lunedì 24 maggio 2021

Recensione: Animal Spirit, di Francesca Marciano

| Animal Spirit, di Francesca Marciano. Mondadori, € 18, pp. 216 |

Nel corso degli ultimi mesi, durante i miei andirivieni in treno, si è cementato un amore che all'inizio appariva un flirt passeggero: quello verso i racconti. Tra pregiudizi e titubanze, mi sono approcciato al genere con risultati altalenanti. Ma ho scoperto poi che in viaggio non c'è formato migliore per cercare la compagnia delle storie: brevi ma intensissime quando si è fortunati, durano  il tempo che serve ad arrivare alla meta. La scorsa settimana ho portato con me Francesca Marciano. La sua penna è stata un'epifania. Anche sceneggiatrice, l'autrice – italianissima, nonostante i suoi racconti nascano in lingua inglese – torna in libreria con sei racconti che in realtà appaiono sei romanzi a sé. Belli, magici e perfettamente compiuti, propongono un cast popoloso di personaggi inquieti ed errabondi, che cambiano continuamente cielo e paesaggio. Nell'impossibilità, come scriveva Seneca, di cambiare loro stessi.

Julian fissò lo straordinario spettacolo di quel volo. […] “Anche noi siamo così?” di domandò. “Esseri che si muovono nella stessa direzione, mossi dallo stesso impulso, senza saperlo? Esiste forse un unico cervello che ci unisce tutti quanti, un istinto che ci guida in modo da non farci del male mentre avanziamo insieme verso un luogo più sicuro?”

Un'insegnante di yoga perde la testa per un avvocato rampante; rischiano di perdere tutto in nome del fuoco della relazione extraconiugale: alle figlie di lei, un po' selvatiche, spetta il compito di cercare un nuovo equilibrio domestico. Una ragazza senza nome, fresca di disintossicazione, torna a casa per il matrimonio della sorella maggiore ma fugge con un incantatore di serpenti: vicina ad Andor, scoprirà una vocazione imprevista e la sua massima fioritura. Due coppie, una da poco formatasi e l'altra di lunga data, si concedono una vacanza su un'isola greca: i dissapori sono all'ordine del giorno, ma la comparsa di un randagio bianco promette riappacificazioni. Una giovane donna parte all'insegna del New Mexico per restituire il lume della ragione all'ex fidanzato, ecologista affetto da un disturbo bipolare: è l'inizio di un'avventura piena di disperazione e di euforia nei territori indiani, sulle tracce di un leggendario lago blu cobalto. Un regista e un'attrice di mezza età, durante un casting a Roma, si scoprono uniti ben più che dal film da girare: un trauma indelebile e il destino li hanno voluti lì, a confrontarsi in una stanza d'albergo. Una scrittrice in cerca d'ispirazione affitta un appartamento con vista, ma il terrazzo è impraticabile a causa di un'invasione di famelici gabbiani: con la promessa di scacciarli, un fascinoso falconiere le spiegherà come reclamare la propria appartenenza e, soprattutto, come elaborare gli abbandoni.

Accade spesso ai falconieri di perdere gli uccelli. Fa parte del rischio di addestrare una creatura selvatica. Ogni caccia potrebbe essere l'ultima, è sempre il falco a scegliere se tornare da te oppure no.

Animal Spirit, che prende il titolo dal terzo dei sei racconti, è un portagioie. Una raccolta intima e avventurosa che ospita storie eterogenee ma parimenti valide, legate tra loro da un sottile filo d'erba. Mi sarei aspettato, a torto, estenuanti descrizione paesaggistiche; una flora scandagliata con piglio da botanico, una fauna densa di specie esotiche... La Natura, invece, in Francesca Marciano è una presenza ora immanente, ora soltanto metaforica. In Essa i personaggi trovano il sollievo, le risposte, la pace al disagio esistenziale. I trovatelli in libertà ispirano la concordia; i serpenti hanno corpi spaventosi, caldi e pulsanti; la caccia sanguinaria dei falchi causa inattesi sussulti erotici. E ci sono, ancora, alberi che comunicano grazie all'estensione delle loro radici; chiome che cambiano colore scandendo con puntualità il divenire delle stagioni; stormi che paiono mormorare malie nel loro coreografico inseguirsi. Artefice di momenti perfetti e di atmosfere sospese, dove perfino l'impossibile diventa realtà, l'autrice evoca paesaggi lussureggianti pervasi da climi miti e da aure incantate. Spesso, ci conduce lontanissimo. Ma ci rivela anche che, a dispetto dell'esotismo dell'America Latina o dell'incontaminato Mare Egeo, talora basta sollevare per un attimo lo sguardo dalla punta delle nostre scarpe per perdersi nella meraviglia. Del mondo, dell'altro: di un altro mondo.

Il mio voto: ★★★★
Il mio consiglio musicale: Francesca Michielin – Cheyenne

6 commenti:

  1. Non amo particolarmente le raccolte di racconti (non a caso sono una fan delle 400+ pagine), ma mi hai fatto venire una grande curiosità nei confronti di questo titolo :)

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    1. Io ultimamente soltanto libri sulle 200 pagine, altrimenti chiudo baracca qui! Per fortuna, sto comunque incrociando storie belle. Grazie!

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  2. Hai perfettamente ragione sul fatto che i racconti per la loro lunghezza breve sono degli ottimi compagni durante i viaggi. Anch'io preferisco libri di massimo 250/300 pagine altrimenti impiego troppo tempo e poi mi sfuggirebbero troppi titoli interessanti :P
    Il libro che hai letto ha suscitato il mio interesse. Mi piacciono storie diverse in situazioni diverse...

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    1. Sì, sono una ricchezza! Io da marzo, praticamente, leggo solo libri brevissimi pur di portare avanti le letture. Se racconti, meglio! Ho l'impressione di leggere tante storie in una, di imbrogliare il tempo!

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  3. Curioso il fatto che i suoi racconti nascano in inglese. Mi sembra una penna international che mi potrebbe piacere. ;)

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    1. Nonostante le ambientazioni italiane, secondo me, si vede il tocco americano dell'autrice. Ha uno stile minimal, senza fronzoli, molto USA. E per questo bellissimo.

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