne conta 500. I primi tre mostrano Modesta alle prese con
l'infatuazione per suor Jasmine Trinca: l'erotismo è alle stelle.
Gli ultimi si spostano nei salotti del cinema di Ivory, dove
una Modesta ancora più machiavellica attenta al potere della
principessa Valeria Bruni Tedeschi: esilarante e impietosa, l'attrice franco-italiana si conferma la nostra Streep. A palazzo Brandiforti la protagonista bramerà le carezze della
principessina Alma Noce, ma vibrerà di passione a cavallo con Guido
Caprino. Sontuoso e liberatorio, folle ed erotico, L'arte della gioia arriva
dopo Povere creature e Saltburn, ma li precede nel
tempo: il romanzo, infatti, è degli anni Settanta.
L'antieroina diretta dall'eccezionale
Golino diffida della sua stessa ombra ma ammicca allo spettatore. È
la progenie di Bella Baxter e cammina, assetata di mare,
nella Catania di inizio Novecento: è il primo passo affinché Barry
Keoghan, poi, possa ballare nudo sulla scena del delitto.
Piromane, mette a ferro e fuoco le convenzioni sociali e ci regala il
ritratto di una nuova ragazza in fiamme: (im)modestamente, si chiama
Tecla Insolia. Vent'anni, indimenticabile, senza catene. (8,5)
Siamo vittime e carnefici della società che i nostri padri ci hanno
lasciato in eredità. Ma essere maschi non ci rende automaticamente
figli del patriarcato. Soffocati da una visione machista della
mascolinità, sottoposti a standard di prestanza fisica o coraggio
irrealizzabili, viviamo anche noi un segreto senso di inadeguatezza. Anche
noi ci sentiamo frangibili. E, a volte, fatichiamo a riconoscerci
come vittime. Cosa direbbero in questura se un ragazzo forte e in salute
denunciasse gli abusi subiti da una donna, per di più in sovrappeso e di mezza età? Cosa
direbbero se questo stesso ragazzo, etero a suo dire, aggiungesse di
essere stato stuprato da uno sceneggiatore televisivo? Il cromosoma Y non
protegge dalla violenza. Baby Reindeer, la miniserie di cui
tutti parlano, è una visione inedita della vulnerabilità maschile.
Breve e affilata, racconta l'odissea psicologica di un aspirante
comico perseguitato da una stalker. Nel passato di lui, però, si
nasconde una vicenda di bugie e vergogna che l'ha condotto in una
spirale senza ritorno. Può una psicopatica rispondere al nostro
disperato bisogno di attenzioni? Può una violenza lacerarci a tal
punto da portare alla luce aspetti di noi mai metabolizzati? Breve,
scomodissima e dall'epilogo perturbante, la dark comedy
autobiografica del sorprendente Richard Gadd non ha paura di mostrare
al pubblico le contraddizioni dei protagonisti. Stratificati,
contorti, incoerenti, hanno anime fragili e un ego masochista. Sono
due facce dello stesso disagio; l'uno lo specchio dell'altra. Per
l'orgasmo hanno bisogno del dolore, per amare hanno bisogno di
odiarsi. E la tenerezza? Somiglia ai messaggi, ora patetici, ora
minatori, che ci intasano la segreteria telefonica. Per scrittura e
interrogativi, per coraggio e reticenza, per bile e catarsi, resterà
la serie rivelazione del 2024. (8,5)
Una
spietata arrampicatrice sociale alleva il suo secondogenito alla
seduzione con un solo obiettivo: farne l'amante prediletto dal re d'Inghilterra.
In ballo non ci sono soltanto titoli nobiliari e privilegi, ma
perfino una potenziale guerra civile. Ispirato alla storia vera della
famiglia Villiers e ambientato nella corte dissoluta di re Giacomo,
noto sia per le pessime decisioni in materia di politica estera che per
le trasgressioni sessuali, Mary
& George è
un intrigante dramma in costume in cui le prime quattro puntate
promettono un'orgia sfrenata a base di sangue, eccessi, nudità. Il
sesso è un gioco tra potenti. Il sesso è un'arma. All'inizio
irresistibile, finisce purtroppo per appesantirsi negli ultimi
episodi: le macchinazioni dei protagonisti abbandonano la camera da
letto, minacciano di condurre a una guerra con gli spagnoli per puro
capriccio, e i toni diventano più convenzionali; i ritmi più
compassati. L'emergenza politica toglie spazio al vizio. Più
accurata del previsto senza però rinunciare a una vena rock 'n roll,
la miniserie Sky ha i suoi punti di forza nella magnificenza del
comparto tecnico e nel cast. È un piacere vedere gigioneggiare
Julianne Moore: mai così divertita e crudele, inanella l'ennesima
performance magnetica. Ma mentre Tony Curran è un sovrano tormentato
e vulnerabile, non convince l'ormai onnipresente Nicholas Galitzine.
Bello sì, ma di una bellezza troppo adolescenziale e contemporanea,
stona in una ricostruzione seicentesca ed è sprovvisto del sex
appeal richiesto al ruolo. Non memorabile, la miniserie mette però a nudo
scandali e personaggi: consigliata agli amanti dei period drama più
spicy. (6)
Ho saltato L'arte della gioia perché devo ancora vederlo, ma concordo su entrambe le altre due serie tv, anche se a Mary & George avrei dato almeno 6.5 anche solo per ambientazioni e costumi
RispondiEliminaTi consiglio di recuperare Golino al cinema, prima che la tolgano. Purtroppo arriverà in chiaro per gli abbonati Sky soltanto l'anno prossimo.
EliminaInizialmente avevo dato quel mezzo voto in più, in effetti, ma mi accorgo col passare del tempo che la serie ha lasciato pochissimo...
Ciao Michele!
RispondiEliminaNon ho letto L' arte della gioia ma sarei curiosa di vederne la miniserie, apprezzo molto la Golino regista.
Ho guardato "Piccola renna" e mi è piaciuta, proprio perché non solo racconta lo stalking,con tutto il suo carico di angoscia, impotenza e paura..., ma per l' attenzione posta al protagonista e ai suoi malesseri, contraddizioni, fragilità.
Attualmente oltre a Bridgerton,sto guardando The Outsider ⊂(◉‿◉)つ
The Outsider è quello tratto da King? Mi aveva annoiato un po', sai? Peccato. Il libro era da brividi.
Eliminaeh io il libro non l'ho (ancora) letto, più che altro perché con le cose horror ci vado cauta :-D
EliminaIl romanzo, per altro, è uno dei King più riusciti degli ultimi anni!
EliminaLa Piccola Renna, pur con tutti i suoi didascalismi, è stata una vera rivelazione. Ottima analisi per una serie di grande qualità che ha soprattutto il merito di arrivare a tutti.
RispondiEliminaA volte, i didascalismi sono un male inevitabile pur di arrivare, concordo. E Netflix, nel bene e nel male, è un'immensa cassa di risonanza.
EliminaL arte della gioia piaciuto anche a me,nonostante molti reputino la Golino una pessima attrice, io la trovo da sempre magnetica e carismatica
RispondiEliminaConcordo su tutto. Per me è bravissima, affascinante e, aggiungerei, sempre più bella. Alla faccia dei detrattori!
EliminaL'arte della gioia mi incuriosisce parecchio. Adesso ancora di più ;)
RispondiEliminaBaby Reindeer super inquietante. Nel bene o nel male resterà impressa tra le visioni fondamentali dell'anno.
Con Mary & George mi sono fermato al primo episodio, che già non mi ha entusiasmato particolarmente. E mi sa che è meglio se non continuo...
Amerai L'arte della gioia! E Tecla sarà tra le tue cotte dell'anno!
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