lunedì 18 dicembre 2017

Recensione: L'uomo del labirinto, di Donato Carrisi

| L'uomo del labirinto, di Donato Carrisi. Longanesi, € 19, pp. 390 |

Mi ha giocato l'ennesimo brutto scherzo – di quelli bellissimi però. Ancora una volta, ancora un romanzo, ancora Carrisi, e mi ritrovo nel cuore della notte a voltarmi e rivoltarmi fra le coperte. Senza riposo ma finalmente con le risposte. Non avrei dovuto cercarle prima di andare a dormire. Cattiva idea fare le ore piccole sperando ci stessero su misura colpi di scena tanto grandi. La curiosità mi ci ha fatto lasciare lo zampino, e ora chi ha più sonno. Giunto all'ultima pagina, L'uomo del labirinto vorresti rileggerlo da cima a fondo con il senno di poi: come sbrogliare altrimenti questo gioco compiaciuto e ingarbugliato di piani narrativi e punti di vista paralleli? Puntualissimo – sempre sul pezzo, sempre sul filo del rasoio – Donato Carrisi dava sperate conferme anno dopo anno, ma non mi sorprendeva tanto platealmente forse dai tempi dell'esordio. Questa volta lascia a bocca aperta, sì, e per quattrocento pagine è il nostro carceriere. Conosce tutti i trucchi, i cunicoli, le scorciatoie. Ti precede ogni volta di un passo. Questo aguzzino che sotto Halloween ha conquistato anche le sale cinematografiche ha però sprazzi di straordinaria umanità. Perfino il male che escogita, infatti, è a fin di bene: nel suo labirinto scegliamo di restarci con le buone o con le cattive – di sindrome di Carrisi, si tratta, non di Stoccolma –, al prezzo di un urlo di stupore. Facciamo ritorno nella Gotham City del Suggeritore. Un luogo immaginario che rifiuta i toponimi, che rinnega i confini, in cui la crudeltà è nell'aria ferma e le varietà dei cognomi indica una Babele irrequieta. Fa talmente caldo all'inferno da svendere il sole per la luna: si vive a rovescio, mettendo il naso fuori di casa dal tramonto all'alba. Come negli universi espansi di Stephen King, le storie si parlano fra loro; parlano di loro. Qualcuno, chiacchierando del più e del meno, del tempo che fa, fa allora analogie e differenze con il clima di una Roma sott'acqua. Qualcuno, se si parla di ragazze scomparse nella nebbia e poi ritrovate, ricorda i mass media ad Avechot. Altri – un investigatore dai giorni contati, per l'esattezza – spulciano nei casi irrisolti del Limbo chiedendo a Simon Berish aiuto e notizie sulla latitanza dell'indimenticabile Mila Vasquez. Il detective privato Bruno Genko sta morendo: un difetto al pericardio, in una prognosi che non lascia speranze, e poco tempo per rispolverare un contratto vecchio quindici anni. Gli Andretti lo avevano ingaggiato per sapere cos'era stato della loro unica figlia, la piccola e indifesa Samantha, ma le indagini non lo avevano portato che in un vicolo cieco. Finché, tre lustri dopo, la ragazzina non viene restituita dallo stesso nulla da cui era stata inghiottita ma non mangiata. Ora donna a pezzi, e con cicatrici e vuoti di memoria da spiegare in primis a sé stessa. Ora in ospedale, sotto stretta osservazione, con un telefono giallo accanto e l'attenta guida del dottor Green.

Lui non lo sa, ma c'è un posto da cui non può scappare. Ed è lì che avverrà la caccia: non là fuori, ma nella tua mente.

La condanna a morte trasforma Genko in un uomo che non ha nulla da perdere, ma che al tempo stesso si aggrappa a quel poco di onore e di fiato che gli restano – emozionanti i pochi momenti con Linda, una prostituta transessuale che gli fa un po' da coscienza e un po' da moglie, e pericolosissime le acque palustri che andrà a smuovere in cerca di una verità quantomai relativa. L'assassino è un coniglio a misura d'uomo con due terrificanti occhi a forma di cuore. La sua tana, che di certo non porta a un paese di meraviglie, è un budello di un grigio cemento che rende mansueti e in cui, come in Saw – L'enigmista, magari puoi salvarti completando l'ultima faccia del Cubo di Rubik. Gli ingredienti, quelli del thriller più torbido: la perversione che attenta all'infanzia, i superstiti sul letto di morte che svelano gli altarini, un albo a fumetti o un nastro da sbobinare come scuola di messaggi subliminali, la depravazione e le risorse di un Deep Web di cui tutti parlano ma nessuno sa. Le ricerche parallele di Genko e di Green – la prima su un impraticabile terreno di caccia, l'altra nella psiche della vittima – ribadiscono che cattivi non si nasce, si diventa, e che il buio ha una vasta progenie a cui passare la staffetta. Non si incroceranno mai. Donato Carrisi non inventa niente dal niente: attinge al meglio di un genere e al peggio di noi uomini. Come il suo nuovo protagonista, non conosce scadenze; non abbandona i suoi casi, i suoi personaggi, fino all'ultimo. Anche quando sembra passare oltre, come questa volta, mette sul chi va là i lettori affezionati scartabellando nomi conosciuti e misfatti dal suo archivio segreto. Tornando per vie traverse su passate scene del delitto, ancora fresche di sangue. L'uomo del labirinto – coi suoi simboli grotteschi, con un occhio lungo che ti fa sentire perdutamente in balia dell'autore – fa paura. Una paura che ti scarta la carne e ti divora. E che, in due notti, in quarantatré capitoli, si lascia divorare a sua volta. In un gioco di ruolo perfido e irrinunciabile, in cui ora si mangia e ora si viene mangiati. Da un incubo, eppure, che indossa la maschera del roditore più pavido e che detiene le regole, le chiavi. Morfeo e Minosse, il sonno e la veglia, hanno collaborato alla costruzione di un labirinto fisico e metaforico in cui ogni svolta ti porta al punto di partenza. Spalle al muro, impossibile uscire: hai perso, ti sei perso.
Il mio voto: ★★★★½
Il mio consiglio musicale: Negramaro – Mentre tutto scorre 

26 commenti:

  1. Ho appena programmato la mia recensione per domani e siamo assolutamente sulla stessa lunghezza d'onda!
    Anche io ho adorato questo libro, ne ho adorato i tranelli, gli intrecci, i riferimenti ai libri passati - che non ho letto tutti ma rimedierò - e il finale, come sempre con il botto, e che botto!!!
    Come sempre la tua recensione ha una marcia in più, emoziona quanto i libri, entra dentro con una facilità disarmante.
    Che dire poi della scelta musicale? I miei idoli! Quindi top! Top Donato, top il libro e top, come sempre, tu! :)

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  2. Bello bello bello! Appena finito l'avrei voluto ricominciare. Ma soprattutto mi sarei riletta Il Suggeritore e L'Ipotesi del Male xD

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    1. Anche ioooooo!!! E non è detto che durante le vacanze di Natale io non lo faccia!

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    2. @Grazie, Dani. Fammi sapere se a Natale riesci nell'impresa della rilettura, allora!

      @Silvia, ricorda il mio messaggio all'una e mezza di notte...

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  3. Carisi è un autore che devo conoscere meglio.. Forse l'anno prossimo gli darò qualche possibilità anch'io :)

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  4. Lo leggerò sicuramente, amo carrisi!! Sto leggendo pareri molto positivi!
    Ciao ;-)

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    1. Vero, mai come questa volta all'unanimità.
      Ciao a te!

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  5. Ogni volta prendo in mano un Carrisi e lo riposo... ma dopo questa recensione forse è la volta buona ;)

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    1. Ma grazie. Con Carrisi, vai sempre sul sicuro (ma occhio all'ordine dei romanzi). :)

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  6. Ne leggo solo recensioni entusiastiche, il libro è già nella mia libreria, quindi non mi resta che buttarmici a capofitto!
    Recensione come sempre al top

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  7. Nonostante il tuo entusiasmo, questo Carrisi continua a non ispirarmi per niente.
    Sarà che la trama non mi pare niente di fenomenale, o sarà per quel cognome? :)

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    1. Guarda, sarei tentato di spoilerartelo tutto per farti cambiare idea. :-P

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  8. Appena finito di leggerlo....dopo aver visto il film ho deciso di acquistare il libro del nuovo romanzo..
    Che dire?letto in 12ore...
    Rimango perplessa sul finale..stavo giusto cercando qualche sito che mi illuminasse.. mi illuminate Voi???:)

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  9. Cosa avete carpito del finale? Ho dei dubbi

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    1. Anche io.... in cerca di lumi!!!

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    2. anche io non ho capito il finale. Il dott Green é un uomo o una donna?

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  10. Sono arrivata a ipotizzare anche un'altra visione della conclusione,ma non so!

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  11. Non voglio spoilerare su blog altrui, se vuoi ci confrontiamo nei commenti del mio post a proposito
    https://elenarigon.wordpress.com/2017/12/17/luomo-del-labirinto/

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  12. Due storie parallele....attendiamo i prossimi libri.
    Amante dei testi con sfondi psicologici e informazioni storiche vedi altri autori, anche stranieri, ho divorato questo ultimo in 2 giorni. Scorre velocemente, intriga e appassiona! Carrisi é un maestro!

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  13. Voglio conoscere qualcuno che ha capito il finale, mi incuriosisce questo genio 😂😂😂

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  14. Io l'ho interpretato cosi: la storia di Samantha viene raccontata su un binario in cui il dottor Green (la donna di colore che si svela nel finale) cerca di trarre informazioni da Samantha, che però é in uno stato catatonico di semi-coma. In u. Altro binario c' é Mila Vasquez che é anche lei prigioniera di un mostro che la tiene rapita in un labirinto. Tutti i dialoghi in cui si pensa che sia Samantha a parlare con il dottor Green é in realtà Mila che parla con il rapitore che si spaccia per il dottor Green. Solo nelle ultima pagine Mila riesce a scappare e a intrappolare il suo rapitore. La storia di Samantha comunque rimane simile, ma come spiegato nel libro lei viene lasciata libera da Bunny come un sadico gioco.

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