Io
non voglio stare meglio. Io voglio stare bene.
Titolo:
La tristezza ha il sonno leggero
Autore:
Lorenzo Marone
Editore:
Longanesi
Prezzo:
€ 16,40
Numero
di pagine: 373
Sinossi:
Erri
Gargiulo ha due padri, una madre e mezza e svariati fratelli, È uno
di quei figli cresciuti un po' qua e un po' là, un fine settimana
dalla madre e uno dal padre, Sulla soglia dei quarant'anni è un uomo
fragile e ironico, arguto ma incapace di scegliere e di imporsi,
tanto emotivo e trattenuto che nella sua vita, attraversata in punta
di piedi, Erri non esprime mai le sue emozioni ma le ricaccia nello
stomaco, somatizzando tutto. Un giorno la moglie Matilde, con cui ha
cercato per anni di avere un bambino, lo lascia dopo avergli rivelato
di avere una relazione con un collega. Da quel momento Erri non avrà
più scuse per rimandare l'appuntamento con la sua vita. E uno per
uno deciderà di affrontare le piccole e grandi sfide a cui si è
sempre sottratto: una casa che senta davvero sua, un lavoro che ama,
un rapporto con il suo vero padre, con i suoi irraggiungibili
fratelli e le sue imprevedibili sorelle. Imparerà così che per
essere soddisfatti della vita dobbiamo essere pronti a liberarci del
nostro passato, capire che noi non siamo quello che abbiamo vissuto e
che non abbiamo alcun obbligo di ricoprire per sempre il ruolo
affibbiatoci dalla famiglia. E quando la moglie gli annuncerà di
essere incinta, Erri sarà costretto a prendere la decisione più
difficile della sua esistenza...
La recensione
Dlin-dlon! Il campanello che suona, di nuovo,
e altre figure – adulti con neonati nell'incavo del braccio,
fidanzate sconosciute, fratelli acquisiti – si riversano nel salotto di un appartamento che affaccia su Napoli.
Sono come le onde del mare, non finiscono più. E il citofono
rumoreggia. Ma il cibo è in gran quantità, un posto a tavola lo si
può sempre aggiungere stringendosi giusto un po' e anni di feste
insieme e vacanze al mare, all'indomani della fusione tra i Gargiulo
e i Ferrara, hanno rafforzato l'abilità della dispotica padrona di
casa a incastrare sedie tra sedie, coreografare i movimenti in cucina
dei numerosi figuranti, non confondersi coi nomi e, soprattutto, con
chi è figlio di chi. Gli occhi si sollevano dai piatti e il ciarlare
cessa, se alla fine sopraggiunge Erri, il fratello maggiore, davanti
al quale, lì per lì, non si sa bene cosa dire. Matilde l'ha
tradito, ha le scartoffie della separazione per le mani e, impiegato
nell'azienda del suocero, ha perso il lavoro dopo il famoso patatràc.
Ora ha aperto una fumetteria, vive in un appartamento da scapolo nei
Quartieri Spagnoli e, quarantenne stranamente impegnato per aver
perso ogni cosa in un colpo solo, prova a farsi in quattro – o in
cinque, o in dieci: quanti sono i suoi parenti vicini e lontani,
esattamente? - per non perdere di vista il traguardo, prestare
ascolto, dare a tutto e a tutti l'importanza che meritano. In giorni
in cui si parla di tradizione e famiglie, in mesi in
cui ho dato un taglio drastico alla mia, apro le porte a un
simpaticissimo ragazzo di mezza età che ha l'opposto del mio
problema: una casa strapiena e un albero genealogico dalle radici
spesse, con in cima rami, rametti e qualche germoglio in boccio. Se Tizio sposa Caio, avevo letto
non ricordo dove, e la legge consentisse loro di adottare Sempronio,
il bambino cosa disegnerebbe, se è la sua famiglia che deve raffigurare
con le tempere sul lavoretto di Natale? Tre omini stilizzati e
nessuna donna (o il contrario), come noi tre – due figli e un padre
– che da dicembre abbiamo imparato a fare la lavatrice e a non
trovare più nel bucato una camicetta lillà, un reggiseno? E il disagio nostro, ai brindisi di laurea o nei giorni di festa da inventare daccapo? E quello di Erri, che ha due mamme, due papà e
fratellastri che non si contano? A sei anni, infatti, i suoi genitori
hanno divorziato, ma dalle schegge di una coppia scoppiata sono
venuti al mondo, in combinazioni da lui non contemplate prima di
allora, una sorella – l'esilarante Flor, nata da Gargiulo senior e da una bella andalusa – e due fratelli, Giovanni e Valerio, nati però da mamma Renata e dal nuovo
compagno, Mario.
E Mario, uomo dal cuore d'oro, dal matrimonio
precedente ha portato con sé una figlia, Arianna: a quanto può
valere ripetersi che non si può fare, che quella è la figliastra di tua
mamma, se davanti a te hai la ragazzina più splendida e affranta mai incontrata? Dlin-dlon. Il
postino suona, la Longanesi è il mittente e, nell'involto, ecco l'ultimo romanzo di Lorenzo
Marone. Una storia nuova, verace,
all'indomani di quindici mesi strani, come racconta l'autore nei
ringraziamenti, che l'hanno reso una firma lanciatissima – la
trasposizione di La tentazione di essere felici,
con un gran cast, è attualmente in produzione – e, cosa più
importante, genitore di un bambino che gli sonnecchia su un palmo di mano. Le
parole magiche: speranza, sogno, rimpianto, felicità. Paternità.
La struttura, che facilmente si adatterebbe a un cinema che sta
prediligendo gli ambienti circoscritti, i flashback, i
dialoghi brillanti, è semplice: un pranzo in grande, una riunione e, tra una portata e l'altra, il vai e vieni dei ricordi. Come siamo finiti qui, tutti riuniti attorno a un tavolo rotondo, e cosa sto combinando, si domanda l'insicuro Erri, mentre
sbircia il telefono e la madre lo sgrida, come se non avesse ormai
quarant'anni suonati, pochi capelli, mille contraddizioni e un nome
assurdo, ma che personalmente adoro? Tra gli Sms in arrivo, una
notizia spiazzante e le possibilità che genera.
A capotavola,
inoltre, che attira le attenzioni dei commensali picchiettando il bicchiere con la forchetta, il capofamiglia – be', uno dei due – che
ha un annuncio serio da fare. In quel giorno raccontato con umorismo
e malinconia, c'è gente che ha qualcosa da dirci, forse un altro
peso da darci, e ci sono cose che il caro Erri ancora non sa. E
c'è così tanto di te e di me, di ciò che siamo stati e di ciò che
siamo, che ti aspetteresti un cameo di qualcuno che conosci, se non
addirittura di un altro te stesso: il fidanzato random della
sorellina ribelle, il vicino passato a chiedere in prestito un po' di
farina... Lorenzo Marone, arguto e saggio, mi era piaciuto già
la prima volta, ma convince senza riserve adesso, definitivamente, a
un solo anno di distanza. Io che eppure ai tempi di Cesare Annunziata mi
domandavo tra me e me se la lieve retorica, il gusto
aforistico, la frase ricamata fossero più caratteristica di Cesare,
tenero e anziano misantropo, o del suo ideatore. I temi sono ricorrenti, la
scrittura resta delicatissima e l'autore partenopeo - qui più a
proprio agio, qui più lui -
ci regala un ricco romanzo corale e personaggi filosofi
su cui rimuginare, tra l'accogliente Mario, un Erri senza maschere e una Arianna che ha perso il filo della
sua esistenza. Questo, per dire che i Sempronio della ostacolata stepchild adoption, gli Erri Gargiulo in surplus, i lit-blogger con
una tessera mancante sopravviveranno ai vuoti, ai pieni e alle
domande stupide, quando i disegni e i compiti in classe spingeranno la
prof che ha marciato al Family Day a non nascondersi dietro un dito.
Ci sono bambini allegri e bambini tristi, genitori cattivi e genitori
buoni. Ma le famiglie tradizionali sono un mito da pubblicità anni Cinquanta, uno spot
sui biscotti della prima colazione: normalità e casa sono vocaboli che insieme proprio non
stanno, come il sacrilegio del parmigiano sugli spaghetti con le
vongole. La tristezza avrà pure il sonno leggero, dunque, ma la
mano di Lorenzo, il suo passo discreto e una scrittura piena di
sensibilità sono più leggere ancora: così la tristezza non apre
gli occhi ma, come per un miracolo tutto napoletano, ecco che si
risvegliano le riflessioni sull'attualità, i sorrisi fiduciosi, i
pensieri positivi. E la felicità, l'ospite che mancava all'appello, ti tenta ancora nelle pieghe di
una giornata, e di una vita, no.
Il
mio voto: ★★★★½
Il
mio consiglio musicale: Dolcenera - Ci vediamo a casa
Lo voglioooo *-* Questa recensione è magnifica!❤
RispondiEliminaTi ringrazio, Arianna. E sai che la tua omonima, nel romanzo, era il mio personaggio preferito?
EliminaOra sono ancora più curiosa di leggerlo! :D
EliminaAggiornami. :)
EliminaHo i brividi. E sono anche molto felice che il romanzo ci sia piaciuto allo stesso modo e per gli stessi motivi, ma non avrei saputo metterlo sulla pagina come hai fatto tu. Non è paraculaggine...è proprio che scrivi divinamente.
RispondiEliminaun saluto da lea
Ogni volta, sei un bagno di autostima. Grazie mille, Lea!
Elimina:)
Già sai... Concordo su tutto! Un insieme di voci che sono il ritratto della vera famiglia, quella strana, allargata, con mille casini, ma pur sempre famiglia! Un abbraccio al lit-blogger malinconico! <3
RispondiEliminaE un abbraccio più forte a te!
EliminaQuesto libro deve essere mio! ma tu, mio caro Mr Malinconico, con le parole fai magie e mi hai commosso. Grazie.
RispondiEliminaTi ringrazio, Tessa. Ma il libro, sotto sotto, è fortunatamente molto spassoso. Promesso ;)
Elimina*_* fantastica recensione! Ora, ovviamente, lo voglio! :P
RispondiEliminaTi ringrazio, Sara. Eh eh, sono gli effetti collaterali. :)
EliminaOggi giornata di famiglie allargate, leggo. Questo mi sa che lo prendo al prossimo giro in libreria, Erri a pelle mi sta già simpatico ma aspettavo qualche recensione, sarà che al momento vado più d'accordo con i giovani che con i vecchietti. Magari questa sarà la volta buona che riesco ad incontrare Lorenzo? :)
RispondiEliminaSì, ti consiglio vivamente di partire da qui.
EliminaHo voluto bene pure a Cesare, ma in quel romanzo lì, secondo me, Lorenzo scriveva un po' in sordina. C'era quel vecchio chiacchierone che doveva dire la sua. Qui, con problemi familiari un po' a tutti e questo Erri che potrebbe essere, se non nostro padre, almeno nostro fratello molto maggiore, si è più dentro. :)
Non posso che dire "chapeau"!
RispondiEliminaCome sai, ho amato questo romanzo dalla prima all'ultima pagina, e le sensazioni che mi ha suscitato sono proprio quelle che stanno qualche riga sopra a questo mio commento; le tue parole escono con forza dallo schermo del computer e mi avvolgono come se stessi rileggendo il libro.
Complimenti per la tua scrittura, se decidi di scrivere un libro sarò una delle tue prime lettrici, insieme a Lea, ovviamente.
Ciao da Stefania
Bentrovata, Stefania!
EliminaGrazie per le tue parole. Tu e Lea mi fate bene. ;)
Felici di avere questo privilegio! ;)
EliminaS
:-D
EliminaBellissima recensione davvero! Non ho ancora letto il libro, non l'ho nemmeno ancora comprato ad essere sincera...Ma mi sa che mi devo armare di matita e foglio di carta per appuntarmi un mio personale albero genealogico di questa famiglia allargata, giusto per non far confusione!
RispondiEliminaMa no, Lorenzo fa bei ritratti di ogni componente della famiglia Gargiulo-Ferrara. Non avrai problemi, eh eh ;)
EliminaChe dire? La tua scrittura è magistrale e ti è stato già detto. Lorenzo è cresciuto, Erri rimane nel cuore. Una storia così si può raccontarla solo quando l'anima ha qualche cicatrice da curare.
RispondiEliminaGrazie mille, Laura!
EliminaOddio Mr Ink dopo questa recensione devo leggerlo! Complimenti, mi hai messo una gran voglia di catapultarmi in libreria, la storia sembra divertente, malinconica e irriverente insieme ^^
RispondiEliminaGrazie mille, Jerry :))
EliminaIl protagonista porta il nome di uno dei miei scrittori preferiti,tu me lo hai raccontato talmente bene che quasi mi immagino la casa e tutto quel che contiene,devo assolutamente leggerlo.
RispondiEliminaConosco bene il tuo dolore,mio padre prese un'altra strada quando io ero uno scricciolo di sei anni.E non dimenticherò mai quelle domeniche a tavola con i miei fratelli,mia nonna ,mia zia e mia madre,una roccia.
Poi mio padre è tornato,dopo otto lunghi anni,e mia madre lo ha perdonato perché lui era ed è rimasto l'unico amore della sua vita.
Oggi mio padre di occupa con uguale amore di mia madre che purtroppo è malata di Alzheimer e spesso non ricorda neanche chi sia quel signore tanto innamorato.
Ti ringrazio, Solsido, soprattutto per avermi raccontato un po' di te. E sì, il perdono è una cosa essenziale.
EliminaSe saprò perdonare, un giorno, non lo so bene, ma ci si abitua con un niente a tutto quanto: questo ho imparato.
Il tuo Erri è De Luca, vero? Devo leggerlo, prima o poi.
è vero, concordiamo su tutta la linea e le tue parole mi hanno emozionato tantissimo :)
RispondiEliminaEmozionato quanto Lorenzo, forse, che Erri piaccia così tanto. Tutto meritato!
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