Buona
domenica a tutti, in compagnia di queste quattro risate. Smaltita un'altra
serie! ;)
Adesso capisco come ci si sente a essere innamorati di quell'amore che ti consuma.
Titolo:
The Vincent BrothersAdesso capisco come ci si sente a essere innamorati di quell'amore che ti consuma.
Autrice:
Abbi Glines
Editore:
Mondadori “Chrysalide”
Numero
di pagine: 272
Prezzo:
€ 14,90
Sinossi:
Sawyer ha il cuore a pezzi. La sua ragazza, Ashton, con cui è stato
per tre anni, si è messa con il suo migliore amico Beau. In più è
venuto alla luce un indicibile segreto familiare sconvolgendo gli
equilibri. E a complicare le cose, arriva in città Lana, la cugina
di Ashton. Lei avrebbe desiderato avere non solo gli ottimi voti
della cugina, il suo corpo perfetto, la sua popolarità... ma anche
il suo ragazzo. Da sempre innamorata di Sawyer, la ragazza acqua e
sapone di un tempo è ora sempre più audace e provocante. E bella da
lasciare senza respiro. Sawyer cerca la sua compagnia per far
ingelosire Ashton, ma grazie a questo gioco stuzzicante scopre in
Lana un'esplosiva sensualità e un'inaspettata sintonia... Riuscirà
lei a far dimenticare al ragazzo perfetto la sua prima fiamma? E
Ashton e Beau potranno finalmente costruire una vita insieme?
L'estate prima dell'inizio del college è destinata a diventare la
più emozionante e calda stagione della loro vita.
La recensione
Se
il primo l'avevo letto per esperimento, per questo – lo ammetto -
non ho scusanti che reggano: avevo bisogno di qualcosa di leggero,
dopo due letture emotivamente cariche e disturbanti, e ritornare
nell'assolata e frizzante America del sud di Abbi Glines mi sembrava l'unica
soluzione possibile. Una piccola e banale via di fuga dalla
malinconia, dalla noia e dagli acquazzoni incostanti dei giorni
scorsi. Ho trovato proprio quello che cercavo, in The Vincent
Brothers: un libricino semplice, veloce, innocuo e alquanto
inutile – vero -, ma che male non fa. Nemmeno un po'. Un romanzo
per l'estate, che parla degli amori che non ho e dell'estate esatta
che sto vivendo ora: quella delle scelte, quella di transizione tra
l'adolescenza e la vita da adulti, quella che porterà i bambini di
mamma e papà finalmente via, all'università. Verso l'ignoto,
allettante e spaventoso avvenire. The Vincent Boys, per
il linguaggio fin troppo colorito e per l'assurdità dei
comportamenti della più assurde delle protagoniste, aveva fatto
parlare tanto di sé e risvegliato il cinismo addormentato di tutti i
lettori italiani. Faceva fare grasse e involontarie risate e scrivere
recensioni esilaranti e sopra le righe, anche se renderlo divertente
non era propriamente nelle intenzioni dell'autrice, immagino. Era un
new adult alla moda,
il suo, non un libro di barzellette sporche, no? Il primo volume
della sua duologia era una normalissima e già sentita storia d'amore
e di corna, solo più trash. Ecco. Una protagonista ingenua come la
sua fata madrina in incognito, Santa Sasha Grey... sempre sia
lodata!, che, dopo diciotto anni di mal di testa simulati e due di
picche a non finire dati al suo castissimo ragazzo, aveva deciso di
perdere la verginità con il ragazzo perfetto e nel giorno perfetto:
il cugino del suo futuro e incazzatissimo ex e la sera stessa del
funerale della sua compianta nonnina. Accanto a lei, un protagonista
galante e delicato quanto un porno-Shrek-delle paludi che,
immolandosi per la sua patria America, aveva riempito il vuoto della
triste Ashton con il suo GRANDE... amore. Il suo grande amore,
ragazzi. La figlia di un rigido pastore protestante, così, era stata
ribatezzata con un nuovo nome d'arte per la sua nuova, stimolante vita da
Miss Vincent: Graziella. Sì, perché come avveniva con quelle
graziose biciclette di una volta, con il cestino per la spesa e i
fiocchetti svolazzanti ai manubri, anche su di lei tutti, ma proprio
tutti, si volevano fare un giro di prova.
Maggiore attrazione di un
rodeo frequentato da ragazze in shorts attillati, ragazzi sempre
sull'attenti, temperature sempre
altissime, scelte sempre sbagliatissime. Il secondo romanzo, che
comincia sei mesi dopo gli avvenimenti del primo, perde le due voci
che avevano caratterizzato il precedente capitolo e presenta ai
lettori due nuovi protagonisti, che in realtà sono due vecchie e
note conoscenze: Sawyer (il famoso cervo a primavera
della canzone di Cocciante) e Lana “Banana” (sono un piccolo Lord
inglese, quindi mi evito la rima oscena: scegliete voi un soprannone
a fantasia!). Lui, il fidanzato tradito. Lei, la cugina bruttina, ma
mica tanto. Entrambi in cerca di una svolta, entrambi in cerca di una
storia importante. Entrambi intenzionati a seguire le orme – che
conducono al letto, o al romantico cassone di un rugginoso pick up:
questo è amore! - dei loro più infoiati predecessori. Sono meno
eccitati ed eccitanti di Ashton e Beau, ma un maggiore
approfondimento dei loro personaggi avrebbe potuto far venire fuori qualcosa
di coinvolgente e interessante. Qualcosa di più vero. Sawyer, a
lungo andare, invece, risulta simile a Beau: il sangue non mente. Un
uomo di Neandertal con ottime referenze e con il college dei suoi
sogni tra i progetti per il futuro, ma sempre un uomo di Neandertal.
Un principe azzurro – con una polo Lacoste, la divisa da football e
le corna imponenti di un Bambi cresciuto, nonostante la morte di
mamma cervo che traumatizzò lui e intere generazioni – che segna
il suo territorio con baci umidi e tastatine roventi, fa grandi
dichiarazioni d'amore e grandi gesti di gelosia e si prende la sua
vendetta nei confronti di quello stronzo di Cupido con testate e
pugni: perché un macho “adda' puzzà”. Interessante, invece, il
personaggio di Lana, che, al contrario della Del Rey, non fa
dell'allegra e ottimista Born to die – la
suggerirei come ninna nanna per i più piccini... o come colonna
sonora per le estreme unzioni - il suo motto.
Al contrario di quella
lagna umana di sua cugina, fa subito simpatia e, nelle sue
insicurezze, c'è molto del mondo del diciottenne medio. Protagonista
del romanzo e di una metamorfosi radicale, che da bruco, la vuole
farfalla svolazzante di fiore in fiore (o di cetriolo in cetriolo!),
Lana, come la maggior parte delle protagoniste dei romanzi del
genere, è forse la morte di un secolo di femminismo, se le si vuol
dare tutta quest'importanza, ma fa una naturale tenerezza e un
sorriso immediato scatta nel momento in cui la si vede migliorare
nell'aspetto per far colpo sul ragazzo per cui ha una cotta da
sempre. Via gli occhiali, via i vestiti da Monaca da Monza, via la
coda di cavallo. Cambiamenti che tutti abbiamo fatto o faremo, non
nascondiamolo, per piacere a qualcuno: l'adolescenza è così,
sentirsi costantemente fuori posto. Cercare una persona che ci faccia
sentire belli quando noi ci sentiamo un disastro totale; fingere di
essere speciali per un qualcuno che non ci considera, difficile
ammetterlo, mai abbastanza. Lo stile è fresco come l'aria di marzo e
i capitoli, tra ripicche e corteggiamenti, facendo tappa anche per
qualche temperata scena hot, scorrono tutti via in un solo giorno. Il
linguaggio, benché non sia sempre elegantissimo, è da scaricatore
da porto ancora imberbe e la traduzione, complessivamente, é
migliore di quella del primo. Rassegnatevi: l'ommerda
puttanavacca – paragonabile
all'emozionante e dolce aforisma “Io non faccio l'amore;
io fotto senza pietà” dell'egregio
Signor Cinquanta Sfumature
– non lo troverete più. Vengono meno quelle inimitabili forme di
pecoreccia e casereccia poesia, come vengono meno le scene di sesso
che avevano fatto vincere al libro della Glines l'ambitissimo bollino
di Banane di Romanzo più 'ottt dell'anno.
E,
pur guadagnandoci un linguaggio molto meno scurrile, questo secondo
capitolo perde anche un po' del suo misterioso perché
durante il tragitto. Non ha
nulla di cui far (s)parlare, non ha nulla con cui alimentare, nella
blogsfera, post lunghi, noiosi e buonisti come i sermoni domenicali
di una comunità Amish. Non ha nulla che faccia capire la differenza,
che personalmente continuo involontariamente ad ignorare, tra young e
new adult. Fatto sta che intrattiene piacevolmente – cosa non da
poco – anche con una storia semplicissima di cui già immaginiamo
il roseo e fiabesco happy ending. The Vincent Brothers non
è un romanzo vietato ai minori: è sexy, precoce, adolescenziale,
estivo. Per il personaggio di Lana, principalmente, ma anche per una
leggera crescita nello stile e nelle tematiche, il secondo volume
della serie è più carino del primo –
leggibilissimo -, ma, venendo meno l'erotismo del primo, ho
perso di vista, sinceramente, anche il senso del tutto. The
Vincent Boys, magari con un
malefico ghigno, tra un mese o un anno, lo ricorderò per le sue
epiche cadute di stile e per i personaggi immaturi che giocavano a
fare cose da persone,
si ci augura sempre, mature. Quando i ragazzi del titolo, tuttavia,
diventano fratelli, Ashton appende il suo innocente perizoma
commestibile sotto una foresta di fiori d'arancio e l'importanza
della prima volta viene fortunatamente compresa da due narratori
leggermente più profondi, viene fuori una storia più pulita, ma che
farà meno discutere e si farà anche meno ricordare. Viene sfilata
dal mazzo la carta di una volgare, infelice e fragile forma di
memorabilità e resta, a conti fatti, una lettura piacevole e fugace
come tante. E un po', sotto sotto, ho apprezzato l'onestà della
scelta.
Il
mio voto: ★★★ -
Il
mio consiglio musicale: Robin Thicke – Blurred Lines Feat. T.I,
Pharrell
Caro Mik, sono contenta allora di non aver intrapreso questa serie, di personaggi banalotti che non ti danno nulla e che li dimentichi all'istante già ne ho beccati parecchi, tipo quelli di Rebel(Dio quanto ho odiato quel libro, mi ci è voluto lo psicanalista per uscire dalla depressione che mi ha causato), L'ordine occulto degli alchimisti (sacrilego chiamarlo urban fantasy)o del più recente L'incantesimo delle fate di cui già il primo non mi aveva convinto ma a cui avevo voluto dare una seconda chance giusto per essere masochista...
RispondiEliminaCiao Dean! Non è la prima volta che mi parli di questi libri... devono essere parecchio brutti, eh? :) Questi della Glines tutto sommato sono carini, ma se si vuole qualcosa di memorabile - non che io volessi qualcosa di memorabile, in questo periodo - non sono decisamente i libri adatti. Per una vacanzetta al mare non sono malaccio, tutto sommato. Ho letto di peggio.
EliminaLi ho trovati due libri piacevoli, anzi preferirei dire che riescono ad intrattenere il lettore facendogli passare qualche ora di relax. Però non lasciano proprio nulla! Appena ho finito il secondo ho pensato che se non li avessi mai letti sarebbe stata la stessa identica cosa. Mentre per quanto riguarda la tua recensione almeno due risate me le ha fatte fare ;)
RispondiEliminaLa penso esattamente come te: li leggi, ti fai quattro risate, li posi e li dimentichi. Non sono gli unici libri che fanno questo effetto :) Non capisco, quindi, l'accanimento di molti lettori.
EliminaAshton appende il suo innocente perizoma commestibile sotto una foresta di fiori d'arancio :P Ahahahah,riesci sempre a farmi ridere,riflettere o commuovere :)
RispondiEliminaGrazie Franci :')
Eliminaho capito che ho di meglio da leggere!!!
RispondiEliminaIo non li ho letti, non ne ho sentito parlare benissimo, però proverò a leggerli, quando ho bisogno di una lettura che mi aiuti a staccare!!
RispondiEliminaGiustissimo, Mary. Lo troverai, come me, più che adatto, per una lettura del genere (:
EliminaAnche perchè se avessi aspettative altre, ne rimarrei delusa!!
Eliminanon è proprio il mio genere...passo..
RispondiEliminaLOL
EliminaI libri leggeri sono utili per staccare. Però questi non mi ispirano per nulla, sarà che non sono proprio il mio genere. Comunque le tue recensioni sono sempre favolose ^^.
RispondiElimina-Yu-
Grazie mille, Yu ^^
EliminaLa tua recensione è bella e divertente ma mi conferma che questi due libri proprio non fanno per me... Non mi suscitano nemmeno più curiosità. Dopo le varie recensioni mi sembra di averli già letti ed è sufficiente ^^
RispondiElimina:)
EliminaRecensione stupenda, Mik!Io l'ho preso in lingua insieme al primo libro qualche mese fa (non so perché ma ero sicura che li avrei adorati entrambi) quindi penso che prima o poi lo leggerò anch'io :)
RispondiEliminaComunque è migliore del primo e ti piacerà un peletto di più - se non altro, non è volgare ;)
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