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In viaggio contromano, di Michael Zadoorian. Marcos y Marcos, €
18, pp. 282 |
Lui
si chiama John, lei Ella. Stanno insieme da sessanta dei loro
ottant'anni. Si sono conosciuti allo scoppio della Seconda guerra
mondiale, quando lui era in partenza per il fronte ma lei faceva il
filo a un altro. Il destino, al solito, aveva piani alternativi. Li
voleva coppia, così che mettessero su casa e famiglia – dalla loro unione, più in là, sarebbero nati due figli, svariati
nipoti, tragedie in rima. Lui ha una forma di Alzheimer
galoppante, e sta più di là che di qua. Lei, lucidissima, ha
metastasi ovunque.
Peccato
che io sia a pezzi e John ricordi a stento il suo nome. Non importa.
Me lo ricordo io. Messi insieme, facciamo una persona intera.
Cosa
possono la demenza e il cancro contro il desiderio di un ultimo
viaggio? Come può Michael Zadoorian, da uno spunto tanto memorabile quanto
furbetto, tirare fuori una storia che faccia pendant con quei romanzi
americani – amatissimi dal sottoscritto, al pari dei vecchini di
ogni dove – in cui, a sorpresa, succede tutto e niente?
Dove non importano né le tappe né la meta, dico, ma il ritmo
confortante e danzerino di quell'infinito viaggiare? A pagina uno
di In viaggio contromano, che qualche settimana fa ha commosso
il Festival di Venezia grazie al tocco del nostro Virzì, gli
arzilli protagonisti puntano a Disneyland. Scappano dalle avvertenze
dei medici e dei parenti, dall'incubo delle case di cura, all'insegna
di un paradiso laico in cui trovare forse la pace sperata. Il vento
in faccia, e la parrucca posticcia di Ella soffia via al primo
sorpasso. L'acceleratore schiacciato a manetta, e un camper con più
rattoppi dei suoi proprietari resiste agli urti dei banditi, alla
compassione delle cameriere, alle attenzioni dei centauri, al mal di
pancia dei troppi cibi spazzatura.
John
smette di masticare. Posa l'hamburger, si pulisce la bocca con il
tovagliolo, mi mette una mano sulla coscia. «Ciao, amore» mi dice,
completamente dimentico di quel che è successo nel frattempo. Sa chi
sono. Sa che sono la donna che ama, che ha sempre amato. Non c'è
malattia, non c'è persona che te lo possa togliere, questo.
La
leggendaria Route 66, quasi inagibile, fa da sfondo mobile. Ai vani
tentativi di John di farla finita. Alla paura di non svegliarsi più,
e al conseguente desiderio di guidare fino all'alba. Alle diapositive
proiettate sulle lenzuola del corredo buono, che riportano alla mente
gli amici estinti e i figli piccoli. Alle fitte di desiderio, rare ma
trascinanti, in cui i corpi – giunchi secchi e inutillizabili –
si riconosco in certe carezze, certe notti. I Bonnie e Clyde della
terza età prendono le redini e stringono il volante. Macinano
chilometri su chilometri. Per fortuna, fanno soste lontane dai
territori del pietismo. Qualcuna non interessa particolarmente, vero,
perché certi luoghi, certe citazioni, dall'Italia facciamo una certa fatica a
collocarle, ma non abbiamo occhi (e sono occhi fradici: quanto ho pianto) che per loro.
Perché
il mondo deve distruggere tutto ciò che non è conforme? Non ci
rendiamo mai conto abbastanza che è la ragione principale per amare
qualcosa.
John
guida con gesti meccanici e ripetuti: la tenerezza verso sua moglia è
uno di quei gesti. Qualcosa di naturale e irrefrenabile, che può più
di qualsiasi memorandum. Può scordarti tutto, perfino il tuo nome,
ma non chi sceglie di restarti accanto. Nonostante tutto.
In viaggio contromano, struggente ma esilarante, è un'avventura che arricchisce e prosciuga. Un folle prendere e partire; lo sprint finale. Sulle falle della memoria e la miracolosa persistenza dell'amore, contro l'oblio. Sul litigare ferocemente per poi ritrovarsi sempre in un confuso "Ciao, amore". Tu, intanto, leggi, ridi e ti commuovi. Senti nostalgia degli ottant'anni che non hai e di qualcuno che ti guardi da dietro uno sguardo annebbiato e tutto, purché ti guardi così. Come se, di quella lunga odissea che è la vita di coppia, potessi essere il solo copilota.
In viaggio contromano, struggente ma esilarante, è un'avventura che arricchisce e prosciuga. Un folle prendere e partire; lo sprint finale. Sulle falle della memoria e la miracolosa persistenza dell'amore, contro l'oblio. Sul litigare ferocemente per poi ritrovarsi sempre in un confuso "Ciao, amore". Tu, intanto, leggi, ridi e ti commuovi. Senti nostalgia degli ottant'anni che non hai e di qualcuno che ti guardi da dietro uno sguardo annebbiato e tutto, purché ti guardi così. Come se, di quella lunga odissea che è la vita di coppia, potessi essere il solo copilota.
Il
mio voto: ★★★★
Il
mio consiglio musicale: Tracy Chapman – Fast Car
Sembra tanto dolce, ma troppo triste :( se lo leggessi credo ci starei male una settimana.
RispondiEliminaDolcissimo e tristissimo, sì.
EliminaSi piange più per le cose belle che per quelle brutte, ti dico la verità, ma si piange. E per ammetterlo io...
Stavolta sono entrata per semplice curiosità. Non conoscevo il libro, ma il titolo mi ha spinta a correre a leggere la recensione.
RispondiEliminaSembra davvero una lettura emozionante. Già solo gli estratti che hai messo mi hanno toccato il cuore
Ciao Ilenia, allora sono contento di avertelo fatto conoscere. Era in lista da un po', ma la proiezione della trasposizione cinematografica con Sutherland e Helen Mirren allo scorso Festival di Venezia mi ha fatto decidere una volta e buona. Il film arriva in sala a gennaio, c'è tempo.
EliminaLo sto aspettando. Commuove questa tua sentita recensione: bravo. Lea
RispondiEliminaTi ringrazio, Lea! Non scrivevo recensioni "senza il pilota automatico" da un po'. Ci voleva il libro giusto.
EliminaHo visto il post su Instagram, e sono dovuta correre a leggere la recensione. Avevo capito subito che questa è una Lettura con la L maiuscola. Magnifico. Tu ti sei emozionato per il libro, io per la tua recensione. Credo proprio che stavolta lascerò da parte il Kindle, e prenderò la versione cartacea.
RispondiEliminaGrazie mille, Tati!
EliminaLeggilo presto.
Ho già capito che, con questa storia di vecchini più di la che di qua, questa volta Paolo Virzì non mi conquisterà...
RispondiEliminaPerò se mi sono appassionato alla vicenda del pensionato wannabe di Io, Daniel Blake, chissà che pure questa volta non cambi idea.
Il libro comunque lo posso recuperare se proprio il film mi piacerà tanto, ma davvero tanto, altrimenti non credo faccia per me. E poi tanto tutte le copie a disposizione le ha già acquistate Mr. Ford... :)
Secondo me, invece, Virzì farà al solito eccezione.
EliminaCoi viaggi, e coi pazzi, ci sa fare benissimo. :)
Questi vecchini quanto ci piacciono, e mi spiace non averli conosciuti su carta che sembrano meritare quasi quanto il film, forse di più.
RispondiEliminap.s. mi sento vecchina anch'io ad apprezzare e leggerti senza più fatica con il nuovo font ingrandito, grazie :)
Ma sai che io ho lasciato il solito, di font?
EliminaAhahahah, be', se non sei più vecchina, meglio così.
E sì, su carta sono altrettanto belli. :)
Niente, Daniela me ne ha parlato proprio oggi, mentre le raccontavo di quanto mi piacciano i libri in the road. Indubbiamente anche il tuo parere ha il suo peso. Lo comprerò. Anche questo
RispondiEliminaA me piacciono un po' meno, infatti il viaggio in sé non mi ha entusiasmato, ma loro... Tanti cuori!
EliminaSe avete voglia di ascoltarne alcuni passaggi.....https://youtu.be/DSRF12dP-NE
RispondiElimina