Al
principio dello scorso anno sono risultato positivo al Covid. Ho
passato i primi venti giorni di gennaio barricato nella mia stanza.
La mia prigionia da hikikomori, però, durava da più tempo. Bloccato
in un pantano, ero stato a lungo spettatore della vita altrui dal
buco della serratura. In attesa del risultato del tampone molecolare,
infine, avevo formulato un buon proposito: non sarei più rimasto
chiuso dentro. L'ho rispettato. Sono arrivati i concorsi, i viavai, lo
studio matto e disperato, le attese spasmodiche, le graduatorie: altre attese. È arrivato il contratto a tempo indeterminato e, anche
se non credevo di avere né le forze né il coraggio, sono andato
via. Completamente libero e completamente solo. Lontanissimo da me. A
ventotto anni ho messo radici altrove, o almeno ci sto provando. Torino mi
somiglia. È malinconica, ordinata; cupa qualche volta. Mi piace,
Torino, perché si fa i fatti suoi. È il posto migliore per
ricominciare. Anche se fa un freddo secco, che mi arrossisce la
faccia alle fermate degli autobus, e non ho ancora superato
quell'istinto naturale che mi spinge a ricercare il mare tra i
ritagli dei palazzi porticati. Lavoro in una città a un'ora di distanza dal
centro. Mi sveglio all'alba e la sera crollo presto. A scuola ho
cinque classi – un centinaio di alunni circa. Dovrei sentirmi
euforico, ma a volte sono stanco e basta. Però, sull'autobus del
ritorno, se ho i Pinguini Tattici Nucleari in cuffia e un raro sole
negli occhi, mi scopro felice come non mai. Quando stacco, mi dirigo
verso un posto – un appartamento in zona Porta Nuova, con altri tre
coinquilini sconosciuti fino a settembre – che chiamo già “casa”.
Ho letto poco; forse guardato meno ancora. Immagino che, quest'anno,
sia stato troppo impegnato a vivere. Ma, benché distrattissimo, sono tra
coloro che si ricordano di onorare festività, ricorrenze e
compleanni. Oggi, miei cari superstiti, il blog compie undici anni.
Non posso promettere nulla: maggiore costanza soprattutto. Ho già il
lavoro e la sveglia a impormi spietate tabelle di marcia. Voglio che
questa resti la mia ora d'aria, il mio giardino felice. Incoltivato,
forse, ma felice sempre. Come da tradizione, lascio in coda le mie
top (ahimè, saranno Top 5) di romanzi, serie TV e film, ma vorrei
tantissimo che mi raccontaste di voi. Un abbraccio e grazie per la compagnia.
5.
Tasmania: Il mondo va a rotoli? Mi trasferisco con l'ultimo Paolo
Giordano.
4.
Spatriati: E' il vincitore del Premio Strega. E racconta di due
meridionali in fuga da loro stessi, nel medesimo anno in cui mi sono “spatriato”
anch'io.
3.
La città dei vivi: Brividi di orrore e bellezza nell'ultimo Lagioia. Se fossimo noi le vittime del prossimo caso di cronaca
nera? Se fossimo, soprattutto, i colpevoli?
2.
Dove sei, mondo bello: Il mondo bello è ora e qui, tra le pagine di
Sally Rooney. La voce più vera della nostra generazione.
1.
Patria: La tragedia delle guerre intestine in una saga familiare
indimenticabile. Non è un romanzo: è un'esperienza umana.
5.
The Fabelmans: I ricordi, le famiglie (in)felici, il cinema.
Spielberg non smette di regalarci magie.
4.
Cha Cha Real Smooth: Avete superato i venticinque, siete tornati
all'ovile, vi innamorate di persone al di fuori della vostra portata? Non siete soli. Una
commedia in puro stile Sundance, scritta diretta e recitata da un
giovane prodigio (classe 1997).
3.
Spencer/Blonde: Gli anti-biopic dell'anno. Horror psicologici al femminile: cupi, metaforici, asfissianti. Stewart e De Armas, principesse di un castello di sogni e orrori, entrambe da Oscar.
2.
Pinocchio: Questa visione mi ha scavato un buco in petto. E, da
allora, ci vive dentro un grillo parlante. Guillermo Del Toro al suo
meglio.
1.
Everything Everywhere All at Once: Pagare le tasse? Che avventura. Un
viaggio nei multiversi del cuore, folle e coloratissimo, sulle
migrazioni vere e figurate di una famiglia cinese in America.
Segnatevelo: ai prossimi Oscar vincerà tutto.
5.
Heartstopper: L'insostenibile leggerezza di essere adolescente e
innamorato. I cuoricini si scioglieranno come Polaretti
in un congelatore in panne.
4.
Stranger Things – Stagione 4: Troppo teen, troppo inflazionata,
troppo commerciale? Sarà. Ma la serie dei Duffer Brothers non
sbaglia un colpo e sforna momenti cult.
3.
The Staircase/Landscapers/Pam & Tommy: Storie d'amori tossici,
storie vere, storie nere. Quando la realtà supera l'immaginazione e
agli attori, in stato di grazia, tocca cambiare pelle.
2.
Euphoria – Stagione 2: Zendaya che scappa per non finire in rehab,
Sydney Sweeney che si strugge allo specchio, Eric Dane che balla un
lento in un bar gay. Nel mondo della serialità ci sarà sempre un
“prima” e un “dopo” Euphoria.
1.
This is us – Stagione conclusiva: L'ultimo treno di Rebecca Pearson
e di una famiglia che non dimenticheremo. Grazie per
questi sei anni di lacrime. Ci hanno fatto sentire più umani, e più
vivi.
Innanzitutto buon blogcompleanno, Maiki!
RispondiEliminaChe dire... ho visto specie dai social l'evolversi della tua vita, hai trovato una nuova dimensione e sicuramente tante soddisfazioni.
Ci voleva coraggio, lo hai avuto, e comunque meriti tutto.
Torino è bellissima, ci sono stato di recente... molto classica.
Non abbiamo visto e letto le stesse cose, ma magari prendo spunto^^
Moz-
Grazie, Miki! Se ripasso, ti aspetto per una birra. ;)
EliminaIn bocca al lupo ! Sei bravissimo
RispondiEliminaGrazie mille, un abbraccio.
EliminaBuon bloggheanno, prof. torinese!
RispondiEliminaPerò devi presentare la giustificazione per queste classifiche così in ritardo. Io sto già cominciando a preparare quelle del 2023 ahahah
In ritardo anche le risposte. Sono imperdonabile, scusatemi!
EliminaBuon Anno nuovo e buona vita, sì, vissuta ogni attimo, nel quotidiano e in questa ora d'aria che per molto tempo è stato un rifugio. Ti auguro il meglio, un abbraccio.
RispondiEliminaAnche se in ritardo, carissima, auguro lo stesso a te. Un bacione.
EliminaTanti auguri, innanzitutto, e poi goditi Torino: è una città che ho imparato ad amare, dove vorrei correre più spesso, soprattutto d'inverno, per lasciarmi coccolare dai suoi caffé eleganti, dai suoi scorci nascosti, dalla malinconia che spesso ne pervade le strade, dalla sua cultura.
RispondiEliminaPer le Top 5, che dire, io incrocio le dita perché Everything, Everywhere, All at Once, il mio colpo al cuore del 2022, venga riconosciuto a livello internazionale.
Lasciato a digiuno ai GG, secondo me ci regalerà soddisfazioni agli Oscar!
EliminaMi fa molto piacere leggere di questa tua vita che è una seconda vita, spero possa andare tutto per il meglio :) e goditi Torino, è una città che amo molto!
RispondiEliminaTi aspetto qui, allora. ;)
EliminaBentornato e buon bloggeanno!
RispondiEliminaHai la scusa migliore per non esserti abbuffato delle vite degli altri: aver vissuto la tua :)
Ma per fortuna, hai scelto le migliori in cui immergerti e condividiamo praticamente tutto (Spencer fa eccezione, non mi è proprio arrivato), devo attingere dai romanzi dove ho già tre titoli in lista. Per una volta, i Premi consigliano bene.
Ci risentiamo per gli Oscar allora! :)
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