| L'uomo del labirinto, di Donato Carrisi. Longanesi, € 19, pp. 390 |
Mi
ha giocato l'ennesimo brutto scherzo – di quelli bellissimi però.
Ancora una volta, ancora un romanzo, ancora Carrisi, e mi ritrovo nel
cuore della notte a voltarmi e rivoltarmi fra le coperte. Senza
riposo ma finalmente con le risposte. Non avrei dovuto cercarle prima
di andare a dormire. Cattiva idea fare le ore piccole sperando ci
stessero su misura colpi di scena tanto grandi. La curiosità mi ci
ha fatto lasciare lo zampino, e ora chi ha più sonno. Giunto
all'ultima pagina, L'uomo del labirinto vorresti
rileggerlo da cima a fondo con il senno di poi: come sbrogliare
altrimenti questo gioco compiaciuto e ingarbugliato di piani
narrativi e punti di vista paralleli? Puntualissimo – sempre sul
pezzo, sempre sul filo del rasoio – Donato Carrisi dava sperate
conferme anno dopo anno, ma non mi sorprendeva tanto platealmente
forse dai tempi dell'esordio. Questa volta lascia a bocca aperta, sì,
e per quattrocento pagine è il nostro carceriere. Conosce tutti i
trucchi, i cunicoli, le scorciatoie. Ti precede ogni volta di un
passo. Questo aguzzino che sotto Halloween ha conquistato anche le
sale cinematografiche ha però sprazzi di straordinaria umanità.
Perfino il male che escogita, infatti, è a fin di bene: nel suo
labirinto scegliamo di restarci con le buone o con le cattive – di
sindrome di Carrisi, si tratta, non di Stoccolma –, al prezzo di un
urlo di stupore. Facciamo ritorno nella Gotham City del Suggeritore.
Un luogo immaginario che rifiuta i toponimi, che rinnega i confini,
in cui la crudeltà è nell'aria ferma e le varietà dei cognomi
indica una Babele irrequieta. Fa talmente caldo all'inferno da
svendere il sole per la luna: si vive a rovescio, mettendo il naso
fuori di casa dal tramonto all'alba. Come negli universi espansi di
Stephen King, le storie si parlano fra loro; parlano di loro.
Qualcuno, chiacchierando del più e del meno, del tempo che fa, fa
allora analogie e differenze con il clima di una Roma sott'acqua.
Qualcuno, se si parla di ragazze scomparse nella nebbia e poi
ritrovate, ricorda i mass media ad Avechot. Altri – un
investigatore dai giorni contati, per l'esattezza – spulciano nei
casi irrisolti del Limbo chiedendo a Simon Berish aiuto e notizie
sulla latitanza dell'indimenticabile Mila Vasquez. Il detective
privato Bruno Genko sta morendo: un difetto al pericardio, in una
prognosi che non lascia speranze, e poco tempo per rispolverare un
contratto vecchio quindici anni. Gli Andretti lo avevano ingaggiato
per sapere cos'era stato della loro unica figlia, la piccola e
indifesa Samantha, ma le indagini non lo avevano portato che in un
vicolo cieco. Finché, tre lustri dopo, la ragazzina non viene
restituita dallo stesso nulla da cui era stata inghiottita ma non
mangiata. Ora donna a pezzi, e con cicatrici e vuoti di memoria da
spiegare in primis a sé stessa. Ora in ospedale, sotto stretta
osservazione, con un telefono giallo accanto e l'attenta guida del
dottor Green.
Lui
non lo sa, ma c'è un posto da cui non può scappare. Ed è lì che
avverrà la caccia: non là fuori, ma nella tua mente.
La
condanna a morte trasforma Genko in un uomo che non ha nulla da
perdere, ma che al tempo stesso si aggrappa a quel poco di onore
e di fiato che gli restano – emozionanti i pochi momenti con Linda,
una prostituta transessuale che gli fa un po' da coscienza e un po'
da moglie, e pericolosissime le acque palustri che andrà a smuovere
in cerca di una verità quantomai relativa. L'assassino è un
coniglio a misura d'uomo con due terrificanti occhi a forma di cuore.
La sua tana, che di certo non porta a un paese di meraviglie, è un
budello di un grigio cemento che rende mansueti e in cui, come in Saw
– L'enigmista, magari puoi salvarti completando l'ultima faccia
del Cubo di Rubik. Gli ingredienti, quelli del thriller più torbido: la perversione che attenta all'infanzia, i superstiti sul letto di morte che svelano gli altarini, un albo a fumetti o un
nastro da sbobinare come scuola di messaggi subliminali, la
depravazione e le risorse di un Deep Web di cui tutti parlano ma
nessuno sa. Le ricerche parallele di Genko e di Green – la prima su
un impraticabile terreno di caccia, l'altra nella psiche della vittima – ribadiscono che cattivi non si nasce, si diventa, e
che il buio ha una vasta progenie a cui passare la staffetta. Non si
incroceranno mai. Donato Carrisi non inventa niente dal niente:
attinge al meglio di un genere e al peggio di noi uomini. Come il suo nuovo
protagonista, non conosce scadenze; non abbandona i suoi casi, i suoi
personaggi, fino all'ultimo. Anche quando sembra passare oltre, come
questa volta, mette sul chi va là i lettori affezionati
scartabellando nomi conosciuti e misfatti dal suo archivio segreto.
Tornando per vie traverse su passate scene del delitto, ancora
fresche di sangue. L'uomo del labirinto – coi suoi
simboli grotteschi, con un occhio lungo che ti fa sentire
perdutamente in balia dell'autore – fa paura. Una paura che ti
scarta la carne e ti divora. E che, in due notti, in quarantatré
capitoli, si lascia divorare a sua volta. In un gioco di ruolo
perfido e irrinunciabile, in cui ora si mangia e ora si viene mangiati.
Da un incubo, eppure, che indossa la maschera del roditore più
pavido e che detiene le regole, le chiavi. Morfeo e Minosse, il
sonno e la veglia, hanno collaborato alla costruzione di un labirinto
fisico e metaforico in cui ogni svolta ti porta al punto di partenza. Spalle al muro, impossibile uscire: hai perso, ti sei perso.
Il
mio voto: ★★★★½
Il
mio consiglio musicale: Negramaro – Mentre tutto scorre
Ho appena programmato la mia recensione per domani e siamo assolutamente sulla stessa lunghezza d'onda!
RispondiEliminaAnche io ho adorato questo libro, ne ho adorato i tranelli, gli intrecci, i riferimenti ai libri passati - che non ho letto tutti ma rimedierò - e il finale, come sempre con il botto, e che botto!!!
Come sempre la tua recensione ha una marcia in più, emoziona quanto i libri, entra dentro con una facilità disarmante.
Che dire poi della scelta musicale? I miei idoli! Quindi top! Top Donato, top il libro e top, come sempre, tu! :)
Bello bello bello! Appena finito l'avrei voluto ricominciare. Ma soprattutto mi sarei riletta Il Suggeritore e L'Ipotesi del Male xD
RispondiEliminaAnche ioooooo!!! E non è detto che durante le vacanze di Natale io non lo faccia!
Elimina@Grazie, Dani. Fammi sapere se a Natale riesci nell'impresa della rilettura, allora!
Elimina@Silvia, ricorda il mio messaggio all'una e mezza di notte...
Carisi è un autore che devo conoscere meglio.. Forse l'anno prossimo gli darò qualche possibilità anch'io :)
RispondiEliminaOttimo proposito, Gresi!
EliminaLo leggerò sicuramente, amo carrisi!! Sto leggendo pareri molto positivi!
RispondiEliminaCiao ;-)
Vero, mai come questa volta all'unanimità.
EliminaCiao a te!
Ogni volta prendo in mano un Carrisi e lo riposo... ma dopo questa recensione forse è la volta buona ;)
RispondiEliminaMa grazie. Con Carrisi, vai sempre sul sicuro (ma occhio all'ordine dei romanzi). :)
Elimina;)
RispondiEliminaNe leggo solo recensioni entusiastiche, il libro è già nella mia libreria, quindi non mi resta che buttarmici a capofitto!
RispondiEliminaRecensione come sempre al top
Ah, dimenticavo! Complimenti per la foto, fantastica!
EliminaGrazie! :)
EliminaNonostante il tuo entusiasmo, questo Carrisi continua a non ispirarmi per niente.
RispondiEliminaSarà che la trama non mi pare niente di fenomenale, o sarà per quel cognome? :)
Guarda, sarei tentato di spoilerartelo tutto per farti cambiare idea. :-P
EliminaAppena finito di leggerlo....dopo aver visto il film ho deciso di acquistare il libro del nuovo romanzo..
RispondiEliminaChe dire?letto in 12ore...
Rimango perplessa sul finale..stavo giusto cercando qualche sito che mi illuminasse.. mi illuminate Voi???:)
Cosa avete carpito del finale? Ho dei dubbi
RispondiEliminaAnche io.... in cerca di lumi!!!
Eliminaanche io non ho capito il finale. Il dott Green é un uomo o una donna?
EliminaSono sulla stessa barca 😂
RispondiEliminaSono arrivata a ipotizzare anche un'altra visione della conclusione,ma non so!
RispondiEliminaNon voglio spoilerare su blog altrui, se vuoi ci confrontiamo nei commenti del mio post a proposito
RispondiEliminahttps://elenarigon.wordpress.com/2017/12/17/luomo-del-labirinto/
Due storie parallele....attendiamo i prossimi libri.
RispondiEliminaAmante dei testi con sfondi psicologici e informazioni storiche vedi altri autori, anche stranieri, ho divorato questo ultimo in 2 giorni. Scorre velocemente, intriga e appassiona! Carrisi é un maestro!
Voglio conoscere qualcuno che ha capito il finale, mi incuriosisce questo genio 😂😂😂
RispondiEliminaIo l'ho interpretato cosi: la storia di Samantha viene raccontata su un binario in cui il dottor Green (la donna di colore che si svela nel finale) cerca di trarre informazioni da Samantha, che però é in uno stato catatonico di semi-coma. In u. Altro binario c' é Mila Vasquez che é anche lei prigioniera di un mostro che la tiene rapita in un labirinto. Tutti i dialoghi in cui si pensa che sia Samantha a parlare con il dottor Green é in realtà Mila che parla con il rapitore che si spaccia per il dottor Green. Solo nelle ultima pagine Mila riesce a scappare e a intrappolare il suo rapitore. La storia di Samantha comunque rimane simile, ma come spiegato nel libro lei viene lasciata libera da Bunny come un sadico gioco.
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