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Benevolenza cosmica, di Fabio Bacà. Adelphi, € 18, pp. 225 |
Ci
sono persone baciate dalla fortuna. Quelle che trovano un posto a
sedere nella metropolitana affollata, hanno quotazioni in borsa
costantemente in crescita e sul sedile posteriore di un taxi, per un
motivo o per un altro, non pagano la corsa grazie a guidatori
stranamente munifici. L'esordiente Fabio Bacà e il suo irresistibile
protagonista, Kurt O'Reilly, appartengono alla sparuta categoria di
coloro con il vento sempre in poppa. Quando capita a un insegnante di
ginnastica dolce, vissuto fra Marche e Abruzzo, di debuttare nel
mondo editoriale con l'elitaria Adelphi? Quante possibilità ci sono
che alla voce narrante della sua storia, in ordine sparso,
diagnostichino un tumore rarissimo ma benigno; gli sveli le
proprie grazie una pornodiva distesa sul lettino dell'amico
tatuatore; per il rotto della cuffia lo salvino da una serie di
improbabili rapine sventate poi a suon di pugni? Dal momento che le
risposte oscillano dal raramente al mai, sarebbe cosa imperdonabile
perdersi Benevolenza
cosmica.
Non fate come il sottoscritto: l'ho voluto leggere tantissimo e,
quando l'ho trovato nella cassetta della posta, ne ho avuto
all'improvviso timore. Sarà che i titoli dell'editore milanese
ispirano insieme serietà e reverenza. Sarà che il surreale lo
apprezzo, ma in piccole dosi e nei momenti propizi: spesso può
disorientarmi fino a disinteressarmi, infatti, e i paragoni con
Vonnegut e De Lillo avranno senz'altro lusingato il simpaticissimo
Bacà ma scoraggiato, d'altra parte, un po' me. Che questi grandi
nomi, al momento, li conosco soltanto per sentito dire. Che dell'uno
custodisco citazioni sparse e dell'altro i pigri ricordi della
versione cinematografica di Cosmopolis.
Chiedo scusa, perciò, se qualche strizzata d'occhio a terzi mi è
sfuggita. Se mi sono lasciato incantare e ingannare dal potere delle
eccezioni alla regola: esordienti, si diceva per l'appunto, che hanno
la benevolenza di un marchio per pochi eletti. Niente al mondo, una
volta iniziatolo, mi ha comunque impedito di godermi le particolarità
stilistiche e strutturali di una commedia ad ampio respiro, perfino
più spassosa e scorrevole del previsto.
Credevo
di non dover ricorrere alle stesse affannose consolazioni cui
attingono gli altri esseri umani mentre annaspano in un tratto
impetuoso dell'esistenza, ma a quanto pare sbagliavo. Ci sono cose
per le quali non pretendere una spiegazione è impensabile. E io non
avevo mai avuto più bisogno di un parere illuminato in tutta la mia
vita.
Comprenderà
bene il mio punto di vista il nostro Kurt: trentenne di successo –
la giacca sulla spalla, i mocassini scamosciati ai piedi, lo sguardo
cinico e indifferente dell'uomo che non deve chiedere mai: quattro
sedute settimanali di palestra, un totale di ottantuno bocche baciate
–, con una fidata segretaria che bada ai minimi dettagli e una
nutrita schiera di conoscenti che lo sollevano puntualmente dalle
incombenze grandi e piccole. Se come lui sei un esperto di statistica
per un ente governativo, quanto ci vorrà per notare la presenza
sfacciata della buona sorte? Ha vissuto infatti abbastanza colpi di
fortuna da appuntarli uno a uno su un taccuino fittissimo. E da
insospettirsi. Felicemente sposato con la scrittrice Liz, benché
vivano in due appartamenti separati all'interno dello stesso
condominio, il protagonista è un uomo fedele e, come tutti, felice a
volte.
Certo,
gli danno da pensare gli attentati random in una Londra sospesa nel
futuro. Certo, ci sono problemi anche in paradiso: i suoi genitori,
un insegnante di filosofia e un'orticultrice italiana, non sanno
capacitarsi della morte del figlio minore nel corso di un assurdo
incidente aereo. Ma come spiegarsi eventi e gesti capaci di
sovvertire intere statistiche, senza scomodare concetti quali karma e
destino? Ci si affida a consiglieri, psicologi, cartomanti. Ci si
muove a passo veloce in una metropoli inquadrata qui fra scienza e
magia, domandandosi a quale di quei nove milioni di abitanti stiamo
sottraendo una dose di fortuna. Come fare per pareggiare i conti, per
rendersi utili?
Non
voglio vivere una vita in cui mi sia proibito di accedere alle
sensazioni limbiche di timore, angoscia, senso d'ignoto, vuoto,
viltà, invidia, disprezzo, rancore e attrazione per il lato
sbagliato delle cose: sensazioni a cui dovrebbe accedere ogni essere
umano, se vuole ancora considerarsi tale. E io non voglio essere
qualcosa di diverso da un uomo. Non voglio svegliarmi ogni mattina
con un sorriso idiota in faccia al pensiero di tutte le cose belle
che accadranno, avendo la certezza che accadano. Non voglio la
certezza, intendo: la speranza è già sufficiente.
Bacà
si ingegna. Spegne il cellulare, guarda meglio e più da vicino il
prossimo suo. Banalmente ma non troppo, vive ogni gioia come fosse
l'ultima. L'assunto di base, lamentarsi di un fato generoso, risulta
strampalato soltanto in teoria. Lo leggiamo spesso nelle vignette di
Charlie Brown: si è impreparati a una felicità esagerata, perché
in fondo spaventa. Perdere la paura, il gusto per il rischio, il
senso del pericolo significherebbe rinunciare anche alla nostra
umanità; all'emozione di vivere di pure speranze, anziché di
certezze granitiche. Benevolenza cosmica, romanzo
illuminato più che semplicemente brillante, è una deliziosa
parabola con le armonie del rock progressista e una chiusa
dolcissima. Non fatevi domande. Non ponetevi limiti. Bevetelo d'un
fiato, perché la sua copertina giallo limone fa subito primavera e
la leggerezza che predica, in definitiva, concilia il buonumore.
L'universo segue leggi misteriose: tutto è possibile. Anche che la
fortuna prima ti scelga, poi ti volti le spalle, lasciandoti infine a
raccogliere i cocci, i sorrisi e i baci a fior di pelle della più
indimenticabile delle giornate da dimenticare.
Il
mio voto: ★★★★
Il
mio consiglio musicale: Franco Battiato – Centro di gravità
permanente
Sono contenta ti è piaciuto. Al momento lo vedo ovunque, e quasi quasi ci farò un pensierino :)
RispondiEliminaBene, bene!
EliminaParticolare questo adelphi, casa editrice che mi sono ripromessa di "frequentare" maggiormente! un libro che concilia il buonumore mi attira sempre :-D
RispondiEliminaAnche io leggo pochi Adelphi, lo ammetto, e nella mia ignoranza non mi aspettavo potessero anche strapparmi sanissime risate. :)
EliminaIl protagonista praticamente è la versione umana di Gastone...
RispondiEliminasono già pronto a odiarlo. :)
Questa volta, ahimè, non colgo la citazione!
EliminaLa casa editrice Adelphi è una garanzia!Dalla tua elegante recensione scaturiscono alcune domande. Essere così fortunati può diventare un problema? Lamentarsi della propria spudorata fortuna è mai possibile? Voler vivere anche il lato sbagliato delle cose è un errore? Le risposte le troverò sicuramente nel romanzo "Benevolenza cosmica" che finisce immediatamente nella lista dei libri che mi piacerebbe leggere :)
RispondiEliminaGrazie mille, Aquila! Una lettrice di qualità come te, sicuramente apprezzerebbe. ;)
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