Cosa faresti se avessi pochi giorni di vita? Un mite postino giapponese dalla routine incolore, in seguito alla scoperta di un tumore, inizia a scrivere una lista delle dieci cose che vorrebbe fare. Ma è un uomo semplice, senza fantasia, e quel cliché da film lo porta a buttare giù luoghi comuni su luoghi comuni. A dargli uno scossone è la comparsa di Aloha, un diavolo dalle sgargianti camicie hawaiane che, nel bel mezzo di una disputa millenaria col Padreterno, lo tenta con una mela avvelenata: qualche giorno in più sulla Terra. Il patto faustiano, chiaramente, presenta un inghippo. Per ogni giorno guadagnato il protagonista dovrà rinunciare a qualcosa. E con lui il resto dell'umanità. E se i cellulari scomparissero dal mondo? E se scomparissero i film, gli orologi o, ancora, i gatti? Chiamato a scegliere, il postino scoperchia un vaso di Pandora di rimpianti, nostalgie, bivi mancati. La sua presa di coscienza è una fiaba decisamente natalizia che somiglia a un testamento morale. Scritto sotto forma di lettera – a chi è indirizzata e il protagonista, soprattutto, avrà il coraggio di consegnarla di persona al destinatario? –, l'apprezzato romanzo di Kawamura Genki parte da uno spunto surreale ma poi lascia spazio alle riflessioni esistenzialiste del personaggio principale. La proposta indecente di Aloha, infatti, è una scintilla che alimenta continui flashback.
La vita non è una tragedia in primo piano, ma una commedia in campo lungo.
I telefoni gli fanno tornare in mente la prima fidanzatina: attraverso gli SMS hanno imparato a conoscersi e attraverso gli SMS si sono lasciati, incapaci di vincere l'incomunicabilità. Il cinema, al pari della lettura, è la migliore soluzione al mal di vivere: camminando lungo i corridoi di una videoteca per otaku, così, il protagonista medita sull'ultimo film in assoluto che vorrebbe vedere. Gli orologi gli ricordano il padre, orologiaio ligio al dovere, e come il tempo – insieme alle classificazioni, alle etichette, alle nostalgie – sia un'invenzione tipicamente umana. Infine ci sono i gatti: padroncino di Cavolo, una palla di pelo grigia eredita dalla defunta madre, il protagonista ritiene che coccole e fusa siano la testimonianza migliore per ricordarci che siamo ancora vivi. Tutto è indispensabile: anche l'oggetto più minuscolo, anche la vita più oscura. La morale insomma è sempre la stessa, e in tempi recenti già mi aveva fatto storcere parecchio il naso con La biblioteca di Mezzanotte: la vita è bella, non importa quanto duri, ma come la si spenda. Troppo cinico per prestare fede a frasi fatte di queste, ho comunque apprezzato il tocco orientale dell'autore: grazie a uno stile semplice e delicato, forse un po' freddo, riesce per fortuna a non essere melenso neanche quando la retorica è immancabilmente dietro l'angolo. Gattini adorabili (a casa ne ho tre) e citazioni cinematografiche (Chaplin, Fellini, Wong Kar-wai) mi hanno rabbonito qui e lì.
Il
mio voto: ★★★
Il mio consiglio musicale: U2 - Beautiful Day
Te ne avevo parlato io, sono contenta tu lo abbia letto, a me è piaciuto molto, disincantata forse, ma quando i libri parlano di cinema già mi conquistano.
RispondiEliminaQuesto è uno di quei libri che consiglierei a tutti, perché seppure un po'retorico o forse per cuori romantici, è un libro che per un po' ti trasporta col pensiero nella sua magia.
Ciao, spero che le feste ti abbiano regalato serenità e che Babbo Natale ti abbia portato un po' di bei libri....🍀
Ciao Lory! Ricordo che ti era piaciuto. Io non mi pento dell'acquisto, anzi, ma con la sensibilità giapponese vado d'accordo a sprazzi. Sullo stesso tema, ad esempio, oggi ho amato il nuovo film Disney Pixar: Soul. Una poesia sul (non) senso della vita.
EliminaQuest'anno niente libri, ti dirò, ma sono state giornate tranquille. Anche se ho mia mamma e mio fratello lontani, in due città diverse purtroppo. Spero che sia stato un bel Natale anche per te :)
Lo spunto di partenza del libro è parecchio intrigante.
RispondiEliminaSe i gatti e i film scomparissero dal mondo sarebbe un bel problema. Meglio fare a meno del postino giapponese. Con tutto il rispetto per lui. :D
Ho pensato lo stesso anche io!
EliminaComunque ho scoperto che il romanzo ha ispirato un film di qualche anno fa, lo recupererò. :)
Temo un po' anch'io la scrittura giapponese, ma la curiosità ormai me l'hai messa e finisce nella lista dei desideri futuri.
RispondiEliminaPurtroppo tra compleanno e Natale i buoni libreria li ho già esauriti...
Non è un acquisto indispensabile, secondo me, ma ha la leggerezza che ci piace. :)
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