| La notte scorsa al Telegraph Club, di Malinda Lo. Mondadori, €
20, pp. 456 |
Come in Carol, lo splendore intramontabile degli anni Cinquanta fa da sfondo all'amore proibito fra due donne. Come in Victor Victoria, la maggiore attrazione di un nightclub è una cantante che si esibisce in abiti maschili e, seducente, ammicca alle spettatrici sedute in prima fila. Come nella Fantastica Signora Maisel, la vita notturna della città offre sorprese e talenti: peccato che i raid della polizia siano all'ordine del giorno. Risulta semplice immaginare il frusciare delle gonne a campana, l'odore della lacca, le luci e le ombre delle insegne al neon. Ma siamo nella multietnica San Francisco, in una famiglia cinese tutta d'un pezzo. Allevata con rigore per diventare una brava donna di casa, la diciassettenne Lily sogna le dive del cinema e di andare sulla luna. Ritaglia fotografie di Katherine Hepburn sui giornali, occhieggia le donne prorompenti sulle copertine dei romanzi rosa, custodisce gli articoli sulla artista di punta del Telegraph Club. Bravissima nella resa di un contesto storico attendibile e dettagliato, Malinda Lo firma una storia per giovani lettori che racconta i primi palpiti, le gioie del contatto fisico, lo sconcerto dello scoprirsi diversi dagli altri. Per farlo si affida ai suoi personaggi, lasciandosi guidare alla scoperta della loro identità – di genere, sessuale, culturale. Ma talora ne risentono i ritmi, piatti soprattutto nella seconda metà, e appesantiti da qualche tematica di troppo. Accanto ai classici espedienti del genere (il ballo scolastico da organizzare, una migliore amica da sostenere per un concorso di bellezza a Chinatown, l'attrazione ricambiata per una coetanea con il mito di Amelia Earhart), infatti, ci sono gli sconvolgimenti politici (la minaccia di russi e giapponesi, la caccia ai simpatizzanti comunisti) e i flashback sugli immigrati di prima generazione (i genitori di Lily, la zia paterna). Combattuto al pari della sua protagonista fra senso d'appartenenza e desiderio di ribellione, La notte scorsa al Telegraph Club è la cronaca discontinua ma toccante dell'ultimo anno di libertà prima del college. Cosa comporta uscire dai confini angusti del proprio quartiere? Cosa significa, oggi come ieri, sentirsi parte di una minoranza? Bisogna spingersi fino a Marte, colonizzare un altro pianeta, per trovare il coraggio di mostrarsi senza maschere? In un momento storico in cui appariva più plausibile un'odissea nello spazio che la parità – nel 1969 Armstrong volerà sulla luna, ma bisognerà aspettare il nuovo millennio per la legalizzazione delle unioni omosessuali –, Lily scoprirà con meraviglia che non è necessario spingersi troppo lontano per liberarsi dalla forza di gravità e dalle convenzioni sociali. Basta un bacio in un vicolo deserto. O la luce rivelatrice di un torbido locale notturno.
Il mio consiglio musicale: The Ronettes – Be My Baby
Ho amato Carol, e i libri di questo genere tendenzialmente mi piacciono, sembra una bella lettura😄
RispondiEliminaAllora buttati, ti piacerà senz'altro!
EliminaSembra proprio quel tipo di cosa retrò che mi potrebbe piacere...
RispondiEliminaSecondo me, tra temi "caldi" e multiculturalismo, una serie Netflix potrebbe essere dietro l'angolo. A Giorgia Meloni non piace questo elemento.
Elimina